OSCAR LUIGI SCALFARO

9° PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

“Un milione di posti di lavoro entro un anno, grandi opere e meno tasse per tutti? Guai a chi promette cose strepitose e accende speranze inutili,
perché il danno che ne deriva è enorme. In politica bisogna promettere
poco per mantenere però tutto". 

"Capi senza Stato", MARZIO BREDA

Oscar Luigi Scalfaro

// 1918 - 2012 //

Come membro dell’Assemblea Costituente, promosse l’abolizione della pena di morte dall’ordinamento giuridico della Repubblica Italiana. Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, portò all’approvazione la legge che consente alle donne l’accesso alla carriera di magistrato e la legge che istituisce la Polizia femminile. Ministro della Pubblica Istruzione, promosse i primi accordi internazionali per la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Fu 9° Presidente della Repubblica Italiana, dal 1992 al 1999: sin dall’inizio del suo mandato è chiamato ad affrontare la più grave crisi della storia repubblicana. In quei “sette anni drammatici” si svolse l’inchiesta Mani Pulite che annienta i partiti politici storici dominanti del dopoguerra; gli italiani sono disorientati e sfiduciati dalla corruzione politica emersa. Nella difficile transizione tra la Prima e la Seconda Repubblica, Scalfaro incentrò il suo mandato sulla costante difesa dei valori fondanti della Repubblica contenuti nella prima parte della Carta Costituzionale; si sforzò in ogni circostanza di rincuorare il Paese e di rassicurare gli osservatori internazionali sulla saldezza delle istituzioni italiane; cercò in questo modo di restituire un’identità all’Italia.

Inchiesta Mani pulite

Durante la sua presidenza si svolse l'inchiesta Mani pulite: ministri e sottosegretari si dimettono, 507 autorizzazioni a procedere per la Camera e 172 per il senato, 4525 arresti tra politici e imprenditori, 1200 persone vanno a processo, oltre 25 mila avvisi di garanzia.

Il pool di Mani Pulite: Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo.

La sera del 3 novembre 1993 Scalfaro si presentò in televisione, a reti unificate, con un messaggio straordinario alla nazione. Diede una chiave di lettura dello scandalo come di una rappresaglia della classe politica travolta da Tangentopoli nei suoi confronti.  

«A questo gioco al massacro io non ci sto. 

Io sento il dovere di non starci e di dare l'allarme.»

Il 5 marzo 1993 il governo Amato varò un decreto-legge (il «decreto Conso», da Giovanni Conso, il ministro della giustizia che lo propose), che depenalizzava il finanziamento illecito ai partiti, e che non fu firmato da Scalfaro: per la prima volta nella storia repubblicana il Presidente della Repubblica rifiutò di firmare un decreto-legge, ritenendolo incostituzionale.

Giuramento dei componenti del I Governo Amato.

Interviste

Intervista a cura del Settore Giovani dell'Azione Cattolica

La7 Attualità: Servizio di Tiziana Stella

Intervistato da Daniele Venturi di Papaboys