Il Monastero di Rila è considerato il più importante della Bulgaria.
Fu fondato da San Giovanni di Rila, eremita, nel X sec. Il santo però viveva in una grotta vicina. Grande devozione e donazioni furono rivolte a questo Monastero fin dal momento della sua edificazione, dandogli splendore che scemò all’arrivo degli Ottomani che lo distrussero nel 1378.
A partire dal XV sec. avvenne la sua rinascita grazie alla donazione di tanti facoltosi bulgari sparsi nel paese. Nonostante la sottomissione ottomana fu spesso centro spirituale e culturale. Si curavano importanti opere di trascrizione di opere antiche che sono tuttora conservate nella biblioteca.
Incursioni e saccheggi però costrinsero i monaci ad abbandonare il Monastero finché venne ricostruito a partire dal 1816.
Più volte restaurato venne dichiarato monumento nazionale nel 1961.
Protetto dall’Unesco come la maggior parte dei monumenti da me elencati è un imponente complesso nascosto fra boschi e alte montagne.
Mura altissime con piccole feritoie, quasi una fortezza, proteggono un vasto cortile interno in cui si affacciano portici e logge. Nel cortile vi è la torre, la costruzione più antica e la chiesa con una magnifica iconostasi dorata. La Chiesa, costruita nel 1835 è dedicata alla Natività della Vergine.
Ma entrando nel cortile con quel bianco abbagliante delimitato negli archi delle logge dal rosso, ocra e nero con cui sono dipinti i mattoni e soprattutto per quel cozzare di infiniti colori che praticamente non lasciano spazio alcuno, fui frastornata. Troppo colore, troppa confusione. Occorre un po’ per adattarsi al luogo, al silenzio spirituale che lo avvolge, Dio è lì vicino fra alberi e sassi. E questo rendergli omaggio fa parte del nostro cuore, magari con “deflagranti colori”.