Come possono incontrarsi eguaglianza e diversità umana?

Riconoscere a tutti la stessa dignità e gli stessi diritti è non solo o non tanto, come dice Theodosius Dobzhansky, un precetto etico, quasi una sorta di concessione a ciò che si ritiene moralmente giusto, quanto il principio fondante di ogni società che voglia definirsi democratica ed egalitaria . Pertanto, l’eguaglianza umana non può essere messa in discussione o condizionata dal “quanto” e dal “come” siamo diversi. Ciò non significa però che diversità ed eguaglianza siano concetti tra loro distanti o addirittura inconciliabili. Conoscere le cause e il significato della diversità umana è, infatti, fondamentale per diventare pienamente consapevoli del senso e del valore dell'eguaglianza.

Ma andiamo per ordine. Come lo stesso titolo del Manifesto riconosce, ogni discorso sulla diversità è strettamente legato all’unità. Ciò che, prima di ogni cosa, unisce gli esseri umani sono i bisogni, da quelli sociali (senso di appartenenza, stima, rispetto), a quelli “del sé” (accettazione, assenza di pregiudizi, autorealizzazione). Al di là di pregiudizi o false credenze, sappiamo che non vi sono reali differenze nelle potenzialità intellettive e nelle inclinazioni morali tra i gruppi umani, e quindi nella capacità di soddisfare i bisogni, sebbene possano esserci tra gli individui che li compongono. Anche in questo caso è l’ambiente, inteso in senso sociale e culturale, ad avere generalmente il ruolo più importante (fatta eccezione per le sindromi e i tratti comportamentali con una base genetica). Sappiamo, inoltre, che gli individui possono avere differenti “talenti”, intesi come l'abilità che permettono alle persone di distinguersi in vari campi (come musica, pittura o matematica), o la capacità di mettersi in sintonia con gli altri, finendo per sentire come loro i bisogni altrui (empatia e compassione). Queste doti si manifestano in ogni gruppo umano, anche se possono non essere sempre universalmente riconoscibili, visto che si rendono evidenti con modalità che differiscono a seconda dei contesti sociali, storici e culturali.

Tutto questo ci permette di dire che l’eguaglianza non va intesa solamente come qualcosa che deriva da un precetto etico, un principio sociale o un ideale, ma va messa in relazione con qualcosa che è insito nella natura umana e travalica i confini geografici, sociali e storici: siamo resi eguali non solo dalla necessità di appagare gli stessi bisogni fondamentali, ma anche dalla capacità di soddisfarli attraverso innumerevoli e diversificate testimonianze di una straordinaria creatività e sensibilità. Entrambe, incontrandosi e mescolandosi, hanno creato in passato opportunità di sviluppo reciproco e benessere. Ecco quindi qualche elemento per riflettere sul senso e il valore dell'incontro tra diversità ed eguaglianza.


Letture

Theodosius Dobzhansky. Diversità genetica e uguaglianza umana. Einaudi, 1975.


Giovanni Destro Bisol