La vegetazione

Durante il cammino lungo la via Francigena si possono osservare diverse tipologie di piante, molte delle quali in passato erano indispensabili per il sostentamento dei pellegrini e dei contadini. Infatti erano soliti raccogliere i frutti degli alberi e condurre i loro animali nel bosco perché si nutrissero di fogliame, bacche ed erba. Gli alberi che caratterizzano il paesaggio sono numerosi: il cipresso, con la sua forma conica affusolata spicca tra le altre piante ed è abbondantemente diffuso in quanto le sue radici tendono a espandersi in profondità non privando di spazio le piante da coltura. Un’altro albero che si può osservare è la quercia, le cui foglie di forma ondulata si distinguono facilmente nel tappeto boschivo. Le sue ghiande fungevano spesso da mangime per i maiali dei contadini in epoca medioevale.

Il pino marittimo è facilmente identificabile per il suo tronco alto e spoglio e per il fogliame presente solamente nella parte superiore. Gli altri alberi che caratterizzano il cammino sono alberi da frutto, ad esempio noci, ulivi e cachi.

Ricorrente lungo il cammino è la vite, oggi impiegata nella produzione del vino; tra una pianta e l’altra vi sono dei sostegni in cemento o legno. In antichità le viti erano “maritate”, ovvero fatte crescere attorno ad altre piante che potessero sostenerle. Un’esempio di queste ultime, che si può osservare durante il cammino, è la vite maritata con l’acero.

Ci sono anche corbezzoli, alberi sempreverdi che producono frutti di colore rosso chiamati corbezzole. Il corbezzolo è un simbolo patriottico perché possiede nello stesso momento i tre colori della bandiera italiana: il verde delle foglie, il bianco dei fiori e il rosso dei frutti. Queste piante che oggi sono coltivate separatamente l’una dall’altra, erano spesso piantate negli stessi terreni in modo che un contadino potesse assicurarsi l’approvvigionamento durante tutto l’anno con piante che danno i loro frutti in momenti diversi (fico, vite, noce).

Durante il cammino nel bosco si possono raccogliere anche erbe aromatiche per lo più nella loro forma selvatica. Per esempio si trova la menta selvatica, la salvia e il rosmarino. Sono inoltre presenti diverse piante da bacca, la più frequente lungo il cammino è la rosa canina, caratterizzata da fiori rosa e bacche rosse dalle quali si possono realizzare composte con proprietà antinfiammatorie. Un’altra pianta da bacca è il ginepro, le cui bacche erano anche in passato utilizzate per aromatizzare molte pietanze come pane e carni. Sono presenti anche i pungitopi, arbusti che possiedono foglie formate da rami appiattiti e con estremità pungenti. Le sue bacche sono rosse e lucide e sono spesso associate al natale. Simile al pungitopo è l’agrifoglio, albero sempreverde con foglie appuntite con motivi giallo-bianchi e bacche rosse.

Lungo il percorso è inoltre possibile ammirare numerosi tipi di fiori, tra i quali i fiori della lavanda selvatica, le bocche di leone, il berretto del prete (o del vescovo), una pianta caratterizzata da numerosi fiori sferici rosa che contengono al loro interno i frutti arancioni. Presso i fossati, creati dall’uomo per incanalare l’acqua ed irrigare i campi, si notano gli iris, piante dotate di rizomi, ovvero prolungamenti sotterranei del fusto che hanno funzione di riserva e che crescono in orizzontale nel terreno formando nuovi nuclei di piante. I suoi fiori sono spesso blu, viola bianchi e rosa e ha dei petali che si ripiegano verso il basso. Un’altra pianta spontanea che si può notare è l’edera, rampicante che si sviluppa prevalentemente su rocce, tronchi o pareti.

Sezione a cura di Michele Sgalippa Mendini, Lucrezia Romano e Elettra Carapacchi