PiccoloTeatro
Opera del Piccolo Teatro di Milano
Ciao!
Come va?
Sono sempre Maria Vittoria e vi scrivo per raccontarvi un po’ della nostra esperienza con la compagnia del Piccolo Teatro di Milano, che è venuto ad Algeri per mettere in scena un’ opera bellissma: l’Arlecchino servitor di due padroni!
Dunque, il 24 ottobre 2018, con alcune classi delle elementari e tutto il liceo, siamo andati ad assistere alle prove generali dello spettacolo presso l’Opera del Algeri.
Siamo andati subito dopo pranzo con il pullman.
Dall’esterno, la struttura non mi è sembrata maestosa, come l’avevo immaginata, ma una volta all’interno ho cambiato subito idea!
La sala in cui eravamo era gigantesca, le pareti erano color latte e ricche di archi messi in evidenza da alcune tracce di luce, come in un gioco del “vedo e non vedo”.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è il palco. Era spoglio, poggiato su di un’impalcatura color marrone scuro e con il sipario incorniciato da enormi tende di un rosso rubino. Sul palco era già allestita una piccola scena decorata con qualche tenda e diversi elementi che rimandavano a diversi luoghi di Venezia, alcune candele finte sui bordi e qualche sgabello sparso.
Appena ci siamo seduti è arrivato il regista Stefano Di Luca.
Ci ha cominciato a spiegare vari aspetti dell’opera e in generale del teatro. Ad uno ad uno ci ha presentato gli attori, che, subito dopo, hanno comicitao a riscaldarsi prima di inziare le prove vere e proprie. Diciamo che era un riscaldamneto particolare, saltavano da una parte all’altra come delle molle!
Non avevano indossato il costume di scena ma solo un elemento, come la maschera o un indumento particolare, che richiamava il loro personaggio.
Alle prove non hanno recitato l’intera opera ma soltanto alcune scene inframezzate da qualche canzone.
Tutto questo era niente in confronto allo spettacolo, a cui avrei partecipato il giorno seguente! Lì avrei visto gli attori recitare senza sosta, entrare completamente nel personaggio, indossare costumi pieni di colore uno diverso dall’altro, avrei trovato le luci perfettamente regolate e sentito gli altri spettatori ridere ad ogni battuta.
Durante le prove, invece, gli attori si fermavano diverse volte per via di problemi tecnici, come il regolamento delle luci, e spesso ci intrattenevano raccontandoci un pò di loro o ponendo a noi delle domande.
Personalmente mi ha colpito molto la capacità degli attori, una volta saliti sul palco, di essere perfettamente calati nei loro personaggi, alla fine era come se si trasformassero in altre persone!
Inoltre, in molte scene gli attori fingevano di scordarsi le battute, ne dicevano una sbagliata e il suggeritore li aiutava a ricordare, ma in realtà anche il giorno dello spettacolo hanno ripetuto lo stesso copione, quindi era tutto già programmato come in una sorta di gioco!
Verso le sei e mezza di pomeriggio siamo dovuti ritornare a casa, ad essere sincera mi è dispiaciuto partire perchè l’opera mi prendeva molto e avrei voluto vedere il finale! Questa giornata è stata bellissma e non che ce la scorderemo facilmente!
Ragazzi spero che vi sia piaciuto il mio piccolo racconto su questo viaggio nel mondo del teatro. E spero di sentirvi presto!
Maria Vittoria Mazzini, prima liceo
Il Piccolo Teatro è stato fondato dall'impresario teatrale Paolo Grassi e dall'attore e regista Giorgio Strehler, insieme a Mario Apollonio, Virgilio Tosi e Nina Vinchi. Secondo Grassi, i fondatori erano idealisti teatrali e politici che cercavano di "proporre principi teorici e pratici radicalmente diversi da quelli che fino a quel momento avevano governato l'attività in Italia" [7]. Il consiglio comunale di Milano ha approvato la trasformazione di Cinema Broletto in Piccolo Teatro, da gestire direttamente dal Comune di Milano, il 26 gennaio 1947.
La prima rappresentazione si è svolta quattro mesi dopo, il 14 maggio 1947, con “L'albergo dei poveri” di Maxim Gorky.