Bullismo in rete:

Gli haters

a.s. 2017/2018

Progetto: Le parole o-stili

Unità didattica

cyberBullismo: Conosciamo gli Haters

chi sono e cosa fanno?

Dopo aver ricercato chi sono, letto una serie di articoli sull'argomento, visto video e partecipato al blog sul cyberbullismo, a conclusione di questo percorso sei più consapevole del fenomeno degli haters e dei commenti d'odio? Sei mai stato vittima di questa categoria di individui? Hai mai subito episodi di cyberbullismo? Racconta la tua esperienza.

Secondo il Cambridge dictionary

Hater: a person who says or writes unpleasant things about someone or criticizes their achievements, especially on the internet (persona che dice o scrive cose spiacevoli su qualcuno o critica i loro risultati, specialmente su internet).

La ferita provocata da una parola non guarisce!

Questa è la storia di un ragazzo di 15 anni che, per un po’ che ha vissuto, ne ha passate tante per un ciclo di episodi di bullismo…

Dalle elementari sempre ricoperto di insulti, ingiurie e solitudine. Sì purtroppo tutto ciò negli anni l’ha fatto diventare solo cattivo agli occhi delle persone, ma lui cercava solo un po’ di affetto.

Voi direte: e i familiari? E i genitori in particolare?

Beh non poteva contare neanche su di loro poiché erano sempre al lavoro, e i momenti dove si incontravano erano a pranzo, ma giusto il tempo di mettere qualcosa sotto i denti e poi tornavano al lavoro.

Così facendo questo ragazzino si era trasformato, iniziava ad essere chiuso con tutti, ad andare male a scuola, ma la cosa più importante a provare odio per tutti, anche senza motivo…tornava a casa sempre con le mani rotte, devastate per la troppa rabbia.

Non parlare di questi episodi ripetuti nel tempo fa male, parlarne è importante perché non farlo equivale all’autodistruzione di ciò che si è sempre stati e a volte anche della morte…

PARLARE E’ L’UNICA SOLUZIONE!

Denny

Questo argomento, rispetto al quale sono molto sensibile, sta facendo scaturire in me un forte senso di ribellione, perché io vedo gente che segue corsi o crea blog sul cyber bullismo e bullismo, senza un briciolo di coerenza. Secondo me, infatti, se una persona segue determinati corsi, poi una volta uscita deve applicare ciò che ha imparato e far in modo che non accada nulla. Io vedo gente che segue dei corsi senza senso, parlo per esperienza personale, gente che, una volta che esce da scuola, prende il proprio telefono e posta frasi o foto odiose e per me non ha alcun senso, anzi mi irrita.

Ci vuole davvero molto coraggio! Io, da quando sto frequentando questo progetto, noto molto di più l’odio che c’è in giro, tra i ragazzi, e sinceramente non mi piace proprio. Io so cosa significa, perché comunque l’ho provato sulla mia pelle e non è affatto bello. Io fortunatamente ne sono uscita grazie a mia madre, lei è la mia salvezza e penso che non ci sia cosa più bella di un genitore, con cui confidarsi e parlare dei propri problemi. Io penso che se non ci fosse stata mia madre adesso non sarei qui. Non sono parole al vento queste: io ho passato degli anni tremendi, io ero una di quelle bambine timide, che se ne stava per i fatti propri, che assorbiva tutto senza reagire, senza avere confidenza con nessuno.

I momenti più brutti li ho rimossi, però ricordo la maggior parte di quel periodo, ricordo quelle ‘’ragazze’’, se cosi si possono chiamare, che mi prendevano in giro… Arrivavo a casa mentalmente distrutta per tutti gli insulti che mi prendevo a scuola. In quel periodo ricordo anche tutti gli insulti che mi arrivavano sul telefono, su tutti i social, perché io ero quella ragazza brutta e senza forme, che non piaceva a nessuno, le tipiche ragazze sfigate con un brutto stile.

Miriana

Questa strada percorsa nella rete delle parole d’odio grazie alla professoressa Di Grassi è stata bellissima. L’esperienza consisteva nel trovare commenti, scrivere temi con nostre parole di pancia ed infine vedere video sui temi riguardanti l’odio in rete. Abbiamo pianto, abbiamo provato nuove emozioni e infine imparato. Il progetto svolto ci ha aiutati a capire la sensazione di disgusto nei confronti dei commenti d’odio.

Sono delle situazioni di merda dove l’odio delle persone a volte anche con piccoli gesti può travolgere una persona molto sensibile: queste persone si sentono talmente derise che decidono di togliersi la vita. Bravi ragazzi che magari quel giorno si erano ubriacati oppure erano sotto effetto di droghe e vengono filmati mentre chi sta producendo il video non conosce nemmeno i rischi del suo gesto. Quest’oggi le situazioni sono tante e diverse l’una dall’altra, però è necessario avere un limite, una linea immaginaria, da non sorpassare. A volte i limiti non si conoscono, ogni gesto compiuto non ha importanza, non conosciamo le regole, ignoriamo i limiti del gioco. Sono un ragazzo che non ha commesso nè subito bullismo, ma lo ho avvertito sulla pelle grazie alle mille sensazioni provenienti da questo progetto.

Le parole per descrivere il progetto sono venute dal profondo del cuore, è stata un’emozione unica. A volte le parole possono far più male delle mani: bisogna pensare prima di emettere dei vocaboli non appropriati che potrebbero offendere, deludere e far molto male specialmente ad una persona molto sensibile. Le parole d’odio potrebbero causare anche la morte della persona che subisce questo tipo di bullismo. Spero che questi casi si riducano passo dopo passo, fino ad non esserci più: ne abbiamo abbastanza .

Victor

Secondo i dati, nel 2017, circa il 5,2% di 11-15enni ha subito atti di bullismo e/o cyber bullismo, per tante banalità: fisico, sessualità ecc. In sincerità a me è bastato un video per sensibilizzarmi su queste due cause più frequenti di morte tra i giovani. Vedere la ricostruzione della morte di una delle tante vittime, Carolina Picchio, è stato straziante. Una ragazza di 14 anni che si è suicidata per colpa dei social e dei suoi amici, che nonostante tutto continuavano a dire “era solo uno scherzo”.

Per approfondire questi argomenti la mia classe, la 2C dell’istituto Alberghiero di Polignano a Mare, ha seguito un progetto, per la creazione di un blog. Infine, grazie al prof. Scagliusi e alla prof. Di Grassi, abbiamo montato uno spot pubblicitario, imbrattandoci di colori che spesso lasciano il segno nella vita di noi adolescenti: rosso come il sangue, viola e verde come i lividi che attraversano pelle e anima. E alla fine due parole toccanti “mai più”. Mai più a queste ingiurie, mai più a queste discriminazioni, mai più a tutto questo. Sarei la prima a volerlo, perché ho attraversato un periodo come Carolina, e credetemi, non è facile superare tutto questo.

Alessia

Ciao, sono Graziana, ho 15 anni e frequento l’Istituto Alberghiero di Polignano a Mare. Quest’anno la nostra classe ha aderito ad un progetto sul bullismo. Purtroppo anch’io ne sono stata vittima durante la seconda media insieme ad una mia compagna di classe, a causa di tre ragazze più grandi bulle. Una mattina, mentre eravamo sul pullman in occasione di una gita scolastica, queste tre ragazze iniziarono a lanciarci caramelle bagnate di saliva. Inizialmente io non reagii mentre la mia amica intervenne rispondendo in maniera scortese. Loro continuarono imperterrite, ma noi decidemmo di non dare importanza e perciò di ignorarle. Così smisero per quel giorno, ma continuarono sia durante l’intervallo che al di fuori della scuola a insultarci. Dopo aver sopportato tante ingiurie, un giorno sia io che la mia amica abbiamo deciso di reagire cercando di parlare con calma, ma loro iniziarono a tirare calci alle gambe finché non intervennero alcuni docenti in nostro aiuto. Una delle bulle chiamò il padre che, una volta a scuola, ovviamente le difese senza ascoltare la nostra versione. Infine tornammo in classe e da quel giorno noi non siamo più state insultate, però loro hanno continuato a bullizzare altri studenti. In virtù di questa brutta esperienza io penso che alla base del bullismo ci sia una cattiva educazione familiare. L’aver affrontato a scuola è stata una bella esperienza perché è un argomento che serve molto a tutti, e mi sarebbe piaciuto averne parlato alla scuola media.

Graziana

Per fortuna non ho mai subito atti di bullismo, scrivo “per fortuna” perché so cosa si prova quando qualcuno ti bullizza, e, non è bello, perché ti senti molto più solo ed a volte può finire veramente molto male. Questo nuovo progetto cui le prof ci hanno voluto far partecipare è stato molto educativo, ci hanno molto sensibilizzato facendoci sia vedere cose successe a persone che hanno subito atti di bullismo e sia ascoltare delle testimonianze di persone che sono riuscite a sopravvivere a questa cattiva esperienza. Un’altra cosa che le nostre prof hanno voluto trattare è il cyberbullismo, che è una specie di bullismo evolutosi grazie ad internet, che, sì, anche se può essere molto utile per tutti, può essere anche uno strumento utilizzabile per scopi molto offensivi. Una delle cose che le nostre prof ci hanno voluto far vedere è un episodio di cyberbulllismo accaduto qualche anno fa. Si tratta di una ragazza che dopo essersi ubriacata ad una festa con i suoi amici è stata ripresa mentre era in bagno e stava molto male. I suoi amici la prendevano in giro dicendole cose molto cattive che di sicuro non piacevano alla ragazza. Infatti, dopo che questo video andò in giro sia su Facebook che su WhatsApp, lei si suicidò perché non ce la faceva a sopportare il peso. Con quest’episodio che le prof ci hanno voluto far vedere, ho capito l’importanza di non divulgare messaggi, foto o video che possano alterare e offendere i sentimenti delle altre persone. Infine, questa esperienza è servita a molto sia a me, che, spero, anche ai miei compagni di classe.

Riccardo

Il cyberbullismo si va sempre più diffondendo tra i giovani, soprattutto in età adolescenziale e coinvolge molti ragazzi. Con il passare degli anni si sta molto sviluppando. Il progetto sul Cyberbullismo, a cui la nostra scuola ha permesso di partecipare, è stato molto costruttivo. Ha fatto riflettere noi giovani sulle vicende che ci circondano e come bisognerebbe comportarsi, nel caso in cui assistessimo o peggio fossimo vittime di queste vicende. Molti giovani utilizzano i social network in modo inappropriato, rovinando la reputazione di una persona indifesa. Se qualcuno si trovasse in situazioni di bullismo, non deve chiudersi in se stesso, ma dovrebbe chiedere aiuto ad una persona che sappia comportarsi in maniera corretta e civile.

Annachiara