In questa sezione vengono raccolte alcune testimonianze tratte dalla vita universitaria di noi, studenti contro il Green Pass.
Nella residenza privata convenzionata con l’università in cui vivevo, da fine agosto è stato richiesto il “green pass” per alloggiarci. Se ci si presentava senza certificazione verde da vaccino o tampone negativo il proprietario ha affermato che non era autorizzato a far entrare le persone e sarebbe stato obbligato a chiamare le forza dell’ordine. A chi si fosse recato in residenza munito di tampone veniva richiesto di indossare la mascherina, mentre chi fosse stato munito di “green pass” da vaccino era libero di non indossarla (nonostante possa comunque contrarre la malattia e contagiare le persone con la stessa carica virale di una persona non vaccinata).
Al mio arrivo presento un tampone negativo e la mattina successiva vengo convocata per una riunione a cui erano presenti il proprietario della residenza, la donna delle pulizie, una referente della struttura ed una coinquilina che anche lei era contraria alla richiesta di tali condizioni. Durante l’incontro il proprietario ci spiega come dal 6 agosto il tampone fosse opportunamente richiesto nei luoghi di comunità e come dunque lui fosse obbligato a richiedercelo, non solo dalla legge ma anche dall’università (in quanto anche le altre residenze convenzionate lo richiedono [info non vera]), dal comune e dalla regione. Ci viene detto inoltre che la possibilità di fornire tamponi ogni 48h è valida fino al 31 agosto, ma che successivamente è necessario obbligatoriamente il “green pass” vaccinale, in quanto i tamponi valgono solo 48h, altrimenti sarebbe stato obbligato a chiamare i carabinieri. Afferma anche che se avessimo avuto problemi a fare tamponi, il proprietario sarebbe stato disposto a fornirci personalmente i soldi per pagarci i tamponi, ci avvisa inoltre che i carabinieri gli hanno riferito che se entriamo in residenza senza “green pass” può denunciarci per violazione di domicilio, reato penale. L’incontro si conclude con il proprietario che ci impone dunque di presentare tamponi fino al 31 agosto, ma che successivamente <<serve il green pass regolare da vaccino.>>. Come chiusura dell’incontro ci avvisa con tali parole <<se per caso succede qualcosa qui dentro, daranno la colpa a voi, perché devono dare la colpa a me>>.
Qualche giorno dopo invia una mail a me ed alle referenti in cui intima l’obbligatorietà del vaccino <<altrimenti […] costretto mio malgrado – a chiedere l'osservanza delle vigenti disposizioni di legge tramite gli organi istituzionalmente preposti >>.
A seguito di questi eventi, mi sono recata presso il comando dei carabinieri per esporre denuncia di estorsione, (come suggerito dal mio avvocato). L’ufficiale con cui ho parlato ed i suoi colleghi mi hanno comunicato che non si trattava di estorsione in quanto, imponendomi il vaccino, non mi si stava chiedendo qualcosa in cambio, ma fornendo una <<libera scelta>>: o mi vaccino o me ne vado. Alla luce di quanto detto non mi è stato quindi permesso di esporre denuncia.
Dunque, dopo aver trovato un appartamento in mattinata in cui alloggiare, vengo convocata da una referente che mi consegna dei fogli contenenti informazioni relative alla vaccinazione e mi riporta il comunicato del proprietario che prevede che se non mi vaccino entro la giornata del 1° settembre devo portare via tutte le mie cose entro mezzogiorno del suddetto giorno. A quel punto me ne sono andata definitivamente dalla struttura.
Scienze del linguaggio: 3 docenti comunicano l'esplicito divieto da parte della direzione di aprire registrazioni salvate a tutti. Addirittura una docente aveva caricato la prima lezione ma gli informatici l'hanno avvisata che doveva solo essere un'eccezione. La docente in questione (prof. Coonan) ha anche comunicato che in futuro non sarà possibile interagire da casa e si è dichiarata molto dispiaciuta al riguardo.
Mi sono messo in fila per entrare alle aule MF di San Basilio e quando è arrivato il mio turno di essere controllato dai delegati in tuta gialla gli ho detto che non avevo il gp, che avevo comunque il diritto allo studio e che non volevo diffondere dati sanitari sensibili. Lui mi ha detto che se avessi provato ad entrare lui non mi avrebbe potuto fermare ma che avrebbe chiamato le forze dell'ordine. Io gli ho detto di chiamarle e lui ha cominciato a spiegarmi come era d'accordo sul fatto che il gp fosse un'assurdità e si vedeva che non voleva veramente chiamare la polizia. Cercava in qualche modo di farmi desistere e convincermi a lasciar perdere. Io volevo comunque andare alla mia lezione e lui mi ha chiesto nome e cognome (che io ho erroneamente dato). Ha scritto tutto su un foglio e poi mi ha portato alla mia aula, chiedendo al prof Zanotti se accettava di continuare la lezione con uno studente privo di gp. Il professore ha detto di no e lì ho rinunciato. Io e un'altra ragazza nella mia stessa situazione abbiamo poi cominciato un dibattito con i due signori in tuta gialla che sembravano quasi convinti delle nostre argomentazioni. Poi io e la ragazza abbiamo lasciato l'edificio.