di Federica Natalone - Coordinatrice pedagogica provinciale Fism
Dovremmo imparare a “trasformare le ferite in feritoie di speranza”. (Papa Francesco, Omelia della Domenica delle Palme, 5 aprile 2020)
La vita di ciascuno di noi è colorata da esperienze positive che si alternano a situazioni di difficoltà e crisi. Il momento critico che stiamo vivendo ha sovvertito lo stato delle cose, imponendosi rapidamente e in modo pandemico, tanto da non far sentire nessuno al sicuro.
Tutti coinvolti, nessuno escluso; tutti potenzialmente esposti a un rischio inatteso, nuovo e di difficile contenimento e gestione. La dimensione personale si è scardinata e trasformata in una liquidità collettiva, che ci ha fatto sentire potenziali vittime impotenti, facendo emergere fragilità e limiti umani ma anche sociali, personali ma anche collettivi. La necessità di imporre un lockdown ha cambiato le abitudini della maggior parte di noi, obbligandoci a rinunciare o modificare i nostri stili di vita, le nostre relazioni. Nel confinamento delle pareti domestiche hanno potuto affiorare e, in alcuni casi amplificarsi, situazioni di insicurezza, di paura, di accentuata fragilità, spesso alimentate e condizionate dal contesto circostante, determinate e caratterizzate dai vissuti emotivi che ad esse si associano.
Le esperienze che viviamo ci in-segnano, ci segnano dentro, nel profondo, lasciando tracce emozionali permanenti. Ciascuno rielabora e reagisce agli accadimenti della vita sulla memoria di quanto già sperimentato.
Ma i bambini, la cui memoria emozionale non è così ricca e strutturata come negli adulti, come possono rielaborare quanto accade in loro e attorno a loro? Quali spiegazioni possono trovare per gestire le emozioni, i pensieri, i timori, gli interrogativi che certe esperienze implicano? Come possiamo aiutarli a riconoscere le proprie fragilità e diventare forti, autonomi, autosufficienti, ad essere, in altre parole, “resilienti”? Ma cosa significa essere resilienti?
La resilienza (Dal latino resilĭens -ĕntis, part. pres. di resilīre ‘rimbalzare’, comp. di re- ‘indietro’ e salīre ‘saltare’, www.garzantilinguistica.it), in ambito psico-pedagogico, è la capacità di resistere, affrontare e rielaborare traumi, situazioni difficili, eventi stressanti con un atteggiamento reattivo, che permette l’integrazione tra limiti e risorse per riorganizzare la propria vita in un’ottica di positività. Il termine nasce nell’ambito dell’ingegneria e delle scienze dei materiali per indicare la capacità di un materiale di assorbire l’energia di deformazione elastica e, di conseguenza, di resistere agli urti senza rompersi.
“Resistenza e resilienza nella scienza dei materiali non sono sinonimi. La prima implica la competenza del non spezzarsi, vero, ma non include in sé un cambiamento, e un cambiamento finanche in meglio, un potenziamento/empowerment, in seguito al colpo/trauma ricevuto. Resiliente è invece chi, passato attraverso una deprivazione, un trauma, una situazione di forte stress fisico e/o emotivo, sconvolge ogni paradigma meccanicistico, ogni matematica previsione, ogni equazione che considera l’uomo effetto di una causa, la risposta a uno stimolo: perché non subisce l’evento restandone schiacciato, ma lo «trasforma», mutandolo da problema in opportunità: di apprendimento, cambiamento, ristrutturazione” (Scardicchio, A. C., “Resistenza, resilienza, rivoluzione”, in AA.VV., Pedagogie, Progedit, Bari, 2011, pag. 147).
Non è una qualità innata ma si apprende con l’esperienza, attinge e si alimenta del bisogno di dare senso a quanto accade nella nostra esistenza; è il saper affrontare eventi negativi, dolorosi, riuscendo a superarli grazie a risorse personali che permettono di assumere uno sguardo positivo e di fiducia verso la vita. La resilienza è quindi la capacità di tradurre gli avvenimenti stressanti in esperienze di apprendimento, che consentono di sviluppare le competenze e le risorse funzionali al miglioramento della quotidianità. È la possibilità di sperimentare il proprio grado di autonomia emotiva che permette di vivere, di stare e so-stare nelle esperienze spiacevoli. Un so-stare che ci consente di prendere consapevolezza della nostra vulnerabilità, debolezze e fragilità senza esserne schiacciati e travolti. È la capacità di affrontare le crisi della vita con lo sguardo rivolto alla speranza, come quando nel buio della notte riusciamo a cogliere la bellezza delle stelle che di giorno non possiamo ovviamente ammirare.
Essere resilienti non significa semplicemente saper superare le difficoltà, trascinarsi, andare avanti o fare finta di niente, ma coltivare e alimentare un buon livello di benessere emotivo e relazionale. E non è poca cosa. La resilienza ha quindi un valore evolutivo poiché permette di gestire il disagio e lo stress che certi eventi provocano e tradurli in stimoli per attivare trasformazioni, per aprire prospettive future di cambiamento.
Aiutare i bambini a sviluppare la predisposizione alla resilienza vuol dire prendersi cura di loro, delle loro paure, dei loro dubbi e delle loro inquietudini. Vuol dire aiutarli ad accettare queste dimensioni dell'esistenza, sostenendoli e incoraggiandoli ad esprimere le emozioni, i vissuti, le domande che si agitano in loro. Vuol dire aiutarli a cercare una via per manifestare, tradurre e rielaborare tutte le esperienze. Significa offrire un ascolto attento ai loro timori, garantire supporto e consolazione alle paure, infondendo la fiducia nelle loro capacità di azione e reazione, nelle loro possibilità di affrontare le situazioni con la consapevolezza di potercela fare, sorretti e accompagnati da adulti che, per primi, confidano nella forza di sapersi rialzare con coraggio ad ogni inciampo.
Papa Francesco ci esorta ad assumere un’ottica trasformativa, ponendoci di fronte ad un bivio antropologico: “Ci sono due modi di guardare alle difficoltà della vita: o le si guarda come qualcosa che ti blocca, che ti distrugge, che ti tiene fermo, oppure le si guarda come una reale opportunità” (Papa Francesco, Discorso ai giovani allo stadio Kasarani di Nairobi il 27 novembre 2015, in https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/november/documents/papa-francesco_20151127_kenya-giovani.html ).
Saper trasformare le “ferite” in “feritoie” significa quindi saper rielaborare le avversità perché possano aprire orizzonti di “possibilità”. Si tratta di accettare e metabolizzare il messaggio educativo che le “cadute” della vita riconsegnano; cadute che permettono di “incontrare” i nostri limiti e riconoscere le nostre potenzialità, le nostre risorse. Sono esperienze che aiutano a crescere fortificati, soprattutto quando si hanno vicino persone in grado di riconoscere e accogliere le nostre fragilità. Persone che sanno accettare i nostri vissuti di fatica e sofferenza; che ci sostengono con uno sguardo empatico e compassionevole; che riescono a trasmetterci fiducia nelle nostre possibilità di superare i momenti avversi.
"Quando sono debole è allora che sono forte” (San Paolo, II Lettera ai Corinzi, 12, 10). L’atteggiamento cristiano nei confronti delle avversità è un atto di accettazione consapevole che non nega le fragilità e il dolore esistenziale, ma che cerca di trovare e infondere la forza per superare le difficoltà, in una prospettiva di fiducia e speranza nell’avvenire.
V. Van Gogh, Notte Stellata (1889)
Shutter Tom
Questo modello è stato elaborato dal pediatra Kenneth Ginsburg che all’argomento ha dedicato il libro “Building resilience in children and teens” (di cui non esiste la traduzione in italiano), nel quale espone il modello delle 7 C, ovvero i fattori cruciali da tenere in considerazione per aiutare i genitori ad insegnare la resilienza ai propri figli.
https://portalebambini.it/7-c-resilienza/
Alcune indicazioni per promuovere lo sviluppo della resilienza nei bambini e nei ragazzi, che sono utili anche per gli adulti
Provate a riscoprire le attività manuali come occasione per allenare il pensiero creativo e il problem solving (capacità di trovare nuove soluzioni). Sono attività che aiutano ad “alleggerire la mente” da eventi stressanti e preoccupazioni, permettendo di trovare nuove prospettive per affrontare e gestire le situazioni: scrivere, disegnare, colorare, cucire, suonare, cucinare, fare bricolage, giardinaggio, montare, smontare … molte attività possono essere fatte coinvolgendo anche i bambini.
Impegnarsi nella realizzazione di qualcosa di “tangibile” comporta anche dover gestire la frustrazione che non tutto riesce bene e subito come si vorrebbe. Questi momenti diventano occasioni per rafforzare la resilienza, aiutano ad allenare la tenacia e la determinazione nel cercare di raggiungere i risultati attesi.
PROPOSTE CINEMATOGRAFICHE
La ricerca della felicità (The Pursuit of Happyness), USA, 2006, diretto da Gabriele Muccino
Ragazze vincenti (A League of Their Own), USA, 1992, diretto da Penny Marshall
Unbroken, USA, 2014 diretto da Angelina Jolie
Men of Honor - L'onore degli uomini, USA, 2000 diretto da George Tillman Jr.
Il circo della farfalla, USA, cortometraggio del 2009 diretto da Joshua Weigel
Joy, USA, 2015 diretto da David O. Russell.
Mettetevi in piedi con il/la vostro bambino/a, i piedi ben fermi per terra e fate tre lunghi respiri profondi mentre contate uno... due... tre e buttate l’aria fuori sempre contando 1, 2, 3.
Adesso inspirate e dite qualcosa come: “Inspiro il sole...” E mentre buttate fuori l’aria, “Butto fuori le nuvole.”
Dovete inspirare qualcosa di felice e positivo, e buttare fuori quello che vi rende tristi. Potete fare un elenco con il vostro bambino, di cose positive da mettere dentro, e cose negative da mettere fuori.
Esempi che potete usare sono:
Inspirate l’amicizia... Buttate fuori la solitudine.
Inspirate la felicità... Buttate fuori la tristezza.
Inspirate il coraggio... Butta fuori la paura.
Inspirate la gioia di passare del tempo insieme ... buttate fuori il dispiacere che non si possa uscire.
Impariamo una filastrocca sulla resilienza
FILASTROCCA RESILIENTE
Alessia de Falco & Matteo Princivale
Non ti arrendere
ce la puoi fare:
ogni sconfitta
ha tanto da insegnare.
Sii coraggioso
va’ oltre il cancello:
Quel che è difficile
è ciò che è più bello.
PROPOSTE CINEMATOGRAFICHE
La Luna cortometraggio Pixar diretto da Enrico Casarosa
Soar cortometraggio Pixar di Alyce Tzue
Ratatouille film d'animazione diretto da Brad Bird e Jan Pinkava
Piper cortometraggio Pixar diretto da Alan Barillaro
PER ADULTI
P. Trabucchi, Resisto dunque sono. Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno convivere felicemente con lo stress, Corbaccio, Milano, 2007.
E. Malaguti, Educarsi alla resilienza. Come affrontare crisi e difficoltà e migliorarsi, Erickson, Trento, 2005.
F. Campione, La resilienza ai tempi del coronavirus. Come superare il panico, l’isolamento e le crisi, diventando migliori di prima, Taita Press, Bologna, 2020.
PER BAMBINI
I. Carrier, Il pentolino di Antonino, Kite Edizioni, Padova, 2011.
P. Parazzoli - P. Valentinis, I doni scambiati, Fabbri, Milano, 2004.
M. Rosen, Oxenbury, H., trad. it ., Carminati, C., A caccia dell’Orso, Mondadori, Milano, 2013.
A. Spires, trad. it., Lo Iacono, G., Provaci ancora Lulù, Erickson, Trento, 2019.
A. Papini, Mucca e la vita, Pacini Editore, Pisa, 2018.
M. Waddell - P. Benson, I tre piccolo gufi, Mondadori, Milano, 2013.
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