GIORGIO NAPOLITANO

11° PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

“Stiamo attenti, dare fiducia non significa alimentare illusioni… non si dà fiducia e non
si suscitano le reazioni necessarie minimizzando o sdrammatizzando i nodi critici
della realtà, ma guardandoci in faccia con intelligenza e con coraggio.
Il coraggio della speranza, della verità e dell’impegno.”

"Capi senza Stato", MARZIO BREDA

Giorgio Napolitano

// nato nel 1925 //

Giorgio Napolitano è stato l'11° Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 2006 al 2015; al termine del primo mandato, avvenuto nel 2013, è stato eletto una seconda volta, divenendo il primo Presidente rieletto nella storia italiana. Egli è considerato un esperto in materia di politica e istituzioni, con una lunga carriera alle spalle come parlamentare e ministro: dal 1989 è stato membro, fino al 1992, del Parlamento europeo e nel 2005 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 

La sua autorevolezza e integrità sono state particolarmente apprezzate durante il suo mandato presidenziale, in cui ha agito con fermezza per difendere i valori costituzionali. Napolitano ha permesso un rafforzamento dei valori e delle istituzioni democratiche in Italia e in Europa, contribuendo anche al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo.

Ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015 per difficoltà legate all’età; infatti, se avesse completato il suo mandato, la cui scadenza era prevista per il 22 aprile 2020, il Presidente avrebbe avuto 95 anni.

Il 13 ottobre 2022, al debutto della XIX legislatura, rinuncia al ruolo di Presidente provvisorio del Senato della Repubblica che gli spetta in qualità di senatore più anziano, le sue funzioni passano quindi alla Senatrice Liliana Segre.

‘‘Si è dischiusa una finestra per tempi eccezionali

Marzio Breda, "Capi senza Stato"



L'elezione

// 10 maggio 2006 //

Durante la quarta votazione, venne eletto presidente della Repubblica Italiana, con 543 voti su 990 votanti dei 1009 aventi diritto. Napolitano giura entrando ufficialmente in carica nella giornata del 15 maggio, dopo le dimissioni anticipate di Ciampi.  

L'Italia vince i Mondiali...   ma Napolitano?

// 9 luglio 2006 //

Allo stadio Olimpico di Berlino, Francia e Italia giocano le finali dei Mondiali di calcio. La partita è contraddistinta da un ritmo molto sostenuto e si trascina fino ai tempi supplementari dove, ai rigori, gli azzurri si aggiudicano il titolo. Gli italiani sugli spalti in quel momento esultarono, intonando cori e sventolando la bandiera tricolore, così come i membri della nostra delegazione ufficiale. Tutti mostrarono il loro entusiasmo, tutti tranne il Presidente Giorgio Napolitano, seduto in tribuna d’onore: “È vero, tutti in tribuna saltavano e ballavano, impazziti di gioia. Ma anch’io, dentro di me, ho fatto un salto altissimo, come non mi sarei mai immaginato”, così dice al termine della partita. 

raccontato da Marzio Breda in "Capi senza Stato"
I rigori e la vittoria italiana
Festeggiamenti in seguito alla vittoria
Napolitano e il capitano della Nazionale italiana Fabio Cannavaro

Il secondo discorso

// 22 aprile 2013 //

Giorgio Napolitano fu il primo Presidente della Repubblica italiana ad essere rieletto al termine del suo primo mandato.

Signora Presidente, onorevoli deputati, onorevoli senatori, signori delegati delle Regioni, lasciatemi innanzitutto esprimere - insieme con un omaggio che in me viene da molto lontano alle istituzioni che voi rappresentate - la gratitudine che vi debbo per avermi con così largo suffragio eletto Presidente della Repubblica...



La legalità e il diritto sono le pietre fondanti della pace internazionale e della stabilità.

Non c'è futuro per l'Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica.

Serve una nuova generazione di leader che abbia visione e coraggio per portare avanti l'integrazione di cui abbiamo assoluto bisogno. Questa generazione di leader non può nascere per miracolo ma solo grazie ad una vasta mobilitazione della società civile e politica.

Se il giornalista è cieco vede solo le ombre. Se il giornalista non è cieco vedrà anche le luci.

La smania di apparire in televisione finisce per prevalere sui contenuti. Ma le Istituzioni non sono una passerella.