Ho sempre amato la grande tradizione del Piano Solo Jazz, che credo imprescindibile per un pianista contemporaneo.
Forse per questo, da anni ho la fortuna di essere chiamato a suonare in situazioni e ambientazioni le più disparate, spesso meravigliose e stimolanti, come nella corte/giardino di una antica masseria pugliese per un aperitivo/cena al tramonto... o in aperta campagna, al centro di un vero e proprio pregiato vigneto, nel giorno esatto del solstizio d'estate, in una sorta di celebrazione bacchica... o addirittura in riva al mare nella notte della più lunga eclissi lunare del secolo… insomma ovunque si riesca a piazzare un buon pianoforte (preferibilmente a coda) per un vero e proprio concerto, magari a tema, o anche solo per un intrattenimento discreto ma suggestivo e ricercato.
Proprio grazie a questa ricchezza di stimoli e richieste, il mio repertorio e stile si sono ampliati e arricchiti, nel corso del tempo, da una “tipica” forma di standards jazz con improvvisazione a qualcosa di ancora più interessante e articolato.
Grazie alle “sfide” di volta in volta ricevute e accettate dei diversi committenti, nel piano solo che ho scelto di definire proprio come il GIARDINO MUSICALE ALL’ITALIANA, oggi si possono ascoltare una grande varietà di generi e di stili: hits internazionali pop, rock, soul, classici della canzone napoletana di fine ‘800 (“la nascita universale della canzone d’autore”), una attenta e personale selezione di standards jazz, alcune chicche della canzone d’autore italiana ma anche qualche citazione “underground”… il tutto in arrangiamenti personalissimi, spesso inusuali, ricchi comunque di quell’imprescindibile groove e di quel raffinato gusto per l’improvvisazione ispirato dai grandi preferiti della tradizione del piano jazz come Bobby Timmons, McCoy Tyner, Keith Jarrett, Brad Mehldau, etc.
A breve queste esperienze saranno raccolte in un lavoro discografico.