Interviste

Il nuovo indirizzo Sport Management spiegato dalla referente prof.ssa Stefania Pignataro

La docente di scienze motorie nell’Istituto “R.Serra”, Stefania Pignataro, illustra le peculiarità del nuovo corso sportivo partito quest’anno.

 

Quali sono le caratteristiche di questo indirizzo e cosa lo differenzia dagli altri dell'Istituto?

“Il corso è di base l'indirizzo AFM, ma presenta molte materie focalizzate sullo sport, come ad esempio scienze sportive. Durante il biennio le materie sono uguali ai classici indirizzi, ma dal triennio si concentreranno maggiormente sullo sport, come nel caso del diritto sportivo.”

 

Qual è il profilo di chi esce dall'indirizzo sportivo?

“L'obiettivo è quello di formare alunni con esperienze economiche e giuridiche orientate nell'ambito sportivo, e condurli a scegliere professioni come ad esempio il Team Manager, l'addetto alla stampa, il procuratore sportivo, lo sponsor, l'avvocato sportivo o anche lavorare nell'ambito della compravendita del materiale sportivo con il logo dell'azienda scelta, senza però escludere l'idea di diventare allenatori o insegnanti della materia, dando un’infarinatura generale ai nostri alunni in modo che siano in grado di occuparsi di queste attività.”

 

Quali sono state le attività svolte durante l'anno? 

“Prevalentemente è stato fatto un percorso di tipo pratico con degli esperti per basket, rugby e scherma, della durata di quattro lezioni ciascuno in modo tale che, alla fine del corso, gli studenti fossero in grado di sostenere una partita o un assalto (nel caso della scherma). Con me personalmente sono stati fatti pallavolo e atletica, oltre a scienze dello sport, dove gli alunni hanno studiato tutta la parte di biologia riguardante le cellule e la genetica con approfondimenti sulle scienze motorie, come ad esempio i figli d'arte nello sport, ossia persone che hanno ottenuto geneticamente capacità sportive molto elevate dai propri genitori. 

Inoltre, per dare un'impronta sportiva anche alle altre materie, sono stati fatti dei collegamenti con lo sport, come basket in lingua inglese, o in matematica, dove si è fatta una statistica sullo stile di vita delle persone.”

 

Quali attività, invece, preferisce fare con i suoi studenti?

“La classe è fantastica, sono tutti molto dotati a livello motorio e davvero corretti tra di loro, e grazie a queste caratteristiche sono riuscita a svolgere diverse attività, dai giochi di squadra alle attività individuali.

A giugno probabilmente faremo un torneo di basket anche se loro giocano tutti a calcio, inoltre l’allenatore di rugby voleva portarci a fare un campionato federale perché erano bravissimi a giocare; addirittura abbiamo partecipato ad un concorso sull’etica sportiva, ma purtroppo per mezzo punto siamo arrivati quinti, ciononostante sono rimasta molto contenta.

Abbiamo fatto un incontro con gli arbitri della federazione rugby e della federazione calcio, dove i ragazzi hanno capito anche grazie a diverse attività, che cosa significa prendere una decisione in un millesimo di secondo, e anche questo è stato molto bello.

Un’altra cosa entusiasmante che abbiamo fatto quest’anno è stato un incontro con due calciatori del Cesena (Chiarello e Mercadante). Abbiamo parlato di alcune tematiche molto impegnative, riguardanti sia lo sport che le persone, e di come loro abbiano vissuto le sconfitte, i momenti di sconforto e di come siano riusciti a gestire il loro tempo tra sport e scuola; ci hanno dato degli spunti di riflessione significativi. Uno dei due calciatori ha detto una cosa molto importante per me, ovvero dell'importanza del saper parlare, cosa che aiuta la gestione di se stessi anche in altri ambiti, smentendo così lo stereotipo del calciatore che parla poco e male e dimostrando come si affrontano i momenti di fatica e di difficoltà dal momento che viviamo in una società che ci vuole molto performanti, belli e piacenti. 

Abbiamo parlato di questo, è stato molto bello.”

 

Per curiosità, il suo sport preferito?

“Io sono una pallavolista, da sempre. Ho giocato a pallavolo e tuttora alleno la Rappresentativa Regionale dell’Emilia-Romagna, e a luglio farò competere la mia squadra per il trofeo delle Regioni, dato che ho il brevetto per allenare la serie A.



Amalia Melziade e Alessandra Suzzi 3At 

03/06/2023

“Ciacarè, aperto il centro per la socialità dei nostri ragazzi” 

L’-Assessore Labruzzo presenta il nuovo spazio vicino alla Stazione

Abbiamo incontrato l’assessore Carmelina Labruzzo, promotrice del nuovo centro giovani Ciacarè, in Corso Cavour 167, aperto dal martedì al sabato dalle 13 alle 15:30, rivolto a tutti i giovani che desiderino chiacchierare, giocare ai videogiochi o semplicemente avere un posto tranquillo dove rilassarsi dopo scuola. Ci ha invitato nella sede del centro, il cui nome in dialetto romagnolo significa Chiacchierare. E’ stata anche l’occasione per conoscerla meglio. 


Cosa l’ha spinta a conseguire la laurea in Scienze dell’educazione dopo anni di lavoro in banca? 

“Ho frequentato l’Istituto Serra dove mi sono veramente divertita. Ho scoperto la mia vocazione solo dopo grazie ai gruppi parrocchiali, sono la mia seconda famiglia, così mentre lavoravo in banca mi sono iscritta all’università. Ho capito che volevo fare l’educatore professionale e trasformare le mie esperienze volontarie in un lavoro. Ho conseguito la laurea e fatto il tirocinio in un centro educativo a Cesena, poi mi sono licenziata e sono diventata un'educatrice professionista, che tengo a precisare è un lavoro con basi scientifiche”. 


Lei ha partecipato a una missione in Colombia nel 2010 affiancando le suore della Sacra Famiglia e in India con il progetto “Love the One”, sempre con lo scopo di assistere i bambini in condizioni più svantaggiate. Come hanno influito queste esperienze sul suo lavoro in Italia? 

“Le suore stavano formando persone per le loro missioni, così sono partita per la Colombia, a Cartago, per partecipare ad una proposta estiva per ragazzi. Lì ho acquisito la consapevolezza che i bambini più poveri hanno una semplicità spiccata, apprezzano le proposte che si offrono, hanno molta creatività; ci hanno insegnato molti giochi e creazioni che poi abbiamo riproposto anche in Italia, insieme alle ricette della loro cucina, veramente fantastica. Invece in India sono stata tre volte. Tutto è partito da mia sorella, che è pediatra, quando ha conosciuto le fondatrici dell’associazione “Love the One”, anche loro pediatre inglesi. Hanno capito che era necessario educare, oltre che curare. In India ci sono moltissime persone affette da disabilità, causate spesso da matrimoni fra consanguinei, per cui l’associazione ha creato anche un centro per portatori di handicap. In India è presente una cultura diversissima, hanno la serenità di accogliere le cose come vengono, sono molto calorosi e generosissimi. Ho imparato anche l’importanza di una equipe multifunzione, attento ad ogni aspetto della vita, soprattutto ad un’istruzione adeguata e all’insegnamento del rispetto della donna. Anche in Italia ci sono casi di povertà materiale ed educativa, ma qui mancano di più le relazioni personali, c’è molta solitudine”. 


Lei ha affermato che come collettività dobbiamo fornire tutto il supporto possibile accompagnato dalle risposte giuste in termini di inclusione su tutte le fasi della vita, dalla fanciullezza, all’adolescenza e all’età lavorativa”. Come pensa che il nuovo centro giovani “Ciacarè” possa farlo?

“Sono convinta che i giovani abbiano le potenzialità, ma non sempre il luogo per esprimerle. Con il Ciacarè abbiamo creato un luogo accogliente con figure positive, dove i ragazzi possono stare insieme. Gli educatori si pongono sia sullo sfondo che in primo piano se necessario. Vogliamo dare degli strumenti per condividere la creatività. E’ un’ulteriore opportunità per essere protagonisti”. 


Quanta affluenza c’è stata nei primi giorni di attività del centro? Verranno in futuro programmate attività più strutturate. Quali sono quelle in programma? Sarete aperti anche in estate? 

“Dalla prima apertura, due settimane fa, affluiscono circa venti o venticinque giovani al giorno. Vogliamo costruire il team del Ciacarè includendo i ragazzi, così che le proposte che verranno vengano decise insieme. Stiamo valutando di ampliare l’orario, vedremo come si evolverà la situazione, anche in vista dell’estate”. Alcuni ragazzi fanno fatica ad accettare il fatto di aver bisogno di aiuto, o più semplicemente non riescono a relazionarsi con educatori e in generale “adulti”. 


Perché con il centro dovrebbe essere diverso? 

“Credo che la presenza degli educatori sia importantissima perché danno un confine, un limite. Sono adulti che accolgono, ma con cui ci si può scontrare. Sono molto preparati, colgono sentimenti non espressi, mettono i ragazzi nella condizione di essere i protagonisti. Sono la regia del progetto, non si vedono, ma sono presenti. Vogliamo avere un approccio alla pari con i giovani, ma conservando quella autorevolezza che in certi casi è necessaria. I nostri sono “educatori di strada”, osservano i gruppi di ragazzi, come reagiscono, se hanno piacere di essere invitati o meno, e fanno tutto ciò con passo felpato. La chiave è una proposta educativa efficace, tentare di prevenire certi comportamenti piuttosto che punirli solamente. Il nostro obbiettivo è far capire che qualcuno li aspetta, mettendo da parte gli stereotipi sugli adolescenti chiusi e scontrosi. L’altro giorno ad esempio abbiamo giocato a Shanghai, è stato molto divertente”. 


Qual è l’augurio che fa sia al centro Ciacarè che ai ragazzi?

“Auguro al centro di essere un porto sicuro, di incontrare più giovani in assoluto. E auguro ai ragazzi di diventare il meglio di ciò che possono essere, non uguali, ma il meglio”. 


Nella foto la nostra redattrice Katherine Cucchi con l’assessore Carmelina Labruzzo e due volontari impegnanti nell’animazione del centro Ciacarè 



Katherine Cucchi (4^B RIM)  

30/05/2022

Ciacarè, gestito da CILS, il Pelicano e Infomagiovani

“Ciacarè” è il nome della nuova “palestra” comunale gestita dalla Cooperativa per l’Inserimento Lavorativo Sociale Cils, in collaborazione c o n l ’Associazione“ Il Pellicano” (Progetto “Binario 5”), Progetto Giovani (Educativa di Strada) e Informagiovani del Comune di Cesena, darà agli inquilini la possibilità di avviare insieme interventi coordinati per s o s t e n e r e e p r o m u o v e r e informazione, partecipazione attiva alla vita della comunità, opportunità di protagonismo. 


Ciacarè è uno spazio situato in area stazione, in Corso Cavour 167, aperto dal martedì al sabato, dalle 13 alle 15,30, a tutte le ragazze e i ragazzi, con particolare riferimento al target 14-20 anni, per promuovere il loro benessere e offrire supporto ai loro bisogni. Questo spazio potrà essere vissuto come un non-luogo, una realtà di passaggio, in cui fermarsi per due chiacchiere e un caffè o come contesto in cui trattenersi e conoscere attività più strutturate (educativa di strada, percor si di empowerment , attività ricreative, tornei). Il locale è dotato di una zona relax, un angolo i n t i m o e confortevole, e una p arte in cui è garantita la presenza di tecnologie e strumenti (Wi- fi , maxischermo, postazioni pc, videogame). 


Chi accederà in questo spazio si relazionerà a figure educative di riferimento, disponibili a momenti di ascolto, confronto e condivisione 


Nella foto in alto l’assessore Labbruzzo con lo staff di Ciacare e nella foto in basso l’accoglienza di due giovani 


Katherine Cucchi (4^B RIM)  

30/05/2022

"L’informatica è il motore tecnologico del Serra” 

INTERVISTA ALL'ANIMATORE DIGITALE 

PROF. GUARDIGNI MAURO

Il prof. Mauro Guardigni è l’Animatore Digitale dell’Istituto Serra dove insegna dal 1989. Grazie alla macchina tecnologica il nostro istituto fa superato indenne la traversata della pandemia e del lock-down.


Professor Guardigni  che scuola superiore ha frequentato?

“Ho studiato all’Istituto Tecnico Commerciale Matteucci di Forlì, ho frequentato il primo corso per programmatori”.


Quindi è nata di lì la sua passione per l’informatica.

“Esatto, è nata da lì, il titolo di ragionerie programmatore dava l’abilitazione all’insegnamento del laboratorio di Informatica”.


Ha svolto altri lavori prima di entrare a Ragioneria?

Sono stato in altri istituti ma sempre a livello tecnico e Informatico di Ragioneria. Sono inoltre un libero professionista, faccio il consulente ad aziende, amministratore condomini e inoltre ho una società di informatica che sviluppa software gestionali per le aziende, amministratori di condominio, per la gestione della spiaggia”.


Quali sono stati i cambiamenti che lei ha visto con il passare degli anni all’interno della scuola?

“Beh, direi le persone: ci sono stati tanti colleghi e soprattutto i piani di studio. Quando abbiamo iniziato c’era il corso amministrativo per il classico ragionerie, il corso per programmatori e il corso del commercio estero. Intorno agli anni 2014-2015 è arrivata la nuova riforma, AFM, SIA, RIM e Turismo”.


C’è qualche episodio che le viene in mente e che vuole ricordare?

“Sono davvero tanti i ricordi che porto con me. Nel tempo è cambiato anche il modo di vivere la scuola, sono cambiati i quadri orari, avevamo anche più insegnanti. Inizialmente la scuola era divisa, qui c’era la sede centrale, poi avevamo una succursale a Cesenatico, un’altra a Sarsina e un’altra in centro, per un totale di quasi 2000 studenti, era l’istituto più grande della provincia.”


Sappiamo che gestisce il registro elettronico, quanto tempo le occupa e cosa gestisce?

“In questi anni ho contribuito all’informatizzazione della scuola. Noi siamo stati la prima scuola ad avere la rete cablata in tutte le classi. Ricordo una mattina dell’anno 1999 quando io e la Preside Gamberini andammo dal Presidente della Provincia Gallina e ci promise il lavoro per l’infrastruttura della rete di informatica. Quindi nell’anno 2000/2001 ci dedicammo alla progettazione, così da arrivare ad avere il primo registro elettronico per 8 terze e la casella di posta per tutti gli studenti e per tutti i collaboratori e docenti. Oggi sono l’amministratore responsabile della scuola, tutto quello che è informatica è sotto la mia responsabilità”. 


MOMENTO GOSSIP


Qual è la sua classe preferita?

“Naturalmente la 4Csia”, sorride ironicamente  Guardigni.


Ha un buon rapporto con i professori?

“A parte qualche contrasto che, purtroppo, si crea per il ruolo, ho un buon rapporto con tutti”.


Vuole esprimere il suo pare sul Preside?

“Il Preside è una bella persona, capace nel suo lavoro, studia, si aggiorna e ha seguito e segue ancora il difficile momento della pandemia. Ha un compito molto complicato ma che riesce a svolgere molto bene”.


Bazzocchi Federica e Severi Chiara (4^C SIA) 

04/04/2022

foto del cine-teatro

"Che gioia aver ridato nuova vita al cine-teatro Victor fondato nel 1920"

INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA AMICIZIA DI SAN VITTORE FAUSTO AGUZZONI

Gran giorno il 12 novembre 2021, poiché dopo più di venti mesi di stop dovuto alla pandemia ha riaperto il cineteatro Victor di San Vittore, una storica sala cesenate frequentata anche da giovani del posto o provenienti da altre parti della città. Ora il Victor è diverso da prima, ad esempio sono state rinnovate le poltroncine, i tendaggi di scena sono stati cambiati. Tutto ciò è stato possibile grazie alla cooperativa Amicizia, che gestisce il Victor avendolo ricevuto in comodato gratuito dalla parrocchia. Parliamo con il presidente della cooperativa Amicizia Fausto Aguzzoni (nella foto), sulla riapertura del cineteatro Victor. Come foto  grande abbiamo scelto quella della sala in allestimento con un volontario all’opera, proprio per rendere il giusto tributo ai generosi promotori dell’attività del cine-teatro.

Rispetto al pre covid vengono più o meno persone?

C’è una riduzione sensibile delle presenze, noi rispetto al 2019 abbiamo avuto un calo del 35% di presenze”.

Il Victor per la riapertura ha presentato  un cambio di look. Su cosa avete puntato??

Abbiamo pensato di dare un segno di cambiamento, intanto abbiamo cambiato le poltrone, poi abbiamo ritinteggiato le pareti e il palcoscenico, sono stati inoltre rifatti tendaggi di scena. Abbiamo aggiornato anche il logo del Victor per dare un segno di novità e ringiovanire anche il modo in cui il Victor si presenta. Inoltre anche il sito è cambiato e abbiamo incrementato la nostra presenza social, migliorando la comunicazione con il pubblico”.

Rispetto alle altre sale i biglietti costano molto meno, per quali ragioni?

Noi siamo una sala di seconda visione, ciò significa che proiettiamo i film dopo che sono stati già proiettati nelle sale di prima visione. Il costo del biglietto è di quattro euro, perché tra le sale di seconda visione c’è una concorrenza al ribasso, inoltre riusciamo a tenere un prezzo basso anche perché il progetto del cinema viene portato avanti grazie al volontariato”.

Quanti volontari danno il loro contributo?

Siamo circa 35 persone a portare avanti la sala, da metà novembre abbiamo rinnovato la presenza con nuovi volontari. I più giovani in particolare fanno i cine-operatori, inoltre c’è chi ci aiuta per gli spettacoli teatrali con la regia. Una cosa che chiediamo a tutti i ragazzi giovani è di venire a fare volontariato nella nostra sala. A chi ci aiuta come cine-operatori o per la regia teatrale diamo un gettone di presenza, come incentivo. Quindi se qualcuno ha l’interesse per il cinema siamo molto felici di averlo con noi”.

Qual è il criterio con cui si scelgono i film da proiettare?

Un nostro volontario amante e intenditore  di film, ci aiuta nella scelta, seguendo quali sono i film che hanno ottenuto successo, nei diversi generi. Durante la settimana vengono proiettati i film d’essai più impegnati, mentre nel fine settimana vengono proiettati quelli più commerciali destinati al grande pubblico, la domenica pomeriggio vengono scelti film per le famiglie, anche per favorire i genitori che possono portare con loro i figlioletti. Vengono realizzate  anche rassegne teatrali, che possono essere ad esempio recite scolastiche, oppure compagnie teatrali che mettono in scena  anche spettacoli in dialetto. Abbiamo una programmazione abbastanza varia e per tutti i gusti”.

Che emozione ha provocato riaprire il cinema dopo più di un anno?

“Emozione e profonda gioia. Il Victor è un teatro nato nel 1920, ha avuto nella sua lunga storia molti cambiamenti, sono stati proiettati film a colori, in bianco e nero, muti e in sonoro. Anche la sala è stata al centro di mutamenti. Fu inaugurata nel 1969, per questo noi ci sentiamo parte di una storia, che abbiamo deciso di continuare: per noi non è stata solo una sfida, ma anche un dovere morale continuare a far vivere questa sala”. 

Alex Casalboni (3^B Art)


Foto del Sindaco Lattuca con gli intervistatori

"Ragazzi siate leader, non solo follower"

IL SINDACO DI CESENA LATTUCA INTERVISTATO DAI GIOVANI REDATTORI DEL SERRA

Il sindaco Enzo Lattuca ci riceve nell’ufficio di palazzo Albornoz (nella foto), in una pausa del consiglio comunale. Ci mette a nostro agio. 32 anni, in carica dal 10 giugno 2019, è stato parlamentare, eletto a 25 anni nelle fila del Pd. Laureato in Giurisprudenza, convive ed è padre di due figli, di quattro e due anni.

Come è nata la sua passione per la politica?

“Da bambino, scaturita dalla mia indole: mal sopportavo le ingiustizie subite dalla collettività e sentivo il bisogno di reagire. Inoltre, ho sempre gradito la lettura dei giornali e spesso seguivo le trasmissioni politiche in tv.

Lei è stato il deputato più giovane nella storia della Repubblica Italiana; ha mai visto la sua età come un ostacolo?

“No, mai. Sentirmi ripetere troppo spesso che ero il deputato più giovane della storia della Repubblica, alla lunga mi infastidiva A volte mi sembrava che le persone dessero più importanza alla mia giovane età piuttosto che a me”.

Preferisce l’incarico di sindaco o quello che ha rivestito di parlamentare della Repubblica?

“Quello di sindaco. L’attività è più varia e vedere realizzato nel concreto ciò di cui si discute è una soddisfazione impareggiabile. Amo molto anche avere il riscontro diretto dei miei concittadini”.

Cosa l’ha aiutata a formare il suo pensiero a formarsi come politico?

“Mio padre, le letture e le trasmissioni politiche, che, vent’anni fa erano più lente e ordinate di oggi, hanno fatto nascere l’interesse. Poi è stato importante fare politica con gli altri: la politica è sempre un gioco di squadra. Un buon modo per iniziare è affrontare e risolvere, per esempio, i problemi collettivi a scuola”.

Il Comune promuove l’iniziativa “Estateattivi” per i giovani dai 16 ai 18 anni che desiderano fare volontariato in cambio di un contributo per l’acquisto di libri scolastici. Che oneri sostenete e quali benefici apportate?

“Innanzitutto lo sforzo è stato di carattere organizzativo; l’anno passato è stato necessario assegnare oltre trecento giovani alle varie associazioni, che ha richiesto l’impiego di alcune decine di migliaia di euro. Questo sforzo comunque non ci è pesato; questa ricca esperienza di volontariato coinvolge attivamente i giovani con benefici a loro, alle associazioni influenzate dall’entusiasmo dei ragazzi e, ovviamente, a chi è rivolto il servizio”.

Il “Piano Estate” finanzia anche con oltre mezzo milione di euro laboratori con lo scopo del recupero degli apprendimenti. Come interverrà il Comune in merito?

“Stiamo ancora studiando questo progetto molto importante. Da quando è stato necessario chiudere per l’avanzare dell’epidemia, sono stati persi molti contenuti. Ci sono molte opportunità per i bambini dai tre anni. Dai sei in su è presente una varia offerta nei centri estivi, con attività coinvolgenti, creative e in alcuni casi in preparazione alla scuola. Vi sono anche interventi per chi presenta delle disabilità. Infine ci sono centri specializzati nel settore sportivo, artistico e con attività integrative importanti”. Il Comune darà il suo contributo”.

L’opinione diffusa è che la campagna vaccinale ci permetterà di ripartire. Lei che ne pensa, e in che modo il coraggio può aiutare noi giovani e non solo?

“L’anno scorso era l’ottimismo della volontà a sorreggerci, che scaturiva dall’entusiasmo di tornare a vivere normalmente dal desiderio di tornare ad abbracciare e dalle esigenze economiche. Ora invece è l’ottimismo della ragione. La campagna vaccinale è necessaria per riaprire senza contraccolpi; entro qualche mese saremo con un piede fuori dalla pandemia. Io non sono stato ancora vaccinato, appena mi chiameranno lo farò prontamente, aspetto il mio turno”.

Che messaggio vuole inviare agli studenti del nostro istituto Serra e ai giovani in particolare?

“Questi quattordici mesi sono stati molto difficili per voi. Ora però si sta aprendo un nuovo scenario dove sarà dato spazio all’entusiasmo dei ragazzi, grazie anche a ciò che abbiamo appreso in questi mesi. Voglio dirvi che è essenziale seguire le proprie passioni, disegnare il proprio futuro. Bisogna avere il coraggio di non ignorare le difficoltà e di chiedere aiuto, sperando di avere accanto le persone giuste. E infine, nell’era social, è imperativo provare nel proprio ambito ad essere leader e non solo follower”.

Nicolò Perugini (4Asia) & Katherine Cucchi (3B Rim)

Foto del prof. Caprelli

Davide Caprelli, il prof creatore di colonne sonore

Com'è nata la sua collaborazione con il regista Riccardo Salvetti?

"E' nata attraverso Facebook: avevo letto del suo progetto, che mi ha subito interessato, così l'ho contattato qualche tempo prima delle riprese. Dopo alcuni mesi mi ha scritto, dicendo che aveva ascoltato i miei brani e che sarebbe stato molto contento se avessi scritto la colonna sonora del suo film. Dopo “Rwanda” la nostra collaborazione è proseguita quest’ anno con “Il Muro-Die Mauer” un film documentario dedicato al trentennale della caduta del muro di Berlino, che è andato in onda su Rai5 e adesso gira nelle scuola su richiesta".

Come nasce la colonna sonora di un film? Qual è il processo dietro la sua composizione?

"Parlando personalmente, perché ogni compositore ha il suo approccio, la colonna sonora di un film nasce attraverso la lettura iniziale della sceneggiatura, dall'interazione con le immagini e dall'ascolto della visione del regista. E' necessario entrare in contatto con la storia e cercare di interpretarla con la musica. Non lasciare mai la simbiosi con la storia aiuta a scrivere in modo coerente dall'inizio alla fine, il che non è facile visto che un film dura almeno 90 minuti. L’ ideale sarebbe avere il montato anche temporaneo e scrivere sulle immagini".

Quali sono gli artisti/compositori che l'hanno influenzata maggiormente, sia in relazione a questa colonna sonora, che, più in generale, per la sua attività?

"In linea generale per questo film non mi ha ispirato un compositore particolare, sono però emersi, come è naturale che sia, gli artisti che mi hanno accompagnato nella mia formazione musicale; in particolare, per quel che riguarda la musica da film Ennio Morricone, Wojciech Kilar, Thomas Newman, Hans Zimmer e per quel che riguarda la musica classica Debussy, Ravel, Satie, Shostakovich, Rachmaninov, Chopin e molti altri."

Sta lavorando ad altri progetti musicali al momento?

"Al momento sto scrivendo la soundtrack del film dal titolo provvisorio “Dittatura Last Minute” diretto da Antonio Pisu che è stato in parte girato a Cesena, le nuove sigle di Teleromagna e TR Mia e le musiche per la trasmissione di Rai3 'Chi l'ha visto?'".