Azam Baharam, attivista iraniana
Le classi 1 F PIT, 3 D PIT, 4 A PIT, 4 A FIG, 4 A RIM, 5 A FIG hanno partecipato il 26 gennaio 2023 in Aula Magna all'incontro Donna, vita e libertà: perché una rivolta in Iran?
Il 26 gennaio 2023 si è tenuto nell'Aula Magna della nostra scuola l'incontro con Azam Bahram, una giovane attivista iraniana, laureata ed insegnante di matematica e fisica.
Azam è sempre stata in prima linea durante le numerose rivolte della popolazione iraniana contro la Repubblica Islamica. Pertanto da nove anni vive in italia, a Torino, costretta a scappare dal Paese natale, per proteggere la sua famiglia dalle minacce subite da parte della politica iraniana. In Italia ha finito gli studi, laureandosi, e oggi lavora nell’ambito delle energie rinnovabili.
Azam ci ha raccontato che l’Iran è uno Stato ricco di risorse petrolifere e gas e ha una popolazione relativamente giovane, tant’è che circa il 73% della popolazione, su 84 milioni di persone, ha meno di 45 anni. Infatti sono proprio le ragazze e i ragazzi, che oggi portano avanti una tenace battaglia contro il governo e l’élite religiosa, per rivendicare i diritti sociali e politici. Di questa situazione critica e violenta scoppiata l’autunno scorso, siamo tutti a conoscenza.
L’evento che ha scatenato la rivolta è stata la morte della giovane Masha Amini, arrestata e percossa dalla polizia morale, per aver violato il codice di abbigliamento islamico, vigente dopo la rivoluzione del 1979. Come spiegato da Azam, il velo, imposto alle donne sin dall’età di sette anni, è una privazione della libertà di poter esprimere se stesse. Un altro limite alle libertà dei giovani è rappresentato dal fatto che il percorso scolastico vede ragazzi e ragazze rigorosamente separati, poiché è considerato immorale la condivisione degli stessi spazi. Infatti è proprio dai primi anni che i bambini vengono educati a seguire e rispettare le “regole morali” stabilite dal governo.
La cosa che ci ha colpito particolarmente è che nel corso degli anni, la figura femminile è cambiata anche sui libri di scuola elementare, se infatti in passato veniva raffigurata, adesso è del tutto scomparsa.
La donna in questa lotta rappresenta la forza, la perseveranza e la voglia di cambiamento. Anche i ragazzi combattono a fianco ad esse, per richiedere libertà civili che nel nostro paese ci sembrano spesso scontate. Azam come tante altre ragazze e ragazzi è la testimonianza di un coraggio, che deriva dal fatto che esista ancora un piccolo spiraglio di speranza. Per noi è incredibile che tanti giovani possano rischiare ogni giorno la propria vita in questa protesta, ma come ci ha spiegato Azam, il popolo iraniano ormai non ha niente da perdere, ma solo voglia di vedere un futuro di uguaglianza e libertà.
In Iran ci sono sempre state molte ribellioni da parte della società dovute al sistema teocratico e dittatoriale in vigore dal 1979.
In questo periodo è in corso una rivolta partita dall’uccisione di una giovane donna, Mahsa Amini, uccisa dalla polizia morale. Mahsa Amini è stata arrestata in quanto non indossava correttamente il velo ed è morta a seguito delle percosse subite. A seguito di questa tragedia sono partite una serie di rivolte e proteste, da parte della società iraniana.
Un’altra ragazza di sedici anni è stata uccisa per essersi rifiutata di cantare l’inno dedicato a Khamenei, guida suprema dell’Iran. In seguito alcuni manifestanti hanno incendiato la Casa di Khomeini, museo del padre della Rivoluzione islamica, in segno di rivolta e di solidarietà verso la sedicenne uccisa.
Le rivolte continuano e si è arrivati all’uccisione di un’altra ragazza di diciassette anni, perché in segno di rivolta per tutte le donne uccise e contro la costrizione del velo, si era tolto il velo e legato i capelli, un gesto per noi normalissimo, ma che per le donne iraniane può essere fatale.
In tutte queste rivolte non può mancare lo sport. Ai mondiali in Qatar del 2022, i calciatori iraniani si sono rifiutati di cantare l’inno e lo stato ha minacciato i giocatori e le loro famiglie di incarcerarli e poi torturarli.
Le proteste sono ancora in corso e ogni giorno sono più dure, noi studenti italiani siamo solidali con i nostri coetanei e ci attendiamo che possa realizzarsi un cambiamento.