Dopo il lavoro sui primi suoni, il passo seguente è mirare dritti e senza paura ad intonare 5 suoni, diciamo DO, RE, MI, FA, SOL. Sono tanti e sono difficili, a volte può convenire spostarli in tonalità più comode lasciandoci guidare dal nostro orecchio. Ci si può arrivare per piccoli passi, un suono alla volta, attraverso semplici vocalizzi con e senza le parole. Così le cinque note diventano come le cinque dita di una mano, e con le mani si fa tutto. E’ necessario lavorare sempre per piccoli passi. Non viene richiesto inizialmente di presentare un canto polifonico a sei parti, né di cantare autori inadatti. Troppo spesso si sentono esecuzioni di repertori completamente al di fuori di quello che è il lavoro con le voci bianche. Quando la base è solida, con la sperimentazione delle 5 note i bambini già stanno cantando in coro. Cioè già stanno imparando ad emettere correttamente i suoni, ad ascoltarsi l’uno con l’altro, a rendersi conto se qualcuno…”non c’è”. Ma stanno anche facendo gruppo e soprattutto scoprendo il piacere di fare musica. E questa è la chiave che apre il forziere : canto, mi diverto, quindi voglio continuare ed imparare di più.
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