Puellae Pompeiorum

Puellae Pompeiorum . Scritto pensando al romanzo "Le Ragazze di Pompei" , di Carmen Covito, la storia narra di due donne romane, Tirrena e Rubria, diverse per estrazione e culture ma unite dall'amicizia, che sono alla ricerca delle proprie relative emancipazioni. Tirrenia di quella intellettuale, Rubria di quella sessuale.

Entrambe le sfere sono sottoposte al pregiudizio misogino di una cultura fortemente maschilista che, per quanto antica di duemila anni, non manca di analogia con la nostra.

La donna romana di età Giulio-Claudia infatti, gode di un'emancipazione giuridica inaudita per il mondo antico e che, tramontato questo, dovrà aspettare l'età moderna per ricominciare a riemergere. A tale emancipazione giuridica non corrispondeva però una piena emancipazione culturale, per la quale la donna, seppur riconosciuta quasi pari agli uomini dal punto di vista giuridico, era soggetta ad una serie di pregiudizi morali che a livello conscio e inconscio, personale e pubblico, osteggiavano una piena integrazione delle donne nel tessuto sociale. Insomma un pò come oggi, dove la donna ha il diritto di votare, ma non ha diritto di vivere pienamente la propria vita sessuale senza rischiare di rincorrere nella censura, spesso con esiti tragici, di una società che stenta a superare la propria misoginia.

La storia è ambientata all'interno del Teatro Piccolo di Pompei, che per l'occasione viene "interpretato" dall'ArcheoTeatro Pompeiano, la cui struttura ricalca quella del Teatro Piccolo sia per forma che per dimensioni. E' all'interno di questo teatro che le due amiche si ritrovano e insieme trovano, per i loro diversi problemi, una soluzione comune che avrà un epilogo meta-teatrale, dove i protagonisti diventeranno a loro volta attori e metteranno in scena una rappresentazione nella rappresentazione, abbattendo la quarta parete e trasformando il pubblico di oggi nel pubblico di allora.