Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

La chiesa di San Pietro e Paolo, esistente già alla fine del 1400 come piccola chiesa di campagna, è stata più volte ristrutturata e ampliata nei secoli successivi.

Intorno al 1580 si ebbe la ricostruzione ex novo di tutto l’edificio, non è facile stabilire se tale intervento sia stato determinato da un piano di ampliamento della chiesa esistente o per la necessità di sostituire un edificio ormai fatiscente.

A metà Seicento si avviò la fase che si potrebbe definire di “competizione” con la Matrice di San Bartolomeo, diversi fattori determinarono interventi strutturali. Nel 1652 il vescovo accolse le richieste dei fedeli che vivevano a Terranova e permise di celebrare in San Pietro e Paolo tutte le liturgie che si svolgevano a San Bartolomeo, di fatto questa concessione costituì il primo passo di un lungo percorso che si concluderà nel 1740 con l’assegnazione del titolo di Matrice.

Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo

Cronologia delle fasi costruttive

A metà ‘600, un nuovo campanile già dall’esterno preannunciava le novità interne realizzate in quegli anni: nuove cappelle, nuove opere d’arte ed il nuovo coro ligneo si sforzano di rendere la chiesa in grado di solennizzare le celebrazioni liturgiche.

Altro elemento che determinò interventi urgenti e strutturali nella chiesa fu il crollo del cappellone nel dicembre del 1653, poi una serie di interventi prettamente decorativi la prepararono ad assumere la chiara identità ed il prestigioso ruolo di Chiesa Madre, quando la nuova Matrice ricevette il titolo di “Sanctorum Apostolorum Petri et Pauli ac Divi Bartolomei”.

Nulla resta di quelle decorazioni della prima metà del 1700, infatti, dopo appena trent’anni, diversi fenomeni sismici costrinsero la comunità di Caltavuturo a rinnovare totalmente la chiesa.

Probabilmente con il terremoto del 1763 si danneggiò gravemente la zona absidale della chiesa.

Nello stesso periodo la Chiesa viene prolungata in avanti assumendo la forma a croce latina, con tre navate, un ampio transetto ed il presbiterio.

Nel primo decennio del 1800, i Sesta, che già avevano lavorato nella Chiesa della Badia, decorarono la facciata della chiesa. Le attuali figure in stucco dei due apostoli titolari, Pietro e Paolo, collocati nel prospetto, si possono attribuire appunto agli stuccatori Giuseppe e Felice Sesta.

La cornice in pietra intagliata della porta maggiore venne realizzata dai mastri Vincenzo Miraglia e Vincenzo Filippone di Petralia.

A metà Ottocento gli interventi più significativi si registrano a livello di decorazioni interne, decorazioni che ebbero poca fortuna, un disastroso incendio, verificatosi accidentalmente il giorno della festa della patrona di Caltavuturo, il 10 settembre 1880, rovinò totalmente quanto di bello si era realizzato nel corso del 1800.

Si dovette ripulire e rinnovare totalmente l’interno della chiesa.

Le principali opere presenti all’interno della chiesa Madre sono:

- Opere pittoriche: “L’adorazione dei Magi” realizzata da Johannes De Matta, “L’immacolata Concezione ed i Santi Pietro e Paolo” realizzata da Guglielmo Walsgart, “La discesa dalla croce” di un ignoto pittore siciliano, “Sant’Isidoro tra i Santi Ignazio, Francesco Saverio, Teresa D’Avila, Filippo Neri” realizzato da Simone Lo Guasto, “La Madonna del Rosario con i Santi Domenico Caterina da Siena e Pietro Martire” realizzato da un ignoto pittore fiammingo-novellesco, “Compianto sul Cristo morto” realizzato da Pietro Pometta

- Opere in marmo: “Madonna con il bambino o della neve” che reca l’incisione F.L. ed attribuibile a Francesco Laurana, “Madonna con il bambino” realizzata da Giuliano Mancino, “Ciborio” realizzato da Francesco del Mastro, “L’Annunciazione” opera di Giuliano Mancino

- Opere Lignee: “Cantoria” in legno policromo di un anonimo intagliatore siciliano, “Crocifisso ligneo” di Gaetano la Rizza.

Bibliografia: (a cura di) L. ROMANA, Atlante dei beni culturali di Caltavuturo, Roccapalumba, 2009, pp.111-117