Arrivammo a Sofia (saggezza), la terza capitale più antica d’Europa che, di aspetto pressoché moderno, conserva qua e là tracce della sua lunga storia. In un certo senso Sofia è la Bulgaria stessa, perché anch’essa segue la stessa storia del paese. Insediamenti risalenti al terzo millennio prima di Cristo danno testimonianza della sua esistenza, ma la definitiva fondazione avvenne ad opera di tribù trace. E poi saccheggi e ricostruzioni ed i romani che la predilessero, l’abbellirono e la fortificarono.
I Bulgari vi si insediarono nel 681 (primo regno bulgaro). Bizantini, magiari, slavi, crociati, macedoni, turchi ed infine i russi, segnano lo scorrere del suo tempo. Nobili edifici testimoniano la sua grandezza e la grande Cattedrale di pietra con le cupole d’oro dedicata ad Aleksandar Nevski fu costruita a partire dal 1882 in memoria dei 200.000 soldati russi caduti nella guerra turco-russa (1877-78).
Possiede una grandiosa collezione di icone bulgare e rappresenta la continuità della religione ortodossa, nonostante le incursioni di popolazioni dai connotati religiosi diversi.
Ma poi altre chiese, molto più antiche, molto più coinvolgenti con caratteristiche ed architetture diverse, la Sinagoga, la Moschea, il Mercato e soprattutto il vasto Museo Archeologico con un approccio profondo, appagante e stupefacente fanno parte del patrimonio della città. Solo per contemplare il “Tesoro di Panagyurishte” vale la pena di arrivare fin qui. Questo tesoro fu scoperto casualmente nel 1949 da tre fratelli bulgari che stavano lavorando i propri campi.
Come non rimanere ammirati e stupefatti nel conoscere un popolo che aveva creato tante perfette meraviglie?