Viene (spesso) il momento in cui un’insegnante si pone alcune terribili domande:
“Ma io a chi ho insegnato?
Ma io cosa ho insegnato?
Ma io ho insegnato?”
Questa pagina di Stupidario avrà un titolo evocativo che non ho inventato ma ho copiato pari pari da un testo di un mio allievo.
GLI GIOVANI C’É LOBLIGO DI ANDARE HA SCUOLA
Capite? L’obbligo è di andare, mica di imparare!
Ecco perché abbiamo i meravigliosi
L’avagna, L’avoravano e (udite udite)… Gli lanaioli (due mesi sugli articoli!)
Ammettiamo pure di aver insegnato in quella classe a quegli alunni, cosa ho insegnato se
1) Chiedendo perché i contadini accettano di restare a disposizione del padrone mi viene risposto:
“Perché non potevano lasciare il potere di fare il manso”
2) Oppure domandando perché le corti cercavano di essere autosufficienti la risposta recita:
“Per non dare tanto fastidio al signore”
3) leggo sulle loro verifiche che:
“Le macchine a vapore e altre macchine (quali, di grazia?) andarono avanti (verso dove?) con il carbone (assieme?) e esso (tutto il carbone, minuto per minuto?) usciva dalle ciminiere che si situavano nel (proprio dentro il ?) tetto.”
4) o ancora:
“Una volta maritate (le donne del ‘500) il loro compito era di mettere al mondo numerosi figli perché le figlie (ma intendeva dire 'famiglie') nobili volevano garantirsi degli eredi. Se la sposa era sterile il marito poteva riprodurla (= ripudiarla).
5) oppure anche:
“In Europa ci sono molti laghi di forma di origine e di grandezza.(diverse?)
I laghi(i luoghi?) dove ce ne sono di più sono vicino al Mar Baltico e quelli pi(ù?) grandi(delle Alpi?) sono il Ginevra e il Costanza.”
6) o persino:
Gli inglesi hanno le colonie in Sagna e Asi (cioè in Spagna e Asia).
Insomma, ogni tanto (ma tanto tanto), viene pure il sospetto che abbiano studiato o che siano persino stati attenti.
Ma studiato e capito cosa? E con quale parte del loro cervello?
Le nuove idee scientifiche si diffondono con difficoltà perché ha l’opposto di quello che dicevano le sacree scritture.
Avete capito voi? Avrebbe dovuto esserci qualcosa come:
“Le nuove idee scientifiche si diffusero con difficoltà perché sostenevano idee opposte a quelle espresse nelle Sacre Scritture.”
Certo si intuiva qualcosa del genere, ma è giusto intuire? Non si dovrebbe piuttosto scrivere correttamente?
Se io classifico come giusta questa risposta, quale messaggio do al giovane?
Che la forma non ha importanza se l’insegnante, sforzandosi (pazienza, è il suo mestiere, no?) riesce a percepire la correttezza della risposta.
Quindi, che senso ha sfiancarsi per scrivere qualcosa di immediatamente intellegibile?
Sono secoli, millenni che li abbiamo abituati a questo:
ragazzo, mi raccomando, non fare fatica, eh! Se per caso, fra un pisolino e una chiacchierata ti entra qualcosa in testa, basta, per carità, anche troppa grazia! Non sudare, eh! Ti rovini la salute! Ma sono ragazzi, poverini, vuol mica far passare i pomeriggi sui libri?! E quando dovrebbero divertirsi secondo lei?
E quando dovrebbero imparare che nella vita ci sono doveri oltre che piaceri/diritti secondo voi?
Scusate lo sfogo, ma quando "ce vo', ce vo'".