La Chiesa di San Bernardino

La chiesa di San Bernardino, spesso chiamata "Oratorio di San Bernardino", sorgeva dove oggi si trova la Banca "Credit Agricole", tra Piazza Roma e Via Garibaldi. Più precisamente si affacciava sulla Piazza con l'ingresso principale a nord, mentre due ingressi secondari erano aperti ai lati dell'unica navata. La figura 1 mostra le ridotte dimensioni dell'edificio rispetto alla Chiesa di San Leonardo. La data di consacrazione non è certa, forse il 18 maggio 1719; in ogni caso la struttura non appare nei numerosi documenti di fine seicento. 

La devozione per San Bernardino a Vescovato trova altri esempi più antichi e ciò può suggerire il passaggio del santo in paese durante i suoi giri di predicazione nel XV secolo. Ben tre abitazioni vescovatine presentano ancora oggi una lapide marmorea con il monogramma di Cristo "JHS", uno dei tratti distintivi del frate. Inoltre esisteva una cappelletta intitolata a San Bernardino dove oggi sorge il monumento ai caduti. 

Figura 1 - La piazza nelle tavole del catasto del 1857, con le due chiese evidenziate dal colore scuro. 
Figura 2 - La cappelletta a San Bernardino nella cartina dei territori di Vescovato del 1690.

All'interno della chiesa si trovavano due altari laterali dedicati rispettivamente a San Luigi Gonzaga e San Francesco. In generale l'arredo era povero: un curato ottocentesco scrive che l'interno è "rozzamente dipinto", con pavimento in pietra e la sola acquasantiera in marmo. La chiesa aveva poi un campanile snello da 2 campane. 

Questi tratti delineano San Bernardino come una chiesa "di popolo", rispetto ad una San Leonardo più ricca e cara ai Marchesi.  

Figura 3 - La facciata.
Figura 4 - L'interno.

Nel 1932, l'allora arciprete Don Giovanni Gusberti, optò per la demolizione dell'edificio e la vendita del terreno al Credito Commerciale. Con i proventi dell'operazione furono finanziati parte dei lavori in San Leonardo. 

L'abbattimento della chiesa fu un trauma per il paese, tanto che il poeta dialettale Francesco Sandri scrisse la poesia dai toni critici "Addio a San Bernardin". Nel testo la chiesa viene descritta come povera di decorazioni, ma ricca di umanità nel rapporto sentimentale con i vescovatini; i quali sono inermi di fronte ad una modernità affrettatasi a sostituire i simboli dei "vecc temp de' miseria" con i nuovi "pùlpit senza Crist". 

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