spettacoli per le famiglie

PIERINO E IL LUPO

28 gennaio ore 17

Durata 60 minuti 

Musiche Sergej Prokofiev 

Coreografia e Regia Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini 

Danzatori cast di 6 danzatori 

Età consigliata dai 5 anni 

Produzione Nuovo Balletto di Toscana 

Pierino e il lupo è una favola in musica per voce recitante e orchestra (op. 67) con testo e musica diSergej Prokofiev. Andato in scena per la prima volta il 2 maggio 1936 al Teatro sociale per l’Infanzia di Mosca, la cui direttrice, regista e pedagogista Natalja Satz aveva proposto e commissionato il lavoro al compositore. Pierino e il Lupo insegna, in modo originale e divertente, a conoscere e riconoscere gli strumenti dell’orchestra; pensata per i più piccoli, ma utile anche a chi si avvicina per la prima volta all’ascolto. Il segreto di quest’opera è senza dubbio educare al potere allusivo della musica, capace di creare perfette corrispondenze tra suoni e immagini. Il progetto che andiamo a sviluppare è rivolto ad una fascia di pubblico compresa tra i 7 e 12 anni e pone l’attenzione sul confronto tra danza, musica ed emozioni. Quella di Pierino è una favola semplice, con una morale semplice, densa però di emozioni differenti: il protagonista incontra sulla sua strada furbizia, amicizia, paura, tristezza, coraggio, gioia.. che suono hanno queste emozioni? Come si muovono? Di che colore sono? Il progetto mette in evidenza l’aspetto educativo di questa favola, rivisitandola in chiave contemporanea, per intraprendere un percorso assieme ai ragazzi, volto all’ascolto musicale, alla conoscenza del linguaggio della danza, ma anche al riconoscimento delle emozioni 

PICCOLO SUSHI

11 febbraio ore 17

con Michela Marrazzi 

drammaturgia e regia Tonio De Nitto 

cura dell’animazione Nadia Milani 

puppet Michela Marrazzi 

musiche Paolo Coletta 

scene IoleCilento e Porziana Catalano 

costruzione scenica Luigi Di Giorno 

luci Davide Arsenio 

costumi Lapi Lou 

tecnica utilizzata teatro d’attore e di figura 

età consigliata dai 6 ai 12 anni 

Fondazione Sipario Toscana, Factory Compagnia Transadriatica 

In un angolo sperduto del Giappone un ragazzino porta avanti l’attività di famiglia vendendo cibo da strada, il sushi, con il suo yatai come faceva un tempo sua nonna. Ogni giorno gli stessi rituali, ogni giorno alle prese con qualcosa che sembra sempre volergli sfuggire di mano. Tra strampalate apparizioni dello yurei (spettro) della nonna e sogni di fughe verso l’Occidente, questa storia ci accompagna a riscoprire e coltivare le proprie radici, a capire il valore della tradizione senza perdere il contatto con la realtà. Un viaggio affascinante in una cultura lontana e ricchissima come quella giapponese, la cui cucina si è imposta in maniera sorprendente in Occidente anche tra i più giovani. Michela Marrazzi anima la marionetta ibrida di un ragazzino e gioca con lui nelle tante possibilità del rapporto animatore e animato. Le scene dipinte digitalmente suggeriscono un viaggio immersivo in un Giappone senza tempo rievocato anche dalle sonorità originali di Paolo Coletta. 

MOUN

portata dalla schiuma e dalle onde

10 marzo ore 17

da Moun di Rascal 

con Deniz Azhar Azari 

regia e scene Fabrizio Montecchi 

sagome Nicoletta Garioni (dalle illustrazioni di Sophie) musiche Paolo Codognola 

coreografie Valerio Longo 

produzione Teatro Gioco Vita in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione 

Età consigliata da 5 a 10 anni 

tecnica utilizzata: teatro d’ombre, d’attore e danza 

Mentre la guerra non smetteva di rimbombare anche il cibo venne a mancare. I genitori di Moun presero allora una difficile decisione: costruirono una piccola scatola di bambù e vi deposero la loro prima creatura e le loro ultime speranze. Ai genitori di Moun il loro paese, in preda alla follia della guerra, sembra ormai non offrire nessun futuro. Con un atto disperato decidono di abbandonare al mare l’unica figlia, nella speranza che, lontano dalla guerra, avrà una possibilità di salvezza. Moun attraversa l’oceano dentro una scatola di bambù e arriva “al di là” del mare, dove su una spiaggia un’altra coppia la trova, la porta in salvo e l’adotta. Moun cresce così in una famiglia che la ama, circondata da fratelli e sorelle. Arriva però il giorno in cui le sono rivelate le sue vere origini e Moun si trova a fare i conti con la propria storia. Dopo tanto soffrire Moun capisce che “anche dall’altro lato dell’oceano l’amavano”, e per regolare i conti con il suo passato decide di compiere un simbolico ritorno al paese natale. Affida al mare quello che di quel luogo possiede: la scatola di bambù, ma arricchita di tutto quello che lei ha amato nei suoi anni d’infanzia, ricordi di un “tempo dell’innocenza” in cui lei ignorava le sue radici. La scatola di bambù, che i genitori di Moun stringevano “contro il cuore” all’inizio del suo lungo viaggio, farà così ritorno a casa, dopo che Moun l’avrà anche lei stretta per l’ultima volta “contro il suo cuore.” Moun è una storia che nonostante tratti temi forti come l’abbandono, l’adozione, la nostalgia e la costruzione di sé, trasmette un senso di grande serenità. La sua forza consiste proprio nel contrasto tra la gravità dei temi trattati e la grande leggerezza con cui sono enunciati. Questa leggerezza poetica è resa sulla scena da immagini d’ombra dai toni pastello, acquerellati, e da ritmi calmi e distesi, che donano un’atmosfera di pace che informa tutta l’azione scenica e anche la recitazione 

PIUME e TANGLE

due spettacoli di circo contemporaneo

7 aprile 17

PIUME Di e con Elena Burani Aiuto alla regia Andrea Bettaglio Brani musicali originali di Eufemia Mascolo 

Nella creazione sono partita da immagini e stati d’animo che desideravo rappresentare e la sfida è stata tradurli “in movimento”. Dare vita ad una foto, trovare la dinamica di un’emozione, il ritmo e i gesti di una condizione. Ho quindi associato emozioni astratte e impalpabili a stati corporei concreti come freddo, iperventilazione, prurito o a stati materici della natura quali la durezza della pietra, la flessibilità del giunco al vento, le movenze di un volatile. Sono partita dallo studio di alcune condizioni quali ad esempio l’attesa. Dapprima interpretandola con un approccio naturalistico (non fare nulla, aspettare, rispettare i tempi del corpo nell’immobilità). In seguito analizzando le sfumature di differenti emozioni che entrano in essa come la speranza, la noia, l’impazienza. Infine giocando con tempo, ritmo e livelli. Per arrivare a scrivere partiture con i piccoli e grandi movimenti che lentamente hanno riempito l’immobilità, interpretando emozioni e materializzando pensieri via via sempre PIÙ in profondità. Ho osservato e provato a riprodurre suoni e movimenti di alcuni volatili per traslare il linguaggio del corpo animale su quello umano, costruendo un vocabolario fisico, universale che potesse dar vita a una similitudine sensibile tra l’istinto animale e l’emozione umana. L’accompagnamento musicale è a sostegno di alcune parti e alterna brani originali creati appositamente per lo spettacolo ad un motivo tratto da una canzone di Tom Waits, suonato ogni volta da uno strumento differente, che ritorna in loop per descrivere il riproporsi di una situazione. Lo “strumento” voce è parte integrante del lavoro fin dall’inizio ma le parole arrivano solo attraverso una canzone e una poesia finale che come un epilogo raccontano quello che è già stato vissuto. 

TANGLE…IN THE WOMB OF A JUGGLER Di e con Francesca Mari Regia Francesca Mari 

Il nuovo atmosferico solo di Circo Contemporaneo di Francesca Mari ‘Tangle…in the womb of a juggler’ (‘Intreccio…nel grembo di una giocoliera’) esplora il movimento in un sogno astratto, liberamente ispirato a miti e leggende delle Isole Tonga, al concetto ampio di femminilità e alle mille sfaccettature dell’arte della Giocoleria. Lo spettacolo vuole essere un tributo di una giocoliera professionista, donna e italiana ad una cultura tradizionale, tanto affascinante, tanto lontana dalla sua ma allo stesso tempo tanto vicina. Un cultura che genera legami speciali tra donne, dati dall'immensa gioia portata dal semplice gesto di lanciare e riprendere oggetti, il quale non ha alcuna bandiera.Creato dopo un grande viaggio nelle Isole Tonga, dopo una straordinaria esperienza umana ed antropologica, grazie ai molti incontri ed alle molte conversazioni con differenti persone incontrate. Tangle è ispirato alla tradizione Tongana dell’Hiko, gioco in cui frutti a forma sferica (noci tui-tui) vengono lanciati in aria creando un pattern circolare. Ma non solo.. Hiko è anche una danza tradizionale eseguita soltanto da giovani donne, è una misteriosa canzone di cui si è perso il significato, e soprattutto è Giocoleria. Combinando la sua tecnica circense con le tradizioni dell’Hiko in Tonga, Francesca offre uno spunto alla riflessione raffinato profondo e innovativo, mettendo in lucid concetto di femminilità e chiedendosi cosa accomuna ed unisce donne in culture differenti, partendo appunto dal gioco. Tangle è un affascinante, riflessivo ed intimo spettacolo di Circo Contemporaneo ricco di prodezze tecniche e sottile ed intelligente senso dell’umorismo. Tra la fusione di giocoleria ed antipodismo (giocoleria con i piedi), tra danza teatro e clown, questo spettacolo è per tutte le età.