di MARCO BRIGHENTI
Sul ruolo che l’infanzia gioca nella produzione di Benjamin Britten, sia quale fonte di ispirazione ideale sia quale esplicita destinataria di molti lavori, si potrebbe scrivere un intero saggio. Da quando, appena ventenne, componeva i meravigliosi Friday afternoons, semplici canti monofonici per il coro di voci bianche della scuola dove lavorava il fratello maggiore, fino alla Guida di un giovane all’orchestra, composta nel 1946, che rappresenta uno dei lavori più popolari del compositore inglese.
Il brano fu commissionato quale colonna sonora per un film educativo per ragazzi prodotto dal governo britannico intitolato Gli strumenti dell’orchestra. Il film, diretto da Muir Mathieson vide la partecipazione della London Symphony Orchestra sotto la direzione di Malcom Sargent. Nel film originale era presente un commento parlato, che però viene spesso omesso nelle esibizioni concertistiche e nelle registrazioni.
Il lavoro, secondo le parole del compositore stesso “è affettuosamente dedicato ai bambini di John e Jean Maud, Humphrey, Pamela, Caroline e Virginia, per loro edificazione e divertimento.”
L’opera ha come sottotitolo Variationi e Fuga su un tema di Purcell, ed usa come tema centrale un Rondò dall’Abdelazer di Henry Purcell.
In questo famosissimo brano Britten piega la forma della variazione ad uno scopo prettamente didattico: far conoscere ai ragazzi quella meravigliosa invenzione che è l’orchestra sinfonica. La variazione non è più esclusivamente principio formale, ma acquista un forte significato pedagogico: si vuole introdurre il giovane all’essenza stessa dell’orchestra sinfonica: una collettività di strumenti, nella quale ciascuno può esprimere il suo carattere, come fosse il personaggio di una storia, senza che l’unità e l’armonia, rappresentata dal suonare tutti gli strumenti lo stesso tema e dall’aspettarsi e accompagnarsi vicendevolmente, vengano mai meno. Lontano dagli sperimentalismi di altre sue opere, Britten offre in questo lavoro, e non solo ai ragazzi, un momento di riflessione su quello che è anche il significato morale del far musica insieme.
All’inizio il tema musicale viene suonato dall’intera orchestra, poi viene affidato a turno a ciascuna delle quattro famiglie di strumenti: i legni, gli ottoni, gli archi e le percussioni, per essere poi nuovamente esposto da tutta l’orchestra.
Inizia così la serie delle brevi variazioni, in cui viene presentato ogni singolo strumento del quale Britten cerca di mettere in luce lo specifico carattere. É interessante notare che gli esiti, diciamolo pure, non sono molto dissimili da quelli di Prokofiev in Pierino e il lupo: il flauto è lo strumento più sbarazzino, il clarinetto il più sornione, mentre il fagotto si impone per severità e autorevolezza.
L’ordine degli strumenti segue quello della presentazione iniziale delle famiglie orchestrali, generalmente presentando all’interno di ogni famiglia gli strumenti dal più acuto al più grave.
Alla serie di variazioni Britten fa seguire una fuga (Allegro Molto) che coinvolge tutta l’orchestra, iniziando dallo strumento più acuto, l’ottavino. Nel pieno della fuga gli ottoni ripropongono il tema di Purcell, che riecheggia così a piena orchestra e conclude maestosamente il brano.
Queste sono le sezioni del brano, ciascuna abbinata a un particolare strumento o gruppo di strumenti.
Tema: Allegro maestoso e largamente
Tutti, Legni, ottoni, archi, percussioni
Variazione A: Presto
Ottavino e flauto
Variazione B: Lento
Oboe
Variazione C: Moderato
Clarinetto
Variazione D: Allegro alla marcia
Fagotto
Variazione E: Brillante: alla polacca
Violini
Variazione F: Meno mosso
Viole
Variazione G:
Violoncelli
Variazione H: Cominciando lento ma poco a poco accel. al Allegro
Contrabbassi
Variazione I: Maestoso
Arpa
Variazione J: L’istesso tempo
Corni
Variazione K: Vivace
Trombe
Variazione L: Allegro pomposo
Tromboni e basso tuba
Variazione M: Moderato
Percussioni
Fuga: Allegro molto
Piccola biografia dell'autore, a complemento del vostro studio
Nato a Lowestoft, nella contea di Suffolk, era figlio di un dentista, musicista amatoriale ma dotato di un certo talento. Studiò al Gresham's School ed iniziò a comporre già da bambino; nel 1927 iniziò delle lezioni private con Frank Bridge. Studiò anche, con minor entusiasmo, al Royal College of Music con John Ireland ed altri. La prima composizione che attirò l'attenzione generale fu la variazione corale A Boy was Born, scritta nel 1934 per i BBC Singers. L'anno successivo incontrò W. H. Auden col quale collaborò al ciclo di canzoni Our Hunting Fathers e anche in altri lavori, radicali sia politicamente che musicalmente. Ancor più importante fu l'incontro nel 1936 con il tenore Peter Pears, che divenne un fedele collaboratore e compagno di vita[1]. All'inizio del 1939 i due seguirono Auden in America, dove Britten compose la sua prima opera su libretto di Auden e la prima delle sue numerose canzoni per Pears. Nello stesso periodo scrive un certo numero di opere per orchestra, tra cui numerosi concerti per pianoforte e violino e la Sinfonia da Requiem.
Nella Symphony Hall dell'American Academy of Music di Filadelfia Eugene Ormandy dirige nel 1942 la prima esecuzione di "Diversions on a Theme" (op. 21 per pianoforte con la mano sinistra) di Britten. Britten e Pears fecero ritorno in Inghilterra nel 1942 e durante la lunga traversata Britten completò l'opera corale Inno a Santa Cecilia, ultima collaborazione con Auden, e A Ceremony of Carols. Aveva già cominciato a lavorare alla sua opera Peter Grimes, e la première al Sadler's Wells nel 1945 fu un grande successo. Nel settembre 1946 diresse The Rape of Lucretia al Glyndebourne Festival Opera con Pears e Kathleen Ferrier. Britten stava però incontrando una certa opposizione in settori del mondo musicale inglese e gradualmente si ritirò dalla scena londinese fondando l'English Opera Group nel 1947 e l'Aldeburgh Festival l'anno successivo, non solo per rappresentare i suoi stessi lavori.
Il 20 giugno 1947 diresse la prima esecuzione di "Albert Herring" con l'English Opera Group al Glyndebourne Festival Opera. Nel 1949 diresse la prima esecuzione nel Berkshire Music Center di Tanglewood a Lenox (Massachusetts) di "Spring Symphony" op. 44 in 4 parti per soprano, contralto, tenore, coro, coro di voci bianche e orchestra, diretta da Serge Koussevitzky. Nel 1951 diresse l'Orchestra del Covent Garden nella prima esecuzione di Billy Budd (opera) con Pears al Royal Opera House di Londra. Un altro fascino subì dalla musica asiatica, in un viaggio con Pears nel 1957. Britten fu molto colpito dalla musica di Bali e del Giappone. I frutti di questa influenza comprendono il balletto The Prince of the Pagodas (1º gennaio 1957) eseguito dal Royal Ballet al Royal Opera House diretto dallo stesso Britten e la serie di "Parables for Church Performance": Curlew River (1964), The Burning Fiery Furnace (1966) e The Prodigal Son (1968).
Ad Aldeburgh nel 1950 si ebbe la prima esecuzione nella Jubilee Hall di "Lachymae, Reflections on a Song of John Dowland" di sua composizione con William Primrose con lui al pianoforte e nel 1958 tenne la prima esecuzione nella Great Glemham House di "Songs from the Chinese" di sua composizione, con Pears e Julian Bream al liuto. Nel 1952 diresse il concerto con Pears a Salisburgo. Nel 1954 diresse Il giro di vite (opera) in prima esecuzione al Teatro La Fenice di Venezia. Il maggiore successo di Britten fu però il War Requiem, scritto per la riapertura della Cattedrale di Coventry nel 1962, con Dietrich Fischer-Dieskau, Peter Pears e Galina Višnevskaja solisti, e Britten alla guida della London Symphony Orchestra. Di quest'opera esiste un'incisione della Decca Records registrata nel gennaio del 1963, in cui sono immortalate le prove e alcuni colloqui di Britten con il coro e l'orchestra.
Nel 1963 diresse l'English Opera Group in "The Beggar's Opera" di Johann Christoph Pepusch al King's Theatre di Edimburgo con Janet Baker, Pears e Heather Harper. Negli ultimi dieci anni Britten soffrì di disturbi sempre più gravi, e i suoi lavori divennero sempre più rarefatti ed evanescenti. Le sue ultime composizioni comprendono l'opera Death in Venice (1973), la Suite on English Folk Tunes, A Time There Was (1975) e la cantata drammatica Phaedra (1976), scritta per Janet Baker. Il 2 luglio 1976 al compositore britannico fu conferito il titolo di Barone con la qualifica di Lord Benjamin Britten di Aldeburgh nella contea del Suffolk, ma morì in quella stessa cittadina cinque mesi più tardi per un attacco cardiaco.