La via Francigena

La via Francigena è la strada che portava, e porta, i pellegrini da Canterbury a Roma, e attraversa Francia, Svizzera, Alpi e Italia Centro-settentrionale per una lunghezza totale di circa 1600km. Il percorso originale di questa via è a noi ignoto dal momento che ci sono state ripetute variazioni nel corso dei secoli determinate dalla necessità di passare per luoghi strategici per le soste e per gli scambi. Una prima descrizione di questo itinerario originale ci è stata fornita dall’ arcivescovo di Canterbury Sigerico che, intorno al 900, scrisse un diario in latino nel quale ripercorreva con precisione il proprio viaggio. Delle 79 tappe descrisse puntigliosamente le mansiones, ovverosia i punti di sosta marcati dalla presenza di piatti colorati in ceramica.

La via Francigena che percorriamo ai giorni nostri non tiene totalmente fede a ciò che Sigerico ha scritto, dal momento che si seguono le tracce di un percorso similare riscoperto nella seconda metà del 1800. Si è però certi di una parte del tratto più antico che da Pieve di San Pietro e Paolo di Caiano porta a Monteriggioni. Il percorso è segnalato dalla presenza di conventi, monasteri e case presso le quali i pellegrini potevano ricevere un pasto caldo e sostare per la notte. Essendo la via molto lunga e ostica, i pericoli erano tanti: dalle piene dei fiumi, agli attacchi di animali selvaggi come lupi e cinghiali, dalle incursioni dei briganti ai fenomeni atmosferici, il pellegrino era in continuo pericolo di vita, il che richiedeva il possesso di un adeguato equipaggiamento e di una solida fede.

Coloro che si impegnavano a percorrere il viaggio erano dotati di bisacce, un bastone (bortone) e vestiti pesanti e scuri, nonché di una grande forza di volontà e determinazione. I pellegrini rischiavano anche di smarrirsi, quindi per tracciare la retta via sono state in seguito aggiunte delle pietre miliari su cui è presente l’iscrizione VF (via Francigena). Il pellegrinaggio non era però solo un fenomeno religioso, ma aveva anche motivazioni di altro tipo: erano molti che si avventuravano in questi viaggi per il piacere della compagnia o soprattutto per il commercio. Proprio questo ha portato ad una maggiore vivacità economica da cui è derivata la nascita di ostelli, monasteri e città.

Sezione a cura di Alessandro De Lorenzi, Stefano Grillo e Giulio Mastromartino