La ricerca esplora il cambiamento di paradigma necessario per affrontare la crisi idrica urbana, proponendo soluzioni innovative per la gestione delle acque meteoriche. Il concetto di waterscape integra funzionalità ecologica e qualità spaziale, trasformando l’acqua in un elemento culturale e partecipativo. Ispirato a Vivre avec l’eau (Parigi, 2008), questo approccio promuove la coesistenza con l’acqua, valorizzandola come risorsa urbana. Le infrastrutture devono rispondere a più esigenze contemporaneamente, combinando gestione idrica, spazi pubblici e sostenibilità. L’uso di tecnologie smart e il riuso delle acque migliorano l’efficienza urbana, aumentando la consapevolezza collettiva attraverso esperienze immersive.
Dottorando: Gaetano Francesco
Tutor: prof Antonino Saggio
La creazione di canali e corsi d’acqua artificiali permette una distribuzione omogenea dell’acqua e modella paesaggi urbani iconici, come Venezia, Amsterdam o Bangkok. Oggi, il recupero di canali esistenti e la realizzazione di percorsi rinaturalizzati sostituiscono i corsi cementificati, migliorando il drenaggio, la mobilità e il tempo libero, valorizzando la vegetazione e riqualificando gli spazi urbani.
L’innalzamento delle quote urbane sopra i livelli di esondazione separa fisicamente la città dall’acqua, garantendo sicurezza idraulica. Nuovi edifici e quartieri vengono spesso sollevati su pilotis o isole artificiali, mentre il patrimonio esistente può essere rialzato con martinetti idraulici. Sebbene questi interventi siano principalmente tecnici, se reinterpretati creativamente potrebbero portare a trasformazioni innovative nel patrimonio costruito.
L’uso del sottosuolo per la gestione delle risorse idriche è una pratica antica, come dimostrano cisterne storiche a Roma, Todi, Orvieto e Istanbul. Ancora oggi, questi sistemi aiutano a ridurre il rischio di inondazioni. L’approccio contemporaneo punta però a integrarvi nuove funzioni o a riconvertirli durante i periodi di inattività per usi alternativi.
Progettare spazi pubblici come aree in grado di raccogliere le acque piovane durante i temporali è una strategia efficace per l’ambiente urbano. Ispirandosi alle Naumachie di Piazza Navona, oggi piazze, parcheggi e rotonde possono diventare bacini temporanei, trattenendo l’acqua e proteggendo la città da eventi meteorologici estremi, soprattutto in aree già edificate con vincoli strutturali.
La rimozione di pavimentazioni impermeabili aumenta le superfici drenanti e rallenta il deflusso delle acque. Modellando il suolo, si creano nuove topografie urbane capaci di trattenere l’acqua piovana e ospitare spazi pubblici multifunzionali con aree ludiche, ecologiche e ricreative. Questa strategia ha portato alla diffusione di giardini pluviali, migliorando la resilienza, la sostenibilità e la vivibilità urbana.
Il film Waterworld (1995) immaginava un futuro sommerso, con l’umanità su atolli galleggianti. Oggi, vivere sull’acqua è una tendenza in crescita, spinta dalla scarsità di suolo edificabile e dal fascino delle houseboat, che offrono uno stile di vita nomade, sostenibile e a costi contenuti. In alcune città sono nati veri insediamenti galleggianti, con architetture adattabili all’acqua, offrendo un’alternativa all’urbanizzazione tradizionale.
Le fermate progettate per essere spazi multifunzionali che integrano il trasporto pubblico con soluzioni moderne e sostenibili con centri informativi tecnologici, dove i passeggeri possono accedere a dati in tempo reale sulla mobilità e sui servizi urbani. Questo approccio crea un ambiente dinamico e interattivo che stimola la vita comunitaria e la sostenibilità.
Le fermate e i veicoli sono dotati di sensori per raccogliere dati in tempo reale sul traffico, la qualità dell'aria e la gestione dei flussi di passeggeri. Questi dispositivi permettono di monitorare costantemente l'efficienza del sistema di trasporto, ottimizzare i percorsi e migliorare l'esperienza dei passeggeri, contribuendo a una gestione intelligente e sostenibile della mobilità urbana.
Spazio flessibile e multifunzionale caratterizzato da gocce d'acqua controllate digitalmente, in grado di generare scritte, motivi o fungere da accessi interattivi agli spazi. Questo innovativo sistema di "acqua digitale" crea un ambiente dinamico che si adatta alle esigenze degli utenti, offrendo nuove modalità di fruizione e interazione. Un esempio di questa tecnologia è il Digital Water Pavilion di Saragozza (2008), dove l'acqua diventa un mezzo di comunicazione e un elemento visivo che arricchisce l'esperienza dello spazio pubblico.
Queste sono le proposte e gli obiettivi del progetto, pensati per trasformare l'ambiente urbano in un ecosistema più sostenibile, intelligente e interattivo.