Con te, ogni giorno

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Con te, ogni giorno

di Enrica Tambini - Coordinatrice pedagogica provinciale Fism

L’isolamento che ci è stato imposto in questi mesi ci ha costretto a rivedere il nostro modo di vivere e la voce delle persone amiche sono state di grande conforto e di speranza. Ecco che di nuovo riemerge la voglia di farci sentire, di gridare, di esserci. La nostra voce diventa vitale ed è su questa che noi dobbiamo far valere la nostra voglia di esistere. Quante voci, quante parole nella nostra vita. Impariamo ad ascoltare. E’ un momento di cambiamento, di rinascita, quella di cui abbiamo bisogno tutti dopo il troppo dolore e la sofferenza dei tanti lutti che sta provocando la pandemia.

“L’eco di una vicinanza ci fa sentire meno soli”

“ Il sussurro dell’uomo umiliato e straziato è la forma pura della preghiera che commuove il cielo e la terra. Ed è la più bella preghiera laica e umanissima che ci possiamo dire gli uni e gli altri.”

“ Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: penetra nel mio bisbiglio. Sii attento alla voce del mio grido, o mio re o mio Dio, perché te, te supplico Signore” (Salmo 5, 2-3)

Anche noi educatori, professionisti, mamme e papà cerchiamo quotidianamente di prenderci cura di noi e dei nostri bambini, consapevoli che il nostro benessere è fatto di momenti difficili, di crisi, di grandi battaglie, come di presenze, di sguardi d’amore e di protezione. È in questa cura che cresce la nostra determinazione nel continuare a resistere. Ai nostri bambini, a cui quest’anno è stata negata l’esperienza di andare al nido o alla scuola dell’infanzia, le loro educatrici e le loro insegnanti si sono prodigate nell’attivare esperienze flessibili di didattica a distanza ben consapevoli che tutto ciò non sostituisce i contatti, le relazioni di una quotidianità scolastica. Sappiamo che i bambini si muovono nel mondo attraverso l’intelligenza senso motorio e moto corporea e che il corpo confinato e chiuso, non può esplorare.

I bambini si sentono soli, vivono con fatica l’isolamento e lo star male è comprensivo del corpo, della mente e delle relazioni. La sfida quindi per tutti noi oggi è di essere nutrienti di conoscenza. E in questi momenti in cui le nostre abitudini hanno dovuto adattarsi a nuove modalità anche la lettura ad alta voce in alcuni momenti della giornata può essere essenziale. Perché i bambini hanno bisogno di muoversi, spostarsi, viaggiare, continuare a fare esperienze e, grazie alla funzione vicariante della lettura, possono farlo stando fermi, ascoltando, guardando un video o aprendo un libro con immagini.

“Le parole che nutrono”

L’importanza della parola nella cultura dell’uomo ha origini lontane. “Una delle testimonianze più antiche è offerta dal testo biblico, dove è la Parola a decidere l’origine del creato, a plasmare un universo che si presentava come abisso, il caos dei greci, magma primordiale privo di ordine e bellezza. Nel farsi strumento di creazione, la Parola dimostra di possedere un grande potere: sa suscitare la vita e ne contiene il segreto; come viene trasmessa dai testi sacri, è lo strumento che disvela il senso ultimo dell’esistere; attraverso la parola ha luogo la rivelazione- la parola contiene il sigillo di verità.

Forse perché legato al linguaggio e associato al suo potere di trascendere la realtà, il suono della parola esercita il suo fascino sull’uomo più che mai nella musica e nella poesia. Anche i bambini intuiscono questa caratteristica che precede il senso e il significato semantico. Come i bambini si esercitano con i suoni delle parole (la lallazione) prima di imparare il linguaggio, i poeti accostano le parole creando suggestioni nuove. La voce e il linguaggio sono caratteristica dell’uomo e con essi riusciamo a trasmettere emozioni ai bambini fin dalla nascita prima ancora di trasmettere loro il senso. È per questo che prima ancora che leggere gli cantiamo nenie, filastrocche, rime.

Il mio desiderio qui è quello di ampliare lo sguardo ed avere un più ampio respiro culturale e sociale per contribuire, da un lato alla valorizzazione del lavoro educativo di chi, opera nei contesti 0-6, per favorire la creazione di solide alleanze educative tra educatori/insegnanti e famiglie in un’ottica di sostegno reciproco.

Attraverso giochi di parole, visione, ascolto, letture di storie e piccole poesie riusciamo a mantenere e rafforzare legami affettivi ed emotivi, e avere una funzione di divertimento e relax.

In questo momento, la lettura si offre come una palestra cognitiva senza pari. Perché metaforicamente, permette ai bambini di leggere a vari livelli la complessa realtà del momento, di osservarla, di porsi delle domande e di esigere risposte. Questo percorso porta le parole e la poesia fuori dagli obblighi scolastici, nella vita di tutti i giorni e nel gioco dove anche i bambini più piccoli possono con i loro gesti, coglierne il profumo, il colore; creare nuove immagini dialogando. E con le parole si dà forma a pensieri minimi, sospendendo ogni tipo di giudizio di valore e ponendosi in ascolto. Ecco quindi che l’impegno degli adulti è quello di raccogliere le loro parole e i loro pensieri proponendo loro piccole poesie HAIKU (1).

E come ci suggerisce Silvia Geroldi, “La sfida, le regole: è un gioco! La poesia arriva dopo, se arriva, e all'improvviso. Ci coglie impreparati. Ci meraviglia, come ogni poesia deve fare... Dunque, i primi a saper giocare e divertirsi devono essere gli adulti, che fanno da guida e da complice”. (2)

di Enrica Tambini - Coordinatrice pedagogica provinciale Fism

(1) L’haiku è un’antica forma di poesia giapponese che si struttura in tre versi di cinque, sette, cinque sillabe. Il suo punto forte è proprio la brevità, il riuscire ad esprimere pensieri profondi in appena tre versi.

(2) Silvia Geroldi, Haiku Seduti sotto la luna, https://haikusedutisottolaluna.wordpress.com/

Per i più piccoli

Spunti per la riflessione e il gioco…

La poesia è un tipo di testo che valorizza la parola in sé, permettendo di entrare in modo lieve e profondo con la realtà. Lo stupore e il fascino che il suono, il ritmo e il senso, suscitano quando si intrecciano nei versi, donano un potere magico sui bambini e sugli adulti. Perché i suoni sono dotati di significato e ad ogni oggetto, fanno corrispondere un elemento astratto, in questo modo, la forma sonora delle parole viene collegata ad un’idea mentale. Così le poesie, le letture di libri, i giochi del non-sense, si intrecciano in un discorso che, tenendo ben chiaro il rapporto tra senso e segno, guidano gli atti di comunicazione del testo poetico e ci conducono a scoprire e a gustare le sue qualità di linguaggio.

La raccolta di poesie di G. Quarenghi, i libri di R. Piumini, il testo del Dr. Seuss e gli HAIKU, sono costruiti su assonanze e rime, giocano sul nonsense e con i significati più profondi, danno forma al mondo fantastico di ogni bambino.

Haiku

Approfondimenti

  • Articolo di Luigino Bruni, La benedizione dell’attesa, Avvenire 26 aprile 2020

  • A. Dal Gobbo, La musica delle parole, Quaderni acp,2008;15 (2):89-91

  • Silvia Geroldi, Haiku Seduti sotto la luna, https://haikusedutisottolaluna.wordpress.com/

  • R. Fadda, Il paradigma della cura. Ontologia, antropologia, etica. In Fenomenologia della cura, a cura di Luigina Mortari e Alessia Camerella, Editore Liguori, 2014

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