Silvia o del regolamento

ESTRATTO DAL CAPITOLO "Silvia o del regolamento

Era una giovane consigliera comunale di nome Silvia, timida, alla sua prima esperienza, ma di nobili intenti e orientata al bene comune. Aveva anche una particolare sensibilità sui temi ambientali, verso la natura e gli animali.

Dopo più di un anno in Consiglio comunale passato ad essere ligia e rispettosa dei colleghi con molta più esperienza di lei, prese il coraggio a due mani e decise di pensare ad una sua proposta: voleva che il Comune si impegnasse per la tutela degli animali e per evitare il loro maltrattamento.

Chiarì ai suoi compagni del gruppo consiliare cosa voleva fare e questi le spiegarono che doveva scrivere un breve testo, presentarlo come «ordine del giorno» e attendere che venisse messo in discussione in consiglio comunale. “Avrebbe dovuto essere -le dissero- paziente come un bue”.

Così fece e redasse un testo semplice e sintetico con cui il consiglio invitava il sindaco e la giunta ad intervenire per la tutela degli animali e per evitare il loro maltrattamento e lo iscrisse tra gli argomenti da discutere nel periodo successivo.

Come predissero i suoi compagni più esperti, in effetti dovette attendere molti mesi, poi finalmente venne il momento. Era molto emozionata: si trattava del suo primo intervento in consiglio comunale. Se ne discusse dopo la mezzanotte al termine di una seduta tra le più lunghe e monotone dall’inizio del mandato. Lei intervenne con trasporto e fu sintetica e chiara: parlò meno di 5 minuti. Si aspettava una grande discussione, un confronto serrato e documentato tra diversi orientamenti e soluzioni.

Dopo il suo contributo il presidente domandò se c’erano altri interventi dei consiglieri. Nessuno chiese la parola, tutti muti come pesci. Il presidente decise quindi di porre in votazione l’ordine del giorno e verificò se c’erano dichiarazioni di voto da parte dei gruppi consiliari. Di nuovo il silenzio totale. Mise ai voti quanto presentato dalla giovane consigliera. Erano ormai presenti in pochi, i consiglieri erano ridotti ad essere quattro gatti, giusto il minimo indispensabile per garantire il numero legale. Distrattamente tutti votarono a favore con la borsa già in mano per andarsene a casa con la stessa fretta di una lepre spaventata.

Il giorno successivo l’assessore all’ambiente, competente per materia, comunicò al dirigente del settore l’avvenuta approvazione dell’ordine del giorno di una tal giovane consigliera di cui non ricordava il nome ma solo gli occhi da cerbiatta. Nel trasmettere al dirigente l’atto, commentò quanto l’ordine del giorno fosse poco rilevante e non degno di grande attenzione. Il dirigente, furbo come una volpe, individuò il funzionario ultimo arrivato per occuparsi della questione. Il responsabile del settore ambiente non riteneva infatti il neo acquisto di grande valore professionale e comunque, essendo l’ultimo arrivato, secondo la regola diffusa del «nonnismo», era destinato ad occuparsi delle cose poco rilevanti.

Il funzionario invece prese la questione molto sul serio e in poche ore, lo stesso giorno, inviò al dirigente un progetto complesso e completo che prevedeva una forte campagna di sensibilizzazione, un coinvolgimento delle scuole primarie e secondarie, la verifica degli spazi in città dove gli animali erano maggiormente presenti, ipotesi di sviluppo della «pet therapy», una campagna di mobilitazione sulla opportunità di registrare i propri animali e molte altre idee e iniziative.

Al dirigente, appena cominciò a leggere il progetto, saltò subito la mosca al naso e lo chiamò immediatamente: “Sei matto come un cavallo, -disse- non mettere il carro davanti ai buoi, aspetta… Cerca di capire quando ti do un messaggio, e ricordati di stare al tuo posto: non prendere iniziative che non siano già state percorse in altri casi. Non dobbiamo inventare nulla che non sia già stato collaudato prima!”. La mail con il progetto finì nel cestino e fu presto dimenticata.

Poi i giorni successivi accadde un fenomeno inaspettato e curioso. I giornali locali, forse a corto di notizie, parlarono con grande enfasi e positività dell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale dando grande rilievo alla consigliera che lo aveva proposto. Quest’ultima si trovò inondata di messaggi positivi sui social e ricevette attestati di stima da singoli cittadini e da associazioni.

A questo punto l’assessore all’ambiente, timoroso che la consigliera si prendesse tutto il merito e la visibilità, e diventasse vanitosa come un pavone, chiamò subito il dirigente per chiedergli conto di cosa aveva prodotto sul tema dell’ordine del giorno per la tutela degli animali. “E’ una questione fondamentale a cui tengo molto. Bisogna immediatamente intervenire in maniera decisa e puntuale. Agisci -aggiunse infine- rapido come un ghepardo”.

Il responsabile rispose immediatamente con ciò che meglio sapeva fare. Come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, era un esperto in materia giuridico amministrativa. Questa era la sua preparazione di base, questa era la competenza per la quale era stato selezionato, questo era l’argomento di tutti i corsi di formazione cui aveva partecipato, questa era la pratica che più aveva esercitato nei quasi quarant’anni di carriera che aveva svolto in quel Comune. E infatti era stata l’arma principale che aveva utilizzato in tutti i casi di difficoltà in cui si era trovato. Anche quella volta seguì la strada sicura e conosciuta. “Non si preoccupi -rispose prontamente all’assessore- ho la soluzione pronta: facciamo un bel regolamento sul tema della tutela degli animali, un regolamento completo, particolareggiato, preciso! Prenderemo la gazzella in men che non si dica!”.

L’Assessore non colse la battuta e si raccomandò soprattutto di fare presto e di farlo in modo autonomo, senza consultare la consigliera comunale, in modo che fosse chiara la paternità assessorile della proposta che sarebbe emersa.

Il dirigente, nonostante la sua sfiducia nel nuovo funzionario, decise di metterlo nuovamente alla prova. Lo chiamò e gli chiese di produrre una bozza di regolamento sul tema della tutela degli animali e gli chiese di farlo con la stessa velocità con cui aveva risposto alla precedente richiesta.

Il funzionario ci provò e in poche ore produsse una bozza di regolamento fatto di due articoli.

Il primo proclamava l’importanza della tutela degli animali. Il secondo diceva «E’ vietato maltrattare gli animali, chi lo fa prenderà una multa da 100 a 2000 euro a seconda della gravità del maltrattamento.» Pensava infatti che così il regolamento sarebbe stato chiaro e comprensibile e che la professionalità, il buon senso e il buon uso della discrezionalità degli agenti di polizia locale avrebbero reso efficace la sua attuazione.

Il dirigente, quando vide questa proposta, andò su tutte le furie e si avventò su di lui come un rinoceronte. “Sei più stupido di un asino e di un Koala messi insieme! Sei irrecuperabile! La tua bozza di regolamento è del tutto sbagliata. E anche se fosse buona è scritta in modo del tutto inadeguato. Il secondo articolo ad esempio andrebbe scritto così: ‹E’ fatto divieto in tutto il territorio comunale di causare danno alle specie animali presenti. Chi incorrerà in questa fattispecie verrà fatto oggetto di emissione di sanzione ammnistrativa. Chiunque commette una violazione al presente Regolamento, che non sia contestata ai sensi di altra prevalente norma di legge, è soggetto al pagamento di una somma da € 100,00 (cento/00) a 2000,00 (duemila/00), a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria e con le modalità stabilite dalla legge 24 novembre 1981, n.689. Alla sanzione sarà possibile ricorrere mediante le procedure di legge e nel rispetto dei regolamenti in vigore. Il Comune vigila sull’applicazione delle norme previste dal presente Regolamento con l’ausilio delle Guardie Ecologiche Volontarie ed in collaborazione con le Associazioni di volontariato animalista riconosciute e le Onlus con finalità statutarie di protezione degli animali, avvalendosi del supporto degli enti competenti›. Detto questo, credo proprio che tu sia finito nel posto sbagliato: non sei adatto a lavorare in questa amministrazione, ti muovi come un elefante in cristalleria.”

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