Niccolò Machiavelli è uno dei maggiori esponenti dell'intera letteratura italiana del XV Secolo.Nacque a Firenze nel 1469 da una famiglia di piccoli possidenti terrieri. La prima notizia certa su Machiavelli risale al 1498: in una lettera esprime duri giudizi sull'operato politico di Savonarola. Nello stesso anno è nominato secondo segretario della Cancelleria della Repubblica, incarico non particolarmente importante, ma che gli permette di entrare nella vita politica attiva.
Le sue esperienze di funzionario della repubblica diedero vita ad opere dai toni politici molto elevati, con la manifestazione di un'acuta osservazione e critica del presente, accompagnate, ovviamente, dalla sua comprensione.
Nel 1513 Machiavelli venne condannato con l'accusa di aver cospirato contro i Medici e venne quindi dapprima arrestato e in seguito torturato. Nonostante questo fu in grado, dopo qualche anno, di ripristinare i suoi contatti con questa famiglia e riprendere i suoi incarichi politici.
Tra il 1512 e il 1525 Machiavelli compone quasi tutte le sue opere più importanti: "Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio", "il Principe", "Dialoghi dell'arte della guerra", "Discorso sopra il riformare lo stato di Firenze", nel 1520 ottiene l'incarico di scrivere la storia di Firenze, "Istorie Fiorentine", che completa nel 1525.
Negli stessi anni si colloca anche l'attività più propriamente letteraria di Machiavelli: il poemetto satirico "L'asino d'oro", la commedia "La Mandragola", nel 1518, capolavoro del teatro rinascimentale, e la commedia "Clizia" , nel 1525.Machiavelli morì, dopo l'esclusione da ogni icarico a seguito della cacciata dei Medici da Firenze, nel 1527.
Autore: Niccolò Machiavelli
Data: 1520-1525
Genere: saggio
Lingua originale: italiano
Autore: Niccolò Machiavelli
1° edizione originale: 1532
Genere: trattato
Lingua originale : italiano
Principe (sopra a sinistra): scritto in pochi mesi nel 1513 costituisce certamente un'opera guida dell'intero periodo. Vi si sottolineano, infatti, i mutamenti che lo caratterizzano non solo dal punto di vista culturale ma anche sotto quello di costume e mentalità. Si tratta di un piccolo trattato composto da 26 capitoli(abbastanza brevi) in cui vengono esaminati con cura le caratteristiche dei principati, le modalità per conquistarli e le virtù che un principe deve possedere per governare nella maniera corretta. Al termine del trattato si colloca una forte esortazione, in particolare rivolta ai capi degli Stati italiani, affinché avvenga la totale liberazione dell'Italia dalla dominazione straniera.
Istorie fiorentine (sopra a destra): lo scrittore pone la storia alla base di ogni teoria e ragionamento politico, tesi elaborata poi anche ne Il Principe. Sovvenzionata e voluta dai Medici, l’opera è composta da otto libri e si muove dal generale al particolare, secondo un ragionamento di tipo deduttivo, iniziando col parlare della storia italiana per concentrarsi poi su quella di Firenze. La condizione storica e personale attorno alla composizione delle Istorie è quindi paradossale: desiderata dai Medici come opera celebrativa e ufficiale, è commissionata a uno scrittore che attribuisce l’abbruttimento di Firenze proprio all’esercizio del potere da parte di questa signoria.
Machiavelli riesce però ad aggirare il problema e ad esprimere il proprio reale punto di vista sfruttando il ruolo degli oppositori ai Medici all’interno dell’opera. Le Istorie testimoniano allora l’attitudine del Machiavelli alla storiografia, e la sua volontà razionale di capire i nessi e i collegamenti tra i vari eventi, e abbandonando la visione provvidenziale e celebrativa della storia.