Il paesaggio

Il paesaggio molto vario che abbiamo osservato durante la camminata è frutto sia dell’azione antropica che dell’azione naturale. Il terreno presente è sabbioso e argilloso poiché milioni di anni fa costituiva parte del fondale marino, prima che il mare si ritirasse. A testimonianza di ciò si possono osservare diversi tipi di conchiglie bivalve e gasteropodi fossilizzate nel terreno.

Un esempio concreto di come il paesaggio sia frutto della dimensione naturale, la sorgente sulfurea, e dell’azione antropica, è la vasca termale. Questa, in epoca medioevale, venne utilizzata soprattutto dai pellegrini come luogo per lavarsi dopo le lunghe camminate e per curarsi da malattie. In periodi più recenti l’azione antropica non ha prodotto effetti positivi, in quanto è stata la causa della scomparsa di molte specie di anfibi.

Il paesaggio agricolo in questa area della via Francigena è rimasto abbastanza fedele a quello presente nel medioevo, infatti si alternano tutt’ora aree coltivate, aree lasciate incolte o adibite al pascolo e boschi che un tempo costituivano una grande fonte di sostentamento per i contadini e servivano a dividere i poderi l’uno dall’altro. In alcuni campi le colture rimangono molto varie, come nel medioevo, perché il contadino, all’interno del suo piccolo fondo che gli veniva concesso dal padrone secondo il contratto della mezzadria, doveva riuscire ad ottenere la più grande varietà possibile di coltivazioni per garantire a sé e alla sua famiglia un’alimentazione il più equilibrata possibile. Per questo motivo il paesaggio può essere definito mosaicizzato.

Costeggiando questi campi ogni tanto si scorgono piccole città o borghi medioevali che vengono distinti in lontananza dalla presenza di torri, come nel caso di San Gimignano o di cittadelle fortificate costruite su alture, come Monteriggioni.

Altri lavori importanti fatti dall’uomo sono le opere idriche al fiume Elsa, come ad esempio un sofisticato sistema di chiuse, per poter far defluire in canali artificiali parte dell’acqua, che veniva poi usata per l’irrigazione dei campi oppure come forza motrice per far funzionare i mulini.

Facendo questo cammino ci si imbatte quindi in opere realizzate dalle diverse popolazioni che hanno abitato la Toscana e si può fare una sorta di viaggio nel tempo attraverso le costruzioni di popolazioni che sono vissute centinaia di anni prima di di noi.

Sezione a cura di Giulia Amari, Vittoria Hu e Alice Spagnol