Plovdiv - E’ la terza città bulgara per numero di abitanti, con importanti industrie tessili e metallurgiche. Conserva però un nucleo antico indimenticabile, un vero museo all’aperto per cui è detta anche “Firenze bulgara”. Così case turche con pittoreschi sporti in legno si affiancano a resti dell’antica città romana.
Attraversata dal Fiume Marista in una posizione privilegiata fra le montagne, fu capitale dell’antica Tracia. Presa da Filippo II (padre di Alessandro Magno) fu chiamata Filipopolis. Alterne vicende caratterizzano il tempo fino all’arrivo dei contrastati romani. Traiano la restaurò e Marco Aurelio cinse di mura tre dei 6 colli su cui fu edificata la città e che ora rappresentano il suo nucleo storico.
Terme, teatri ed importanti edifici pubblici si debbono all’epoca romana, ma poi, al solito, invasioni barbare, presa dei bulgari, bizantini, distruzioni crociate, e nel 1364 i turchi. Fu nel periodo turco che si innalzarono le case con gli sporti in legno grazie alla ricchezza derivata dai commerci che si rivolgevano ben oltre il confine ottomano. Ed infine i russi dal 1878, prima di giungere all’autonomia di pochi decenni fa.
Visitando la città, ricolma di pittoresche vedute ma anche di ammassamenti turistici, colpisce soprattutto il Teatro romano, quasi sepolto fra le antiche case. Anche la sua è una recente casuale scoperta avvenuta nel 1978 durante i lavori per il consolidamento delle antiche fortificazioni della città.
Fu eretto tra il 114 ed il 117 d.C. e dall’alto domina la città antica e moderna. Il fatto straordinario è che, già nel 1981, a due anni dalla sua scoperta, il restauro fosse ultimato e che poté essere utilizzato per uno spettacolo alla presenza di 4.000 persone. E’ alquanto inusuale vederlo così, stritolato fra le case e quasi ricoperto di “formiche” che giungono da tutto il mondo.
Ma come, mi chiesi: “nessuno che io conosca è mai venuto in Bulgaria, mentre qui asiatici, americani (forse provenienti dalla Germania che è relativamente vicina), tedeschi, olandesi e perfino spagnoli, che solo allora iniziavano a viaggiare, sembrano apprezzare tanta meraviglia”. Di italiani, nel nostro viaggio, non ne incontrammo, forse non erano interessati.
Come re Mida frustrati e pentiti forse preferivano o preferiscono il cibo all’oro?
A Plovdiv vi è anche un fantastico Museo archeologico con meraviglie fittili e molto di più. Era considerato il più grande della Bulgaria fino all’apertura del nuovo Museo di Sofia.
Il Museo esiste dal 1882, ma ora gran parte della sua dotazione archeologica è stata trasferita a Sofia, anche il tesoro di Panagyurishte del III sec. a.C., forse la massima rappresentazione dell’oro tracio.
Tuttavia qui se ne può ammirare la copia insieme a molti altri reperti anche di epoca romana.
E per finire il Museo etnografico alloggiato in un magnifico palazzo con giardino. Nel muro di recinzione colpisce una finestrella ovale con una deliziosa grata di protezione la cui foto ha fatto il giro del mondo.
Starosel – E’ un complesso tracio ritrovato nel 2000. Risale alla fine del 5° sec. a.C. ed è considerato il più grande complesso reale con mausoleo mai trovato finora. Gli scavi sono tuttora in corso; il grande tumulo, che dall’alto domina la vallata, copre 6 templi e due tombe reali. Quando ci andai, dai pochi scavi effettuati non si poteva immaginare la grandezza della scoperta. Di colonne e leoni non c’era traccia, così come di materiale illustrativo e di souvenir.
Quanto raccolto è comunque stato portato al Museo archeologico di Sofia. Esistono nella zona altri tumuli, altre meraviglie ed altre storie aspettano di essere riportate alla luce.
In questo luogo morì nel 2008, a 65 anni, il Prof. Georgi Kitov discusso archeologo bulgaro protagonista di tante scoperte. A parte "frequentazioni tombarole” (...per informazioni) era mal considerato dai colleghi per il suo far uso di mezzi meccanici che lo portarono più velocemente all’interno delle tombe. Oltre 30 tombe furono oggetto dei suoi scavi, scavi che portarono alla luce tesori inestimabili.
Certo sarebbero occorsi anni e anni di scavi in più per ottenere un tale risultato, ma è pur vero che qualche volta oggetti preziosi sono stati trovati nei campi o nei dintorni delle tombe.
Che queste veloci indagini abbiamo compromesso talvolta altre scoperte è un dubbio legittimo, ma è altrettanto vero che la velocità di detti ritrovamenti ha fatto esplodere nel mondo la curiosità di conoscere una civiltà grandiosa e un paese piccolo e sconosciuto, ma dalle risorse incredibili.
Ci sono 15.000 tumuli in Bulgaria, ma solo un migliaio sono stati scavati. Quanti tesori si possano ancora scoprire lo saprà la storia. E forse prima i “cacciatori di tesori”.