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Dipartimento relazioni internazionali
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Associazione studenti contro il green pass Venezia
L’Associazione “studenti contro il green pass - Venezia” è nata all’interno di un movimento nazionale italiano che ha visto la spontanea e pacifica associazione di tutti i lavoratori in ambito accademico (studenti, professori, ricercatori, borsisti, bibliotecari, personale ATA etc) ai quali la vigente normativa italiana impedisce di accedere all’interno delle Università, delle Biblioteche e a tutte le strutture e i servizi ad esse collegate (mense universitarie, sedi di tirocinio, conferenze, convegni, mostre d’arte etc.) in caso di mancata esibizione della Certificazione Verde Covid 19 all’accesso delle relative strutture; certificazione che in Italia si può ottenere solo ed esclusivamente mediante vaccinazione o tramite tamponi nasofaringei economicamente e fisicamente onerosi.
Tra le numerose iniziative che l’associazione vuole promuovere è, attraverso il suo neonato dipartimento di relazioni internazionali, quella di aprire un dialogo europeo ed extra-europeo, che metta in comunicazione gli studenti e i docenti universitari di tutto il mondo al fine di raccogliere testimonianze rispetto alle seguenti tematiche:
- Se nello stato di appartenenza sia stato adottato il Green Pass o un analogo certificato quale strumento per esercitare talune attività e/o diritti;
- A quali condizioni venga concessa il Certificato Verde o l’analogo strumento, in che misura sia stato imposto nella propria nazione; e dunque in quali luoghi esso rappresenti un requisito imprescindibile di accesso, con specifica attenzione ai luoghi di interesse culturale (teatri, musei, conferenze, cinema all’aperto etc);
- se esso sia stato accolto o rifiutato dalla cittadinanza, e in particolare come abbia reagito il mondo accademico;
- in che misura la stampa nazionale abbia dato voce alla parte del consenso e a quella del dissenso, e quali siano, nel caso fossero stati coniati, i neologismi con cui etichettare l’una e l’altra parte del dibattito;
- come le Università abbiano deciso di comportarsi per garantire il diritto allo studio e al lavoro a seguito delle disposizioni governative nazionali sul Green Pass;
- Se l’interlocutore abbia avuto notizie circa il fatto che ci siano stati docenti nell’università di appartenenza che abbiano espresso ufficialmente (attraverso pubblicazioni o interventi pubblici in tv, conferenze o in piazza), o in situazioni confidenziali, la propria opinione in merito al Green Pass;
- Se l’interlocutore abbia avuto notizie circa il fatto che ci siano in campo umanistico, filosofico e giuridico delle personalità nel proprio paese – e se sì quali i loro nomi? - che si stiano occupando di analizzare la situazione e i rischi a cui lo stato prolungato di restrizioni possa esporre a livello individuale, collettivo e statale;
- Se si conosca all’estero la situazione dell’Italia - che si connota per una linea governativa particolarmente invasiva rispetto alla vita del singolo individuo - che potrebbe rappresentare un modello politico adottabile anche in altre nazioni.
Volendo essere queste interviste un momento privilegiato di scambio culturale internazionale, questo progetto non ha solo l’obiettivo di reperire testimonianze utili al mondo accademico italiano per trovare nuovi termini di confronto e analisi della propria realtà, ma soprattutto, urge la necessità di dare vita ad una rete di comunicazione nuova che possa stimolare, in particolare i giovani e gli accademici, alla partecipazione e alla costruzione di una tavola rotonda che dia la possibilità a ciascuno di formulare il proprio critico pensiero.
Crediamo che solo la moltitudine di pensieri e di voci, a prescindere dalla nazionalità dal luogo d’origine, di ricercatori e di giovani studenti possa permettere l’inizio di una rivendicazione collettiva delle responsabilità individuali che la società da sempre richiede per farsi frutto degli sforzi della più ampia collettività.
Questa è dunque un invito aperto a tutti gli studenti, i ricercatori e i docenti provenienti da tutto il mondo che vogliano offrire la loro testimonianza e le loro riflessioni su quanto sta accadendo nel loro paese.
Contatti:
venezia@studenticontroilgreenpass.it
Dipartimento relazioni internazionali
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Associazione studenti contro il green pass - Venezia
1. Nel Suo stato di appartenenza è stato adottato il Green Pass o un analogo certificato quale strumento per esercitare talune attività e/o diritti?
2. A quali condizioni viene concesso il Certificato Verde o l’analogo strumento? (vaccinazione, tamponi, guarigione dal covid etc)
3. In che misura è stata imposta la Certificazione nel paese, e dunque in quali luoghi esso rappresenta un requisito imprescindibile di accesso?
(nei luoghi di interesse culturale: teatri, musei, conferenze, cinema all’aperto etc; nei luoghi di vendita di beni di prima necessità: supermercati, farmacie, ospedali, benzinai; nelle strutture sanitarie: ospedali e pronto soccorso; nelle istituzioni didattiche pubbliche e private: scuola primaria, secondaria e superiore)
4. La certificazione è stata accolta o rifiutata dalla cittadinanza, e in particolare come ha reagito il mondo accademico?
5. In che misura la stampa nazionale ha dato voce alla parte del consenso e a quella del dissenso, e quali sono - nel caso fossero stati coniati - i neologismi con cui etichettare l’una e l’altra parte del dibattito (no-vax, si-vax, no green pas, si green pass etc)?
6. Come hanno deciso di comportarsi le Università per garantire il diritto allo studio e al lavoro a seguito delle disposizioni governative nazionali sul Green Pass, viene quindi fatta una discriminazione tra vaccinati e non nell’offerta dei servizi?
7. Sa se ci siano stati docenti nell’università di appartenenza che abbiano espresso ufficialmente (attraverso pubblicazioni o interventi pubblici in tv, conferenze o in piazza), o in situazioni confidenziali, la propria opinione in merito al Green Pass?
8. Sa se ci siano in campo umanistico, filosofico e giuridico delle personalità nel Suo paese – e se sì quali i loro nomi - che si stiano occupando di analizzare la situazione e i rischi a cui lo stato prolungato di restrizioni possa esporre a livello individuale, collettivo e statale?
9. Il Suo paese è al corrente della situazione in Italia - che si connota per una linea governativa particolarmente invasiva rispetto alla vita del singolo individuo e che potrebbe rappresentare un modello politico adottabile anche in altre nazioni?
10. Crede che il modello governativo italiano [che chiede il green pass per lavorare, per aver accesso alle strutture sanitarie: ospedali (sia per far visita ad un familiare sia per poter sottoporsi a visite specialistiche), pronto soccorso (qualora il personale sanitario non valutasse urgente la propria situazione); per aver accesso ai luoghi di interesse culturale: teatri, musei; e soprattutto per frequentare attivamente l’università], è destinato a morire o c’è il rischio che possa diffondersi oltre i confini dell’Italia per essere adottato altrove?
11.Che cos’è per lei la libertà?
12. Ha qualche riflessione personale che le farebbe piacere condividere in merito al tema o domande che mi vuole porre a chiarimento della situazione italiana?
13. Per chiudere l’intervista se la sente di fare un appello a sostegno di tutti coloro che nel mondo accademico italiano ed estero si stanno battendo per contrastare la Certificazione Verde?
Dipartimento relazioni internazionali
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Associazione studenti contro il green pass – Venezia
1. Dare il benvenuto, ringraziare per aver accettato l’invito, chiedere il nome dell’ospite di quale materia si occupa come studente e/o insegnate all’interno dell’università.
2. Nel Suo Stato di appartenenza è stato adottato il Green Pass, o un analogo certificato, quale strumento per esercitare talune attività e/o diritti?
3. Ci può descrivere come la Sua Università ha deciso di comportarsi per garantire il diritto allo studio e al lavoro senza fare discriminazioni tra vaccinati e non (lezioni in presenza e telematico, sistema di prenotazione online, tampone, mascherina, lezioni all’aperto, misurazione della temperatura etc)?
4. In vista del quarto quesito si delinei brevemente all’intervistato la situazione italiana sottolineando in particolare che:
- In Italia questa certificazione è condizione necessaria per esercitare tutte le libertà fondamentali;
- Viene elargita tramite vaccinazione, tampone rapido la cui durata però è di sole 48h ore ed è particolarmente oneroso (dai 15 ai 22 Euro l’uno), o attraverso attestata guarigione dal covid;
- il certificato rappresenta un requisito imprescindibile per frequentare attivamente l’università, per lavorare sia che tu sia un lavoratore autonomo o dipendente, per aver accesso alle strutture sanitarie: ospedali (sia per far visita ad un familiare sia per poter sottoporsi a visite specialistiche), pronto soccorso (qualora il personale sanitario non valutasse urgente la propria situazione); per aver accesso ai luoghi di interesse culturale: teatri, musei, conferenze, cinema all’aperto; nelle istituzioni didattiche pubbliche, le Università.
Nel Suo paese si conosce la situazione dell’Italia che si connota, come Le ho accennato, per una linea governativa particolarmente invasiva rispetto alla vita dei singoli individui? E se sì, come viene rappresentata l’Italia dai vostri media: un pericoloso esperimento politico a cui dovrebbe essere posta fine onde evitare la sua diffusione e conseguente adozione in altri stati; o ne viene data notizia come un semplice fatto di cronaca che non ha particolare rilevanza; oppure le scelte del governo italiano vengono giustificate in considerazione delle contingenze pandemiche? Esiste un dibattito in merito al green pass, e in che misura la stampa nazionale ha dato voce alla parte del consenso e a quella del dissenso, e il mondo accademico riesce a parteciparvi liberamente?
5. Sa se ci siano stati docenti nella Sua Università che abbiano espresso ufficialmente (attraverso pubblicazioni o interventi pubblici in tv, conferenze o in piazza), o in situazioni confidenziali, la propria opinione in merito al Green Pass applicato all’estero o comunque alle misure restrittive adottate durante il Lock - down?
6. Sa se ci siano in campo umanistico, filosofico e giuridico delle personalità nel Suo paese – e se sì quali i loro nomi - che si stiano occupando di analizzare la situazione e i rischi a cui lo stato prolungato di restrizioni possa esporre a livello individuale, collettivo e statale?
7. Le pare possibile e realistica l’idea che in un prossimo futuro il Vostro paese faccia marcia indietro e riconsideri il modello italiano per adottarne la medesima politica coercitiva?
8. Se oggi venisse approvata la Certificazione Verde nel Suo paese, e ne venisse richiesta l’esibizione a tutta la cittadinanza (salvo i minori) per lavorare, entrare in palestra, all’università, per mangiare seduti dentro un ristorante, per andare a teatro, n biblioteca, al cinema o per andare a trovare un proprio caro in ospedale come reagirebbe Lei? E che comportamento si aspetterebbe di vedere da parte del mondo accademico?
9. Che cos’è per Lei la libertà?
10.Ha qualche riflessione personale che le farebbe piacere condividere in merito al tema o domande che mi vuole porre a chiarimento della situazione italiana?
11. Per chiudere l’intervista se la sente di fare un appello a sostegno di tutti coloro che nel mondo accademico italiano ed estero si stanno battendo per contrastare la Certificazione Verde?
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