Il bosco

Durante il nostro cammino sulla via Francigena, abbiamo attraversato diversi boschi e così abbiamo avuto modo di comprendere la funzione e il valore che questi avevano in epoca medievale.

Nella seconda giornata, per esempio, a un certo punto del nostro percorso, ci siamo trovati di fronte a un bivio: da una parte vi era una strada sterrata semplice da percorrere ma più lunga, mentre dall'altra si diramava un sentiero che attraversava il bosco. Quest'ultimo era più breve ma allo stesso tempo dispendioso di energia e, in ottica medievale, anche pericoloso. Infatti, oltre a essere caratterizzato da un terreno difficilmente percorribile, a causa della presenza di rocce e fango, il bosco costituisce una sorta di labirinto nel quale ci si può perdere e imbattere in animali temibili, quali volpi, lupi e cinghiali. D'altro canto la fauna boschiva costituiva anche una fonte di approvvigionamento per mezzo della caccia.

Inoltre il bosco era fondamentale per la raccolta di bacche, frutti ed erbe, che integravano la povera dieta degli abitanti. I contadini, non potendo permettersi di perdere una giornata di lavoro, affidavano questo compito, insieme al pascolo degli animali, ai propri figli. Per questo motivo esistono molteplici favole su bambini che si perdono nei boschi e che venivano loro raccontate per intimorirli e prepararli alle insidie che avrebbero potuto incontrare.

Il bosco assicurava nei diversi periodi dell'anno le varie risorse necessarie. Infatti, quando non era possibile avere grano o frumento, si poteva ripiegare, per la produzione di farina, sulla raccolta di castagne, le cui bucce potevano essere utilizzate anche per ottenere tinture.

In epoca medievale la società era basata sul sistema feudale. Di conseguenza i boschi rientravano nella proprietà di qualcuno e i contadini, per poter usufruire delle risorse che essi fornivano, dovevano chiedere il permesso al signore feudale in cambio di parte di ciò che avevano ottenuto.

Al di là del ruolo pratico, il bosco possiede una valenza simbolica come afferma Dante all'inizio della Divina Commedia. Come abbiamo detto in precedenza, "la selva" è un luogo in cui "la diritta via è smarrita", fisicamente e metaforicamente, proprio perché è "oscura". A causa degli alberi infatti non vi penetra la luce del sole ed è quindi difficile orientarsi. Per questo essa costituisce un luogo misterioso e, poiché non è presente la luce di Dio, è considerata simbolo del peccato.

Sezione a cura di Matteo Marino, Francesca Aimi, Niccolò Vitali e Sarina Paoli