FRANCESCO COSSIGA

8° PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

“ Dobbiamo riconciliare questa generazione, bruciata da cattivi maestri, con lo Stato.”

"Capi senza Stato", MARZIO BREDA

Francesco Cossiga

// 1928 - 2010 //

A 16 anni si diplomò, in anticipo di tre anni e a 17 si iscrisse nella Democrazia Cristiana. Tre anni dopo, a soli 19 anni e mezzo, si laureò in Giurisprudenza, iniziando una carriera universitaria come docente. In seguito ottenne la cattedra di diritto costituzionale presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Sassari e venne eletto Deputato al Parlamento dal 1958 fino al 1979.
Fu ministro dell'interno nei governi Moro V, Andreotti III e Andreotti IV dal 1976 al 1978, fin quando il  9 maggio 1978 si dimise in seguito all'uccisione di Aldo Moro. Disse più volte di sentirsi responsabile della morte di Moro e che i capelli bianchi gli erano stati causati dal trauma di quei giorni convulsi.

Venne eletto Presidente della Repubblica il 24 giugno 1985 (al primo scrutinio con 752 voti su 977).  I sette anni in cui Cossiga fu presidente della Repubblica sono la rappresentazione migliore della singolarità del personaggio: fu irrequieto, ciarliero, facile a battute contro il governo e contro il suo stesso partito che portarono i giornali a definirlo il “presidente picconatore”, prendendo spunto da una definizione dello stesso Cossiga il quale chiamava le sue esternazioni «picconature».
Tra il 1991 e il 1992 le sue esternazioni e le richieste di riformare le istituzioni cominciarono a farsi sempre più frequenti. Sui giornali si facevano ipotesi – mai confermate – su una sua instabilità mentale. Ma al di là delle escandescenze, il tentativo di Cossiga di spingere il sistema politico verso un cambiamento era concreto: a giugno del 1991 mandò un lungo messaggio al Parlamento in cui si indicavano alcune vie per riformare la Costituzione, tra cui l’elezione di un’assemblea costituente. Il messaggio di Cossiga fu sostanzialmente ignorato dalla maggioranza parlamentare e dal governo.

A contribuire alla fine anticipata del mandato di Cossiga fu la decisione di Andreotti di rivelare l’esistenza dell’operazione Gladio, la struttura difensiva segreta della NATO in Italia nata per contenere il comunismo. Nell’aprile del 1992 Cossiga sciolse le Camere, chiese di essere ascoltato dal Tribunale dei ministri per scagionarsi e il 25 aprile annunciò clamorosamente le dimissioni che arrivarono il 28 aprile, due mesi dalla scadenza naturale del mandato.

IL CASO MORO

E' l'insieme delle vicende relative all'agguato, al sequestro, alla prigionia e all'uccisione di Aldo Moro, nonchè alle ipotesi sull'intera vicenda e alle ricostruzioni, spesso discordanti fra loro, degli eventi. Aldo Moro fu un politico e giurista italiano, conosciuto soprattutto come il fondatore della Democrazia Cristiana. La mattina del 16 Marzo 1978, mentre si recava alla Camera dei Deputati per votare la fiducia al nuovo Governo presieduto da Andreotti, fu rapito dal gruppo armato delle Brigate Rosse, un'organizzazione terroristica di estrema sinistra. Dopo una prigionia di 55 giorni, fu ucciso il 9 maggio. Il suo cadavere fu ritrovato quello stesso giorno nel bagagliaio di una Renault 4 rossa. Dopo la sua morte, Sciascia scrisse a caldo "L'affaire Moro", un libro-inchiesta in cui l'autore rilesse e analizzò le numerose lettere che Moro, durante la sua prigionia, aveva indirizzato ad amici, familiari ed esponenti del Governo, riuscendo a ricostruire una intelaiatura di pensieri, di correlazioni, di fatti che sono, fino a oggi, ciò che più ci ha permesso di capire, o di avvicinarci a capire, un episodio orribile della nostra storia.

 “L’ho ucciso io… lasciavamo uccidere Moro e me ne rendevo conto. La mia sofferenza era in sintonia con la sua.

Cossiga: "Io ho ucciso Aldo Moro // radioradicale.it 

// 10 dicembre 2022 //

Di seguito viene pubblicata una audio-intervista inedita realizzata da Leonardo Aguiari della classe 4^D Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara, ad uno dei Sottotenenti dei Carabinieri in servizio a Roma il 9 maggio 1978, presente durante il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro.

Come venne trattato dallo Stato e dalla polizia il Caso Moro?

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Prima o dopo il processo ci sono stati contatti da parte delle Brigate Rosse?

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Lo Stato ha fatto bene a non scendere a compromessi con le Brigate Rosse?

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Cosa faceva quel giorno?

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Come ha ricevuto la notizia del presunto ritrovamento?

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Ha memoria di cosa accadde nelle città subito dopo la notizia del ritrovamento?

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Come si è sentito dopo aver visto l'interno del bagagliaio?

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Estratto della prima lettera inviata da Aldo Moro a Francesco Cossiga durante i giorni di prigionia delle Brigate Rosse