Il razzismo fa male, a tutti.
Anche se il concetto di razza non ha alcuna base scientifica, il razzismo - l'idea che le capacità cognitive e le qualità morali di ogni individuo siano diverse a seconda della sua origine o dell’aspetto esteriore - è vivo e vegeto. Il passato ci ricorda che gli atteggiamenti collettivi di ostilità generati dal razzismo hanno portato alle più grandi tragedie umane: persecuzioni, eccidi e genocidi. Oggi, la reazione a catena tra crisi ambientale, impoverimento della popolazione, necessità di migrare e crescita dell’intolleranza verso i nuovi arrivati investe ogni parte del mondo. Le sofferenze individuali e collettive, il disagio e il conflitto sociale, con l’ulteriore razzismo che viene generato, si stanno diffondendo a macchia d’olio fino a toccare ogni Paese, ogni gruppo sociale, ogni persona.
Forme vecchie e nuove di razzismo convivono nella società.
Coesistono oggi nella società diverse forme di razzismo. Persiste quello “tradizionale”, basato sull’associazione tra la percezione della diversità fisica e pregiudizi sulle qualità cognitive e morali degli individui dei “gruppi inferiori”. A questo si aggiunge il cosiddetto "neo-razzismo", secondo cui le differenze culturali e religiose separano irrimediabilmente i gruppi umani e giustificano politiche e atti discriminatori. Il nuovo antisemitismo, lo jihadismo, l’islamofobia e altre forme di persecuzione religiosa dimostrano il suo enorme potenziale disgregativo per la società.
Il razzismo si combatte condividendo i saperi e mettendo al centro la persona.
Per contrastare il razzismo è necessario agire a diversi livelli. Sul piano della conoscenza, è doveroso contrapporre sia la straordinaria ricchezza delle diversità culturali che l’umanità ha costruito nel suo lungo cammino storico, sia il ruolo insostituibile giocato dalle differenze biologiche nell’adattamento delle popolazioni umane agli ambienti. Sul piano dei rapporti umani, è importante mettere al centro la persona, al di là di ogni categoria astratta, come la razza o l’etnia, che oscura i suoi valori. Sul piano civile e politico, va condivisa e messa in pratica l’uguaglianza tra gli esseri umani nei diritti e nei doveri e nel pieno rispetto dei principi della nostra Costituzione e delle norme che ne derivano.
La ricerca di una vera e fruttuosa convivenza è una responsabilità collettiva.
Per evitare che il razzismo cancelli il senso umano di comunanza e solidarietà, beni indispensabili per una vera e fruttuosa convivenza, è necessario che tutti, pur mantenendo la propria identità, siano consapevoli di essere legati agli altri dall’appartenenza a una più grande comunità, l’umanità, e da uno stesso destino, quello di cittadini del mondo.