Con l'espressione impressionismo musicale (o anche musica impressionista) si intende una corrente di musica colta sviluppatasi in Europa (in particolare in Francia) tra il 1890 e il 1920 avente alcune analogie con l'omonima corrente pittorica e facente capo alle idee compositive di Claude Debussy[1]. Questa espressione è stata data a posteriori dai musicologi poiché lo stesso Debussy non vi si riconosceva del tutto. L'Impressionismo musicale è inoltre strettamente legato alla poetica simbolista[2].
Come i pittori impressionisti privilegiano la luce, i musicisti che condividono questa sensibilità portano la loro attenzione sul timbro, il “colore” degli strumenti. Il timbro diventa per questi compositori l'elemento più importante della composizione, attraverso il quale esprimere impressioni e suggestioni. Le tecniche di strumentazione utilizzate sono molto raffinate e gli strumenti sono spinti agli estremi limiti della loro estensione. Le sonorità dell'orchestra così ottenute sono leggere, sfumate e trasparenti. La dinamica non raggiunge quasi mai il forte, ma in genere va dal mezzoforte al pianissimo. L'armonia non segue le regole tradizionali, ma è molto innovativa e crea un effetto di sospensione. Le melodie usano spesso scale antiche, di tradizione medievale, o ispirate all'Oriente come la scala pentafonica (di cinque suoni) e la scala esatonale (di sei suoni). Le atmosfere delle composizioni appaiono così sognanti, vaghe e indeterminate. L'impressionismo musicale nasce a Parigi e si afferma fra il 1870 e il 1920.
Come nell'impressionismo in arte nel quale i contorni del disegno non sono più netti ma sfumati, ugualmente nella musica i contorni musicali sono più sfuggenti, volti a comunicare atmosfere immaginarie e sensazioni vaghe. I musicisti cercano di rappresentare la natura e comunicare all'ascoltatore le loro "impressioni", ponendo l'accento sul colore e sul timbro dei suoni; a differenza dei sentimenti forti della musica romantica, tali impressioni sono per irreali. In particolare, per quanto riguarda la musica di Debussy, si intende il progressivo dissolversi della forma musicale in favore di costruzioni basate su delle "macchie sonore" attraverso l'impiego del cromatismo[3].
L'impressionismo musicale rifiuta quindi le forme tradizionali della musica classica, come la sonata, la sinfonia, e il concerto, affidandosi piuttosto a pezzi praticamente brevissimi.
Il fondatore del genere fu Claude Debussy (1862-1918), che fu considerato dopo Richard Wagner il “padre” della musica moderna. Debussy e Maurice Ravel sono generalmente considerati i due maggiori impressionisti. Altri importanti rappresentanti furono comunque Erik Satie, Paul Dukas, Alexander Scriabin, Frederick Delius, Ralph Vaughan Williams, e Arnold Bax.
Tra gli italiani sono da ricordare invece Ottorino Respighi ed Alfredo Casella.
Parliamo ora del più rappresentativo autore del periodo:
Claude-Achille Debussy (Saint-Germain-en-Laye, 22 agosto 1862 – Parigi, 25 marzo 1918) è stato un compositore e pianista francese. È considerato in patria e nel mondo uno dei più importanti compositori francesi di sempre, nonché uno dei massimi protagonisti del simbolismo musicale.
Secondo l'opinione di numerosi musicologi, fra cui Massimo Mila[1], Debussy viene considerato uno dei principali esponenti del cosiddetto "impressionismo musicale", anche se lo stesso compositore ne negò l'appartenenza[2], nonostante le chiare influenze simboliste di Verlaine e Mallarmé. Rudolph Réti ha dichiarato che l'impresa di Debussy fu la sintesi della "tonalità melodica" a base monofonica con le armonie, sebbene diverse da quelle della "tonalità armonica"[3].
Claude Achille Debussy, considerato l'iniziatore della musica moderna, nasce a Saint Germain en Laye il 22 agosto 1862.Nel 1869 inizia lo studio del pianoforte con l'italiano Cerutti e a soli 10 anni entra al Conservatorio di Parigi dove studia pianoforte e composizione.Dopo due tentativi, nel 1884 il giovane Claude Debussy ottiene il "Prix de Rome" con la Cantata "L'Enfant Prodigue", premio che gli permette di venire in Italia.L'opera giovanile di Claude Debussy portano nella musica europea, fluidità e colori nuovi.Famosi restano "La damoiselle élue" (1888) e "Cinq poèmes de Baudelaire" (1889), dove si sente l'influenza di Richard Wagner, "Prélude à l'aprés-midi d'un faune" (1892), i "Nocturnes", "Quartetto d'archi" (1893) e molte canzoni e pezzi che si ispirano alle liriche di Verlain.Il 19 ottobre 1899 Debussy sposa Rosalie Texier, che abbandona nel 1904 per andare a vivere con Emma Bardac e nel 1905 nasce la figlia Chou-chou.Nel 1905 Claude Debussy compone i tre movimenti sinfonici del famosissimo "La mer", "De l'aube à midi sur la mer" (Dall'alba al meriggio sul mare), "Jeux des vagues" (Giochi d'onde) e "Dialogue du vent e de la mer" (dialogo del vento e del mare).
Debussy scrisse molta musica per pianoforte, per orchestra e per balletto utilizzando un suo stile particolarmente vario e fantasioso, leggero e sereno o veloce e incalzante, seguendo le emozioni ed immagini espresse.
Nel 1911 viene rappresentato il mistero "Le Martyre de Saint Sebastien" il cui testo è opera del poeta Gabriele D'Annunzio. Debussy espresse a meraviglia il clima poetico, raffinato e decadente, della Belle Epoque, finita con la prima guerra mondiale e che in Francia si era sviluppato verso la fine del secolo scorso, da Baudelaire in poi.
Il 7 dicembre 1915 Claud Debussy viene operato di un tumore intestinale ed il 25 marzo 1918 muore a Parigi.
Claude Debussy considerato l'iniziatore della musica moderna e amatissimo dai suoi concittadini venne sepolto nel Cimitero di Passy mentre Parigi era sotto il tiro dei cannoni dell'esercito Prussiano.
Nato in una famiglia di modeste condizioni di commercianti di porcellane[4], Claude-Achille Debussy ebbe le prime lezioni di musica da Antoinette Mauté, suocera del poeta Paul Verlaine e discreta pianista che si adoperò in seguito per farlo entrare al Conservatoire national supérieur de musique et de danse de Paris (1872-1884)[5]. Qui il giovane Debussy studiò pianoforte con Antoine Marmontel e composizione con Ernest Guiraud. In seguito alla vittoria del prestigioso e ambito Prix de Rome nel 1884 con la Cantata su L'enfant prodigue di Édouard Guinaud, soggiornò a Roma, a Villa Medici, tra il 1885 e il 1887, dove ebbe modo di conoscere Franz Liszt[4] ed entrò in contatto con la musica di Giovanni Pierluigi da Palestrina ed Orlando di Lasso, della quale rimase subito entusiasta[6]. Rientrato a Parigi, tornò a frequentare Paul Dukas che aveva conosciuto anni prima e iniziò la composizione dei Cinq poèmes de Baudelaire. Nel 1888 si recò a Bayreuth dove ascoltò Parsifal, Tristano e Isotta e I maestri cantori di Norimberga. Probabilmente il suo stile di compositore venne ad affinarsi proprio all'ascolto delle opere di Wagner e anche grazie alla conoscenza del Gamelan giavanese ascoltato all'Esposizione universale di Parigi (1889)[4].
L'influenza di Wagner, e soprattutto del Parsifal, è evidente nella cantata La damoiselle élue scritta fra il 1887 e il 1888[6] e nei Cinq poèmes de Baudelaire terminati nel 1889, mentre altri suoi brani dello stesso periodo, in particolar modo l'impostazione delle arie scritte sul testo di poesie dell'amico Verlaine (Ariettes oubliées, Trois mélodies, Fêtes galantes), sono in uno stile più volubile, come se facessero parte del quartetto per archi in Sol minore (op. 10) nello stile di César Franck (1893); in tale opera non solo è presente l'utilizzo del modo frigio ma anche quello di altri modi ancor meno consueti, in particolare il modo tonale intero, per creare un'armonia oscillante che aveva scoperto attraverso le opere dei contemporanei: Mallarmé nel Prélude à l'après-midi d'un faune, opera per orchestra eseguita per la prima volta nel 1894 e utilizzata poi nel 1912 per la produzione del balletto omonimo di Nižinskij, e Maeterlinck nell'opera Pelléas et Mélisande, scritta in larga misura intorno al 1893-1895 sebbene non completata fino al 1902. Queste opere portarono una fluidità nel ritmo e un colore nuovo per la musica occidentale.
Il 1890 segnò una data importante per il musicista; il suo desiderio di rinnovamento è sottolineato dal cambiamento della grafia della firma e soprattutto dall'abbandono del nome Claude-Achille che egli non aveva mai amato, preferendo semplicemente Claude[5]. Lasciò la casa dei genitori decidendo, alla fine dell'anno, di andare ad abitare in casa di un amico e sempre in questi mesi fece la conoscenza di Mallarmé che influenzerà non poco la sua concezione dell'arte e la sua musica[5]. Iniziò in questo periodo la composizione di alcune delle sue opere più importanti, il Prélude à l'après-midi d'un faune e la Suite bergamasque, inoltre iniziò la sua prima vera relazione stabile con Gabrielle Dupon.
Debussy trascorse una vita molto movimentata, soprattutto sentimentalmente. All'età di 18 anni iniziò una relazione clandestina con Marie-Blanche Vasnier, moglie di un ricco funzionario statale parigino. La relazione durò otto anni ed entrò in crisi in seguito alla vittoria di Debussy al Prix de Rome avvenuta il 28 giugno 1884; il prestigioso concorso prevedeva la permanenza obbligatoria nella capitale italiana per due anni; il musicista soggiornò presso Villa Medici dal 27 gennaio 1885 al 2 marzo 1887 studiando e componendo presso l' Accademia di Francia.[7]
Debussy nella sua permanenza a Roma visitò anche diversi luoghi attorno alla capitale: diverse volte visitò Fiumicino e fu ospite del conte Primoli intorno al 1885. Ci ha lasciato una descrizione del suo soggiorno:
“Sono stato a Fiumicino, Primoli essendo a Parigi, mi ha offerto la sua villa che è deliziosamente sistemata. Fiumicino è un luogo affascinante dove i romani vengono a farsi i bagni a mare, dove ho già avuto un piacevolissimo soggiorno. Lì ho goduto di una completa solitudine, è ciò che chiedo per adesso“.
Tornato a Parigi nel 1887, iniziò una tempestosa relazione di nove anni con Gabrielle Dupont detta Gaby, figlia di un sarto di Lisieux, con cui coabitò in Rue Gustave Doré, nel XVII arrondissement; contemporaneamente si legò per breve periodo alla cantante Thérèse Roger.
La storia con la Dupont entrò in crisi per l'infedeltà del musicista e per la perenne mancanza di denaro, tanto che vi fu un tentativo di suicidio da parte della donna[4]; Gaby era ancora in un certo modo ancora presente nella vita di Debussy quando lui conobbe e si invaghì di un'amica di lei, Rosalie Texier, detta Lily, un'indossatrice di sartoria. Gaby lasciò definitivamente il musicista e intrecciò una nuova relazione con un banchiere. Il compositore sposò Lily nel 1899 con una cerimonia molto semplice a cui non parteciparono neppure i genitori degli sposi[4]. Nonostante Lily fosse una persona innamorata, pratica, diretta e benvoluta da amici e colleghi del marito, Debussy col tempo sviluppò una crescente irritazione nei confronti di sua moglie per via delle sue limitazioni intellettuali e della sua mancanza di sensibilità e cultura musicale. Nel 1903 Debussy conobbe Emma Bardac grazie a suo figlio Raoul, che era allievo del musicista; Emma era moglie del banchiere Sigismond Bardac e, al contrario di Lily, era una donna istruita, raffinata, brillante nella conversazione, musicista dilettante e anche stimata cantante[6]. Ben presto Debussy si avvicinò ad Emma, per cui scrisse il pezzo per pianoforte L'isle joyeuse, e abbandonò la Texier, la quale disperata tentò, come la Dupont, di suicidarsi sparandosi in petto in Place de la Concorde nell'ottobre del 1904; sopravvisse, ma il proiettile le rimase incastrato in una vertebra per il resto della vita.
Debussy dovette subire la riprovazione della società civile dell'epoca e molti suoi amici si allontanarono[6]. Lo scandalo provocato da tale azione costrinse Debussy e la Bardac (già incinta di lui) a recarsi segretamente in Inghilterra sull'isola di Jersey nell'aprile del 1905. La coppia si sistemò nel Grand Hotel di Eastbourne, dove Debussy completò la suite sinfonica La Mer e divorziò da Lily il 2 agosto[9]. A giugno venne finalmente pubblicata la Suite bergamasque con il celebre Claire de lune. Debussy ed Emma tornarono a Parigi a fine settembre, giusto in tempo per la nascita della loro bambina Claude-Emma (l'unica figlia avuta dal compositore) il 30 ottobre. Chiamata affettuosamente Chou-chou, Claude-Emma era la dedicataria del famoso Children's Corner, una raccolta di sei pezzi per pianoforte composta nel 1908, anno in cui i suoi genitori finalmente si sposarono.
Nel febbraio 1909 il musicista avvertì i primi sintomi della malattia che lo avrebbe portato alla fine. Tornò in Inghilterra, ma dovette annullare alcuni concerti già fissati e non si sentì nemmeno di assistere alla rappresentazione del Pelléas et Mélisande al Covent Garden[4].
Nel 1910 morì il padre, Manuel Debussy, e il compositore ne fu sinceramente addolorato, anche se in realtà non avevano mai condiviso molto sull'arte e sulle idee[6]. Nello stesso anno il musicista scrisse il balletto Khamma e prese accordi con Gabriele D'Annunzio per la musica di scena de Le martyre de Saint Sébastien. Nel maggio 1912 assistette al balletto sul suo Prélude à l'après-midi d'un faune che creò scandalo e che non piacque all'autore. Successivamente Debussy firmò un contratto con Djagilev per un nuovo balletto, Jeux, che fu rappresentato il 15 maggio 1913 dai Balletti russi. Durante l'estate compose La boîte à joujoux ispirato dalla figlia Chou-chou. Sempre afflitto da problemi economici, Debussy accettò di dirigere concerti in Russia, a Roma, a L'Aja e ad Amsterdam[4].
Allo scoppio della Prima guerra mondiale Debussy si trasferì con la famiglia a Angers poiché temeva l'avanzata dei tedeschi; nel marzo 1915 il compositore perse la madre e poco dopo la suocera. Si trasferì poi a Dieppe in Normandia e quindi a Pourville in una villa messa a disposizione da amici, trascorrendo qui l'ultimo periodo sereno[4]. Al rientro a Parigi la malattia, che si era aggravata, gli provocò molte sofferenze e nel mese di dicembre 1915 il compositore subì un intervento che servì solo a ritardare gli effetti della male; venne sottoposto a radioterapia ed trattato con morfina per il dolore. Nel 1917 Debussy riuscì ancora a tenere diversi concerti per beneficenza, l'ultimo a Biarritz il 14 settembre[4].
Claude Debussy morì a Parigi il 25 marzo del 1918 alle 22 e 15 per il cancro da cui era afflitto da diversi anni, mentre l'esercito tedesco bombardava la città con il cannone a lunga gittata Parisgeschütz[10]. Era solo otto mesi prima che la vittoria venisse dichiarata, in Francia. In quel momento la situazione militare francese era considerata da molti critica, e questa circostanza non permise che gli fosse dato l'onore dei funerali di Stato, o di cerimoniose orazioni al momento della sepoltura, o celebrazioni delle sue opere.
Nel disperato clima bellico che si respirava al tempo in Francia, la sua processione funebre si tenne in maniera veloce e sobria per le vie deserte della città fino al cimitero del Père-Lachaise; vi parteciparono non più di venti persone, tra cui Paul Dukas e l'editore Durand. Solo dopo la fine della guerra, otto mesi dopo, fu possibile celebrarne degnamente la morte e poco dopo il suo corpo venne traslato nel cimitero di Passy, dietro il Trocadéro, dove attualmente riposa tumulato insieme con la moglie Emma, morta nel 1934, e con la figlia Chou-chou[11], la quale invece sopravvisse al padre per nemmeno un anno, perendo a soli tredici anni in un'epidemia di difterite nel 1919.
La Francia ha, fin dal principio, riconosciuto e celebrato il genio musicale di Debussy, onorandolo come uno dei suoi più stimati figli. Dal 1980 fino all'introduzione dell'euro nel 2002, il suo volto ha campeggiato sulla banconota da 20 franchi.
La morte di Debussy, come anche l'intera prima guerra mondiale, coincisero con il periodo denominato Belle Époque che testimoniava lo sbocciare a Parigi di innovazioni, nuovi stili di vita e di nuove esperienze artistiche.
La musica di Debussy presenta influenze sia nazionali (Charles Gounod, César Franck, Jules Massenet, Gabriel Fauré), sia internazionali (Fryderyk Chopin per il pianoforte, Modest Petrovič Musorgskij per l'antiaccademismo e Giovanni Pierluigi da Palestrina per l'arabesco). Debussy, pur apprezzando la musica di Wagner, è stato, soprattutto per la sua avversione al titanismo, un antiwagneriano come la maggior parte dei suoi connazionali. Soprattutto dopo il suo secondo soggiorno a Bayreuth si allontanò dalla concezione wagneriana sostenendo che da quel tipo di musica non poteva nascere un vero rinnovamento[5]. Tuttavia è vicino alla sua musica per quanto riguarda la concezione del discorso musicale aperto e continuo; questo in Wagner si traduce con la cosiddetta "melodia infinita", che è tuttavia vincolata all'armonia tonale, mentre in Debussy il discorso musicale è costruito con piccole immagini balenanti in continuo rinnovamento, ma indipendenti tra loro grazie all'appoggio a un linguaggio armonico non vincolante e fatto di espedienti extratonali volti all'ambiguità, come la scala esatonale (per toni interi) in cui i rapporti tensiodistensionali, dati dall'alternanza di tono e semitono, vengono meno, essendo essa composta da intervalli identici.
Lo stile di Debussy oscilla inizialmente tra il neoclassicismo (notevoli in questo senso le influenze da Rameau, Couperin, Frescobaldi, Scarlatti e Bach) e il romanticismo in maniera eclettica. La sua vera cifra appare dopo le frequentazioni dell'ambiente artistico simbolista che per lui fu veramente una scuola. Il simbolismo se è fondamentale per comprendere l'evoluzione della sua arte, non è però sufficiente a delineare completamente la musica di Debussy[5]. Il compositore scriveva le sue opere per una sua intima necessità, rinnovando il linguaggio musicale al di là di ogni scuola o suggestione predefinita. La sua musica è stringata, non pomposa e colossale, puntando alla brevità aforistica alla maniera degli impressionisti e dei simbolisti: come loro inoltre Debussy ricerca l'innovazione nell'esotismo. Il neoclassicismo di Debussy compie quindi una sintesi tra estetica classica e modernismo, grazie a un contrappunto innovativo e a dinamiche molto curate. Privilegia il colore timbrico sulla linea melodica, sceglie preferibilmente sonorità lievi e luminose (acute), elabora una scrittura ritmica estremamente complessa, ma dall'andamento fluttuoso e sospeso che reinventa il modo di suonare il pianoforte.
Diverse opere di Debussy si basano sulle proporzioni della sezione aurea, ovvero sul rapporto a:b=(a+b):a, rintracciabili negli astratti principi di simmetria musicale ed aritmetica su cui il compositore usava basare le sue eteree e smaterializzate composizioni. L'esempio più tipico di questo rigore compositivo sono La Mer e Nuages.[13]
Debussy scrisse molta musica per pianoforte e s’impegnò a sfruttare tutte le potenzialità timbriche ed espressive di tale strumento. I brani più importanti con cui cominciarne l'ascolto sono opere che, alla moda di Verlaine, guardano al decoro rococò con moderni cinismo e perplessità (Suite bergamasque, 1890-1905; Pour le piano, 1901).
Il suo primo volume di Images pour piano 1904 - 1905 evoca tonalità che erano raramente state udite in lavori di suoi contemporanei come ad esempio frasi che ricordano lo sciabordio dell'acqua nel primo brano Reflets dans l'eau o come l'omaggio all'influenza di Jean-Philippe Rameau in una lenta e misteriosa danza di corte nel secondo brano Hommage à Rameau.
Debussy cominciò ad associare la sua musica con impressioni visuali dell'Oriente, Spagna, paesaggi, e altro, in una sequenza di messe in scena di brevi brani. Ciò può essere ascoltato nel volume di brani conosciuto come Estampes, composto nel 1903 e che raggruppa brani opportunamente intitolati, ad esempio Pagodes che evoca una sensazione d'Oriente e di magnifiche pagode con le loro solenni torrette. Il secondo brano in Estampes dal titolo La soirée dans Grenade rammenta vividamente un'atmosfera spagnola.
Pure nella sua famosa Children's Corner per pianoforte, che scrisse per la sua amata figlia che chiamava Chou-chou, si suggeriscono suggestioni dall'Oriente dovendosi infine notare anche una nuova ondata di influenza jazz nel suo pezzo Golliwogg's Cake-walk, mentre Debussy si diverte alle spalle di Richard Wagner con una citazione di un tema dal Tristano e Isotta[6].
L'ultimo volume degli Études (1915) similmente interpreta varietà di stili e trame, meramente come esercizi pianistici, e comprende brani che sviluppano all'estremo forme irregolari come anche altri influenzati dai lavori del giovane Igor' Fëdorovič Stravinskij (presenza anche nella suite En blanc et noir per due pianoforti, 1915). La rarefazione di questi lavori è presente anche nell'ultimo gruppo di musiche, i Trois poèmes de Mallarmé (1913), e nella Sonata per flauto, viola e arpa (1915), nonostante la sonata e i pezzi ad essa simili ricatturino anche il classicismo inquisitivo di Verlaine. Il progettato gruppo di sei sonate è bruscamente interrotto dalla morte del compositore.
Préludes I e II
Images I e II
Clair de Lune
Children's Corner (orchestrato da André Caplet)
Deux arabesques
Le trouduce
Pour le piano
Valse romantique
Rêverie
Nocturne
Mazurka
D'un cahier d'esquisses
Hommage à Haydn
La boîte à joujoux, 1913 (balletto, orchestrato da André Caplet; postumo)
Berceuse héroïque
Danse o Tarantelle styrienne (orchestrato da Maurice Ravel)
Le petit nègre Saggio audio
Per pianoforte a quattro mani
Petite suite (orchestrata da Henri Busser)
Marche écossaise sur un thème populaire
Six épigraphes antiques
Per due pianoforti
Prélude à l'après-midi d'un faune
Lindaraja
En blanc et noir
Le Roi Lear
La chute de la maison Usher (frammento d'opera)
Trio per violino, violoncello e pianoforte (composto a 16 anni)
Quartetto per archi in Sol min. op. 10
Rapsodia per sassofono e pianoforte (orchestrata nel 1919 da Roger Ducasse)
Prima rapsodia per clarinetto e pianoforte
Piccolo pezzo per clarinetto e pianoforte
Syrinx per flauto solo
Il balletto Jeux (1912-1913) contiene alcune delle più bizzarre armonie e trame in una forma che si muove liberamente al di sopra del suo proprio spazio di unione come motivo musicale.
Altri successivi lavori teatrali, inclusi i balletti Khamma (1911-1912) e La boîte à joujoux (1913), non furono totalmente orchestrati da Debussy; Le martyre de Saint Sébastien (1911), musiche di scena su testo di Gabriele D'Annunzio, è da ricordare per il sostegno a un'antica atmosfera modale che era altrimenti sfiorata solo in brevi pezzi per piano (ad esempio La cathédrale engloutie).
Salut, printemps
Invocation
L'enfant prodigue (Il figliuol prodigo), scena lirica in 3 parti per soprano, tenore, baritono, coro ad libitum e orchestra
La damoiselle élue
Trois chansons de Charles d'Orléans
Ode à la France
Nuit d'etoiles
Beau soir
Fleur des blés
Mandoline
Trois poèmes de Stéphane Mallarmé
Trois ballades de François Villon
Le promenoir des deux amants
Trois chansons de France
Trois chansons de Bilitis
Proses lyriques
Fêtes galantes I e II
Deux romances I e II
Trois mélodies
Dans le jardin
Les angélus
Cinq poèmes de Charles Baudelaire
Musique
Quatre mélodies pour Mme Vasnier
Rondeau
Zéphyr
Paysage sentimental
Voici que le printemps
La belle au bois dormant
Molti ascolti, ma ne vale la pena! Come sempre....
A seguire esaminiamo vita ed opere del secondo grande autore dell'impressionismo francese :
Musicista francese (Ciboure, Pirenei Francesi, 1875 - Parigi 1937). Guidò, insieme a C. Debussy, l'innovazione musicale dei primi trent'anni del Novecento, in Francia e ben oltre i suoi confini, esprimendosi ai più alti vertici nelle composizioni per pianoforte e utilizzando con raffinata eleganza diverse espressioni musicali. L'arte di R., caratterizzata da una raffinata perizia compositiva, è segnata nello stesso tempo da una sofisticata ricerca stilistica che si realizza nell'uso di un linguaggio musicale eclettico e nel montaggio con il corrente repertorio consumistico: da qui gli accenti e le movenze spagnolesche della Rapsodia orchestrale e della commedia L'heure espagnole, e la strepitosa miscela tra grande artigianato orchestrale e ossessiva spirale melodica nel celeberrimo Bolero (1928). Da questo derivano anche le seduzioni dei valzer di sapore viennese nei Valses nobles et sentimentales per pianoforte e in La valse per orchestra. E deriva, infine, l'uso di materiali d'ogni tipo: dall'operetta americana al vecchio jazz di New Orleans, al ragtime e così via; per esempio la Sonata per violino e pianoforte (1927) contiene un fascinoso movimento di blues.
VITA
Nato in provincia da madre basca e di padre svizzero francese. Studiò prima con H. Ghis (pianoforte) e Ch. René, poi (dal 1889) al conservatorio di Parigi, dove frequentò successivamente le classi del De Bériot (pianoforte), del Pessard (armonia), del Gédalge (contrappunto) e di Gabriel Fauré (composizione). Compose già in quegli anni molte pagine vocali da camera, pezzi per pianoforte e altro. Nel 1898 si eseguirono le Sites auriculaires per pianoforte a 4 mani (poi orchestrate) alla Société Nationale, nel 1899 l'ouverture Shéhérazade e nel 1900 i due Épigrammes de Marot, tutte musiche osteggiate dal pubblico e dalla critica che le giudicavano pericolosamente rivoluzionarie: concorse quattro volte al Prix de Rome, che non gli fu mai assegnato (l'ultima volta nel 1905). R., disgustato, si ritirò da allora in poi da ogni ambiente «ufficiale», dedicandosi unicamente alla composizione. Soltanto in un breve periodo (intorno al 1920-30) ricomparve in concerti quale interprete della propria musica, al pianoforte (di cui era un raffinato virtuoso) o sul podio direttoriale. Da quel momento R. si appartò completamente dalla vita musicale ufficiale, rifiutando sempre ogni invito a partecipare a commissioni, ad accettare cariche, e rinunziando a tutte le onorificenze. Passò gli ultimi anni in una penosa infermità nervosa che gli impediva ogni creazione.
Nato in una famiglia amante della musica, Ravel frequentò il più importante college di musica francese, il Conservatorio di Parigi; non era ben considerato dalla sua istituzione conservatrice, il cui trattamento prevenuto nei suoi confronti provocò uno scandalo. Dopo aver lasciato il conservatorio, Ravel trovò la sua strada come compositore, sviluppando uno stile di grande chiarezza e incorporando elementi di modernismo, barocco, neoclassicismo e, nelle sue opere successive, di jazz. Gli piaceva sperimentare la forma musicale, come nel suo lavoro più noto, Boléro (1928), in cui la ripetizione prende il posto dello sviluppo. Fece alcuni arrangiamenti orchestrali di musica di altri compositori, tra i quali la sua versione del 1922 di Quadri di un'esposizione di Mussorgsky è la più conosciuta.
Lavoratore lento e scrupoloso, Ravel compose meno pezzi di molti suoi contemporanei. Tra le sue opere che sono entrate nel repertorio ci sono brani per pianoforte, musica da camera, due concerti per pianoforte, musica per balletto, due opere e otto cicli di canzoni; non ha scritto sinfonie o musica sacra. Molte delle sue opere esistono in due versioni: prima composizione per pianoforte e poi un'orchestrazione. Parte della sua musica per pianoforte, come Gaspard de la nuit (1908), è eccezionalmente difficile da suonare e le sue complesse opere orchestrali come Daphnis et Chloé (1912) richiedono un abile equilibrio nell'esecuzione.
Ravel fu tra i primi compositori a riconoscere il potenziale delle registrazioni per portare la sua musica a un pubblico più ampio. Dagli anni 1920, nonostante la tecnica limitata come pianista o direttore d'orchestra, prese parte alle registrazioni di parecchi suoi lavori; altri furono fatti sotto la sua supervisione.
Ravel nacque nella città basca di Ciboure, in Francia, vicino a Biarritz, a 18 chilometri dal confine con la Spagna. Suo padre, Pierre-Joseph Ravel, era un ingegnere colto e di successo, un inventore e un produttore, nato a Versoix vicino al confine franco-svizzero.[7][n 1] Sua madre, Marie, nata Delouart, era di origini basche ma cresciuta a Madrid. Verso la fine del diciannovesimo secolo, Joseph l'aveva sposata nonostante fosse al di sotto del proprio status - Marie era illegittima e appena istruita - ma il matrimonio era felice.[10] Alcune delle invenzioni di Joseph ebbero successo, tra queste un primo motore a combustione interna e una famigerata macchina da circo, il "Whirlwind of Death", un giro della morte che fu una grande attrazione fino a un incidente mortale al Circo Barnum e Bailey nel 1903.[11]
Entrambi i genitori di Ravel erano cattolici romani; Marie era qualcosa come una libera pensatrice, un tratto ereditato dal figlio maggiore.[12] Era stata battezzata nella chiesa parrocchiale di Ciboure sei giorni dopo la sua nascita. La famiglia si trasferì a Parigi tre mesi dopo e lì nacque un figlio più giovane, Édouard: era legato a suo padre, che alla fine seguì nella professione di ingegnere. Maurice era particolarmente devoto alla madre; la sua eredità basca-spagnola ebbe una forte influenza nella sua vita e nella sua musica. Tra i suoi primi ricordi c'erano canzoni popolari lei che gli cantava.[13] La casa non era ricca, ma l'ambiente famigliare era confortevole e i due ragazzi ebbero un'infanzia felice.[14]
Ravel senior era felice di portare i suoi figli nelle fabbriche per vedere gli ultimi dispositivi meccanici, ma aveva anche un vivo interesse per la musica e la cultura in generale.[15] Più avanti nella vita Ravel ricordava: "Durante la mia infanzia ero sensibile alla musica. Mio padre, molto più colto in questa arte rispetto alla maggior parte dei dilettanti, ha saputo sviluppare i miei gusti e stimolare il mio entusiasmo in tenera età".[16] Non ci sono prove che Ravel abbia ricevuto un insegnamento scolastico generale ufficiale nei suoi primi anni; il suo biografo Roger Nichols suggerisce che il ragazzo potrebbe essere stato educato principalmente da suo padre.[17]
Quando aveva sette anni Ravel iniziò le lezioni di piano con Henry Ghys, un amico di Emmanuel Chabrier; cinque anni dopo, nel 1887, iniziò a studiare armonia, contrappunto e composizione con Charles-René, allievo di Léo Delibes.[17] Senza essere un bambino prodigio, era un ragazzo eccezionalmente portato per la musica.[18] Charles-René scoprì che la concezione della musica di Ravel era naturale per lui "e non, come nel caso di tanti altri, il risultato di uno sforzo".[19] Le prime composizioni conosciute di Ravel risalgono a questo periodo: variazioni su un corale di Schumann, variazioni su un tema di Grieg e un unico movimento di una sonata per pianoforte.[20] Sono arrivate fino a noi solo in forma frammentaria.[21]
Nel 1888 Ravel incontrò il giovane pianista Ricardo Viñes, che divenne non solo un amico per la vita, ma anche uno dei principali interpreti delle sue opere e un importante collegamento tra Ravel e la musica spagnola.[22] I due condividevano un apprezzamento per Wagner, la musica russa e gli scritti di Poe, Baudelaire e Mallarmé.[23] All'Esposizione Universale di Parigi del 1889, Ravel fu molto colpito dai nuovi concerti sinfonici russi diretti da Nikolai Rimsky-Korsakov.[24] Questa musica ebbe un effetto duraturo sia su Ravel che sul suo contemporaneo più anziano Claude Debussy, così come il sound esotico delle gamelan giavanese, sempre udito durante l'Esposizione.[20]
Émile Decombes subentrò come insegnante di pianoforte di Ravel nel 1889; nello stesso anno Ravel diede la sua prima esibizione pubblica.[25] A quattordici anni prese parte ad un concerto alla Salle Érard insieme ad altri allievi di Decombes, tra cui Reynaldo Hahn e Alfred Cortot.
Con l'incoraggiamento dei suoi genitori Ravel fece domanda per entrare nel più importante istituto musicale francese, il Conservatoire de Paris. Nel novembre del 1889, suonando musica di Chopin, superò l'esame per l'ammissione alla classe preparatoria di pianoforte gestita da Eugène Anthiome.[27] Ravel vinse il primo premio al concorso per pianoforte del Conservatorio nel 1891, ma per il resto non si distinse come studente.[28] Tuttavia questi anni furono un periodo di notevole progresso nel suo sviluppo come compositore. Il musicologo Arbie Orenstein scrive che per Ravel gli anni 1890 furono un periodo "di immensa crescita ... dall'adolescenza alla maturità".[29]
Nel 1891 Ravel passò alle classi di Charles-Wilfrid de Bériot, per il pianoforte, e di Émile Pessard per l'armonia.[25] Fece progressi solidi anche se non spettacolari, con il particolare incoraggiamento da parte di Bériot ma, nelle parole della studiosa musicale Barbara L. Kelly, "gli si poteva insegnare solo alle sue condizioni".[30] Il suo successivo insegnante Gabriel Fauré lo capì, ma in generale non era accettabile per la facoltà conservatrice del Conservatorio degli anni 1890.[30] Ravel fu espulso nel 1895, non avendo più vinto premi.[n 2] Le sue prime opere per sopravvivere sono di questi giorni da studente: Sérénade grotesque, per pianoforte, e Ballade de la Reine morte d'aimer,[n 3] una mélodie ambientata su una poesia di Roland de Marès (entrambi del 1893).[20]
Ravel non fu mai uno studente così diligente in piano com'erano i suoi colleghi come Viñes e Cortot.[n 4] Era chiaro che come pianista non li avrebbe mai eguagliati e la sua ambizione prevalente era quella di essere un compositore.[28] Da questo punto si concentrò nella composizione. Le sue opere di quel periodo comprendono le canzoni Un grand sommeil noir e D'Anne jouant de l'espinette su versi di Paul Verlaine e Clément Marot,[20][n 5] e le pièces per pianoforte Menuet antique e Habanera (a quattro mani), quest'ultima infine incorporata nella Rapsodie espagnole.[33] In questo periodo Joseph Ravel presentò suo figlio a Erik Satie, che si guadagnava da vivere come pianista di café. Ravel fu uno dei primi musicisti, Debussy era un altro, a riconoscere l'originalità e il talento di Satie.[34] I costanti esperimenti di Satie nella forma musicale furono d'ispirazione per Ravel, che li considerava "di inestimabile valore".[35]
Nel 1897 Ravel fu riammesso al Conservatorio, studiando composizione con Fauré e prendendo lezioni private di contrappunto con André Gedalge.[25] Entrambi questi insegnanti, in particolare Fauré, lo consideravano moltissimo e furono influenze chiave sul suo sviluppo come compositore.[20] Mentre il corso di Ravel progrediva, Fauré riferì "un netto guadagno della sua maturità... che coinvolgeva la ricchezza dell'immaginazione".[36] La posizione di Ravel al Conservatorio era tuttavia minata dall'ostilità del direttore, Théodore Dubois, che deplorava la visione musicalmente e politicamente progressista del giovane.[37] Di conseguenza, secondo un compagno di studi, Michel-Dimitri Calvocoressi, era diventato "un bersaglio, contro il quale tutte le armi erano buone".[38] Scrisse alcune opere basilari mentre studiava con Fauré, tra cui l'ouverture Shéhérazade, ouverture de féerie e una sonata per violino, ma non vinse premi e quindi fu espulso di nuovo nel 1900. Come ex studente gli fu permesso di frequentare le lezioni di Fauré come "auditeur" non partecipante, fino ad abbandonare definitivamente il Conservatoire nel 1903.[39]
Nel 1899 Ravel compose il suo primo pezzo che sarebbe diventato largamente conosciuto, anche se inizialmente ebbe un impatto modesto: Pavane pour une infante défunte ("Pavane per una principessa morta").[40] In origine era un lavoro per pianoforte solista, commissionato dalla Princesse de Polignac.[41][n 6] Nel 1897 diresse la prima esecuzione dell'ouverture Shéhérazade, che ebbe un'accoglienza mista, con fischi che si mescolavano agli applausi del pubblico e recensioni poco lusinghiere da parte della critica. Uno descrisse il pezzo come "un esordio sconvolgente: un goffo plagio della scuola russa" e definì Ravel un "debuttante di mediocre talento ... che forse diventerà qualcosa se non qualcuno tra circa dieci anni, se lavora sodo".[42][n 7] Un altro critico, Pierre Lalo, pensava che Ravel mostrasse talento, ma era troppo in debito con Debussy e avrebbe dovuto invece emulare Beethoven.[44] Nel corso dei decenni successivi Lalo divenne il critico più implacabile di Ravel.[44]
Dall'inizio della sua carriera, Ravel sembrava serenamente indifferente al biasimo o all'elogio. Chi lo conosceva bene credeva che questo non era una posa ma un atteggiamento assolutamente genuino.[45] L'unico giudizio sulla sua musica che apprezzava veramente era il proprio, perfezionista e severamente autocritico.[46] A vent'anni era, secondo le parole del biografo Burnett James, "controllato, un po' distaccato, intellettualmente parziale, portato alle canzonature bonarie".[47] Si vestiva come un dandy ed era meticoloso per il suo aspetto e il suo comportamento.[48] Orenstein osserva che, basso di statura,[n 8] di struttura leggera e ossuto nei lineamenti, Ravel aveva "l'aspetto di un fantino ben vestito", la cui grande testa sembrava adeguatamente abbinata al suo intelletto formidabile.[49] Durante la fine del 1890 e nei primi anni del secolo successivo, Ravel era barbuto alla moda del giorno; dalla metà degli anni trenta era ben rasato.
Intorno al 1900 Ravel e una serie di giovani artisti, poeti, critici e musicisti innovativi si unirono in un gruppo informale; divennero famosi come Les Apaches ("I Teppisti"), un nome coniato da Viñes per rappresentare il loro status di "emarginati artistici".[51] Si incontrarono regolarmente fino all'inizio della prima guerra mondiale e i membri si stimolavano a vicenda con argomenti intellettuali ed rappresentazioni delle loro opere. L'appartenenza al gruppo era fluida e in varie occasioni incluse Igor' Stravinskij e Manuel de Falla e i loro amici francesi.[n 9]
Tra gli entusiasmi degli Apaches c'era la musica di Debussy. Ravel, dodici anni più giovane di lui, conosceva un po' Debussy dal 1890 e la loro amicizia, sebbene mai stretta, continuò per più di dieci anni.[53] Nel 1902 André Messager diresse la prima dell'opera di Debussy Pelléas et Mélisande all'Opéra-Comique. Ne condivideva le opinioni musicali. Dubois proibì inutilmente agli studenti del Conservatorio di partecipare e l'amico del direttore ed ex insegnante Camille Saint-Saëns era in primo piano tra coloro che detestavano il pezzo.[54] Gli Apaches ebbero un forte sostegno.[55] La prima esecuzione dell'opera consistette in quattordici spettacoli: Ravel partecipò a ciascuno di essi.[56]
Debussy era largamente considerato un compositore impressionista, un'etichetta che non gli piaceva affatto. Molti amanti della musica iniziarono ad applicare lo stesso termine a Ravel e le opere dei due compositori venivano spesso prese come parte di un singolo genere.[57] Ravel pensava che Debussy fosse davvero un impressionista ma di non esserlo personalmente.[58][n 10] Orenstein osserva che Debussy era più spontaneo e disinvolto nelle sue composizioni mentre Ravel era più attento alla forma ed alla fattura.[60] Ravel scrisse che il "genio di Debussy era ovviamente di grande individualità, creando le proprie leggi, costantemente in evoluzione, esprimendosi liberamente, ma sempre fedele alla tradizione francese. Per Debussy, musicista e uomo, ho sempre avuto una profonda ammirazione, ma per natura Sono diverso da Debussy... Penso di aver sempre seguito personalmente una direzione opposta a quella del [suo] simbolismo".[61] Durante i primi anni del nuovo secolo, tra le nuove opere di Ravel c'erano il pezzo per pianoforte Jeux d'eau (1901),[n 11] il Quartetto per archi e il ciclo di canzoni orchestrali Shéhérazade (entrambi del 1903).[62] I commentatori hanno notato alcuni tocchi debussiani in alcune parti di questi lavori. Nichols chiama il quartetto "allo stesso tempo omaggio ed esorcismo all'influenza di Debussy".[63]
I due compositori cessarono di essere in rapporti amichevoli a metà del primo decennio del 1900, per motivi musicali e forse personali. I loro ammiratori iniziarono a formare fazioni, con i seguaci di un compositore che denigravano l'altro. Sorsero controversie sulla cronologia delle opere dei compositori e su chi ha aveva influenzato chi.[53] Nel campo anti-Ravel spiccava Lalo, che scrisse: "Dove M. Debussy è tutta sensibilità, M. Ravel è tutta insensibilità, prendendo in prestito senza esitazione non solo la tecnica, ma la sensibilità delle altre persone".[64] La tensione pubblica portò ad un allontanamento personale.[64] Ravel disse: "Probabilmente è meglio per noi, dopo tutto, essere in rapporti gelidi per ragioni illogiche".[65] Nichols suggerisce un motivo in più per la frattura. Nel 1904 Debussy lasciò sua moglie e andò a vivere con la cantante Emma Bardac. Ravel, insieme alla sua cara amica e confidente Misia Edwards ed alla star dell'opera Lucienne Bréval, contribuirono a un modesto reddito regolare per la Lilly Debussy abbandonata, un fatto che Nichols suggerisce potrebbe avere irritato suo marito.
Durante i primi anni del nuovo secolo Ravel fece cinque tentativi per vincere il premio più prestigioso della Francia per i giovani compositori, il Prix de Rome, che in passato aveva visto tra i vincitori Berlioz, Gounod, Bizet, Massenet e Debussy.[67] Nel 1900 Ravel fu eliminato al primo turno; nel 1901 vinse il secondo premio della gara.[68] Nel 1902 e nel 1903 non vinse nulla: secondo il musicologo Paul Landormy, i giudici sospettavano che Ravel si prendesse gioco di loro presentando cantate così accademiche da sembrare parodie.[62][n 12] Nel 1905 Ravel, ormai trentenne, gareggiò per l'ultima volta, suscitando involontariamente un enorme entusiasmo. Fu eliminato al primo turno, tanto che persino i critici più insensibili alla sua musica, incluso Lalo, denunciarono il fatto come ingiustificabile.[70] L'indignazione della stampa crebbe quando emerse che il professore senior del Conservatorio, Charles Lenepveu, era nella giuria e solo i suoi studenti erano stati selezionati per il turno finale.[71] La sua insistenza sul fatto che si trattasse di pura coincidenza non fu accolta bene.[72] L'affaire Ravel divenne uno scandalo nazionale, portando al pensionamento anticipato di Dubois e alla sua sostituzione con Fauré, incaricato dal governo di effettuare una radicale riorganizzazione del Conservatorio.[73]
Tra quelli che si interessavano molto alla controversia c'era Alfred Edwards, proprietario ed editore di Le Matin, per il quale Lalo scriveva. Edwards era sposato con Misia,[n 13] l'amica di Ravel; la coppia portò Ravel in una crociera di sette settimane sul Reno sul loro yacht nel giugno e luglio 1905, la prima volta che viaggiava all'estero.[75]
Nell'ultima parte del 1900 Ravel aveva creato un modello di scrittura di composizioni per pianoforte, che in seguito arrangiava per orchestra completa.[76] In generale era un lavoratore lento e scrupoloso e rielaborare le sue prime composizioni per pianoforte gli permise di aumentare il numero di brani pubblicati ed eseguiti.[77] Sembra che non ci fosse alcun motivo prettamente venale per questo; Ravel era noto per la sua indifferenza per le questioni finanziarie.[78] I brani che iniziarono come composizioni per pianoforte e poi vennero eseguiti in forma orchestrale furono Pavane pour une infante défunte (orchestrato nel 1910), Une barque sur l'océan (1906, dalla suite per pianoforte Miroirs del 1905), la sezione "Habanera" della Rapsodie espagnole (1907– 08), Ma Mère l'Oye (1908–10, orchestrata nel 1911), Valses nobles et sentimentales (1911, orchestrata nel 1912), Alborada del gracioso (da Miroirs, orchestrata nel 1918) e Le tombeau de Couperin (1914–17, orchestrata nel 1919 ).[20] Altre opere, come La valse, furono composte prima per orchestra e trascritte da Ravel come lavori per pianoforte (spesso a quattro mani).[79]
Ravel per inclinazione non era un insegnante, ma dava lezioni a pochi giovani musicisti che riteneva potessero trarne beneficio. Manuel Rosenthal era uno di loro e ricordava che Ravel era un insegnante molto esigente quando pensava che il suo allievo avesse talento. Come suo insegnante Fauré si preoccupava che i suoi allievi trovassero la propria voce individuale e non fossero eccessivamente influenzati dai maestri affermati.[80] Avvertì Rosenthal che era impossibile imparare dallo studio della musica di Debussy: "Solo Debussy avrebbe potuto scriverla e suonarla come solo Debussy poteva suonarla".[81] Quando George Gershwin gli chiese lezioni negli anni venti, Ravel, dopo una seria considerazione, rifiutò, sostenendo che "probabilmente lo avrebbe indotto a scrivere come un cattivo Ravel e avrebbe perduto il suo grande dono di melodia e spontaneità".[82][n 14] Il compositore più noto che studiò con Ravel fu probabilmente Ralph Vaughan Williams, che fu suo allievo per tre mesi nel 1907-1908. Vaughan Williams ricordava che Ravel lo aiutò a fuggire dalla "pesante modalità contrappuntistica teutonica ... Complexe mais pas compliqué era il suo motto".[84]
I ricordi di Vaughan Williams fanno luce sulla vita privata di Ravel, sulla quale la personalità chiusa e riservata di quest'ultimo aveva portato a molte speculazioni. Vaughan Williams, Rosenthal e Marguerite Long documentarono tutti che Ravel frequentava i bordelli,[85] per molto tempo attribuito al suo nervosismo nei confronti delle donne, per via della consapevolezza della la sua bassa statura.[78] Secondo altri racconti, nessuno dei quali di prima mano, Ravel era innamorato di Misia Edwards,[74] o voleva sposare la violinista Hélène Jourdan-Morhange.[86] Rosenthal scrive, senza tenerla in gran conto, la supposizione contemporanea secondo cui Ravel, uno scapolo permanente, avrebbe.[87] potuto essere omosessuale.[88] Tale speculazione ricorse in una biografia di Ravel del 2000 di Benjamin Ivry;[89] studi successivi hanno concluso che la sessualità e la vita personale di Ravel rimangono un mistero.
Il primo concerto di Ravel fuori dalla Francia fu nel 1909. Come ospite dei coniugi Williams, visitò Londra, dove suonò per la Société des Concerts Français, ottenendo recensioni favorevoli e migliorando la sua crescente fama internazionale.
La Société Nationale de Musique, fondata nel 1871 per promuovere la musica dei nascenti compositori francesi, era stata dominata dalla metà del 1880 da una fazione conservatrice guidata da Vincent d'Indy.[92] Ravel, insieme ad alcuni altri ex allievi di Fauré, fondò una nuova organizzazione modernista, la Société Musicale Indépendente, con Fauré come presidente.[n 16] Il concerto inaugurale della nuova società ebbe luogo il 20 aprile 1910; i sette brani del programma comprendevano le anteprime del ciclo di canzoni di Fauré La chanson d'Ève, la suite per pianoforte D'un cahier d'esquisses di Debussy, Six Pièces pour piano di Zoltán Kodály e la versione originale del duo per pianoforte di Ma Mère l'Oye di Ravel. Tra gli interpreti c'erano Fauré, Florent Schmitt, Ernest Bloch, Pierre Monteux e, nel lavoro di Debussy, Ravel.[94] Kelly considera un segno della nuova influenza di Ravel che la società abbia presentato la musica di Satie in un concerto nel gennaio 1911.[20]
La prima delle due opere di Ravel, la commedia in un atto L'Heure espagnole,[n 17] fu presentata per la prima volta nel 1911. Il lavoro era stato completato nel 1907, ma il direttore dell'Opéra-Comique, Albert Carré, ne aveva rimandato ripetutamente la presentazione. Temeva che la sua trama, una farsa da "camera da letto", sarebbe stata accolta male dalle madri e dalle figlie ultra rispettabili che erano una parte importante del pubblico dell'Opéra-Comique.[95] Il pezzo ebbe solo un modesto successo alla sua prima produzione e fu solo negli anni venti che divenne popolare.[96]
Nel 1912 Ravel presentò tre balletti in anteprima. Il primo, sulla versione orchestrata ed ampliata di Ma mère l'Oye, debuttò al Théâtre des Arts a gennaio.[97] Le recensioni furono eccellenti: il Mercure de France definì la partitura "assolutamente incantevole, un capolavoro in miniatura".[98] La musica entrò rapidamente nel repertorio dei concerti; fu dato alla Queen's Hall di Londra, a poche settimane dalla prima di Parigi e fu ripetuto ai Proms più tardi nello stesso anno. The Times elogiò "la magia del lavoro... l'effetto di un miraggio, per cui qualcosa di assolutamente reale sembra galleggiare nel nulla".[99] Il pubblico di New York ascoltò il lavoro nello stesso anno.[100] Il secondo balletto di Ravel del 1912 fu Adélaïde ou le langage des fleurs, ballato sulla musica di Valses nobles et sentimentales, che esordì al Châtelet in aprile. Daphnis et Chloé debuttò nello stesso teatro a giugno. Questo fu il suo lavoro orchestrale più ampio e dovette affrontare immensi problemi e gli ci vollero diversi anni per completarlo.[101]
Daphnis et Chloé fu commissionata nel 1909 dall'impresario Sergej Djagilev per la sua compagnia, i Ballets Russes.[n 18] Ravel iniziò a lavorare con il coreografo di Diaghilev, Michel Fokine e lo scenografo Léon Bakst.[103] Fokine aveva raggiunto la fama per il suo approccio moderno alla danza, con numeri individuali sostituiti da musica continua. Ciò attrasse Ravel e, dopo aver discusso in dettaglio dell'azione con Fokine, iniziò a comporre la musica.[104] Ci furono frequenti disaccordi tra i due collaboratori e per la prima ci furono poche prove generali a causa del completamento tardivo del lavoro.[105] Ebbe un'accoglienza poco entusiasta e fu rapidamente ritirato, anche se fu ripreso con successo un anno dopo a Monte Carlo e Londra.[106] Lo sforzo di completare il balletto ebbe delle ripercussioni sulla salute di Ravel;[n 19] un esaurimento nervoso lo obbligò a riposare per diversi mesi dopo la prima.[108]
Ravel compose poco durante il 1913. Collaborò con Stravinskij per la messa in scena di una versione dell'opera incompiuta Khovanshchina di Musorgskij e tra i suoi lavori ci furono i Trois poèmes de Mallarmé per soprano e ensemble da camera e due brevi pezzi per pianoforte, À la manière de Borodine e À la manière de Chabrier.[25] Nel 1913, insieme a Debussy, Ravel fu tra i musicisti presenti alla prima de La sagra della primavera.[109] Stravinskij in seguito disse che Ravel fu l'unica persona che capì immediatamente la musica.[110] Ravel predisse che la prima della Sagra sarebbe stata vista come un evento di importanza storica pari a quello di Pelléas et Mélisande.
Quando la Germania invase la Francia nel 1914, Ravel tentò di entrare nell'Aeronautica francese. Considerava la sua piccola statura e il suo peso leggero ideali per un aviatore, ma fu respinto a causa dell'età e di un lieve disturbo cardiaco.[113] In attesa di essere arruolato, Ravel compose Trois Chansons, il suo unico lavoro per coro a cappella, sulla base di propri testi, scritti nella tradizione delle chansons francesi del XVI secolo. Dedicò le tre canzoni a persone che avrebbero potuto aiutarlo a arruolarsi.[114] Dopo diversi tentativi falliti di arruolarsi, Ravel entrò infine nel Tredicesimo reggimento di artiglieria come camionista nel marzo del 1915, quando aveva quarant'anni.[115] Stravinskij espresse ammirazione per il coraggio dell'amico: "alla sua età e con il suo nome avrebbe potuto avere un posto più facile, o non fare nulla".[116] Alcuni dei compiti di Ravel lo mettevano in pericolo mortale, trasportando munizioni di notte sotto pesanti bombardamenti tedeschi. Allo stesso tempo la sua serenità era compromessa dalla salute di sua madre che andava peggiorando. Anche la sua salute era peggiorata; soffriva di insonnia e problemi digestivi, subì un'operazione intestinale in seguito alla dissenteria amebica nel settembre 1916 e soffrì di un congelamento ai piedi l'inverno seguente.[117]
Durante la guerra Saint-Saëns, Dubois, d'Indy e altri formarono la Ligue Nationale pour la Defense de la Musique Française, facendo una campagna per vietare l'esecuzione della musica tedesca contemporanea.[118] Ravel rifiutò di unirsi, dicendo al comitato della lega nel 1916, "Sarebbe pericoloso per i compositori francesi ignorare sistematicamente le produzioni dei loro colleghi stranieri e costituirsi quindi in una sorta di consorteria nazionale: la nostra arte musicale, che è così ricca nel momento attuale, degenererebbe presto, rimanendo isolata in formule banali ".[119] La lega rispose vietando la musica di Ravel dai suoi concerti.[120]
La madre di Ravel morì nel gennaio del 1917 ed egli cadde in una "orribile disperazione", aggravando l'angoscia che provava per la sofferenza subita dalla gente del suo paese durante la guerra.[121] Compose alcune opere negli anni della guerra. Il Trio per pianoforte era quasi completo quando iniziò il conflitto e la più ragguardevole delle sue opere in guerra fu Le tombeau de Couperin, composta tra il 1914 e il 1917. La suite celebra la tradizione di François Couperin, il compositore francese del XVIII secolo; ogni movimento è dedicato a un amico di Ravel morto in guerra.
Dopo la guerra le persone vicine a Ravel riconobbero che aveva perso gran parte della sua resistenza fisica e mentale. Come afferma il musicologo Stephen Zank, "l'equilibrio emotivo di Ravel, così duramente piegato nel decennio precedente, era stato seriamente compromesso".[123] La sua produzione, mai grande, divenne più piccola.[123] Nonostante questo dopo la morte di Debussy nel 1918, veniva generalmente considerato, in Francia e all'estero, come il principale compositore francese dell'epoca.[124] Fauré gli scrisse: "Sono più felice di quanto tu possa immaginare della solida posizione che occupi e che hai acquisito in modo così brillante e così rapido. È una fonte di gioia e di orgoglio per il tuo vecchio professore".[124] A Ravel fu offerta la Legione d'Onore nel 1920[n 21] e, sebbene avesse rifiutato la decorazione, fu visto dalla nuova generazione di compositori, rappresentata dai protégés di Satie Les Six come una figura di prestigio. Satie si era rivoltato contro di lui e aveva commentato: "Ravel rifiuta la Legion d'Onore, ma tutta la sua musica la accetta."[127][n 22] Nonostante questo attacco Ravel continuò ad ammirare le prime musiche di Satie e riconobbe sempre l'influenza dell'uomo più anziano sul suo stesso sviluppo.[58] Ravel aveva una visione benevola dei Les Six, appoggiando la loro musica e difendendola dagli attacchi giornalistici. Considerava la loro reazione contro i suoi lavori come naturale e preferibile al fatto che copiassero il suo stile.[131] Tramite la Société Musicale Indépendente riuscì ad incoraggiare loro e i compositori di altri paesi. La Société presentò concerti di opere recenti di compositori americani tra cui Aaron Copland, Virgil Thomson e George Antheil e di Vaughan Williams e dei suoi colleghi inglesi Arnold Bax e Cyril Scott.[132]
Orenstein e Zank commentano entrambi che, sebbene la produzione postbellica di Ravel fosse scarsa, con una media di una sola composizione all'anno, comprendeva alcune delle sue opere più belle.[133] Nel 1920 completò La Valse, in risposta a una commissione di Diaghilev. Ci aveva lavorato a intermittenza per alcuni anni, progettando un pezzo da concerto, "una sorta di apoteosi del valzer viennese, mescolato con, nella mia mente, l'impressione di un fantastico, vortice fatale".[134] Fu respinto da Diaghilev, che disse: "È un capolavoro, ma non è un balletto. È il ritratto di un balletto".[135] Ravel venne a sapere del verdetto di Diaghilev senza protestare o discutere, lasciò perdere e non ebbe più rapporti con lui.[136][n 23] Nichols commenta che Ravel ebbe la soddisfazione di vedere il balletto messo in scena due volte da altri dirigenti prima della morte di Diaghilev.[139] Un balletto danzato sulla versione orchestrale di Le tombeau de Couperin fu tenuto al Théâtre des Champs-Élysées nel novembre 1920 e a dicembre seguì la prima de La Valse.[140] L'anno seguente Daphnis et Chloé e L'heure espagnole furono ripresi con successo all'Opéra di Parigi.[140]
Nel dopoguerra vi fu una reazione contro le composizioni di vaste dimensioni di compositori come Gustav Mahler e Richard Strauss.[141] Stravinskij, la cui Sagra della primavera era stata scritta per un'orchestra enorme, iniziò a lavorare su scala molto più piccola. La sua partitura del balletto del 1923 Les noces è scritta per voci e ventuno strumenti.[142] Ravel fu entusiasta del lavoro come scrisse in una sua lettera del 26 giugno 1923[143] [144], anche se i suoi rapporti di amicizia con Stravinskij si stavano un po' deteriorando negli ultimi tempi; il fatto era comunque in sintonia con la moda del "dépouillement", lo "spogliamento" della stravaganza prebellica per rivelare gli elementi essenziali.[131] Molte delle sue opere degli anni venti hanno una struttura notevolmente più sobria rispetto ai pezzi precedenti.[145] Altre influenze su di lui in questo periodo furono il jazz e l'atonalità. Il jazz era popolare nei cafés parigini e compositori francesi come Darius Milhaud ne inserirono elementi nelle loro opere.[146] Ravel commentò che preferiva il jazz alla Grand Opéra[147] e la sua influenza si può ascoltare nella sua musica successiva.[148] L'abbandono della tonalità convenzionale da parte di Arnold Schönberg ebbe anche eco in alcune delle musiche di Ravel come le Chansons madécasses[n 24] (1926), che Ravel dubitava di aver potuto scrivere senza l'esempio di Pierrot Lunaire.[149] Altre sue opere importanti degli anni '20 comprendono l'arrangiamento orchestrale della suite per pianoforte Quadri di un'esposizione di Mussorgsky (1922), l'opera L'Enfant et les sortilèges[n 25] su libretto di Colette (1926), Tzigane (1924) e la Sonata per violino ( 1927).[140]
Ritenendo la vita cittadina faticosa, Ravel si trasferì in campagna.[150] Nel maggio del 1921 si stabilì a Le Belvédère, una piccola casa ai margini di Montfort-l'Amaury, a 50 chilometri ad ovest di Parigi, nel dipartimento di Yvelines. Accudito da una governante devota, la signora Revelot, visse lì per il resto della sua vita.[151] A Le Belvédère Ravel componeva e si occupava di giardinaggio, quando non andava a Parigi o all'estero per tenere dei concerti. Il suo programma di tournée aumentò considerevolmente negli anni 1920, con concerti in Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Spagna, Austria e Italia.[140]
La vita in America
Ravel fu affascinato dal dinamismo della vita americana, dalle sue grandi città, dai suoi grattacieli e dalla sua tecnologia avanzata e fu colpito dal suo jazz, dagli spiritual degli afroamericani e dall'eccellenza delle orchestre americane. Ovviamente la cucina americana era tutta un'altra faccenda.
]Dopo due mesi di programmazione, Ravel fece una tournée di quattro mesi in Nord America nel 1928, suonando e dirigendo. Ilsuo onorario era un minimo garantito di $10.000 e una fornitura costante di sigarette Gauloises.[153] Apparve con la maggior parte delle più importanti orchestre in Canada e negli Stati Uniti e visitò venticinque città.[154] Il pubblico era entusiasta e la critica era lusinghiera.[n 26] Durante un programma tutto-Ravel diretto da Serge Koussevitzky a New York, l'intero pubblico si alzò in piedi ed applaudì mentre il compositore prendeva posto. Ravel fu toccato da questo gesto spontaneo e osservò: "Sapete, questo non mi succede a Parigi". [152] Orenstein, nel notare che questa tournée segnò l'apice della fama internazionale di Ravel, elenca i suoi momenti salienti non musicali come una visita alla casa di Poe a New York ed escursioni alle Cascate del Niagara e al Grand Canyon.[152] Ravel non fu impressionato dalla sua nuova celebrità internazionale. Commentò asciutto che il recente entusiasmo dei critici non aveva maggiore importanza dei loro primi giudizi, quando lo avevano definito "l'esempio più perfetto di insensibilità e mancanza di emozione"
L'ultima composizione che Ravel completò negli anni '20, Boléro, divenne la sua più famosa. Gli fu commissionato una partitura per la compagnia di balletto di Ida Rubinstein e, non potendo assicurarsi i diritti per orchestrare Iberia di Albéniz, decise di fare "un esperimento in una direzione molto speciale e limitata... un pezzo della durata di diciassette minuti e composto interamente di tessuto orchestrale senza musica".[157] Ravel continuò dicendo che l'opera era "un lungo crescendo molto graduale. Non ci sono contrasti e praticamente non c'è invenzione se non il progetto e la modalità dell'esecuzione. I temi sono del tutto impersonali".[157] Fu sorpreso, e non del tutto contento, che il brano diventasse un successo di massa. Quando un'anziana signora del pubblico esclamò alla première: "Voi siete pazzo!", egli osservò, "Quella vecchia signora ha capito il messaggio!"[158] L'opera fu resa popolare dal direttore Arturo Toscanini[159] e fu registrata diverse centinaia di volte.[n 27]
Nota è la polemica sorta fra Ravel e lo stesso Toscanini dopo che il celebre direttore diresse il Boléro a New York in prima esecuzione il 4 maggio 1930, affrettando esageratamente il tempo e allargando il movimento nel finale. L'autore ricordò a Toscanini che la sua opera andava eseguita con un unico tempo dall'inizio alla fine e nessuno poteva prendersi certe libertà. Quando il direttore gli disse: "Se non la suono a modo mio, sarà senza effetto", Ravel disse: "i virtuosi sono incorreggibili, sprofondati nelle loro chimere come se i compositori non esistessero"[161].
Moltissimi da allora furono i direttori che vollero cimentarsi con la partitura, non sempre con risultati degni di nota. L'autore aveva dato indicazioni precise sull'esecuzione del suo lavoro: "Mi auguro vivamente che nei riguardi di quest'opera non ci siano malintesi. Essa rappresenta un esperimento di una direzione particolarissima e limitata... Dopo la prima esecuzione ho fatto preparare un avviso in cui si avvertiva che il brano da me composto durava diciassette minuti."[161]
Ravel disse ad Arthur Honegger, uno dei Les Six, "Ho scritto un solo capolavoro: Boléro. Sfortunatamente non c'è musica in esso.
All'inizio degli anni trenta Ravel stava lavorando a due concerti per pianoforte. Completò prima il concerto per pianoforte in re maggiore per la mano sinistra. Era stato commissionato dal pianista austriaco Paul Wittgenstein, che aveva perso il braccio destro durante la guerra. Ravel fu stimolato dalle sfide tecniche del progetto: "In un'opera di questo tipo è essenziale dare l'impressione di una struttura non più esile di quella di una parte scritta per entrambe le mani".[162] Ravel, non abbastanza abile da eseguire il lavoro con la sola mano sinistra, lo dimostrò suonandolo con entrambe le mani.[n 28] Wittgenstein fu inizialmente deluso dal pezzo, ma dopo un lungo studio ne rimase affascinato e lo classificò come un grande lavoro.[164] Nel gennaio del 1932 lo presentò per la prima volta a Vienna con successo immediato, e lo eseguì a Parigi sotto la direzione di Ravel l'anno successivo.[165] Il critico Henry Prunières scrisse: "Dalle battute di apertura siamo immersi in un mondo in cui Ravel ci ha introdotto solo raramente".[156]
Il Concerto per pianoforte in sol maggiore fu completato un anno dopo. Dopo la prima nel gennaio del 1932 ci furono molti elogi per la solista, Marguerite Long e per la partitura di Ravel, anche se non proprio per la sua direzione.[166] La Long, la dedicataria, suonò il concerto in più di venti città europee, sotto la direzione del compositore;[167] progettarono di registrarlo insieme, ma durante le sessioni Ravel si limitò a supervisionare i procedimenti e fu Pedro de Freitas Branco a dirigere.[168]
Anni finali
I suoi ultimi anni furono crudeli, perché stava gradualmente perdendo la memoria e alcuni delle sue capacità di coordinamento e ovviamente ne era del tutto consapevole.
Nell'ottobre del 1932 Ravel subì un colpo alla testa in un incidente di taxi. La lesione non fu ritenuta grave all'epoca, ma in uno studio condotto per il British Medical Journal nel 1988 il neurologo R.A. Henson concluse che potrebbe aver esacerbato una condizione cerebrale esistente.[170] Già nel 1927 gli amici intimi erano preoccupati per la crescente distrazione di Ravel e nel giro di un anno dall'incidente iniziò a sperimentare sintomi che suggerivano un'afasia.[171] Prima dell'incidente aveva iniziato a lavorare alla musica per un film, Don Chisciotte (1933), ma non riuscì a rispettare il programma di produzione e Jacques Ibert scrisse la maggior parte della partitura.[172] Ravel completò tre canzoni per baritono e orchestra per il film; furono pubblicati come Don Quichotte à Dulcinée. La partitura orchestrale del manoscritto era scritta a mano da Ravel, ma Lucien Garban e Manuel Rosenthal aiutarono nella trascrizione. Ravel non compose di più dopo questo.[170] L'esatta natura della sua malattia non è nota. Gli esperti hanno escluso la possibilità di un tumore e hanno suggerito in vario modo demenza frontotemporale, malattia di Alzheimer e malattia di Creutzfeldt-Jakob.[173][n 29] Sebbene non fosse più in grado di scrivere musica o esibirsi, Ravel rimase attivo fisicamente e socialmente fino ai suoi ultimi mesi. Henson nota che Ravel aveva conservato la maggior parte o tutte le sue immagini uditive e poteva ancora sentire la musica nella sua testa.[170]
Nel 1937 Ravel iniziò a soffrire di dolori per le sue condizioni e fu esaminato da Clovis Vincent, un noto neurochirurgo parigino. Vincent consigliò il trattamento chirurgico. Riteneva improbabile un tumore e si aspettava di trovare una dilatazione ventricolare che la chirurgia poteva impedire di far progredire. Il fratello di Ravel, Edouard, accettò questo consiglio; come commenta Henson, il paziente non era in uno stato tale da esprimere una visione ponderata. Dopo l'operazione sembrò che ci fosse un miglioramento delle sue condizioni, ma ebbe vita breve e presto cadde in coma. Morì il 28 dicembre, all'età di 62 anni.[176]
Il 30 dicembre 1937 vi furono i funerali solenni a cui parteciparono molti artisti, tra cui Stravinskij, e personalità delle istituzioni. Ravel fu sepolto accanto ai suoi genitori in una tomba di granito nel cimitero di Levallois-Perret, a nord-ovest di Parigi[177]. Era ateo e non ci furono cerimonie religiose.
Il catalogo delle opere complete di Ravel di Marcel Marnat elenca ottantacinque opere, tra cui molte incomplete o abbandonate.[179] Sebbene quel totale sia più ridotto rispetto alla produzione dei suoi contemporanei più importanti,[n 30] è comunque un po' gonfiato dalla frequente pratica di Ravel di scrivere opere per pianoforte e in seguito riscriverle come brani a se stanti per orchestra.[77] Il corpo delle opere eseguibili è di circa sessanta; poco più della metà sono strumentali. La musica di Ravel comprende brani per pianoforte, musica da camera, due concerti per pianoforte, musica per balletto, opere liriche e cicli di canzoni. Non ha scritto sinfonie o musica sacra.
Segue, al solito, un piccolo esempio della musica composta dall'autore, pianistica ed orchestrale