La valle di Lanaitho

La Valle del Lanaitho è posizionata tra la grande bastionata di Punta Cusidore e la Valle dell' Oddoene, ai piedi della catena montuosa del Corrasi. Il toponimo Lanaitho potrebbe significare "lana fitta" in riferimento alla fitta copertura boscosa che, prima dell'intervento dei piemontesi, copriva l'intera valle e che oggi, nonostante il diradamento consistente, conserva ancora. La valle ha avuto origine in seguito a violenti dissesti geomorfologici che hanno provocato la formazione del supramonte di Oliena e Dorgali. Al suo interno l’attività del Rio sa Ohe ha portato alla formazione di innumerevoli fenomeni carsici riscontrabili all’interno delle tante grotte che si susseguono l’una all’altra e che si trovano disseminate su tutta la valle. Tra queste le famose grotte di Sa Ohe e Su Ventu che costituiscono un importantissimo sistema idrografico ipogeo, poi ancora Elihes Artas, “Corralinu”, “Sos Vidihingios”, “Sa vuha de sas ballas”, “Sos zigantes”, per giungere poi alla famosa grotta Corbeddu, importantissima in quanto una lunga campagna di ricerche paleontologiche al suo interno ha portato al rinvenimento dei più antichi resti umani della Sardegna risalenti a un periodo compreso tra 11000 e 7000 anni a.C. L'importanza della grotta sta anche nel fatto che è stato uno dei rifugi del famoso bandito Giovanni "Corbeddu" Salis alla fine del 1800. A causa della presenza delle numerose grotte la Valle è stata da sempre oggetto di particolare attenzione da parte di speleologi, ma anche meta di arrampicatori ed escursionisti grazie alle sue bellezze naturalistiche. A qualche Km dall’ingresso della Valle si trova il santuario nuragico “Sa Sedda e Sos Carros” in cui i nuragici edificarono una serie di strutture collegate al culto delle acque e che ne dimostrano l’eccellenza architettonica ed ingegneristica, e la vicina tomba di giganti, l'unica rimasta in valle di pertinenza dello stesso villaggio-santuario. La valle offre anche la più spettacolare via d'accesso per il Villaggio post-nuragico di Tiscali, e diverse grotte funerarie preistoriche.

“Era l'anno 1938. Militavo da Sottotenente allo Squadrone Cavalleggeri di Sardegna di stanza a Cagliari. Durante una breve licenza mi recai a trovare mio padre nella Valle di Lanaittu, racchiusa tra i monti di Oliena e Dorgali, dove dirigeva una grossa industria boschiva. Cavalcavo una vispa cavalla sardo-araba. Era la prima volta che mi affacciavo su quella valle. Mi soffermai a contemplare dal passo di " Su Gurruthone" lo scenario che si apriva davanti ai miei occhi. Cento e più fumarole, sprigionate dalle carbonaie, si levavano verticali, bluastre. Un lieve tocco di speroni e giù a galoppo dentro la valle più bella del mondo”

Tratto da “Gruttas e Nurras” Bruno Piredda