spettacoli per le scuole

LA STORIA DI HANSEL E GRETEL

17 gennaio ore 9

età 5 - 10 anni

Nella regione tedesca dello Spessart esiste ancora una fitta foresta, difficile da attraversare con i suoi pochi e aspri sentieri, resi ancora più difficoltosi da giganteschi e ombrosi pini e faggi, i cui rami intralciano il cammino. Per i contadini della zona è “il bosco della strega”, per via di un rudere con i suoi quattro forni e della storia di una donna bellissima che, con i suoi dolci magici, catturava quanti, perdendosi nel bosco, arrivavano nei pressi della sua casa. Sembra essere questa l’origine della fiaba di Hansel e Gretel, racconto “ombroso” come il bosco, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare ai due fratellini bellissima, accogliente e materna, ma strega che inganna e mangia i bambini. Nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia: il giornaliero inganno dell’immagine nasconde verità opposte o semplicemente più complicate. La casa, il bosco, il sentiero illuminato dai magici sassolini, le piume lucenti del cigno, tutto gira e si trasforma, per poi ritornare con una luce nuova, come il sole ogni mattina.

In tempi di recessione economica, raccontare ai bimbi della società dei consumi una favola che prende avvio proprio dalla prosastica difficoltà di un padre e di una madre a sfamare i figli può non essere un esercizio di stile. Del resto, le favole non lo sono mai. Quali ansie d’abbandono, paura di non vedere soddisfatti i propri bisogni, quali fantasmi prendono corpo in bambini che sentono minacciata la propria avidità di benessere? Uno spettacolo sospeso tra realtà e favola, perché i bambini imparino a dare valore alle cose e soprattutto alla loro capacità di discernere e conquistarle, a superare la dipendenza passiva, quella dai genitori e quella… dall’abbondanza.


PIERINO E IL LUPO

29 gennaio ore 9

età: dai 5 anni

Pierino e il lupo è una favola in musica per voce recitante e orchestra (op. 67) con testo e musica diSergej Prokofiev. Andato in scena per la prima volta il 2 maggio 1936 al Teatro sociale per l’Infanzia di Mosca, la cui direttrice, regista e pedagogista Natalja Satz aveva proposto e commissionato il lavoro al compositore. Pierino e il Lupo insegna, in modo originale e divertente, a conoscere e riconoscere gli strumenti dell’orchestra; pensata per i più piccoli, ma utile anche a chi si avvicina per la prima volta all’ascolto. Il segreto di quest’opera è senza dubbio educare al potere allusivo della musica, capace di creare perfette corrispondenze tra suoni e immagini. Il progetto che andiamo a sviluppare è rivolto ad una fascia di pubblico compresa tra i 7 e 12 anni e pone l’attenzione sul confronto tra danza, musica ed emozioni. Quella di Pierino è una favola semplice, con una morale semplice, densa però di emozioni differenti: il protagonista incontra sulla sua strada furbizia, amicizia, paura, tristezza, coraggio, gioia.. che suono hanno queste emozioni? Come si muovono? Di che colore sono? Il progetto mette in evidenza l’aspetto educativo di questa favola, rivisitandola in chiave contemporanea, per intraprendere un percorso assieme ai ragazzi, volto all’ascolto musicale, alla conoscenza del linguaggio della danza, ma anche al riconoscimento delle emozioni


RACCONTO PERSONALE

6 febbraio ore 9

età: 11 - 14 anni

Un racconto personale, come quelli che capitano in treno, in fila alle poste, in una sala d’attesa…ogni volta che qualcuno ha voglia di ascoltare e si trova a scoprire quanto è diversa dalla nostra la vita degli altri, e quanto simili alle nostre sono le emozioni, i bisogni e l’istinto che la guidano.
Abbiamo immaginato un evento simbolico, per pochi spettatori alla volta perché per raccontare la propria vita c’è bisogno dell’intimità che annulla le distanze.

Mamadou è un giovane cittadino della Costa d’Avorio che si è messo in viaggio “senza motivo”: non c’era una guerra nel suo Paese, non era perseguitato, aveva addirittura da mangiare tutti i giorni, tre volte al giorno. Quella di Mamadou è una storia sfrontata e arrogante, che ci racconta di un ragazzo che ha semplicemente pensato di avere diritto a un’occasione nella vita per inseguire un sogno. Una storia lunga, che attraversa il deserto e che comincia con l’incontro con il trafficante più in gamba di tutta l’Africa: Sita la venditrice.

Il progetto s’ispira a quello della Human Library nata in Danimarca, nella ferma convinzione che raccontarsi sia il modo migliore per avvicinarsi, anche e soprattutto in questo tempo che ci ha necessariamente richiesto una lontananza fisica.

PICCOLO SUSHI

12 febbraio ore 9

età: 6 - 12 anni

In un angolo sperduto del Giappone un ragazzino porta avanti l’attività di famiglia vendendo cibo da strada, il sushi, con il suo yatai come faceva un tempo sua nonna. Ogni giorno gli stessi rituali, ogni giorno alle prese con qualcosa che sembra sempre volergli sfuggire di mano. Tra strampalate apparizioni dello yurei (spettro) della nonna e sogni di fughe verso l’Occidente, questa storia ci accompagna a riscoprire e coltivare le proprie radici, a capire il valore della tradizione senza perdere il contatto con la realtà. Un viaggio affascinante in una cultura lontana e ricchissima come quella giapponese, la cui cucina si è imposta in maniera sorprendente in Occidente anche tra i più giovani. Michela Marrazzi anima la marionetta ibrida di un ragazzino e gioca con lui nelle tante possibilità del rapporto animatore e animato. Le scene dipinte digitalmente suggeriscono un viaggio immersivo in un Giappone senza tempo rievocato anche dalle sonorità originali di Paolo Coletta.

TUONO

27 febbraio ore 9

età: dai 6 anni

Che fortuna abitare a pochi passi dalla casa di un gigante! A chi non viene voglia, ogni tanto, di provare il brivido del pericolo? E il Sig. Tunesson, detto Tuono, sembra proprio fatto apposta per spaventarti: enorme, sempre arrabbiato, con la sua camicia a fiori color sangue sul punto di scoppiare sopra la grossa pancia, chissà se piena di salsicce o di gatti o di bambini. E forse ha persino il dono della telepatia, se si vuole credere a Bernt! Il papà dice sempre che Bernt è un contafrottole. Sarà, ma è un amico prezioso che sa sempre tutto. Purtroppo, però, capita perfino alle amicizie più salde di attraversare qualche difficoltà, e arriva il momento in cui il nostro protagonista, per una sciocca leggerezza, sembra aver perduto quella di Bernt. Grazie a un’impresa eroica nel giardino di Tuono, non solo la riconquisterà, ma capirà che il gigante non è un gigante ma un uomo un po’ diverso dagli altri, più solo che arrabbiato e con un’insospettabile passione per la musica. Magari si potrebbe ipnotizzarlo e chiedergli un favore per restituire alla mamma il sorriso che negli ultimi giorni ha perduto… Il coraggio e l’amicizia sono i grandi protagonisti di questa storia di Ulf Stark, che accompagna con delicatezza, intelligenza e divertimento i suoi piccoli personaggi nella grande avventura della vita: crescere. Un attore, un musicista e un pianoforte. Il testo leggero, immaginifico, toccante e divertente, viene attraversato ed messo in azione con l’aiuto di note struggenti e vorticose che evocano di volta in volta gli spazi, gli elementi naturali e le rivoluzioni emotive del protagonista, la cui vicenda permetterà agli spettatori di rivivere quei piccoli grandi conflitti che sono parte fondante della formazione emotiva di ciascun individuo: la difficoltà di comprendere ed accettare quando un genitore soffre, la scoperta del dolore quando ci accorgiamo di aver ferito un amico, la strana tentazione di fare cose che ci terrorizzano, ma delle quali non riusciamo inspiegabilmente a fare a meno. Un lavoro pensato per creare una volta di più un ponte tra le generazioni e portato in scena con il desiderio di contribuire a dare un nome alle emozioni che ci aiutano a diventare grandi. 

C'ERA UNA VOLTA LA GUERRA

8 aprile ore 10

età: 15 - 18 anni

In un atto unico di 75 minuti si susseguono fatti, personaggi, riflessioni, dialoghi e canzoni che cercano di ripercorrere la storia di questi ultimi decenni e mostrare che la guerra non è inevitabile. L’orologio dell’Apocalisse - il Doomsday Clock, è stato ideato dagli scienziati della rivista del Bulletin of Atomic Scientists nel 1947 per mostrare metaforicamente una ipotetica fine del mondo. Di fronte a tutto questo, C’era una volta la guerra è un titolo che potrebbe sembrare un’utopia. ‘Utopia’ non è una parola adatta soltanto ai sognatori, ai poeti o ai pazzi. Non significa fuga dalla realtà, ma capacità di immaginare qualcosa che non c’è ancora, rendendola possibile. A dimostrarcelo sono le vite di alcune persone, più o meno conosciute, che negli anni hanno saputo inceppare il meccanismo della guerra, “per un futuro che tenga conto dell’umanità”. Attraverso la voce di Mario Spallino, accompagnata da musiche e canzoni originali di Guido Tongiorgi, le loro storie prendono vita sulla scena per ricordarci che uomini e donne possono, con le loro scelte, compiere azioni straordinarie. C’era una volta la guerra è uno spettacolo, ma anche e soprattutto un contributo a un’educazione che includa nel suo percorso l’utopia.

PLAYJAM

10 e 11 aprile ore 9 e 10:30

età: 1/3 anni

PLAYJAM è una sessione di improvvisazione danzata aperta a tutti e tutte con un particolare sguardo alla fascia 1-3. 

Un evento in cui poter vivere la danza a 360 gradi, da spettatori ma anche da attori. 

Sperimentare la bellezza del guardare e la potenza del “fare” la danza, mescolandole insieme. 

Un modo speciale di vivere la relazione genitore figli*, dimenticando le parole e lasciandosi trasportare dalla musica e da giochi danzati.

 

Condotti da due danzatrici e un musicista, ci immergeremo in un'esplorazione in cui a parlare sarà il movimento e la libera esplorazione in connessione con il gruppo che si creerà. Un modo per giocare insieme con il movimento, la musica e nuovi amici e nuove amiche.

 


L'ANGELO DELLA STORIA

9 maggio ore 9 

età: dai 14 anni

Non è che il passato getti la sua luce sul presente o il presente la sua luce sul passato, ma l'immagine è ciò in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con l'adesso in una costellazione (Walter Benjamin) L’Angelo della Storia raccoglie aneddoti storici di secoli e geografie differenti, gesti capaci di raccontare le contraddizioni di intere epoche, azioni illogiche, assurde, che suscitano stupore o commozione, spaesamento o compassione, momenti che in una parola potremmo definire paradossali. Messe in risonanza, queste micronarrazioni rivelano una mappa del paradosso che forse può parlarci del presente, portando la nostra attenzione su quei collegamenti che il filosofo Walter Benjamin chiamava costellazioni svelate. L'Angelo di questo progetto guarda alla microstoria, al dettaglio, ai momenti in cui il tempo si condensa, alle vicende di persone illustri e sconosciute: sulla scorta degli scritti dello storico Yuval Noah Harari proviamo a ricombinare il passato per ridiscutere l’immaginario presente, per osservare Sapiens attraverso una presa di distanza nel tempo, cercando quella stessa vertigine che coglie un astronauta quando prende distanza dalla Terra viaggiando nello spazio. 


IL RAGAZZO CHE SCELSE GLI ALBERI

vita di Giacomo Puccini

13 maggio ore 10

età: 6 - 13 anni

Da domani non ci sono più. STOP

Cambio punto di vista. STOP. Cambio strada, cambio letto, cambio casa. STOP

Voglio stare in silenzio e osservare tutto. STOP

Io non ci sto più a vivere così. STOP

Scelgo gli alberi per regalare loro la mia presenza, perchè è tempo di ascolto,

è tempo di una rivoluzione gentile, è l'ultima occasione per il rispetto e io

non me la voglio perdere. STOP

L'idea IL RAGAZZO CHE SCELSE GLI ALBERI è un progetto di osservazione dall'alto, una svolta nella prospettiva di una civiltà che gioca all'indifferenza. Necessitiamo di abbracciare in uno sguardo nuovo, sinceramente equilibrato, umilmente pentito, quanto ancora rimane di naturale intorno a noi, convinti che il mondo, in qualche modo, si salverà dalle ferite che gli abbiamo inferte, noi - invece - no. Se c'è una possibilità di recupero dal nostro pazzesco auto-sabotaggio è proprio nel cancellare la logica dell'Uomo che domina il pianeta. Ai ragazzi dobbiamo chiedere di abbandonare l'orizzontalità dei divani in cui si sono rifugiati, per essere nostri complici nel guardare fuori, oltre, verso l'alto di una risalita che ci potrà sanare. Un omaggio all'amato Barone Rampante, a Julia Hill-la ragazza farfalla e a tutti quelli che lucidamente disobbediscono e rischiano di non essere creduti per le loro scelte.

CAPPUCCETTO ROSSO

15 maggio ore 9 

età: 4 - 8 anni

Con “C’era una volta una piccola, dolce bimba di campagna...” inizia un gioco di narrazione nel quale i protagonisti diventano lupo o lupa, bambino o bambina, entrando e uscendo dal racconto più volte, proprio come fanno i bambini quando insieme giocano al “facciamo che io ero…”. Una sequenza di scene che, tra corse, rincorse e tante risate, ricostruisce il percorso di Cappuccetto Rosso nel bosco. Lo spettacolo vuole raccontare, attraverso il gioco, i tanti aspetti che la storia racchiude. Le parole si ripetono come un mantra, come una canzone imparata a memoria, come un qualcosa di istintivo e naturale. È stata una scoperta entrare tra le righe, pochissime, di questa fiaba, conosciuta da tutti, ma di cui forse in pochi conoscono i particolari. Tra le diverse versioni esistenti, da Charles Perrault a Paul Delarue, abbiamo scelto di raccontare la fiaba dei fratelli Grimm. Abbiamo voluto raccontare e sottolineare il senso di libertà che Cappuccetto Rosso ha potuto vivere nel momento in cui è stata mandata per la prima volta nel bosco da sola, e la sua innocenza, che emerge bene nell’incontro con il lupo, nei confronti del quale non nutre alcuna paura. E abbiamo voluto evidenziare lo spirito puro con cui affronta l’avventura questa “piccola e dolce bambina di campagna”. Gli attori interpretano la storia in modo divertente e travolgente, con azioni rapide come il gioco dei bambini, dove a volte la mancanza di fiato, o addirittura la fame, può interrompere per un attimo il mondo appena creato, per poi ripartire con altrettanta energia.