LAVORO

STUDENT3 LAVORATOR3 E PART TIME

Crediamo in un’università aperta e accessibile a tutt3, che consenta a chi studia e lavora di poter parteacipare alle attività universitarie, senza rinunciare alla qualità e alla completezza della didattica. Al momento nel nostro ateneo non esistono servizi o agevolazioni che consentano a student3 lavorator3, o con situazioni che ne limitino la disponibilità di tempo (caregiver, studenti genitori, studenti atleti ecc…) di accedere in modo completo alla didattica. L’assenza di queste previsioni, infatti, rappresenta un enorme mancanza nella garanzia del diritto allo studio, in quanto colpisce proprio le fasce più deboli della popolazione. Le nostre proposte intendono costruire una didattica flessibile, inclusiva e universale.

1. Part-time flessibile

La nostra proposta mira a dare la possibilità, su opzione dello studente, di ridurre gli anni dell’iscrizione part-time, aumentando il massimale di CFU/anno che lo studente può conseguire. Contemporaneamente, è necessario ridurre la tassazione attualmente prevista per il part-time (circa il 40% in più del normale), riportandola allo stesso livello della contribuzione della generalità dell3 iscritt3.

2. Detrazione contributiva per student3 lavorator3

Crediamo in un’università inclusiva e a libero accesso anche per chi studia e lavora. Questi soggetti, a rischio di abbandono universitario, spesso in difficoltà economica, devono essere supportati nel completamento del loro percorso universitario; pertanto, proponiamo che all3 student3 lavorator3 sia garantita una sostanziale detrazione della contribuzione.

3. Didattica innovativa per student3 con impedimenti

La didattica del nostro ateneo necessita di essere aggiornata per poter favorire l'inclusione delle categorie con impedimenti (student3 lavorator3, caregiver, genitori, atleti o con qualsiasi impedimento alla regolare frequenza). Primo fra tutti chiederemo un potenziamento del sistema di tutoraggio. Secondo, proponiamo la possibilità di accedere alla didattica a distanza, alle registrazioni delle lezioni alle categorie. Proponiamo, inoltre che a tali categorie di studenti sia offerta una maggiore flessibilità negli appelli d’esame, tramite la previsione di due specifici appelli straordinari attivabili su richiesta degli interessati.

4. Adeguamento del sistema del Diritto allo studio all’iscrizione part time

Chiediamo maggiori tutele anche dal punto di vista del diritto allo studio per l3 student3 che decidono di iscriversi part-time.

Tali student3 appartengono spesso a categorie fragili, come student3 lavorator3 e student3 genitori, con bisogni specifici e diversificati.

Dal momento che a tali student3 l’Università riconosce la possibilità, dietro apposita richiesta, di poter sostenere gli esami con un proprio piano didattico personalizzato suddividendo i CFU richiesti in più anni, crediamo sia fondamentale che anche il sistema del diritto allo studio si adegui, con requisiti di merito ridotti e adeguati e scadenze più flessibili.

JOB PLACEMENT

Molto spesso l3 student3, terminato il ciclo di formazione accademico, sono disorientati sulle prospettive lavorative: chi conclude il percorso universitario non trova sbocchi lavorativi dignitosi che valorizzano a pieno la propria professionalità, ed è spesso costretto a lasciare la regione. Dal 2008 al 2017, la componente occupata più giovane, quella al di sotto dei 35 anni, è stata erosa del 27% in Italia del 33% in Umbria, per una perdita di 37 mila unità lavorative. Il tasso di occupazione dei 15-12 24enni, che come media dei paesi dell’Unione è pari al 34,7%, in Umbria si abbassa al 19,2%. Vogliamo un’università e una regione che siano attive in termini di programmazione e garanzia dei diritti. Appare chiaro che l’investimento pubblico in materia di formazione e orientamento al lavoro deve essere una priorità politica di tutti gli attori del territorio, dall’Università alla Regione Umbria. Occorre in prima istanza una coerente e più efficace organizzazione degli uffici preposti all’orientamento al lavoro, con l’istituzione di percorsi di orientamento in itinere che prevedano l’accrescimento delle possibilità occupazionali dei partecipanti, nonché di accrescimento della consapevolezza sul funzionamento del mondo del lavoro e sui diritti annessi.

1. Chiediamo l’attivazione, tramite un tavolo regionale, di un sistema che incentivi ad utilizzare l'apprendistato e non lo stage, come strumento di avviamento al lavoro. Lo Stage, infatti, non è un contratto di lavoro, bensì di formazione, che non prevede l’inquadramento dello stagista come dipendente dell’azienda. Ciò esclude l'applicabilità dei diritti di base quali malattia e congedo parentale e non dà alcuna certezza circa la possibilità di assunzione al termine dell’esperienza. A fronte di queste considerazioni è chiaro che l’unico soggetto a cui lo stage conviene è l’imprenditore. L’apprendistato, che invece è un contratto di lavoro, mantiene l'equilibrio fra il bisogno di formazione e le giuste tutele per il neolaureato.

2. Proponiamo la creazione di un portale pubblico che consenta, da un lato la valutazione dell'esperienza di tirocinio, stage, apprendistato da parte di chi le svolge, al fine di poter conoscere le aziende che adottano comportamenti scorretti, dall’altro che si occupi di incrociare domanda e offerta di lavoro per i soggetti in uscita dal mondo universitario.

3. Chiediamo che l’attività di Job Placement preveda, in ogni corso di laurea, delle ore di seminario da dedicare obbligatoriamente all’orientamento al lavoro (in ambito pubblico e privato) e la realizzazione da parte dell’ateneo, di una guida alle prospettive lavorative e alle basi del diritto del lavoro.