Erasmus

ERASMUS+

Il programma Erasmus è un'iniziativa dell'Unione Europea finalizzata a promuovere la mobilità degli studenti all'interno del continente. Il nome Erasmus è un acronimo che sta per "European Region Action Scheme for the Mobility of University Students", ma richiama anche l'umanista Erasmo da Rotterdam, che viaggiò in Europa per ampliare le sue conoscenze.


Erasmus+ è un progetto nel quale per partecipare è necessario essere iscritti regolarmente a corsi di laurea, laurea magistrale, dottorato di ricerca, scuole di specializzazione o master e aver completato il primo anno di studio con un buon rendimento accademico e motivazione. La borsa di studio Erasmus+ comprende una quota finanziata dall'Unione Europea e un contributo erogato dal Ministero dell'Università e della Ricerca, il cui ammontare varia a seconda del paese di destinazione e può essere di €250, €300 o €350 per ogni mese di mobilità. Il periodo di studio all'estero può durare da un minimo di 2 mesi (o un trimestre accademico) a un massimo di 12 mesi, e la borsa di studio Erasmus+ può essere ricevuta più volte per un massimo di 12 mesi per ogni ciclo di studi, indipendentemente dal numero e dal tipo di mobilità (a fini di studio e/o tirocinio).


Per partecipare al programma Erasmus, è necessario essere cittadini dell'Unione Europea e avere una conoscenza adeguata della lingua inglese e della lingua del paese ospitante. Ad esempio, il bando Erasmus+ Mobilità per tirocinio a.a. 2023/24 richiede una conoscenza linguistica pari al livello B1 nella lingua del tirocinio.


Le opportunità offerte dall'Erasmus+ sono disponibili non solo presso università, ma anche presso scuole, istituti di istruzione e formazione, centri di ricerca, imprese private, associazioni, enti pubblici, organizzazioni non governative e organizzazioni giovanili. L’Unione Europea inoltre ha investito ulteriori risorse per finanziare il programma Erasmus+, di cui potranno beneficiare anche gli stati membri, per un periodo che va dal 2021 al 2027.


Il programma Erasmus+ offre agli studenti e agli insegnanti, la possibilità di sviluppare e condividere conoscenze, competenze ed esperienze di mobilità europea, contribuendo allo sviluppo personale e professionale dei cittadini. Inoltre, il programma contribuisce alla realizzazione di alcune strategie politiche dell'Unione Europea, come l'inclusione sociale e la sostenibilità ambientale, promuovendo le pari opportunità, la parità di accesso, l'inclusione, la diversità e l'equità in tutte le sue azioni. Erasmus+ rappresenta anche uno strumento chiave per lo sviluppo di conoscenze, competenze e atteggiamenti riguardo ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile sia nell'Unione europea che nel resto del mondo.


https://www.erasmusplus.it


https://www.miur.gov.it/erasmus-


https://www.scambieuropei.info/erasmus-come-funziona/

a cura della 4 A RIM



Intervista a Martino, ex studente Erasmus

Martino si è laureato in ingegneria al Politecnico di Torino e nel 2020 ha partecipato a un programma Erasmus come studente. Gli abbiamo rivolto alcune domande sulla sua esperienza.

1. Ci racconti in breve la tua esperienza Erasmus+?

Sono stato in Erasmus a Madrid nel mio quinto ed ultimo anno di università (ho studiato ingegneria dei materiali al Politecnico di Torino). Il periodo previsto per l’Erasmus era da settembre 2019 a giugno 2020. Tuttavia, a causa della pandemia Covid-19, sono dovuto rimpatriare in Italia in anticipo, a malincuore, intorno a metà marzo. Al di là di questo epilogo infelice, reputo l’esperienza che ho avuto molto positiva sotto tutti i punti di vista, e guardo con nostalgia a quel periodo. Sono arrivato a Madrid intorno al 20 Agosto, ho soggiornato per una decina di giorni in ostello, iniziando a esplorare la città e andando a lezioni di gruppo di spagnolo, cosa che mi ha aiutato a creare i primi legami, nonché a migliorare il mio spagnolo rapidamente. Da settembre ho iniziato le lezioni all’università e verso dicembre ho iniziato a lavorare in un ristorante, per avere più contatti con persone di Madrid, e guadagnare qualche soldo. La gran parte dei miei compagni di università proveniva da altri paesi Europei, dal sud America e dalla Cina. Da febbraio ho iniziato a lavorare alla mia tesi di laurea in laboratorio, attività che dopo poco più di un mese ho dovuto interrompere a causa della Pandemia. Le ultime due settimane di soggiorno a Madrid sono state fortemente condizionate dal clima di confusione e ansia collettiva, dovute all’arrivo del Covid e intorno al 15 marzo sono tornato in Italia con un rocambolesco viaggio tra un aereo, tre treni ed un pullman.


2. Quali sono i pro ed i contro della tua esperienza Erasmus+?

Pro:

- Mi sono trovato molto bene in città, nonostante io non sia un amante delle metropoli

- Ho stretto legami e contatti che ancora oggi porto con me

- Ho raggiunto una pressocché totale indipendenza

- Ho intrapreso un percorso di specializzazione che mi ha portato a lavorare in una promettente start-up

Contro:

- La citta di Madrid è abbastanza cara per quanto concerne gli affitti


3. Della tua esperienza Erasmus cambieresti qualcosa?

Avrei concluso con molto piacere tutto l’anno previsto, ed ero molto eccitato all’idea di passare ancora la primavera a Madrid e di concludere la mia tesi sperimentale in laboratorio. Ovviamente, però, non è un aspetto dipeso da me, ma da “cause di forza maggiore”.


4. Quali obiettivi uno studente si deve porre per vivere  l'esperienza Erasmus?

Penso che uno studente, quando intraprende una esperienza Erasmus, debba approfittarne per immergersi in una cultura altra, stringere legami con persone provenienti da altri paesi, ma al contempo porsi l’obiettivo, per quanto possibile, di arricchire il suo percorso universitario di un altro stile didattico.


5. Al ritorno dal progetto hai dovuto recuperare materie che non erano previste nel percorso curricolare dell'università ospitante?

No, al mio ritorno ho concluso gli ultimi esami previsti (in modalità telematica, data la situazione) e non ho perso materie.


6. Quali sono le maggiori differenze tra il modello di università spagnolo e quello italiano?

Faccio una piccola premessa. In Italia, il mio percorso prevedeva una laurea triennale e una magistrale (3 anni + 2 anni). Entrambi i percorsi prevedono, principalmente, una solida preparazione teorica. In Spagna, invece, il modello seguito è quello di laurea + master (4 anni + 1). Il Master, per lo meno in Spagna, ha una fortissima connotazione laboratoriale, meno teorica di quello che avrei fatto in Italia. Ed i corsi che ho seguito durante il mio anno a Madrid andavano di fatto a formare il Master in ingegneria dei materiali, pertanto avevano una maggior componente di lavori di gruppo e attività in laboratorio di quanto avrei fatto a Torino.  Detto questo, gli esami che ho dato in Spagna erano tutti molto più semplici di quelli fatti in Italia, e richiedevano una preparazione, in termini di ore di studio, anche dieci volte inferiore a quelli italiani. Quanto di questo sia dovuto al fatto che si trattasse di un Master e quanto sia semplicemente legato al modello universitario in generale, non saprei dirlo.


7. La tua esperienza Erasmus è stata utile per il tuo lavoro? In generale in che modo ha inciso sul tuo futuro?

Senza dubbio, l’Erasmus ha fortemente inciso sul mio futuro. Durante l’Erasmus ho iniziato la mia tesi di laurea magistrale su un argomento al quale non mi sarei mai avvicinato restando a Torino. Una volta tornato, dopo aver concluso il mio percorso universitario in circa 6 mesi, ho iniziato ad affacciarmi al mondo del lavoro. Dopo poco, ho preso parte a una start-up italo-cinese con sede italiana a Padova, dove mi sono trasferito, che si occupa dell’argomento che ho trattato nella tesi. A mettermi in contatto con questa azienda è stata la stessa relatrice di tesi (professoressa dell’università di Madrid).


8. Rispetto agli studenti indecisi sull’Erasmus, cosa consiglieresti?

Consiglio sempre di intraprendere il percorso Erasmus a chiunque che ne abbia possibilità


9. Dopo aver vissuto nella città che ti ha ospitato, ti senti più cittadino europeo?

Personalmente, non avevo bisogno di questa esperienza per sentirmi cittadino europeo. Ciononostante, l’esperienza mi ha aiutato a concretizzare questa sensazione, stringendo legami con più persone e realtà d’Oltralpe

Intervista alla professoressa

Ilaria Ricciardi

Abbiamo intervistato la professoressa Ricciardi, nostra docente di francese, che, nell’ambito del progetto Erasmus+, ha fatto una breve esperienza di job shadowing in Francia.

1) Ci può raccontare in breve la sua esperienza Erasmus+?

L'anno scorso mi sono recata a Nizza in Francia, è stata un'esperienza interessante, perché ho incontrato nuovi colleghi e ho potuto vedere le principali differenze tra l'insegnamento in Italia e in Francia.


2) Quali sono i pro ed i contro dell'esperienza Erasmus?

I pro sono tanti, come capire i difetti e gli errori che vengono commessi nell'insegnamento in Italia, e cercare di migliorare il più possibile per colmare il gap con gli altri paesi.                                                                                            I contro invece sono che la Francia, dal mio punto di vista, è indietro rispetto all’Italia sui metodi di insegnamento, e sarebbe più utile che gli insegnanti francesi seguissero il progetto, nel modo inverso.


3) Quali sono le differenze nel metodo di insegnamento che ha notato rispetto alla scuola italiana?

Un aspetto molto interessante che c'è in Francia e che invece in Italia non si vede, è che tra gli insegnanti e gli alunni c'è un rapporto di parità e di rispetto, per esempio gli allievi non si fanno richiamare sull’utilizzo dei telefoni cellulari nelle ore di lezione, fenomeno molto presente in Italia, vanno a scuola perché vogliono imparare e non disturbano durante le lezioni


4) Quali sono le maggiori differenze tra il modello di istruzione superiore francese e quello italiano?

La principale differenza, che a mio parere è un vantaggio per i francesi, si trova nel momento in cui un alunno risulta insufficiente in più materie alla fine dell’anno. In questo caso l’alunno non perderà l’anno, bensì nel diploma non gli verrà riconosciuta la materia sufficiente. Un’altra differenza sta nelle infrastrutture, che in Francia sono molto più all’avanguardia e tecnologiche, questo permette di rendere le lezioni più interessanti e rapide. A differenza in Italia non sono presenti i mezzi adatti, gli strumenti tecnologici funzionano spesso molto male e questo fa sì che ogni giorno vengano sprecati molti minuti solamente per svolgere un appello.


5) In che modo questa esperienza ha inciso nel suo lavoro? Ritiene che abbia apportato dei cambiamenti nel suo modo di insegnare? 

Questa esperienza non ha inciso per niente sul mio metodo di insegnamento in quanto ho trovato il loro modo di insegnare, come già detto in precedenza, molto antiquato e poco interattivo. Inoltre ritengo il mio metodo di insegnamento il più efficace, soprattutto perché sono riuscita a migliorarlo con il passare degli anni, imparando molto dai miei errori.

DiscoverEU... partendo da Pinerolo!

Un nostro compagno della classe 5AAFM - Niccolò Borelli - potrà girare gran parte dell'Europa nei prossimi mesi estivi grazie ad un progetto bellissimo dedicato ai diciotteni che qui ci va ad illustrare! Lo abbiamo intervistato con grande curiosità e anche un po' di invidia!!

E nel link qui sotto potrete trovare tutti i riferimenti necessari...

1. Niccolo', di che progetto si tratta?

Sono fondi stanziati dall’Unione Europea per 35mila pass in tutta Europa. Rispondendo ad un questionario piuttosto semplice potresti essere uno tra i candidati selezionati e viaggiare in tutta Europa. E' un progetto totalmente dedicato a ragazze e ragazzi di 18 anni. Con questo pass si può scegliere di usufruire dei mezzi di trasporto per un mese in un unico paese a scelta all'interno dell'Unione Europea, oppure scegliere di viaggiare in treno utilizzando il pass per un mese creando un itinerario di 7 tappe. Io ho scelto questa ultima opzione.

2. Come hai trovato questo progetto?

Ne sono venuto a conoscenza tramite Instagram, quindi attraverso i social media. 

3. Hai già organizzato il tuo itinerario?

Si! Si può scegliere di organizzarlo in gruppo, quindi tutti i componenti riceveranno il pass uguale al tuo con i codici appositi da inserire in un’applicazione dedicata, oppure si può fare un viaggio individuale, ma magari iscrivendoti a Facebook troverai altre persone italiane che avranno aderito allo stesso progetto. Questo è il mio caso: io ho trovato altre 7 persone provenienti da diverse parti d'Italia, ci ritroveremo tutti a Torino e da qui utilizzeremo il primo pass per andare a Parigi. Partiró dopo la maturità, ma si può scegliere di partire quando si vuole; io ho preferito aspettare di fare l'esame di maturità e partire in agosto, anche se ovviamente i costi sono più elevati. Ma l'aspetto migliore è che i viaggi sono tutti gratis perché sono in treno - come previsto dal progetto, anche per motivi di sostenibilità ambientale. Occorre solo essere molto attenti nella programmazione dei cambi perché gli spostamenti devono avvenire in un giorno. Al mometo è quasi tutto organizzato, anche le visite in luoghi unici come il Louvre, per esempio, che tra i 18 e i 25 anni è gratuito! Comunque partiremo appunto per Parigi, poi ci sposteremo ad Amsterdam e in Danimarca, poi Belgio, Berlino, Vienna e ritorno in Italia! Niente male, eh?

4. Cosa ti aspetti da questa esperienza?

E' la prima volta che faccio un viaggio del genere e quando ho partecipato non avrei mai immaginato di essere selezionato, perciò me la vivrò fino in fondo come forse uno dei regali più belli anche per la mia maturità! E poi viaggiare con amici, visitare capitali europee e incontrare gente da tutto il mondo sarà impagabile! Consiglio a tutte e a tutti di provare a partecipare a questa iniziativa!

Grazie Niccolò, buon viaggio allora! E in bocca al lupo per l'esame!

Intervista a cura di Elisa De Petris