Persone

Docenti

Prof.ssa Paola Buzi (Professoressa Ordinaria di Egittologia e civiltà copta)


Paola Buzi, oltre a tenere la cattedra di Egittologia e Civiltà Copta della Sapienza, è Professore Onorario delle medesime discipline presso l'Universität Hamburg, dove segue alcuni dottorandi. 


Ha ottenuto un ERC Advanced Grant per il progetto PAThs - Tracking Papyrus and Parchment Paths: an Archaeological Atlas of Coptic Literature. Literary Texts in their Geographical Context. Production, Copying, Usage, Dissemination and Storage.


Laureatasi presso la Sapienza Università di Roma nel 1995 - dove ha studiato Egittologia con Alessandro Roccati e Lingua e letteratura copta con Tito Orlandi - ha conseguito nel 2002 nel medesimo ateneo il dottorato di Ricerca in Egittologia. 


Per cinque anni ha poi collaborato con il Dipartimento di Archeologia dell’Alma Mater Università di Bologna in qualità di assegnista di ricerca, combinando interessi di Egittologia e di Archeologia. Da gennaio a ottobre 2010 ha lavorato presso la Universität Hamburg, su incarico dell’Akademie der Wissenschaften zu Göttingen, allo scopo di catalogare i manoscritti copti conservati in Germania. Dal 1 novembre 2010 al 31 gennaio 2017 è stata Ricercatore a tempo indeterminato. 


Agli interessi di tipo storico-letterario e codicologico unisce da sempre quelli per la ricerca archeologica, egittologica e coptologica. Ha partecipato a numerosi scavi in Italia e in Egitto. Dal 2002 è membro della Missione Archeologica dell’ateneo bolognese e della Sapienza a Bakchias (Fayyum, Egitto), di cui dal 2008 è co-direttrice, dapprima con Sergio Pernigotti ed ora con Enrico Giorgi.

Dal 2020 è direttore della missione a Hujair Gubli e Magal (IV cataratta, Sudan).


Dal 2016 al 2022 è stata Senior Fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati della Sapienza (SSAS).

E' Presidente del board dell'International Association of Coptic Studies (IACS).

E' membro dell'International Association of Egyptologists (IAE).

E' membro dell'Academia Ambrosiana (Classe di Scienze Africane). 

E' membro dell'Academia Europaea

Prof. Julian Bogdani (Professore Associato di Metodologie della ricerca archeologica)

Julian Bogdani è Professore Associato di Metodologie della ricerca archeologica, direttore della Missione Archeologica della Sapienza a Çuka e Ajtoit (Albania). È, inoltre, il responsabile scientifico del LAD: Laboratorio di Archeologia Digitale alla Sapienza.

È membro del Senior Staff del progetto ERC Advanced Grant PAThs - Tracking Papyrus and Parchment Paths: an Archaeological Atlas of Coptic Literature. Literary Texts in their Geographical Context. Production, Copying, Usage, Dissemination and Storage.

Cultrici e cultori della materia

In virtù del loro profilo scientifico, i cultori della materia sono membri delle commissioni d'esame e di laurea

Dott.ssa Marta Addessi (Assegnista di ricerca e cultrice della materia)

Marta Addessi è Assegnista di ricerca nell'ambito del progetto FARE Ricerca in Italia Sacri lapides Aegypti: dagli scribi templari ai copisti di scriptoria. La trasformazione degli spazi di culto, di identità e di memoria dall'Egitto faraonico e tolemaico-romano all'Egitto cristiano e Cultrice della materia presso la Cattedra di Egittologia e Civiltà copta della Sapienza.

È membro del progetto PAThs - Tracking Papyrus and Parchment Paths: an Archaeological Atlas of Coptic Literature. Literary Texts in their Geographical Context. Production, Copying, Usage, Dissemination and Storage.

Nel 2016 ha conseguito la laurea triennale in Lettere classiche e nel 2018 la laurea magistrale in Scienze storico-religiose presso la Sapienza Università di Roma.

Presso il medesimo ateneo, nel febbraio 2022 ha discusso la tesi di dottorato in Filologia e Storia del mondo antico, dal titolo La versione in copto bohairico dell'omelia De ieiunio I di Basilio di Cesarea. Introduzione, edizione, traduzione e commento, con un'appendice sulla trasmissione in copto saidico.

Dott. Francesco De Gaetano (Cultore della materia)

Francesco De Gaetano è Cultore della materia presso la Cattedra di Egittologia e Civiltà copta della Sapienza.

Nel 2014 ha conseguito la laurea triennale in Storia e nel 2017 la laurea magistrale in Studi orientali: Vicino e Medio Oriente presso l'Università di Pisa.

Nel settembre 2022 ha discusso presso la Sapienza Università di Roma la tesi di dottorato in Filologia e Storia del mondo antico, dal titolo Studio documentario, storico e sociale dell'esercito egiziano nella prima metà del Secondo Millennio a.C.

Dott.ssa Federica Pancin (Cultrice della materia e collaboratrice di ricerca)

Federica Pancin è cultrice della materia e collaboratrice per il progetto FARE Ricerca in Italia Sacri lapides Aegypti: dagli scribi templari ai copisti di scriptoria. La trasformazione degli spazi di culto, di identità e di memoria dall'Egitto faraonico e tolemaico-romano all'Egitto cristiano presso la Cattedra di Egittologia e Civiltà copta della Sapienza. Nello stesso ateneo ha conseguito nel maggio 2023 il dottorato di ricerca in Filologia e Storia del mondo antico con una tesi sulla scrittura figurativa in geroglifico di epoca romana intitolata Testi crittografici di età domizianea: sviluppo e diffusione di modelli iconici nella scrittura egiziana a Esna e in Italia

Si è formata all'Università Ca' Foscari di Venezia, dove ha conseguito la laurea triennale in Conservazione dei beni culturali e la laurea magistrale in Scienze dell'antichità, occupandosi della figura del dio Osiride nel corpus dei testi oltremondani abideni.

Nel 2018 si è diplomata presso la Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni archeologici di Trieste, Udine e Venezia (SISBA), con una tesi sugli intonaci e i pigmenti meroitici del Palazzo Reale di Natakamani nel sito UNESCO di Jebel Barkal (Sudan). Dal 2016 è membro permanente della Missione Archeologica Italiana a Jebel Barkal. In qualità di archeologa, si occupa prevalentemente di inventariazione, catalogazione e documentazione di ceramica e altri reperti. 

Dal 2013 si occupa anche di consulenza scientifica, visite guidate e servizi educativi presso mostre, musei e associazioni culturali. I suoi interessi principali e attuali progetti di ricerca includono lo studio della cultura scribale egiziana di epoca greco-romana, l'approfondimento di documenti epigrafici e di tradizioni templari in Egitto e Nubia e la ricerca archeologica in Sudan.

Dott. Alessandro Piccolo (Cultore della materia e collaboratore di ricerca)

Alessandro Piccolo è Cultore della materia presso la Cattedra di Egittologia e Civiltà copta della Sapienza, nonché collaboratore del progetto FARE Ricerca in Italia Sacri lapides Aegypti: dagli scribi templari ai copisti di scriptoria. La trasformazione degli spazi di culto, di identità e di memoria dall'Egitto faraonico e tolemaico-romano all'Egitto cristiano.

 Ha conseguito la laurea triennale in Lettere classiche e la laurea magistrale in Filologia classica presso l'Università di Napoli "Federico II" e, presso la Sapienza, il dottorato in Filologia e Storia del mondo antico con una tesi dal titolo Barbari, Haunebu, Weyenin: i Greci in Egitto al tempo dei re saiti.

Nel corso del dottorato, unendo agli interessi di ricerca per il mondo greco-romano quelli per l'egittologia, la coptologia e la semitistica, ha approfondito le sue competenze frequentando l'Ägyptologisches Institut e il Seminar für Sprachen und Kulturen des Vorderen Orients della Universität Heidelberg. 

Collaboratori della Cattedra

Dott. Angelo Colonna (RTDA)


Angelo Colonna è RTDA in Egittologia e Civiltà copta presso l'Università di Pisa. È stato Assegnista di ricerca e Cultore della materia presso la Sapienza Università di Roma e Academic Visitor presso l’Oriental Institute – Oxford University (The Queen’s College).


Laureatosi in Archeologia alla Sapienza, nel 2014 ha conseguito, presso il medesimo ateneo, il dottorato di ricerca in Filologia e Storia del mondo antico con una tesi dal titolo Panthe(ri)on : costruzione culturale e sviluppo del culto degli animali. Messa in prospettiva di un motivo costante della pratica religiosa egiziana. Ha inoltre perfezionato la sua conoscenza dell’Egiziano antico attraverso la frequenza pluriennale di corsi specializzati presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.


I suoi principali ambiti di ricerca riguardano: lo studio dell’ideologia ufficiale e delle sue espressioni monumentali (arte; architettura; immagini) nell’alta cultura faraonica del III millennio, con riferimento soprattutto alla elaborazione, circolazione e diffusione del repertorio iconografico; la ricostruzione storica di forme e aspetti della produzione religiosa (sia intellettuale che materiale), attraverso l’applicazione di modelli teorici e categorie antropologiche (Practice Theory; agency) all’analisi della documentazione archeologica e testale, con particolare attenzione alla pratica del “culto degli animali” e al processo di formazione/codifica della tradizione religiosa in età protodinastica.


Agli interessi storici, artistici e storico-religiosi, unisce quelli per la ricerca archeologica: è vice-direttore della missione archeologica della Sapienza presso il tempio di Hugair Gubli (Sudan), ed è stato membro della Missione Archeologica Italiana in Basso Egitto a Kom el-Ghoraf (MABE) e dal 2015 collabora con la Missione Archeologica Italiana a Sanam abu-Dom (Nord Sudan). 

Domizia D'Erasmo (Dottoranda in Archeologia, curriculum Archeologia e antichità post-classiche, XXXVIII ciclo)

Dopo essere stata Assegnista di ricerca per la Cattedra di Egittologia e Civiltà copta nell'ambito del progetto FARE Ricerca in Italia Sacri lapides Aegypti: dagli scribi templari ai copisti di scriptoria. La trasformazione degli spazi di culto, di identità e di memoria dall'Egitto faraonico e tolemaico-romano all'Egitto cristiano, attualmente Domizia D'Erasmo è dottoranda in Archeologia con un progetto dal titolo "Il paesaggio del Basso Egitto tra il periodo tardoantico e il periodo protoislamico (secc. VI-VIII d.C.)". Domizia unisce una solida formazione egittologica –  ottenuta attraverso la frequentazione dei corsi della Sapienza e del Pontificio Istituto Biblico – a raffinate competenze di informatica umanistica. È membro del Laboratorio di Archeologia digitale della Sapienza e della Missione Archeologica della Sapienza a Çuka e Ajtoit (Albania).

Dott.ssa Ilaria Rossetti 

Ilaria Rossetti è stata assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Storia Culture Religioni, Sapienza Università di Roma. Attualmente lavora presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche (SABAP), ma continua la sua collaborazione con la Sapienza.

Nel 2004 ha conseguito la Laurea Triennale in Lettere Classiche presso l’Università di Bologna, dove del 2006 si è laureata (Laurea Magistrale) in Archeologia e Culture del mondo antico con Sergio Prenigotti.  Nel 2010 si è diplomata alla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici presso l’Università di Bologna con una tesi in Egittologia.

Nel 2015 ha conseguito un dottorato di ricerca presso la Scuola di Dottorato dell’Università di Siena in Preistoria e Protostoria, Storia e Archeologia del Mondo Antico e con una tesi in Culture delle Province Romane (Interazione Euro-Mediterranea: Storia, Archeologia e Religioni) e con un progetto di ricerca in Egittologia con Emanuele Papi.

Dal 2015 al 2016 ha collaborato con numerosi progetti dell’Università di Bologna in qualità di assegnista di ricerca.

Nel 2017 è stata funzionario archeologo a tempo determinato presso la Soprintendenza ABAP della città Metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia.

Ha partecipato a numerosi scavi in Italia e in Egitto, dal 2005 è membro della Missione archeologica congiunta (Università di Bologna e Sapienza Università di Roma) a Bakchias (Fayyum, Egitto).

I suoi principali filoni di ricerca sono l'archeologia egiziana e la topografia, anche con applicazioni GIS.

Dott.ssa Francesca Iannarilli

Francesca Iannarilli è Assegnista di ricerca per la Cattedra di Egittologia e Civiltà copta dell'Università Ca' Foscari di Venezia, ma ha collaborato con la Cattedra di Egittologia della Sapienza in qualità di Cultrice della materia.

Laureatasi in Archeologia presso la Sapienza Università di Roma nel 2012, ha conseguito il dottorato di ricerca in Egittologia presso l'Università Ca' Foscari di Venezia nel 2016, con una tesi dal titolo Trattare l'immagine. Elaborazione e manipolazione della figura umana nei Testi delle Piramidi.

È membro della Missione Archeologica Italiana a Jebel Barkal (Sudan) dell'Università Ca' Foscari di Venezia, diretta dal Prof. Emanuele M. Ciampini; lavora come archeologa e consulente specialistica presso la missione dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR) nell'ambito del progetto di conservazione del tempio di Mut al Jebel Barkal.

Tra i suoi principali interessi di ricerca vi sono le attività di scavo presso il Jebel Barkal e i processi di manipolazione applicati al copro umano e alla sua riproduzione figurata in ambito oltremondano.

Dottorandi

Annalaura De Santis (Dottoranda in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXVII ciclo)

Nonostante la precoce integrazione delle oasi del Deserto Occidentale all’amministrazione della Valle del Nilo, le fonti di redazione egiziana posero sempre l’accento sull’alterità di tali territori e dei loro abitanti, benché il record archeologico oasita appaia tipicamente egiziano. Il progetto di ricerca di Annalaura De Santis, intitolato “Le identità delle oasi egiziane tra Antico Regno e XXII dinastia: alterità, acculturazione o assimilazione?” si propone di indagare tale incongruenza ricostruendo il tipo e il grado di interazione – specialmente culturale – tra le oasi e la Valle del Nilo durante l’arco cronologico considerato. Il ricorso al contesto storico, politico e sociale delle diverse epoche è infatti essenziale per comprendere le ragioni alla base delle distinzioni operate dagli Egiziani nei confronti delle oasi, come lo è, d’altra parte, l’osservazione della documentazione locale. Quest’ultima consente una visione più diretta sui modi di espressione delle comunità oasite, permettendo di valutare quanto esse abbiano adottato e/o rielaborato, nel corso del tempo, la cultura della Valle del Nilo: se da un lato è infatti evidente la forte influenza ideologica e culturale degli Egiziani sulle comunità delle oasi (risultato, forse, di processi di acculturazione o assimilazione), dall’altro il progredire degli studi sta sempre più evidenziando l’esistenza di peculiarità locali, testimoniate ad esempio dalla rilevanza assegnata a specifiche divinità. Per indagare questi aspetti, oltre che delle fonti epigrafico-testuali e archeologiche a disposizione, la ricerca intende avvalersi di formulazioni teoriche di stampo socio-antropologico, che pongono l’accento sul carattere fortemente fluido e contestuale dell’espressione dell’identità, sia per quanto concerne la descrizione degli altri, che di sé.  

Bente Bladsgaard Jensen (Dottoranda in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXVII ciclo)

"On the right side of the king. A Microhistorical study of high official titles in the early 19 the dynasty" is the title of the project of Bente Bladsgaard Jensen. Although many aspects of the ancient Egyptian civilization are well documented, the actual functions of the administrative system remain largely unknown throughout the pharaonic period. Only a few written sources describe the work of the high officials, and their validity in the New Kingdom is disputed. Therefore, this project examines the use of titles of a limited group of high officials, namely viziers and high priests of Amun and Ptah, in order to discover some of the actual functions of these high-ranking individuals. This is done through a prosopographic study of the vizier Paser (in office under Seti I and Ramesses II), who produced a large number of monuments and artefacts. Many of these have a known provenance, which provide solid data for this study. This and comparative data, provided by Paser’s contemporary peers, make the foundation for an analysis of the complex administrative system in the early Ramesside Period, which arose in the aftermath of the Amarna Period and the demise of the 18 th dynasty.

Islam Abdelmaksoud Shaheen (Dottorando in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXVIII ciclo)

"The historical study of the textiles collection of Tutankhamun: Function, symbolic meaning and archaeometry" is the title of the project of Islam Abdelmaksoud Shaheen. It aims at a comprehensive study of Tutankhamun's textiles collection. Its focus is to gain a deep understanding of the materials, construction methods, and historical significance of Tutankhamun's preserved tunics and other textiles during the 18th Dynasty. This study aims to provide essential knowledge about the artistry and history of the textile industry during that period.

Dottori di ricerca

Marta Addessi (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXIV ciclo)

La tesi di dottorato di Marta Addessi, intitolata La versione in copto bohairico dell'omelia De ieiunio I di Basilio di Cesarea. Introduzione, edizione, traduzione e commento, con un'appendice sulla trasmissione in copto saidico e discussa nel febbraio 2022, consiste nell’edizione e commento della versione in copto bohairico dell’omelia De ieiunio I di Basilio di Cesarea, contenuta nella sezione finale del codice membranaceo fattizio Vat.copt. 58 (secoli IX-X). All’analisi stilistico-filologica del testo è affiancata una puntuale analisi storico-letteraria, utile a chiarire meglio il contesto culturale responsabile della produzione e conservazione della versione bohairica. Infatti, pur seguendo in parte il testo dell’originale greco, il bohairico concorda in più punti con la versione saidica, lasciando ipotizzare l’esistenza di una diversa redazione dell’omelia. Lo studio intende rappresentare uno stimolo sia per intraprendere indagini più precise sulle tradizioni in altre lingue orientali – allo stesso modo tramandanti diverse redazioni del sermone – sia soprattutto per lo studio più approfondito di un dialetto fondamentale del copto.

Francesco De Gaetano (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXIV ciclo)

La tesi di dottorato di Francesco De Gaetano, discussa nel settembre 2022 e intitolata Studio documentario, storico e sociale dell’esercito egiziano nella prima metà del II millennio a.C. mira, tramite un ampio uso delle fonti relative al periodo considerato, a delineare un quadro esaustivo del sistema militare egiziano tra Primo e Secondo Periodo Intermedio, con attenzione particolare al Medio Regno. Tale arco temporale, interessato da numerosi e considerevoli processi di crisi/restaurazione e rinnovamento dello stato egiziano in tutti i suoi aspetti, è essenziale per la comprensione dello sviluppo della civiltà sorta nella Valle del Nilo. In tal senso la tesi mira a essere di ausilio a una più approfondita conoscenza della storia politica e sociale del periodo, con particolare interesse a tutto ciò che concerne il warfare e il manifestarsi dell’Egitto quale potenza regionale nell’ambito del Vicino Oriente antico.

Elisabetta Falduto (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXV ciclo)

La tesi di dottorato di Elisabetta Falduto, discussa nel maggio 2023 e intitolata La divinazione in Egitto tra Nuovo Regno ed Età Tardoantica. Pratiche, metodi, professionisti dei rituali, si propone di studiare tutte le fonti (documentarie, letterarie, archeologiche e iconografiche) relative ai “servizi magico-religiosi” legati alla tradizione egiziana di epoca faraonica e forniti dai monaci all’interno dei monasteri (o indipendentemente da essi). Attraverso un’analisi dettagliata delle modalità in cui pratiche come la divinazione o la fornitura di amuleti e incantesimi si inserirono nell’orizzonte cultuale ufficiale del cristianesimo e, in particolare, nell’ambiente monastico, si tenta di ricostruire il ruolo effettivo che questi servizi avevano nel milieu rituale dell’Egitto tardoantico. Il focus principale della ricerca è la figura dell’operatore magico-rituale cristiano (il monaco), il suo ruolo sociale all’interno della comunità (cristiana in generale e monastica in particolare) e il legame esistente tra questi e il sacerdote egiziano di epoca faraonica.

Leah Mascia (PhD in Manuscript Cultures, Universität Hamburg)

La tesi di Leah Mascia, discussa nel 2022 e intitolata The Transition from Traditional Cults to the Affirmation of Christian Beliefs in the City of Oxyrhynchus, propone il raccordo tra fonti papirologiche e archeologiche ai fini di una chiara comprensione dell’evoluzione storico-religiosa dell’insediamento fra il II e il IV secolo d.C. Lo straordinario corpus di testi su papiro proveniente da questo sito rappresenta un modello di riferimento per gli studi sulla società dell’Egitto greco-romano. Le recenti indagini archeologiche consentono di verificare le informazioni fino ad ora desunte esclusivamente dalle fonti testuali. I risultati prodotti dallo studio sistematico di questo fenomeno di transizione religiosa potrebbero applicarsi ad altre realtà cittadine che non dispongono degli stessi elementi di indagine.

Federica Pancin (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXV ciclo)

La tesi di dottorato di Federica Pancin, discussa nel maggio 2023 e intitolata Testi crittografici di età domizianea: sviluppo e diffusione di modelli iconici nella scrittura egiziana a Esna e in Italia, propone l’analisi delle crittografie in geroglifico contenute in testi epigrafici databili al principato di Domiziano (81-96 d.C.) e prodotti sia in Egitto – soprattutto nel Tempio di Khnum e Neith a Esna – sia in Italia – come le iscrizioni sull’Obelisco di Piazza Navona a Roma o sui medesimi monumenti provenienti dall’Iseo di Benevento. La finalità del lavoro consiste nell’elaborazione di una trattazione unitaria sulle forme della scrittura figurativa in epoca domizianea. Obiettivi secondari riguardano gli aspetti cognitivi legati alle icone, con la ricostruzione dei relativi processi di sviluppo e delle dinamiche di diffusione e impiego, fino a tracciare i modelli produttivi – e riproduttivi – del fenomeno, e a giungere a considerazioni sulle modalità della fruizione nei vari ambienti – ad esempio, quali fossero i diversi approcci ermeneutici degli eruditi del Tempio di Esna o degli operatori del culto isiaco a Roma, o anche solo come i frequentatori di santuari nella Valle del Nilo o gli osservatori non egiziani privi di familiarità con la scrittura geroglifica percepissero queste immagini inusuali e interagissero con esse.

Valentina Panetta  (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXIII ciclo)

Partendo dall’analisi del contesto generale di cave e miniere, la tesi di Valentina Panetta, intitolata Il culto delle divinità minerarie in epoca faraonica: dalle fonti letterarie al contesto archeologico e discussa nel settembre 2022, intende indagare, ricostruire e delineare lo sviluppo dei templi rupestri e semi-rupestri, con particolare riguardo alla XVIII dinastia, per i quali giacimenti minerari, luoghi deputati al reperimento di tali materie prime, costituiscono un luogo privilegiato. 

Anna Salsano (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXII ciclo)


La tesi di Anna Salsano, intitolata Il ruolo degli arcangeli Michele e Raffaele nella tradizione copta e discussa nel febbraio 2020, si propone di studiare le fonti testuali in lingua copta, sia letterarie sia documentarie, concernenti gli arcangeli Michele e Raffaele, tra il IV e l’XI secolo. La raccolta sistematica di tali fonti e l’analisi di testi di differente tipologia (come documenti privati, preghiere, epigrafi e opere letterarie) ha permesso la comprensione delle funzioni dei due arcangeli nella tradizione copta e della diffusione del loro culto a livello regionale e locale.

Valeria Tappeti (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXI ciclo)


La tesi di Valeria Tappeti, intitolata Le tombe monumentali dell’Assasif della XXV-XXVI dinastia (747-525 a.C.), tra «archivi culturali» e luoghi di culto e discussa nell'ottobre 2019 riguarda le cosiddette Grabpalast e il loro corredo testuale che presenta passi scelti tratti dai maggiori corpora funerari egiziani, dai Testi delle Piramidi all’Amduat. Tali testi, e il relativo apparato grafico, non venivano semplicemente trascritti ma anche «rieditati». L’edizione di tali testi, specialmente il Libro dei Morti, suggerisce sia l’uso di Musterbucher, probabilmente provenienti da archivi templari, sia la pratica della copia diretta. La funzione delle Grabpalast quali possibili «archivi culturali» sembra, inoltre, suggerita dall’appello ai sapienti inscritto in Petamenofi (TT33). 

Elena Urzì (PhD in Filologia e Storia del mondo antico, curriculum Filologie del Vicino e Medio Oriente, XXXII ciclo)

La tesi di Elena Urzì, intitolata Combattere il sovrannaturale, tra farmaco e rito: un nuovo approccio nell’interpretazione dei papiri medici di Nuovo Regno, è stata discussa nel febbraio 2020. Essa aveva l'obiettivo di analizzare, attraverso lo spoglio di testi letterari e documentari databili al Nuovo Regno (1550 – 1069 a.C ca.), le figure divine e, più in generale ultraterrene, menzionate nei papiri di carattere medico, con attenzione particolare alle materie prime utilizzate nelle ricette e ai possibili rituali che accompagnavano il loro impiego, cercando di mettere in luce l’importanza e il ruolo di ciascuno di essi e l’eventuale motivazione che conduceva ad una scelta piuttosto che ad un’altra. E' stata al contempo analizzata la figura dell’erborista, al fine di verificare come essa si sia evoluta nel tempo.