Chiesa della Beata Vergine Assunta

(Casorate Sempione)

Orari di apertura

La chiesa è aperta per le visite nei seguenti orari:

− da LUNEDÌ a VENERDÌ: dalle 8:00 alle 9:15

− SABATO: dalle 8:00 alle 11:00 e dalle 16:00 alle 16:30

− DOMENICA: dalle 7:30 alle 11:00

Non è consentita la visita durante le celebrazioni.

Nel caso in cui si voglia visitare la chiesa al di fuori degli orari sopra indicati o si desideri una visita guidata si prega di mettersi in contatto con la segreteria parrocchiale con congruo anticipo.

Informazioni artistiche

IL NUOVO EDIFICIO DI SANTA MARIA ASSUNTA

Nel 1621 il Parroco casoratese Don Ambrogio Chiaravalle decise di iniziare l’edificazione di una Chiesa Parrocchiale: ne è testimonianza la lapide, una volta in facciata ed ora nella prima cappella a sinistra in Santa Maria Assunta. Il giorno dell’Ascensione del 1621 posò la prima pietra il fratello di Don Ambrogio, Don Giuseppe Parroco di Besnate. Don Ambrogio però morì nel 1623 e l’edificazione iniziò solo con il Parroco Don Francesco Cani, ma dovette subire un arresto a causa della peste del 1630.

Vero edificatore della Chiesa di Santa Maria Assunta fu Don Camillo Brabanti, Parroco dal 1638: resse la Parrocchia per ben 48 anni, riuscendo così a completare la costruzione della nuova Chiesa. Costruttore fuminvece mastro Bernardo di Busto Arsizio.

LE INDICAZIONI BORROMAICHE LITURGICHE, IL PARROCO BRABANTI E GLI ALTARI IN SANTA MARIA ASSUNTA

La preziosità di Santa Maria Assunta che la rende degna di essere considerata uno “scrigno” di modalità canoniche riformate consiste nella puntuale applicazione delle indicazioni liturgiche e pastorali così ben dettate negli “Acta Ecclesiae Mediolanensis” di San Carlo che l’intelligente sacerdote Camillo Brabanti seppe tradurre in pratica nel ricostruire Cappelle e Altari in Santa Maria Assunta.

È l’Altare Maggiore piramidale la prima evidente assunzione del dettato borromaico all’interno di Santa Maria: la volontà espressa dal Curato Don Brabanti di cercare uno scultore del legno capace di eseguire tale macchina lignea seguendo le indicazioni conciliari tridentine e, in particolare, le acute intuizioni di San Carlo, paiono evidenti anche nel contratto steso il 17 aprile del 1668 con lo scultore Antonio Pino da Bellagio.

L’evoluzione dell’Altare Maggiore in ambito barocco alpino è bene espressa dalla storica dell’arte Stefania Perrone, quando a tale proposito scrive: “Nel secondo Seicento il Tabernacolo si evolve nella forma complessa dell’Altare piramidale, monumentale costruzione proiettante nello spazio elementi strutturali e decorativi desunti da una somma di esperienze culturali, non esclusi dati architettonici ed ornamentali del gotico fiorito reinterpretati in chiave barocca”. È il Sacrum Convivium dell’Antifona auspicato da Carlo Borromeo che prende forma nell’imponente macchinario scenico, dove l’idea di tempio si amplifica nella base verso l’alto per terminare nella figura del Cristo Redentore.

L’ispirazione alla Riforma Cattolica è ancora evidente nella scelta di dedicare la prima Cappella a destra dell’Altare Maggiore a due tra i maggiori riformatori della Chiesa dell’epoca: San Gaetano da Thiene (1480-1547) – la cui vita è manifestazione piena della rinascita cattolica italiana, fino alla morte, nell’offerta di tutto se stesso per l’unità della Chiesa sotto la guida del Romano Pontefice – e San Carlo Borromeo (1538-1584) – Arcivescovo di Milano, testimone della rifioritura della Cristianità, sintetizzata da Concilio Tridentino e attuata nella santità dell’intera sua esistenza.

La prima Cappella a sinistra dell’Altare Maggiore è dedicata a Sant’Antonio Di Padova. Nella pala il Santo è evocato in contemplazione di Maria, mentre tiene in braccio il Bambino Gesù.

Le due successive Cappelle laterali, a sinistra e a destra della navata centrale, vennero dedicate alla Madonna e a San Tito.

La successiva Cappella di sinistra venne riedificata da Don Brabanti, seguendo le indicazioni borromaiche, per non dimenticare la memoria dei primi Cristiani: venne quindi dedicata a San Tito, Diacono e Martire a Roma nel 426, il cui corpo era giunto in dono a Casorate Sempione nel 1677.

Il Parroco Don Camillo affidò la realizzazione dell’Altare ancora alla bottega di Antonio Pino, quale cornice all’antico affresco della Madonna della Rosa – un tempo su un pilastro della precedente Chiesa Parrocchiale, sacra immagine alla quale i casoratesi erano particolarmente devoti – e quale scrigno della reliquia del Martire.

Il risultato fu un’ampia architettura nella quale prendono posto le immagini di Dio Padre, che si affaccia dall’alto dei Cieli, i genitori della Beata Vergine Maria, San Gioacchino e Sant’Anna, nonni di Gesù e le figure popolari, ingenue e colorite del martirio di San Tito, nonché le raffigurazioni degli Angeli: il tutto a rendere più vicina, più umana la Presenza di Dio nella storia della Salvezza, nella vita dei Santi e nella nostra stessa esistenza quotidiana.

Don Camillo Brabanti morì nel 1686, lasciando comunque gran parte della Chiesa ricostruita e solo parzialmente da completare negli arredi fondamentali degli Altari laterali.

I due altari laterali saranno edificati più tardi, in marmo: quello di Sant’Antonio tra il 1704 e il 1709 e quello di San Carlo e San Gaetano tra il 1741 e il 1742.

LO STATO DELL’EDIFICIO ECCLESIASTICO NELL'OTTOCENTO

Durante il XIX secolo la chiesa della Beata Vergine Assunta subì le maggiori operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria

Gli ultimi due Altari presenti nelle due cappelle vennero edificati in stile tardo neoclassico nel 1844.

Nel 1867 l’allora Curato Don Celso Diani acquistò dallo scultore Melloni di Milano la statua lignea della Madonna del Rosario, ancora presente in Chiesa parrocchiale; della fine degli anni Ottanta sono invece le riparazioni e i restauri degli Altari lignei di Antonio Pino e Martino Rossignollo, voluti dal nuovo Parroco Don Angelo Binda che reggerà la Parrocchia fino al 1918.

L’ALLUNGAMENTO DELLA CHIESA NEL 1926 E LA SUA SISTEMAZIONE E DECORAZIONE

Don Luigi Mariani, Parroco di Casorate dal 1919 fino al 1967, spinto dal desiderio di ampliare la Chiesa che, come scriveva nel Cronichus, “si presenta angusta e non adeguata alle esigenze della aumentata popolazione”, nel 1925 affidò all’architetto Oreste Benedetti di Milano il progetto. I lavori iniziarono nella Primavera del 1926 e vennero terminati a Giugno.

La bottega di Luigi Roggiani decorò la volta a calce e tempera a partire e per la festa di San Tito del 26 Agosto 1926 la volta risultò completamente terminata. Il Roggiani decorò anche gli stucchi originali delle prime tre cappelle, ma non ve ne aggiunse di nuovi continuando la decorazione semplicemente a tempera sul cornicione marca piano. In quegli anni viene rifatta la bussola della porta ad opera dell’intagliatore casoratese Gaetano Rossetti e con il concorso del falegname Bussolini. Roggiani continuò negli anni la decorazione di altri elementi della Chiesa e dipinse ad olio nel 1940 le quattordici stazioni della Via Crucis.

Don Luigi Mariani fece sistemare a partire dal 1936 anche le ultime Cappelle, aggiunte nel 1926, collocando nell’ultima a destra una tela del Sacro Cuore di Gesù, opera del pittore Verzetti del 1929, e nella Cappella di fronte il gruppo della Crocifissione di Antonio Pino, un tempo sulla pergola al di sotto dell’arco trionfale.

Del 1938 è il pulpito ligneo opera della bottega del falegname Bussolini con intagli lignei di Arturo Gallati di Albizzate.

IL CAMPANILE DI SANTA MARIA ASSUNTA

Il primo documento sull’antico campanile è di Padre Lionetto di Clivone del 1566 per la visita pastorale di San Carlo. La Chiesa aveva allora un orientamento con asse sud-nord; il campanile si trovava dietro l’abside ancora più discosto dell’attuale posizione e con una porta di accesso direttamente dalla Chiesa.

Negli anni 1641 e 1664 il Parroco Don Brabanti fece fondere delle campane.

Più tardi, nel 1828 il campanile venne riparato e venne costruita la cupola in rame.

Nuove campane vennero fuse dalla ditta Bizzozzero di Varese e nel 1941 si riordinò il castello campanario e i muri del campanile.

Don Luigi Mariani nel 1936 affrontò nuovamente cospicue spese per il campanile.

Venne poi il tempo della seconda guerra mondiale con la requisizione delle campane per fornire bronzo per la Patria. Era il 29 maggio 1943. Solo sei anni dopo ritorneranno, fuse di nuovo, le campane.

L’opera di restauro e di manutenzione del campanile data poi al 2001 con il progetto dell’arch. Federica De Leva e del geom. Angelo De Tommasi, progetto realizzato nel 2002-2003 anche con il rifacimento della cupola in rame.

(Testi di Rosangela Cervini e Massimo Conconi, dal libro “La Chiesa dell’Assunta a Casorate Sempione”)