Ciao a tutti! Mi chiamo Victoria e frequento la 4A RIM.
Vi vorrei raccontare la mia esperienza di Host Family per Charline, l’assistente di lingua francese del nostro istituto, che sta lavorando grazie al programma Teacher Assistant di WEP.
Charline è una ragazza molto intraprendente, ha voglia di imparare, visitare e condividere con gli altri le sue passioni. Mi sono trovata molto bene con lei fin dal primo istante, nonostante fossimo entrambe un po’ imbarazzate.
Sono andata a prenderla alla stazione di Porta Susa a Torino insieme a mia mamma ed il suo compagno, ad attendere Charline c’era anche la professoressa Ricciardi; dopo averla aiutata a portare i bagagli in macchina, siamo andate a casa e abbiamo iniziato a chiacchierare e più tardi ci ha raggiunte una mia amica (e compagna di classe).
Nei giorni seguenti le ho fatto conoscere dei miei amici e le ho fatto vedere un po’ del centro storico di Pinerolo e abbiamo anche fatto un giro a Torino.
Solitamente durante la settimana, tornavamo da scuola alle 14:10 e mentre preparavamo pranzo, ascoltavamo e cantavamo delle canzoni. La sera invece guardavamo sempre una serie tv, che si chiama Squid Game.
Questa esperienza, oltre ad avermi dato l’opportunità di avere una nuova amica, ha anche messo alla prova le mie abilità in lingua francese. Qualche volta ho avuto un po’ di difficoltà nel comunicare in francese, però Charline mi è sempre venuta incontro e mi ha aiutato.
Per quanto riguarda l’italiano invece, cercavo di utilizzarlo il meno possibile, ma ho comunque insegnato qualche parola a Charline tramite un gioco, che io ed i miei amici chiamiamo “Il gioco della valigia”. L'obiettivo è ricordare tutti gli oggetti “da mettere in valigia” detti precedentemente dagli altri, in questo modo le veniva più semplice ricordare le parole, ascoltarne la pronuncia e comprenderne il significato.
Per questo articolo ho deciso di fare una breve intervista a Charline, per riportare anche le sue impressioni su questa esperienza.
Perché hai scelto di fare il progetto WEP?
Ho deciso di fare questo progetto perché mi permette di mettere in pratica quello che ho imparato nei miei studi per diventare insegnante di francese per gli stranieri, mi permette inoltre di scoprire l’Italia (soprattutto dopo un anno di restrizioni per il Covid) e imparare l’italiano
Com’è stata la tua esperienza con me?
È stato fantastico, perché mi ha permesso di vivere le mie prime settimane come i giovani italiani e di fare amicizia. Inoltre io e te abbiamo dei punti in comune e per questo andiamo molto d’accordo
Come ti sei trovata con i miei genitori ed il compagno di mia mamma?
Li ho amati molto, perché sono stati molto carini e mi hanno fatto sentire la benvenuta
Come ti trovi in Italia?
Mi piace molto l’Italia e mi sento molto bene, gli italiani sono molto gentili nei miei confronti
Qual è la cosa che ti ha colpito di più?
Gli italiani parlano molto forte ma sono anche molto simpatici, inoltre mi ha colpito il fatto che i prezzi di caffè e pizza non sono affatto alti
Gli italiani sono diversi dai francesi?
Un po', perché parlano a voce alta e mi fanno paura in macchina (per come guidano), ma per il resto hanno le stesse abitudini dei francesi. L’abbigliamento a Milano è molto bello come quello di Parigi
Qual è il cibo che ti è piaciuto di più?
È difficile scegliere perché la cucina italiana secondo me è la più buona del mondo… Adoro tutti i piatti con la pasta!
Quali città ti piacerebbe visitare?
Ho già visto Torino, Milano, Firenze, Pisa, Lucca e Volterra… Mi piacerebbe visitare Venezia, Roma e Napoli
Questa esperienza mi è piaciuta molto e se mai vi dovesse capitare un’opportunità simile, non fatevela scappare!
Con termine previsto il 24 ottobre 2021 si assiste alla mostra dell’ Associazione CREO-Ars Captiva (Biennale di Torino 2021), ospitata dalla Rotonda del Talucchi, Accademia Albertina.
L’oggetto della suddetta si basa sui progetti dei licei artistici del torinese, cui fa parte il nostro istituto, M. Buniva. L’ importanza della partecipazione è incrementata dal fatto che è il primo anno di esposizione a seguito dei due di pandemia.
L’inaugurazione è avvenuta il 7/10/2021 e ha riscontrato grande successo tra studenti, insegnanti e dirigenti, oltre ad un vasto pubblico esterno.
Il tema di questa edizione è “Persistenze. L'archetipo nei contenuti e nei linguaggi dell’arte contemporanea”, cioè la persistenza di un mito nel tempo.
Si citano gli studenti partecipanti:
Lanza Ianita
Abrate Gabriele
Pentore Eugenio
Falcone Serena
Maurizio Elisa
Corinto Eleonora
Cimino Miriam
Lo Giudice Angelica
Giraudo Lucia Teresa
Predebon Margot
Tortello Francesca
Nell'ambito del percorso didattico di collaborazione tra il Liceo Artistico M. Buniva e la Fondazione Peano di Cuneo si è tenuta la 9° edizione di CuneoVualà “I VIAGGI DI DANTE A CUNEOVUALÀ 2021”.
CuneoVualà è una rassegna dedicata al carnet de voyage che la Fondazione Peano di Cuneo organizza da nove edizioni, unica in Italia nel suo genere, finalizzata a divulgare e ad incrementare la conoscenza sull'affascinante tema del carnet di viaggio disegnato. CuneoVoilà è ideata e curata dalla storica dell'arte e giornalista Ilana Mulatero.
Alla rassegna hanno partecipato gli studenti del Liceo artistico Buniva nelle otto edizioni precedenti segnalandosi con elaborati molto apprezzati, premiati, documentati e pubblicati nel catalogo “CuneoVualà. Taccuini di viaggio disegnati”, edito dalla Fondazione Peano nel 2015.
La nona edizione, dal titolo “I VIAGGI DI DANTE A CUNEOVUALÀ 2021”, nasce dalla volontà della Fondazione Peano di avvicinare il celebre poeta e scrittore al linguaggio narrativo e visivo del carnet de voyage, tra gli strumenti comunicativi di maggior presa nella sensibilità e cultura delle nuove generazioni.
Nell'ambito del percorso didattico di collaborazione tra il Liceo Artistico M. Buniva e la Fondazione Peano, in occasione della 9° edizione di CuneoVualà “I VIAGGI DI DANTE A CUNEOVUALÀ 2021”, sabato 16 ottobre dalle ore 9.30 alle ore 12.30, un gruppo di studenti del Liceo artistico con la professoressa Monica Bruera hanno partecipato al workshop in estemporanea tenuto dal noto carnettista, architetto e urban sketcher fiorentino Roberto Malfatti.
Il tema del laboratorio è stato “Cuneo - luoghi e persone” e si è svolto per le vie della città e in occasione della colorata Fiera del marrone.
Il 18 settembre 2021 presso la Fondazione Cosso di Miradolo, nell’ambito dell’evento per il progetto Ulisse, è stato presentato il progetto TESSENDO ARTE del Liceo Artistico dell’I.I.S. M. Buniva di Pinerolo.
Nato nell’anno scolastico 2019/2020 e presentato dalla professoressa Donatella Beltramone, il progetto si proponeva di raggiungere tutti gli studenti del liceo artistico anche in periodo di DAD.
È stato chiesto agli studenti di dipingere una tela di 20x20 centimetri, di partecipare con un contributo artistico emotivo con la finalità di realizzare un’opera collettiva che racchiudesse le nostre emozioni di quel particolare momento di pandemia, un dono che abbiamo scelto di farci l’un l’altro simbolo di appartenenza al corso di studi scelto e segno di presenza, nonostante le varie difficoltà. Ogni partecipante era libero di creare con un proprio segno che poteva essere grafico pittorico fumettistico, alcune opere sono state realizzate in stoffa con l’unico vincolo della misura della tela. L’invito era quello di continuare a creare, continuare a parlarci attraverso i nostri lavori e rimanere collegati tra noi pubblicando e scambiandoci le nostre opere. Una grande trama che man mano si tesseva…
Il risultato sono state 250 opere visibili sulla pagina Instagram @Tessendoarte creata grazie alla collaborazione con la Fondazione Cosso.
È stata un’esperienza coinvolgente anche la preparazione dell’evento durante un percorso di PCTO a settembre, nel quale alcuni di noi hanno assemblato tutte le tele creando una grande installazione artistica, un’opera collettiva, che ha “vestito” tutta la grande facciata nobile del Castello di Miradolo con lunghe strisce verticali. Nei giorni di 6,7, 8 settembre, guidate dalle docenti Luisa Collica, Monica Bruera e Donatella Beltramone, io Angelica Falco e le mie compagne Alice Giordana, Giulia Pregnolato, Romina Fazari e Cecilia Gurrieri abbiamo preso in esame le opere che erano state consegnate.
Abbiamo analizzato le gamme cromatiche, le tipologie dei materiali, i segni grafici o pittorici, suddividendole anche in base all’impatto visivo. Sul grande prato del parco di Miradolo abbiamo posizionato i lavori su strisce di TNT lunghe alcuni metri, immaginato una sequenza visivamente d’impatto e iniziato a “cucire” una dopo l’altra, tutte le opere. Abbiamo fatto delle prove per trovare una posizione finale ed ideale, le strisce e i lavori in 3D sono stati posizionati sulla facciata principale del Castello come dei grandi striscioni. Alcune tele con telaio sono state fissate alla grata di una finestra.
Il lavoro ultimato ci ha riempite d’orgoglio e siamo state soddisfatte per aver dato voce ai nostri compagni e alla nostra arte.
L’evento finale è stato un successo, le strisce scendevano giù dalle finestre del Castello e dalla Torre e si muovevano dolcemente al vento. Gli spettatori che abbiamo accompagnato in una visita guidata ci hanno rivolto molte domande e si sono complimentati.
Per questo anno scolastico è in previsione una seconda edizione del progetto TESSENDO ARTE, vogliamo ampliarlo a favore dell’inclusione, coinvolgendo i Centri del territorio e altre realtà.
Quindi, alla prossima puntata!
Il 1° settembre 2019 sono partita per un anno da exchange student in Nuova Scozia, la seconda provincia più piccola del Canada, con una superficie corrispondente a quella del Piemonte, Lombardia e Liguria insieme.
Il mio host dad Robin mi ha attesa in aeroporto e mi ha accompagnata a casa alle due del mattino dopo un viaggio estenuante. Il giorno successivo ho conosciuto il resto della famiglia: Laverne, la mia host mom, Colby e Jordan, i bambini di nove e sei anni, Adriana, la mia host sister messicana, Bruce, il cane e George, il gatto.
Risvegliarmi a 5.500 chilometri da casa, trovarmi immersa in un mondo diverso, dovermi relazionare con persone mai incontrate in precedenza e comunicare in una lingua che non è la mia hanno rappresentato un risveglio brusco, ma io avevo compiuto la mia scelta consapevolmente, dunque sapevo che avrei dovuto farcela e che ce l’avrei fatta.
La mia famiglia risiede a Dartmouth, una città di circa 65.000 abitanti, sulla baia di Halifax, la capitale della Nuova Scozia.
A Dartmouth c’è anche la scuola che ho frequentato: la Auburn Drive High School che accoglie circa 850 studenti frequentanti i grades 10-12, cioè gli ultimi tre anni prima dell’Università o dell’ingresso nel mondo del lavoro. Oltre a me c’erano numerosi exchange students da tutto il mondo con i quali ho fatto amicizia fin da subito e ho trascorso gran parte del tempo libero. La scuola è come l’avevo immaginata, con gli armadietti degli studenti chiusi con un lucchetto per aprire il quale bisogna fare un corso di specializzazione, con la mascotte Boomer the Eagle, con i colori che la identificano: verde acqua, nero e bianco , i motti Blood, sweat and teal e Fly high or get flown down.
L’orario scolastico è notevolmente diverso da quello italiano; le lezioni iniziano alle 9:25 e terminano alle 15:35 con un intervallo per il pranzo di cinquanta minuti. L’anno è diviso in due semestri; il primo inizia a settembre e termina a gennaio, mentre il secondo inizia a gennaio e termina a giugno.
Ogni semestre si scelgono quattro materie e ogni giorno, per cinque giorni alla settimana, si studiano tutte le quattro materie per 75 minuti. Io ho scelto le materie più simili a quelle della scuola italiana perché mi sarebbero risultate utili al mio rientro per l’ultimo anno: matematica, storia, diritto, investimenti e finanza nel primo semestre; biologia, inglese, storia canadese, arte nel secondo semestre. Alcune di queste, ad esempio storia canadese e arte, sono obbligatorie per poter conseguire il diploma di High School.
Nella mia scuola si possono praticare numerosi sport quali: football americano, rugby, calcio, hockey, pallacanestro, pallavolo, atletica e baseball. Gli atleti migliori sono molto richiesti dalle Università che fanno a gara per averli, perché danno prestigio.
Purtroppo anche in Nuova Scozia, come in tutto il Canada, le lezioni in presenza sono state sospese a marzo a causa del Covid-19 e non sono più riprese prima della fine dell’anno. Questo ha fatto sì che abbia dovuto studiare da casa, che non abbia più potuto incontrare i miei compagni di scuola, che alcuni giorni siano stati piuttosto bui e che la malinconia si sia fatta talvolta sentire. Fortunatamente si potevano fare passeggiate in famiglia nei dintorni di casa e quindi, abitando vicino al mare e ai boschi, ho potuto portare il cane a passeggio e respirare un po’ di aria fresca.
Nel tempo libero ho potuto visitare Halifax con il Waterfront, il lungomare, la biblioteca modernissima dove ho trascorso numerose ore, Peggy’s Cove, uno dei fari più famosi della Nuova Scozia e probabilmente il faro più fotografato di tutto il Canada.
La mia famiglia possiede una casa mobile in un campeggio a Kentville dove abbiamo trascorso alcuni weekend. Ci siamo divertiti a fare gli smores; un marshmallow infilzato su un bastoncino che si arrostisce sul fuoco. Quando diventa morbido si toglie dallo stecchino con due biscotti su uno dei quali si è messo un pezzo di cioccolato e si mangiano caldi: una vera delizia!
Trascorrere un intero anno all’estero come exchange student mi ha cambiato la vita; vivere con una nuova famiglia richiede grande spirito di adattamento, ma è una sfida stimolante. Pensare e sognare in Inglese è un traguardo fantastico, avere amici da tutto il mondo è un’esperienza entusiasmante. Ho soltanto un grande rimpianto, anzi due: con i miei compagni di scuola ho trascorso lunghi momenti a fantasticare sulla Prom Night e sulla cerimonia della Graduation. Purtroppo, a causa della pandemia, la prima non si è svolta ed il mio abito lungo è rimasto nell’armadio; la seconda è stata in forma decisamente ridotta, con soltanto i familiari stretti e la Dirigente Scolastica che ha consegnato il diploma.
Nonostante questi due piccoli dispiaceri, ricorderò con grande gioia questa meravigliosa esperienza per il resto della mia vita.
ECCO I COMMENTI SULLA PROIEZIONE DEL PROGETTO MINIDOC AL CINEMA ITALIA DI PINEROLO, RACCOLTI IN MINI RECENSIONI SCRITTE DA STUDENTI E INSEGNANTI PRESENTI ALLA PROIEZIONE.
Il 10 dicembre 2019 al cinema Italia di Pinerolo sono stati presentati i frutti del progetto MINI DOC, che ha coinvolto i ragazzi della scuola per la realizzazione di video e mini documentari.
Cinema pieno per la proiezione MINI DOC, della durata di 2 ore leggere e divertenti, in cui si sono trattati temi come la guerra, i problemi ambientali (utilizzando frasi molto d’effetto che facevano pensare e ragionare), il rapporto tra i ragazzi e la scuola, la musica (su cui i ragazzi hanno espresso il loro pensiero attraverso delle interviste) e il razzismo (in un documentario molto toccante su un ragazzo immigrato, che ha raccontato la sua storia). La proiezione è stata apprezzata da tutti ed è riuscita a coinvolgere tutto il pubblico, toccando temi adatti ai ragazzi.
Noemi Molineris, Giada Alberto e Mattia Le Donne,
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“Encomiabile è stata la produzione artistica rappresentata dai ragazzi del Buniva di Pinerolo, diretta e curata dall’intelligente sensibilità artistica del prof. Gianluca Martinez, nell’ambito del progetto MINIDOC sostenuto dal Miur.
Sono stati trasmessi, con delicata leggerezza, gli aspetti inclusivi dell’arte, considerata nelle sue molteplici sfaccettature, attraverso la prosa, la poesia, la scultura, la pittura e la musica, come esternazione della più profonda interiorità.
Uno dei protagonisti afferma che con la musica riesce ad esprimere se stesso, con le note dice ciò che non riesce a trasmettere con le parole: attraverso l’arte esorcizziamo le nostre paure, le tensioni, il dolore. Ebbene sì, l’arte è la medicina dell’anima!
La nuda autenticità viene così fuori, manifestandosi dal profondo, attraverso l’opera realizzata che, pertanto, trasmette emozioni forti e fa viaggiare la mente oltre ogni confine spazio-temporale”.
Prof. Francesco Saladino
“Ottima esperienza in cui viene rispettato un ampio spazio di spontaneità e genuinità di autori e studenti. Ciò consente allo spettatore di godere di tratti poetici, comici ed autoironici che non escludono la trattazione di tematiche anche delicate come la tragica emergenza della dipendenza dai mondi virtuali o il dramma dell’immigrazione”.
Prof. Piero Colaci
“Ho trovato questo filmato molto interessante e molto riflessivo, ti fa pensare a cose a cui non pensi tutti i giorni. Anche se non c’era un nesso tra i vari video, è stato molto bello, e anche un po’ commovente, in particolare alla fine, sentendo la storia di quel ragazzo che è arrivato in Italia con molta fatica…”.
Eleonora Pennis
“Inizialmente ero un po’ confusa e non capivo se i video erano collegati, poi ho iniziato a capire… Mi ha fatto piacere constatare che molte cose che si pensano, ma che magari non si dicono per paura di un giudizio, siano state dette, come nel caso dei ragazzi che raccontavano la loro esperienza sul copiare…”
Romina Fazari
“La proiezione, in alcuni tratti, fa aprire gli occhi e fa commuovere… E’ stato molto stimolante per i ragazzi e sarebbe bello se ci fossero altre esperienze così in futuro”.
Patrick Ferrero
“È stato un documentario un po’ complicato all’inizio, ma poi alla fine sono stati presentati degli argomenti davvero molto interessanti su cose di cui non si parla spesso, ma andava fatto”.
Francesca Giaj
“Posso confermare che vedere il frutto del proprio lavoro è stato emozionante e pieno di soddisfazione, è quasi impossibile pensare che dietro a tutte quelle riprese spezzettate, alle risate incontrollabili e ai momenti di silenzio e attenzione si sia riusciti a realizzare questa idea”.
Elisa Crisci
“Gli studenti sembrano essersi divertiti e aver passato una bellissima mattinata in compagnia dei loro stessi volti proiettati sul grande schermo”.
Ilaria Gilioli
“Mi è piaciuto tanto, è stato molto interessante, ottimo lavoro”.
Alisea Giai
“È stato un documentario molto interessante ci ha colpito molto l’intervista del cuore dello straniero e il discorso di Gaia D’Addio. Good job ;) …”
Martina Bastino e Martina Marco
“Mi è piaciuto. L’intervista del cuore dello straniero è stata interessante perché ha fatto capire che cosa si prova a stare dall’altra parte”.
Casella Dalila
“Avendo fatto parte alle riprese ho potuto capire quanto lavoro abbiamo dovuto fare per realizzarlo, mi sono divertita molto a realizzare le riprese”.
Chiesa Ayla
“Mi è piaciuto molto il ragazzo straniero che parlava della sua storia, è stato molto emozionante e intenso”.
Giada Boiero
“La parte del “cuore dello straniero” è stata molto toccante. Il film mi è piaciuto molto. Good job”.
Bordunale Noemi
La guerra civile siriana è un conflitto politico-religioso attivo da dieci anni a questa parte, che dietro le circa 500 mila vittime dal 2012 ad oggi, nasconde un pozzo d'oro senza fondo, basato su equilibri geopolitici, pozzi petroliferi, vendita di armi, interessi economici ricavati dagli sfollati, armi chimiche, violazioni di diritti umani, aiuti umanitari e violenze disumane.
L’inizio del conflitto ha ufficialmente luogo a marzo 2011, attraverso le prime manifestazioni nei confronti del regime del presidente Bashar Assad. Per comprendere al meglio il contesto, è necessario sottolineare come durante il medesimo periodo, fra il 2010 ed il 2011, si siano sviluppate numerose rivolte che hanno coinvolto una fascia di stati compresa fra l’Africa settentrionale e l’Asia nord-occidentale; questo periodo viene denominato "Primavera Araba".
La situazione ha sollevato immediatamente la preoccupazione del governo centrale, allarmato da un possibile crollo del potere; il governo di Damasco ha cercato quindi, senza perdere tempo, di reprimere con la forza i ribelli, spesso soffocandoli nel sangue. Il contrasto politico era accompagnato talvolta da quello religioso: era spesso oggetto di discussione, il fatto che il 75% della popolazione siriana fosse sunnita, mentre la famiglia Assad e l'élite al governo del paese fossero sciiti.
Nel 2012 gli scontri hanno iniziato a farsi più frequenti, arrivando progressivamente alla guerra civile, attualmente in corso, composta dall'esercito regolare di Assad (sostenuto dall'Iran, dalla Russia e dalla Cina) e dai ribelli (sostenuti dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali come la Francia e la Gran Bretagna).
Data la situazione di caos generale, i curdi del Nord (composti da curdi turchi, iracheni e siriani) ne hanno approfittato, iniziando a battagliare e riuscendo a sottrarre diverse località a Damasco.
Lo scoppio della guerra siriana ha portato con sè un numero incalcolabile di disgrazie, come l’unione fra l’organizzazione irachena di al-Qa'ida ed il Jabhat al-Nuṣra (la branca siriana di al al-Qa’ida), che ha dato vita ad un'organizzazione jihadista denominata ISIS (Islamic State of Iraq and Syria). Quest’ultima era riuscita, attraverso una "politica" di terrore, a conquistare numerose zone della Siria e dell'Iraq, proclamando la nascita dello Stato Islamico con capitale Raqqa.
A questo punto i combattenti si erano dati una tregua per fermare la minaccia comune dell'Isis, aiutati attraverso armamenti, addestratori e donazioni da altri 18 paesi. Questa volontà comune dunque, aveva portato alla fine dell’espansione dello Stato Islamico nel 2017; è giusto precisare che tutt’oggi però, vi sono ancora diverse cellule terroristiche presenti nel territorio, seppur in minima parte. Dopodiché l'esercito siriano, i curdi ed i ribelli avevano ripreso a combattere, con interventi da parte di organizzazioni umanitarie, minoranze etniche, paesi di confine e milizie locali (come gli stessi curdi), senza riuscire mai a distinguere un reale confine e due chiari schieramenti.
La realtà è rappresentata dai numeri, perché il danno maggiore è costituito dall'indifferenza delle persone: con circa 3 milioni di feriti e mutilati, 12 milioni di sfollati (di cui la metà all'estero) e danni economici che ammontano a circa 400 miliardi di dollari, l’attenzione mediatica non si è fatta viva sul suolo siriano, né sul web, né nel cuore delle poche persone informate; nonostante i video, le foto e le testimonianze di chi ha creduto in un futuro, sebbene il presente non lo potesse concedere.
Milioni di storie diverse che raccontano lo stesso orrore, di persone che hanno avuto la sfortuna di nascere laddove il sentimento di umanità, ha lasciato posto all’interesse altrui; un sentimento che avrebbe risparmiato migliaia di bambini, donne e semplici cittadini del mondo dalla fuga, dall'ipotermia e dai bombardamenti.
La guerra civile siriana non è altro che un pretesto per mandare avanti un mercato riprovevole, del quale l’Italia fa parte ormai da anni. Basti pensare che in Italia vi sono 231 imprese produttrici di armi e che la sola industria bellica italiana più influente, la Leonardo, ha conseguito 11,1 miliardi di dollari nel 2019, contribuendo a spingere il nostro paese verso il nono posto per numero di esportazioni di armi, a livello globale.
L’informazione è l’unica forma di giustizia per quelle poche persone che hanno perso casa, familiari, arti e per le quali un articolo buttato nel web non può colmare un vuoto così grande, né curare le ferite. Sicuramente però, può donare speranza ad ognuno, ricordandoci che la nostra più grande fortuna è stata quella di nascere, involontariamente, dal lato buono di questo mondo.
Il racconto delle settimane da montagne russe in un governo dove forse qualcuno si è dimenticato che son chiuse pure quelle.
Negli ultimi mesi si è abbattuta sul governo italiano una bufera che lo ha sconvolto in un momento che già era difficile economicamente e socialmente a causa della pandemia Covid, e noi siamo pronti a raccontarvela.
Andiamo però per gradi. Prima di tutto vediamo cosa si intende per crisi di governo: questa espressione indica la situazione nella quale un governo presenta le proprie dimissioni a causa della rottura del rapporto di fiducia con il Parlamento. Si considera crisi di governo ormai anche la mancata formazione di una maggioranza all'inizio di una legislatura che impedisce la formazione di un nuovo governo e pertanto protrae quello della legislatura precedente.
Oltre alle crisi di governo, possiamo trovare altri due tipi di crisi: le crisi parlamentari e le crisi extraparlamentari. Le parlamentari nascono da una votazione contraria sulla questione di fiducia o sul voto di fiducia, o favorevole ad una mozione di sfiducia; le crisi extraparlamentari, invece, si aprono in conseguenza di una crisi politica all'interno della maggioranza che sostiene il governo, a causa della quale quest'ultimo non ha la possibilità di far approvare i provvedimenti necessari alla propria azione e ne trae le conseguenze politiche dimettendosi, pur in assenza di un voto formale.
In tutti questi casi è il presidente della Repubblica che gestisce le crisi di governo, per dettato costituzionale. Dopo aver ascoltato una serie di rilevanti personalità politiche (leader di partito, capogruppo parlamentari, presidenti di Camera e Senato) può adottare diverse soluzioni in caso di crisi di governo.
Rinvio alle camere: rinvio del governo alle camere per la verifica della sussistenza del rapporto fiduciario in entrambi i rami del parlamento;
Governo-bis: nomina di un nuovo governo, presieduto dallo stesso presidente del Consiglio dei ministri, con modifiche della compagine ministeriale;
Nomina di un nuovo presidente all'interno della stessa maggioranza oppure espressione di una maggioranza differente da quella che sosteneva il governo uscente;
Elezioni anticipate: il presidente della Repubblica scioglie le camere ed indice nuove elezioni.
Questa era la teoria. Vediamo ora cos'è successo in pratica nel governo italiano:
7 dic 2020 Italia viva abbandona il vertice sul Recovery Plan convocato prima del consiglio dei ministri. I renziani non vanno a Palazzo Chigi, mentre il loro leader decide di parlare ai giornali per lanciare la minaccia zero, pronto a ritirare le ministre senza modifiche al Recovery Plan.
9 dic 2020 Renzi esplicita la minaccia in Aula: il Recovery plan non va più bene e va ridiscusso da capo.
28 dic 2020 Renzi presenta il suo contropiano e lo chiama Ciao. Sono trenta pagine di critiche e tredici di proposte.
31 dic 2020 Nella conferenza stampa di fine anno di Conte dice: “Se mancano i numeri si andrà in Aula” e “non sfido nessuno”. I renziani però capiscono l’opposto: “Il premier ci ha sfidati”, dicono a ogni tg, talk show e quotidiano che li intervista. Nel suo discorso di fine anno invece il presidente della Repubblica chiede distensione, chiamando in causa il senso di responsabilità: servirà a poco.
2 -10 gen 2021 Il governo continua a lavorare sul testo del Recovery, Conte fa vari giri di consultazioni e cerca di estenderli a più rappresentanti dei partiti possibile.
11 gen 2021 Il Colle telefona a Renzi: non è accettabile che si rallenti un piano da 200 miliardi per risollevare l’Italia. L’ex premier, almeno di fronte a Mattarella, non se la sente di insistere e assicura che i suoi non voteranno contro. Sembra quasi che la crisi stai rientrando.
12 gen 2021 Esce una nuova bozza del Recovery plan: ci sono più soldi a sanità, agricoltura, infrastrutture e turismo. Sono i cambiamenti richiesti da Italia viva. E invece niente: per i renziani non è ancora sufficiente. Le ministre renziane si astengono in Consiglio dei ministri, Conte sale al Colle e poi tenta una mediazione definitiva annunciando un patto di legislatura davanti alle telecamere.
13 gen 2021 Colpo di scena che in realtà Renzi aveva già deciso, chissà da quando: va in conferenza stampa con Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto e spiega che loro si chiamano fuori. E’ la mossa che “parlamentarizza” la crisi. Nei fatti è il tasto del telecomando che fa saltare in aria la maggioranza.
18 gen 2021 Nonostante la crisi politica innescata da Renzi, Conte riesce ad ottenere la fiducia alla Camera.
19-25 gen 2021 Si cerca di capire come si può procedere. Le idee sono 3:
Mantenere l’attuale governo grazie a dei senatori responsabili.
Creare un governo allargando la vecchia maggioranza con o senza Conte.
Creare un governo di unità nazionale.
26 gen 2021 Non vengono trovati i responsabili: il premier Giuseppe Conte sale al Quirinale e formalizza le dimissioni al Capo dello Stato.
28 gen 2021 Il presidente della Repubblica convoca al Quirinale per un incarico esplorativo Roberto Fico: Il presidente della Camera dovrà verificare la possibilità di rimettere insieme i pezzi del puzzle della crisi, vale a dire la “piena realizzabilità” di tornare ad una maggioranza Pd, LeU, M5s e Iv, dando così vita così’ ad un Conte ter.
3 feb 2021 Fico non riesce nel suo intento: il Quirinale affida l’incarico all’ex presidente della Bce Mario Draghi di formare un nuovo governo istituzionale: lui accetta con riserva.
4-12 feb 2021 In questi giorni avvengono le consultazioni, nelle quali Draghi inizia a parlare del suo programma politico che è formato da: riforme scolastiche, riforme alla pubblica amministrazione, riforme della giustizia civile e del fisco.
Presenta il suo programma alle minoranze e alle maggioranze del parlamento per ricevere consensi e per stabilire se è possibile trovare i numeri per formare un nuovo governo.
13 feb 2021 Draghi sale al Quirinale e, sciolta la riserva, annuncia al Presidente della Repubblica i nomi dei possibili ministri del suo Governo. Successivamente effettua un giuramento e partecipa alla cerimonia di consegna della campanella. Si tratta del momento in cui, simbolicamente, avviene il passaggio di poteri dal vecchio al nuovo Governo attraverso la consegna ,dal vecchio al nuovo Presidente del Consiglio, dello strumento attraverso cui si da inizio alle riunioni del Consiglio dei Ministri.
17 feb 2021 Mario Draghi si reca in Senato dove, dopo aver detto le proprie dichiarazioni programmatiche, ottiene la fiducia con 262 voti favorevoli, 40 contrari e due astenuti.
18 feb 2021 Draghi si reca anche alla Camera dei Deputati dove ottiene la fiducia con 535 voti favorevoli, 56 contrari e 5 astenuti.
Qui si conclude il periodo di crisi di governo vera e propria in quanto, da questa data, il governo Draghi può ufficialmente cominciare a svolgere i propri compiti in quanto tale.
Spiegati gli avvenimenti in sé per sé, è interessante anche notare ciò che è successo all’interno di alcuni dei principali partiti italiani: infatti, il movimento 5 stelle è stato ad un passo dalla spaccatura quando ha dovuto decidere se appoggiare o no il governo Draghi, ma alla fine ha deciso di appoggiarlo. Ci sono stati inoltre anche problemi nel centrodestra, che è riuscito a rimanere compatto durante la crisi (anche se per giorni si ha avuto paura di una deriva centrista di Forza Italia a favore di Conte), ma si è diviso sull’appoggio governo Draghi (Lega e FI hanno detto sì, mentre Fratelli d’Italia si è schierato a sfavore).
Bisogna inoltre notare il singolare comportamento di Renzi, che ha in pratica fatto ciò che voleva del governo pur rappresentando una bassissima percentuale di italiani: secondo alcuni sondaggi, molti italiani hanno visto queste mosse politiche come dei modi di agire egoisti e irresponsabili: che lo siano o no, di sicuro mettono in risalto i problemi dell’attuale sistema elettorale italiano (che in realtà si conoscevano da anni).
Proprio da questo partirei per la conclusione: per quanto si sia risolta la crisi, attualmente siamo lontani dall’avere una vera stabilità politica, dato che ogni disegno di legge del governo Draghi deve passare il vaglio, mettendo d’accordo partiti molto diversi tra di loro. Problemi di questo tipo avvengono da anni in Italia e sorge spontanea una domanda: quanto ancora si dovrà andare avanti per capire che magari bisogna cambiare il sistema elettorale?
L'eccessivo livello di corruzione che ha pervaso il sistema politico-economico italiano ha cause storicamente accertate: in sostanza, ha un'origine sistemica che può essere rappresentata come una sorta di malattia genetica che ha colpito la politica e la società italiana.
La corruzione indica, in senso generico, un processo di degenerazione e decomposizione, e più specificamente la condotta di un soggetto che induce qualcuno, in cambio di denaro oppure di altre utilità e/o vantaggi, ad agire contro i propri doveri ed obblighi. Il fenomeno ha molte implicazioni, soprattutto dal punto di vista sociale e giuridico.
In Italia il concetto di corruzione è riconducibile a diverse fattispecie criminose, disciplinate nel codice penale italiano; le ultime innovazioni in tema sono state apportate dalla legge Severino nel 2012.
Nella prima fase della storia italiana - quella che possiamo racchiudere tra il 1861 (data di nascita dello Stato nazionale) e il 1922 (avvento al potere del fascismo) - possiamo collocare numerosi episodi di corruzione pubblica, acclarata da celebri inchieste parlamentari, epiche campagne di denunce in Parlamento e interventi della magistratura. Per citare soltanto le più note, basterà ricordare lo scandalo della Regia Cointeressata dei Tabacchi, lo scandalo della Banca Romana, lo scandalo che investì il ministro Nunzio Nasi alla fine del XIX secolo e l’inchiesta sui profitti di guerra nei primi anni Venti. Elementi gravi di malgoverno e di coinvolgimento tra politica e malaffare si manifestarono con evidenza in ciascuno di questi eventi. Persino due presidenti del Consiglio (Crispi e Giolitti nel caso della Banca Romana) e il Re ne furono intaccati.
Il fascismo segnò invece una modifica sensibile del quadro generale: ciò generò una domanda di incarichi pubblici, riconoscimenti e posizioni di potere alle quali il nuovo regime dovette dare sfogo. Tutto ciò però non avvenne, se non solamente all’interno della pubblica amministrazione, che rimase ancorata all’antico sistema di selezione dei suoi quadri attraverso i concorsi e che fu costantemente sotto il controllo delle élites burocratiche espresse dai grandi corpi.
La corruzione raggiungerà e contaminerà anche la pubblica amministrazione in età repubblicana.
È necessaria la constatazione di un paradosso: all’affermarsi della democrazia spesso corrisponde, come vedremo, una crescita della corruzione interna.
Alla fine di un trend positivo durato sette anni, dal 2012 al 2019, per la prima volta l’Italia perde una posizione nell’Indice di percezione della corruzione, classifica stilata annualmente da Transparency International. Secondo l’organizzazione, che monitora e classifica 180 paesi raccogliendo e misurando le opinioni di esperti e dirigenti di azienda, all’Italia è stato attribuito lo stesso punteggio del report dell’anno scorso (53 punti), che posiziona lo Stivale al 52esimo posto in classifica, in batteria con Grenada, Malta, Mauritius e Arabia Saudita.
Ma proprio il coronavirus ha già messo sotto sforzo e spesso mostrato le fragilità di una trasparenza non ancora pienamente conquistata, se non sulla carta. Lo testimonia in particolare la gestione che è stata finora fatta dei dati sanitari, a lungo negati, per i quali lo scorso novembre la comunità di giornalisti e attivisti ha lanciato una campagna apposita: firmata da 45352 sostenitori e 162 organizzazioni, si legge: “La cittadinanza, stremata, chiede risposte mirate, meno gravose di ‘tutti i lockdown".
Nel prossimo articolo vi presenteremo alcuni casi di corruzione che possiamo incontrare studiando la Storia.
Di corruzione…in corruzione… Ecco alcuni celebri casi storici di corruzione nel nostro Paese.
La Banca Romana fu costituita a Roma nel 1834 da investitori franco-belgi, con privilegio di emissione di moneta nello Stato Pontificio concesso da papa Gregorio XVI. Nel 1841 il controllo della Banca fu acquisito da un gruppo di finanzieri romani con il sostegno finanziario della Cassa di Risparmio di Roma.
In seguito all'annessione di Roma al Regno d’Italia (1870), la Banca dello Stato Pontificio riprese la precedente denominazione di Banca Romana e da allora fu una delle sei banche centrali con facoltà di emettere biglietti di banca intitolati al Regno d’Italia. Dal 1874 la Banca Romana entrò anche a far parte del Consorzio obbligatorio tra gli Istituti di Emissione.
Benedetto Croce commenta come “lo scandalo più grave della classe politica dell’Italia liberale” fosse proprio quello della Banca Romana: scrisse che l’effetto più dannoso si ha quando la corruzione “si addensa ma non scoppia”, cioè quando piuttosto che indurre a mettere in opera rimedi, essa viene fatalisticamente accettata come una ineliminabile e in certo senso quasi necessaria componente del funzionamento delle istituzioni.
Nel 1888, durante il Governo di Crispi, si sparse la voce di irregolarità amministrative negli istituti di emissione: l’allora ministro Luigi Miceli dispose dunque un'inchiesta affidata al senatore Giuseppe Giacomo Alvisi e al funzionario Gustavo Biagini, che riscontrarono un disavanzo di nove milioni di lire, reintegrato il giorno successivo. Alvisi non poté riferire in Senato i risultati dell'ispezione per l'opposizione del presidente Antonio Di Rudinì, ma i risultati vennero tuttavia resi noti il 20 dicembre 1892 alla Camera da Napoleone Colajanni. Una successiva inchiesta parlamentare (20 gennaio 1893) presieduta dal primo presidente della Corte dei Conti Enrico Martuscelli rivelò che, a fronte di 60 milioni autorizzati, la Banca Romana aveva emesso biglietti di banca per 113 milioni di lire, fra cui banconote false per 40 milioni emesse in serie doppia: il governatore della Banca Romana Bernardo Tanlongo e il direttore Michele Lazzaroni vennero arrestati, mentre il deputato Rocco de Zerbi, contro cui la Camera dei deputati aveva concesso l’autorizzazione a procedere per l'accusa di aver appoggiato per danaro la dirigenza della Banca Romana, morì improvvisamente, probabilmente suicida.
Lo scandalo assunse proporzioni inquietanti anche perché Tanlongo affermò dal carcere che le anomalie erano conosciute anche da diversi Presidenti del Consiglio, i quali non erano intervenuti perché corrotti. Il 23 novembre 1893 la relazione di un comitato parlamentare affermò che fra i beneficiari dei prestiti vi erano 22 parlamentari, fra cui Francesco Crispi: il processo del 1894 si concluse con l’assoluzione degli imputati. In seguito allo scandalo venne tuttavia dato inizio al riordino del sistema bancario italiano con l'istituzione della Banca d’Italia: alla fine del 1893 si approvò infatti la fusione della Banca Romana con la Banca Nazionale del Regno, la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana per le Industrie e il Commercio d‘Italia per dare origine alla Banca d'Italia (a cui tuttavia, fino al 1926, erano affiancati, come istituti di emissione, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia).
Calciopoli è la prima cosa che ci viene alla mente quando si parla di scandali sportivi legati alla corruzione, o meglio, forse semplicemente quando si parla di corruzione in generale.
Con il termine Calciopoli si indica lo scandalo che ha investito il calcio italiano nel 2006, coinvolgendo diverse società professionistiche fra le più importanti, e numerosi dirigenti sia delle stesse società sia dei principali organi calcistici italiani (AIA, FIGC e LNP), oltre ad alcuni arbitri e assistenti. Le squadre coinvolte e condannate dalla giustizia sportiva nel 2006 furono Fiorentina, Juventus, Lazio e Milan nel primo filone d'inchiesta, Arezzo e Reggina nel secondo filone. Tra il 2010 e il 2011 furono oggetto di indagine anche altri club inizialmente non coinvolti nel filone del 2006, ma in questo caso fu impossibile accertarne le responsabilità poiché sopravvenne la prescrizione per i fatti in esame.
Lo scandalo fu battezzato dagli organi di informazione in vari modi, ma alla fine è storicamente prevalso il termine Calciopoli per la sua analogia con Tangentopoli.
Le prime avvisaglie di Calciopoli emersero nel 2005 mediante alcune indiscrezioni di stampa relative a indagini sul calcio condotte dalla procura di Torino.
Tali indiscrezioni si moltiplicarono nella primavera del 2006 e infine lo scandalo venne alla luce, prima con la notizia che la FIGC aveva iniziato ad indagare su episodi di presunta corruzione nel mondo calcistico e arbitrale il 2 maggio 2006, e poi con la pubblicazione delle prime intercettazioni telefoniche a partire dal 4 maggio successivo. I primi nomi che emersero dalle intercettazioni furono quelli dell'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto, del direttore generale e dell'amministratore delegato della Juventus, rispettivamente Luciano Moggi e Antonio Giraudo, e del vicepresidente della FIGC, Innocenzo Mazzini. Nelle settimane successive comparvero i nomi di altri dirigenti di importanti società calcistiche e dei vertici arbitrali e federali, compreso il presidente della FIGC Franco Carraro.
Nelle intercettazioni figurarono anche alcuni giornalisti e opinionisti della televisione e della carta stampata in contatto con Moggi, dove emersero testate importanti come LA7, il Giornale, Corriere dello sport, TG5, Rai sport e così via.
La posizione di quasi tutti i cronisti sotto il profilo penale sarà archiviata nel 2007, anche se alcuni di loro saranno sospesi per qualche tempo dall'Ordine dei giornalisti (erano accusati di farsi consigliare da Moggi cosa dire in televisione o cosa scrivere sui loro giornali).
Dopo la pubblicazione delle prime intercettazioni, l'8 maggio Franco Carraro rassegnò le dimissioni da presidente della FIGC, seguito due giorni dopo da uno dei suoi vice, Innocenzo Mazzini. L'11 maggio fu il consiglio d'amministrazione della Juventus a rassegnare le dimissioni. Il 14 maggio Luciano Moggi annunciò le sue dimissioni da direttore generale della Juventus, seguendo le dimissioni rassegnate da tutto il consiglio d'amministrazione del club bianconero qualche giorno prima. Lo stesso giorno si autosospese il presidente dell'AIA Tullio Lanese, mentre il 18 maggio l'AIA sospese cautelativamente i 9 arbitri raggiunti da avviso di garanzia.
La società maggiormente colpita dalla giustizia sportiva fu la Juventus: riconosciuta colpevole di «una fattispecie di illecito associativo», un termine allora non previsto dall'ordinamento giuridico sportivo italiano, ma che fu giudicato dalla Corte di giustizia federale come una violazione dell'articolo 6 dell'allora Codice di giustizia sportiva riguardante i casi di «illecito sportivo», le fu revocato il titolo de iure di campione d'Italia 2004-2005 e non le fu assegnato nemmeno quello 2005-2006 in quanto retrocessa d'ufficio all'ultimo posto in classifica. La Juventus scese così per la prima volta in Serie B e dovette scontare anche un'ulteriore penalizzazione di punti nella classifica del campionato italiano di Serie B 2006-2007. Penalizzazioni di varie entità furono inflitte anche a Fiorentina, Milan, Lazio, Reggina e Arezzo, da scontare in parte nel campionato di Serie A 2005-2006 e in parte in quello successivo. Tra i tesserati le sanzioni più pesanti colpirono gli ex dirigenti della Juventus Luciano Moggi e Antonio Giraudo, oltre all'ex vicepresidente federale Innocenzo Mazzini: per tutti e tre la massima pena, ossia cinque anni di inibizione con proposta di radiazione. Tale proposta fu successivamente accolta dagli organi competenti, trasformando di fatto la sanzione in una squalifica a vita.
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà una verità”.
Così si apre il saggio “Mussolini ha fatto anche cose buone” di Francesco Filippi.
Francesco Filippi è uno storico della mentalità nato in Italia nel 1981 che il 21 marzo del 2019 pubblicò un libro chiamato Mussolini ha fatto anche cose buone, le idiozie che continuano a circolare sul fascismo, con l’intento di smentire frasi spesso sentite pronunciare, per poter attribuire meriti al duce.
Frasi come “il duce puniva i corrotti”, “il duce ha costruito immobili e strade senza chiedere soldi agli italiani” o la più classica “Quando c’era lui si stava meglio”, sono smentite utilizzando dati recuperati da fonti risalenti a prima e durante il fascismo in Italia.
Il libro è una sorta di raccolta di molte frasi, definite dall’autore come fake-news storiche, che almeno una volta nella vita ci è capitato di sentir pronunciare in modo ironico o da persone, spesso anziane, con la convinzione che il duce abbia elevato l’Italia.
Le fake-news storiche, dice Filippi, sono più pericolose delle fake-news normali, poiché il ricordo che deriva da queste notizie ha un peso enorme sulla costruzione della memoria di ognuno di noi, avvelenando il campo di esperienze con il quale ricordare il passato.
Il libro evidenzia come i social abbiano permesso anche una grande diffusione di queste notizie fuorvianti, poiché sono un metodo di comunicazione molto veloce e poco regolamentato, infatti ogni luogo comune sul duce e sul fascismo è rappresentato come se fosse stato reperito dai social. Per poter limitare questa diramazione di ignoranza non bisogna solo leggere le notizia che troviamo, bensì informarsi, per poter verificarne la fonte, farci un’idea personale e arricchire il nostro bagaglio culturale.
In un passo di questo libro Filippi prende in considerazione una frase molto comune, “Quando c’era lui i treni arrivavano in orario”. Si potrebbe pensare che sia una cosa stupida approfondire un argomento di questo tipo, poiché, per esempio, potrebbe sottrarre tempo a temi importanti come l’economia. In realtà questa frase è un grande punto di partenza, per far capire cosa poteva essere vivere sotto il fascismo. Come noi ben sappiamo, in Italia durante il ventennio fascista (1922-1943) era in vigore la censura fascista, la quale consisteva nella censura e nel controllo della comunicazione, della libertà di espressione, di pensiero, di parola, di stampa e nella privazione della libertà di associazione e di assemblea, nonché nella occultazione di tutte quelle notizie che potevano far trasparire fatti di criminalità o disordini all’interno della società fascista. Insomma nell’Italia fascista tutto doveva sembrare perfetto. Per questo motivo le persone non erano a conoscenza di omicidi, furti, disordini generali o anche dei più semplici ritardi dei treni e pertanto credevano che tutto fosse perfetto e ordinato.
Questo libro è abbastanza breve, circa centocinquanta pagine, però molto denso, poiché contiene una gran quantità di informazioni.
E’ molto importante leggere questo libro, ma ancora di più capire e fare tesoro delle argomentazioni usate per confutare questi modi di dire, in modo tale da affermare un pensiero che sia basato su fatti e dati e non su “dicerie”.
In che cosa consistono le droghe? Come si stabilisce se si tratta di uso o abuso di sostanze stupefacenti e alcol? Quando si è dipendenti? Quali sono i rischi che si corrono nella loro assunzione? Perché l’alcol è legale?
Queste sono le domande che ci poniamo più spesso, ed oggi in questo articolo cercheremo di dare qualche risposta.
Le droghe sono sostanze stupefacenti o sostanze psicoattive che producono diversi effetti sul nostro organismo, modificandone e snaturandone le normali funzioni psicologiche, mentali e biologiche. Le sostanze psicoattive sono molteplici ed hanno diversa classificazione in base agli effetti che producono su chi le assume. Queste sostanze possono essere legali, come alcol, tabacco e alcuni farmaci, o illegali, quali ad esempio la cannabis, la cocaina o l’eroina. Le sostanze illegali vengono divise in droghe leggere e droghe pesanti.
Tutte le sostanze stupefacenti agiscono sul cervello di chi le assume modificandone l’umore, i comportamenti, l’attenzione, la memoria, la concentrazione, le percezioni sensoriali e le emozioni. Sia le droghe leggere sia le droghe pesanti possono avere effetti a breve o a lungo termine, provocando alterazioni delle funzioni celebrali temporanee, ma in alcuni casi possono esser anche irreversibili. Gli effetti portati dall’assunzione di queste sostanze possono essere gratificanti e piacevoli, perciò, spesso, spingono il consumatore ad assumerle ripetutamente, portandolo ad un “uso” abitudinario che può diventare “abuso”. La smodatezza consiste nell’assunzione frequente e/o intensa di una o più sostanze. L’abuso è dannoso sia per chi ne fa uso, sia per chi gli sta intorno. Dal vizio nasce così la dipendenza, che è una condizione fisica e psichica causata dall’eccessiva assunzione di una sostanza, fino alla comparsa del fenomeno dell’astinenza.
Quest’ultima comprende l’insieme delle reazioni fisiche e psichiche negative che si verificano quando si interrompe bruscamente l’assunzione di una sostanza da cui si è dipendenti. Questa crisi porta alla voglia irrefrenabile della riassunzione della droga. Viene accompagnata da sintomi di malessere fisico, sudorazione, tremori, dolori agli arti e da sintomi psichici, come ansia, difficoltà di concentrazione, paranoia e insonnia. Quando si è in astinenza da alcol i sintomi, invece, consistono in un’abbondante sudorazione, frequenza cardiaca accelerata, tremore, agitazione sino a crisi epilettiche.
Ma alcol e droghe hanno avuto nell’evoluzione storico-sociale un ruolo sempre più differente. Se il primo, infatti, nel corso della Storia è stato riabilitato, tanto da diventare il protagonista di ogni cena, aperitivo o momento da ricordare, le seconde ancora “lottano” per essere legalizzate in moltissimi paesi, Italia compresa. Un controsenso, se si pensa che, tra le due, è l’abuso di alcol a provocare il maggior numero di vittime.
Andando a ritroso nel tempo appare chiaro come il consumo di bevande alcoliche e di sostanze stupefacenti non sia una novità dei giorni nostri. Già 20.000 anni fa, infatti, i coltivatori della preistoria conoscevano le proprietà disinibenti derivate dalla fermentazione dell’uva e dei cereali. Più avanti, all’interno dell’Antico Testamento, si racconta l’ubriacatura di Noè con del vino prodotto nella sua stessa vigna. Ma non solo. Il consumo di sostanze alcoliche appare chiaro in molte altre culture, dai pittogrammi degli antichi egizi ai Greci, che adoravano Dioniso, dio del vino e dell’estasi, fino agli antichi Romani, che lo impiegavano come parte integrante di ogni festa. Nel corso della Storia il consumo di alcol trova spazio in ogni epoca in modo più o meno consistente, arrivando, man mano, a essere considerato comunque come “sostanza dannosa“. Intorno al 1500, infatti, in Inghilterra venne varata per la prima volta una legge che vietava l’ubriachezza.
Non troppo diversa è l’origine dell’utilizzo delle droghe leggere. A seconda dell’epoca e della cultura, queste sostanze venivano impiegate come collegamento con le divinità, medicamento o mezzo di connessione con il proprio corpo. Il loro uso è testimoniato fin dall’antichità, in Cina e tra i sacerdoti dell’antico Egitto. Più avanti poi, tra i Latini e i Greci, vennero scritti veri e propri trattati di botanica nei quali comparivano classificazioni dettagliate sugli effetti e il valore terapeutico delle droghe. Il “problema” verso queste sostanze subentrò durante il Medioevo, quando ad esse venne associato il concetto di “male”. Non a caso fu proprio in quel periodo che si propagarono i roghi destinati a chi ne faceva uso.
Se da un lato, quindi, entrambe le sostanze vennero utilizzate comunemente per moltissimi secoli, dall’altro a un certo punto furono proibite o scoraggiate a causa degli effetti che provocavano sull’organismo.
Una notizia poco “stupefacente” è il fatto che il maggior numero di morti è causato dall’alcol, questo viene confermato all’interno di un rapporto realizzato sulla base di fonti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dalle Nazioni Unite e dall’Institute for Health Metrics and Evaluation e pubblicato sulla rivista Addiction. Come evidenziato nel “Global status report on alcohol and health 2018”, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 21 settembre 2018, solo nel corso del 2016 le morti causate da abuso di alcol sono state circa 3 milioni in tutto il mondo. Da una serie di analisi e ricerche promosse da Eurispes ed Enpam, poi, si è calcolato che in Italia tra il 2008 e il 2017, i decessi provocati da eventi correlati all’uso di alcol come incidenti domestici, stradali e varie patologie, sono stati 435.000, anche tra i giovanissimi.
Il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere vede scontri continui tra le varie forze politiche, con proposte di legge che, puntualmente, vengono discusse, criticate e modificate da una parte o dall’altra. Lo scontro, di fatto, è tra proibizionisti e antiproibizionisti. I primi sono convinti che la legalizzazione provocherebbe un aumento del consumo delle droghe leggere e della criminalità. Ma non solo. Non vedono una distinzione tra droghe leggere e pesanti. I secondi la pensano molto diversamente: per loro legalizzare queste sostanze è l’unica soluzione possibile in grado di contrastare la criminalità e la tossicodipendenza. In più si potrebbero assicurare maggiori vantaggi economici per lo Stato e attuare forme di prevenzione verso i minori e gli adolescenti, più esposti ai rischi delle droghe.
Di base restano i dati su alcol e droghe leggere e le conseguenze che possono nascere da un loro consumo eccessivo, sregolato e inconsapevole. Dati e numeri che obbligano ad azioni concrete. Forse, come per ogni cosa, la chiave sta nel trovare un equilibrio, conoscendo, analizzando e garantendo parità di trattamento a entrambe le sostanze. Parità che potrebbe portare più benefici che problemi.
“Il divieto non significa necessariamente astensione, ma la pratica sotto forma di trasgressione” - Epicuro
Capelli rossi, sorriso inquietante, umorismo bizzarro, a dir poco energico e brillante. Danny Elfman è tutto questo... e non solo. Classe 1953, vissuto in California, Elfman è ormai uno dei compositori americani più amati di sempre. Ma torniamo indietro di 40 anni, nel 1972, quando Danny iniziò finalmente ad essere notato. Dopo essersi preso la malaria in Africa ed essere guarito per miracolo, viene chiamato a Parigi da suo fratello Richard (ora regista di discreto successo), che aveva fondato il gruppo musicale The Mystic Knights of The Oingo Boingo. Danny avrà così la possibilità di comporre piccoli brani assieme a suo fratello. Più che un gruppo però, era una specie di compagnia teatrale che si esibiva cantando, suonando e facendo sketch comici, strani quanto i loro look. Il fratello Richard decise nel 1980 di fare un film musicale e barbaramente ironico chiamato “The Forbidden Zone”, dove i protagonisti erano proprio i Mystic Knights. Danny ebbe nuovamente l'occasione di comporre, suo sogno da sempre, e fece anche una piccola parte, in cui vestiva i panni di Satana. Si ispirò al suo amato Cab Calloway, cantando una versione differente della canzone “Minnie The Moocher”.
Il nome del gruppo in seguito venne accorciato in “Oingo Boingo” e Danny ne diventò leader. Si formò così una vera e propria band. Danny cantava, suonava, scriveva i testi e componeva, ovviamente aiutato qualche volta! Gli Oingo Boingo non hanno mai voluto fare musica commerciale, infatti i loro album sono molto particolari e musicalmente complessi. Variano dal genere ska punk, al synth pop, fino ad arrivare al rock, ma in realtà, non credo abbiano mai avuto un genere in particolare. Sicuramente a Danny piace molto sperimentare e non è difficile capirlo!
Gli Oingo Boingo divennero abbastanza famosi per i loro concerti energici in America negli anni '80 e spesso vennero chiamati a comporre canzoni per i film, come ad esempio “Weird Science” per la commedia “La donna esplosiva” e molti altri.
Ma la fama di Danny Elfman decollò quando fu chiamato per la prima volta da un giovane regista, per comporre una vera e propria colonna sonora per il film “Pee-Wee's Big Adventure”: stiamo parlando di Tim Burton. Da allora Danny ebbe una “doppia vita” fino al 1995, quando la band si sciolse: componeva per i film e suonava e cantava nella band.
Danny Elfman è ora famoso per aver composto colonne sonore memorabili: dalla Sigla dei Simpson a praticamente tutti i film dell'ormai amico Tim Burton; dai film di Man in Black a quelli di Spiderman; da Mission Impossibile al Grande e Potente Ozz; per non parlare del fatto che lui in America è diventato Jack Skellinton di Nightmare Before Christmas, perchè ha cantato la versione originale inglese. Ora non solo compone, ma si esibisce anche live davanti ad un'intera orchestra, cantando i suoi pezzi di Nightmare Before Christmas. Il suo ultimo film è Dolittle, uscito nel 2020...Da vedere!
Il 20 settembre alcune classi quinte dell’Istituto Buniva hanno assistito allo spettacolo Attraversamenti dell’attore Mohamed Ba. Mohamed Ba è nato in Senegal e, da sedici anni a questa parte, vive e lavora in Italia. La sua carriera lavorativa è resa ricca da una moltitudine di attività quali formatore, educatore, attore e drammaturgo teatrale. A Mohamed piace dire di essersi gradevolmente italianizzato ma, al contempo, crede nel fatto che un tronco sta per secoli nell’acqua ma non per questo diventerà un coccodrillo. Inoltre l’attore, come ha spiegato nello spettacolo di cui parlerò, esprime il suo desiderio di unire il meglio del suo essere africano, e in seguito senegalese, con il meglio di ciò che il suo paese ospitante può offrire.
Mohamed Ba, oltre agli innumerevoli grandi spettacoli teatrali che ha scritto e interpretato, ne ha ideato uno davvero emozionante e con un importante significato: Attraversamenti. Grazie al professore Bruno Marabotto alcune classi hanno avuto la possibilità di assistervi e di comprendere realtà che sembrano impossibili, ma che purtroppo accadono tutti i giorni.
Attraversamenti tratta diversi argomenti alquanto duri come la xenofobia, che ancora oggi costituisce uno dei più grandi freni nella mente di molte di persone. Inoltre nel momento più drammatico dello spettacolo, tratta dei tremendi viaggi in mare di coloro che tentano di scappare dalla guerra. L’attore, per trattare questi avvenimenti, ha interpretato l’esperienza di un uomo presente su un barcone. Egli, nel suo raccontare, descrive delle scene inumane: il momento in cui gli uomini hanno legato i cadaveri dei compagni all’imbarcazione per essere trainati verso riva, ricevendo però l’effetto contrario; la visione di una madre che pettinava la figlia neonata morta da giorni e l’indifferenza di un pescatore di fronte alla morte di un uomo.
Come ha detto l’attore: “Quel mare è un ponte per tanti, ma una tomba per troppi”. Già, una tomba per troppe persone innocenti che cercano solo la libertà per se stessi e per i loro figli.
Attraverso questo spettacolo, Mohamed Ba è riuscito ad arrivare al cuore di tutti i presenti, facendoli emozionare, ma soprattutto riflettere su quello che, per l’indifferenza di molti, succede ancora oggi. Io trovo che il lavoro di quest’uomo sia davvero importante per poter cercare di dare una svolta alla nostra società e perché no, anche a tutto il mondo.
Recentemente ho avuto l’opportunità di intervistare Noemi Garbo, speaker, attrice e cantante dal talento strabiliante di cui io sono una grande fan.
Laureata al DAMS - Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo - dal 2008 al 2011 frequenta un corso professionale di recitazione e doppiaggio presso la ODS, Operatori Doppiaggio Spettacolo di Torino. Parallelamente studia canto presso l’Accademia della Musica “Ars Nova” (con Frank Polacchi).
Integra la formazione con stage e laboratori di Teatro con basi di metodo Strasberg/Stanislavskij (con Marco Viecca), di Teatro Fisico (con Lorenzo Gleijeses e con Ginevra Scaglia), di Teatrodanza, di Doppiaggio e Speakeraggio radiofonico (con diversi doppiatori e agenzie di comunicazione) e di Canto (con Albert Hera, Lucrezia Zoroddu Bianco e presso il C.E.T. di Mogol). Queste esperienze le permettono di sviluppare la personale percezione delle varie discipline artistiche come complementari e inscindibili l’una dall’altra.
Noemi collabora dal 2013 alle numerosissime produzioni delle associazioni “Storie di Piazza” e “Amici della Lana”, coordinate e curate artisticamente dalla regista Manuela Tamietti, da Capitan Eco (spettacolo con tematica ecologica rivolto ai bambini) alle creazioni itineranti dalle tematiche storiche e popolari, tipiche dei luoghi in cui sono ambientate e incastonate.
Dal 2014 Noemi lavora attivamente nelle produzioni della “Compagnia BIT” sotto la regia di Melina Pellicano: dalle creazioni ad hoc per convention ed eventi privati, agli spettacoli teatrali La Fabbrica dei Sogni, All That Musical e in particolare nei due musical interamente creati dalla compagnia stessa: Il Principe Ranocchio, in cui interpreta la Principessa Lilian, e A Christmas Carol, in cui interpreta due ruoli: Mina, la fidanzata del giovane Ebenezer Scrooge, e la Signora Wilson, la venditrice di dolciumi.
Da luglio 2017 lavora come cantante e attrice all’interno delle produzioni firmate "Palco 5": "10 to Broadway", “Broadway Celebration” e “STARS - A Pop-Rock Celebration”.
È membro del trio vocale al femminile a voci armonizzate “Robin Gals”, della "Fondazione Gabriele Accomazzo per il Teatro". Da marzo 2018 è attrice nello spettacolo teatrale horror La bambola maledetta con regia di Gioacchino Inzirillo.
Collabora con studi di registrazione e agenzie di comunicazione per la produzione di jingle e spot radiofonici. Adora raccontare fiabe e interpretare poesie.
Lei ha risposto alle nostre domande con grande affetto.
Allora Noemi iniziamo con una domanda che vorrei fare ad ogni artista che stimo: cos'è per te l’arte?
Per me l’arte è una scelta, un modo di vivere.
Nell’ultimo periodo è in voga un genere musicale chiamato trap e c’è chi dice che oggi l’arte non esiste più riferendosi proprio a questo genere. Tu cosa ne pensi?
Io non ritengo la trap arte, però ritengo che ci sia tanta bella musica di autori contemporanei, ci siano ballerini, pittori che sanno fare arte. Il mondo è pieno di gente che sa fare Arte!!
A chi ti chiede che lavoro fai, cosa rispondi?
Io sono attrice e cantante.
E a chi non lo reputa un lavoro vero cosa rispondi?
Io dico che per fare ciò che amo ho studiato metà della mia vita e continuerò a studiare perché non si finisce mai! Si tratta di uno studio fisico e mentale, di un investimento di energie costante. E come c’è chi per lavoro va in fabbrica, in ufficio o nei negozi, io vado alle prove e mi preparo. Lo spettacolo è il risultato finale di questo lavoro.
Noemi, che genere di musica ascolti?
Io ascolto vari generi: Rock, Hip-Hop, Musical, Swing e Pop.
Descriviti in tre parole.
Direi semplice, creativa e sensibile.
Grazie molte, Noemi Garbo, per la sua disponibilità!
Grazie a voi. Auguro buona ripartenza a tutti i lettori!
Anche quest’anno nell’istituto Michele Buniva, come in ogni scuola del pinerolese, si svolgono le elezioni dei rappresentati d’istituto. A queste elezioni partecipano tutti gli studenti della scuola ma, prima di parlare dei futuri candidati, ricordiamo i rappresentanti che sono stati eletti nell’anno scolastico 2019/2020 i quali hanno contribuito al miglioramento dell’organizzazione e della vita scolastica. Questi sono Viola Fenoglio che oggi frequenta la classe 5ªA Figurative, insieme ad Azzurra Vindemmio, Sonya Pojum e Arianna Franzin che hanno già effettuato l’esame di maturità e perciò non frequentano più questa scuola.
Quest’anno le liste che sono state presentate sono ben cinque. Abbiamo deciso di chiedere ai candidati di ogni lista di creare una breve presentazione che esponesse i loro obiettivi e ognuna di esse verrà esposta in questo articolo.
Iniziamo!
La lista Amplifon è composta da cinque ragazzi della classe 5ªA Audiovisivi che sono Chiara Fardella, Elisabetta Scaccia, Alice Gaiani, Martina Buonocore e Andreea Barbuta insieme a Ferdinando Manfredi della 3ªA Pit.
Come motto hanno deciso di usare la frase “La lista che ti sente”.
La loro lista ha diversi obiettivi, come quello di rendere la scuola migliore sia nella comunicazione tra gli indirizzi sia nell'apprendimento scolastico. Per farlo hanno deciso di proporre laboratori e attività, che possano avvicinare gli studenti ad un mondo più lavorativo che scolastico. Oppure degli incontri formativi su tematiche riguardanti il loro indirizzo, la sessualità e la comunità lgbt.
Vorrebbero anche proporre un’email per i rappresentanti di istituto che gli studenti potranno utilizzare per comunicare le loro problematiche e risolvere più velocemente i loro problemi. Per altri punti del programma visitare lo loro pagina Instagram: @lista.amplifon_buniva2021.
La lista Il cambiamento è la più numerosa in quanto è composta da otto studenti che sono Dogaru Desiree e Girardello Simone della classe 5ªA Afm, Campion Eros, Zedda Matias, Mercuri Andrea, Sicchieri Agnese e Coelati Rama Stefano della classe 5ªA Pit e, infine, Pizzo Lucia della classe 5ª Figurative.
Il loro motto è “Noi siamo il cambiamento” e la loro forza è la fermezza con cui portano avanti le loro idee fino in fondo.
Questi ragazzi hanno dato vita a questa lista con la convinzione che possono e devono fare qualcosa. Gli studenti hanno voglia di farsi sentire, di gridare le proprie idee e loro saranno coloro che gli ascolteranno. Si impegneranno a portare una ventata di aria fresca e risolvere tutti i problemi, piccoli e grandi, che sono presenti nella scuola.
Sono 8 ragazzi del Buniva che frequentano corsi e sedi differenti, quindi possono rappresentare ogni studente della scuola.
I punti principali punti del loro programma sono le gite, le ore di pcto, gli intervalli, la pausa pranzo.
Se volete sostenerli, la loro pagina Instagram è @lista_ilcambiamento.
La lista "Già lo sai" è composta da Corradi Pietro, Manfrida Beniamino, Caneparo Mattia e Fontana Gabriele, i quali frequentano tutti la classe 4ªA Pit.
La loro lista dal nome molto goliardico e divertente ha in realtà dei punti molto "seri".
Principalmente, i punti del loro programma riguardano le uscite didattiche, la realizzazione di uno sportello d'aiuto per gli studenti, l’organizzazione di giornate per l'orientamento universitario.
Tutte le loro idee possono essere trovate sulla pagina Instagram @gialosai_buniva attraverso la quale potete contattarli.
La lista Hapax è composta da Borgiattino Asia e Giachero Luca della classe 4ªB Pit, da Mormile Chiara, Bracco e Portuesi Ludovica della classe 4ªB Figurative e, infine, Avallone della classe 3ªB Figurative.
Il loro motto è rappresentato dalla frase “Tutti senza eccezioni”.
Anche questa lista ha una lunga serie di obiettivi. Per iniziare vorrebbero migliorare lo sportello psicologico presente a scuola e anche l’orientamento per l’università. Inoltre propongono di aggiungere le macchinette al terzo piano del Buniva 1, insieme ad un’alternativa più vasta di prodotti al suo interno. Vorrebbero introdurre delle giornate a tema: una contro l’omofobia, una contro razzismo e violenza sulle donne, una sull’educazione sessuale, una sull’ambiente e una sulla salute mentale. Poi chiedono il ritorno all’intervallo, la carriera alias, gli assorbenti all’interno dei bagni delle ragazze e una maggiore quantità di armadietti. Infine propongono un progetto di abbellimento delle strutture scolastiche.
Per seguire la loro campagna e le loro idee potete dare un’occhiata alla loro pagina Instagram @lista.hapax.buniva.
La lista Maviraleo ha un nome abbastanza insolito in quanto è formato dai nomi dei candidati che sono Pjeci Matteo della classe 4ªA Cat, Peitavino Virginia e Toya Alice della classe 5ªA Rim e, infine, Dolcetti Leonardo della classe 5ªB Pit.
Il motto di questa lista è “Siamo la voce delle vostre idee”, in quanto considerano il pensiero degli studenti davvero importante.
La lista Maviraleo ha una lunga serie di obiettivi. Il primo mira a ristabilire l’orario vigente prima dell’arrivo della pandemia. Il secondo riguarda l’abbellimento della scuola attraverso l’esposizione delle opere degli studenti dell’artistico. Poi vorrebbero attuare delle modifiche dell’orientamento in uscita e per la scelta dell’indirizzo per le classi del triennio dei corsi AFM e LICEO ARTISTICO. Inoltre propongono di incrementare l’uso dei dispositivi elettronici anche per quanto riguarda i libri scolastici. Propongono la tampon box nei bagni delle ragazze, i tornei d’istituto di calcio, pallavolo, basket o altri sport che piacciono agli studenti. Infine hanno in mente vari progetti come la cena dei cento giorni per gli studenti del quinto anno, la posta dell’amore durante il giorno di San Valentino e, per concludere, l’introduzione di lezioni relative all’educazione sessuale ma, soprattutto, ambientale.
Per seguire la loro campagna elettorale potete seguirli sulla loro pagina Instagram @maviraleo_buniva.