INTRODUZIONE

A Wikipedian's perspective on gender imbalance, harassment, and ...

L’art. 3 della Costituzione afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Il principio di eguaglianza tra uomini e donne è ribadito negli artt. 29 (il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza dei coniugi), 37 (la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore) e 51 (tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizioni di parità).

Come osservato da Agata C. Amato Mangiameli nella rivista on line Dirittifondamentali.it dell’8.04.2019 (http://www.astrid-online.it/static/upload/9779/9779b1bc0cf217dea995e84ab20236f2.pdf), questo nucleo di principi “si inserisce in una sorta di tripla cornice, costituita dalle idee che:

a) la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale;

b) la democrazia deve essere reale, con la partecipazione effettiva di tutti i cittadini e con la rimozione di tutti quegli ostacoli che impediscono la sua realizzazione;

c) l’eguaglianza deve essere intesa quale trattamento eguale in situazioni eguali e diseguale in condizioni diseguali.”

Il secondo comma dell’art. 3 della Costituzione pone, infatti, il principio dell’eguaglianza sostanziale poiché è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli che, di fatto, limitano l’eguaglianza dei cittadini.

L’istruzione è senza alcun dubbio uno, se non il principale, strumento volto a rimuovere gli ostacoli all’effettiva uguaglianza tra i cittadini.

Anche alla luce della risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU del 25.09.2015 che ha lanciato l’”Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” ed in particolare per l’obiettivo 4 -target 4.5 , che si proporne di eliminare la disparità di genere nell’istruzione, si vuole indagare lo stato della disparità di genere nella nostra scuola.

I dati riguardanti l’Italia evidenziano una differenza di genere nei risultati scolastici, che si può riassumere nella circostanza che le femmine ottengono risultati migliori dei maschi (voti più alti, minori abbandoni, maggior numero di diplomi e lauree) ma generalmente esprimono una minor propensione per le discipline scientifiche.

I risultati dell’indagine OCSE-PISA 2018 (https://www.invalsiopen.it/wp-content/uploads/2019/12/Sintesi-dei-risultati-italiani-OCSE-PISA-2018.pdf) confermano questo dato. Mentre nella competenza relativa alla comprensione di un testo le femmine hanno risultati migliori dei maschi (mediamente 25 punti in più dei maschi), per la competenza matematica e scientifica accade il contrario.

Afferma, infatti, la sintesi del rapporto che “Nei paesi OCSE, la differenza media tra maschi e femmine in matematica è di 5 punti, in favore dei maschi. In Italia questa differenza è più elevata: 16 punti. Il divario tra maschi e femmine sembra essere presente soprattutto nelle fasce medio-alte di punteggio, piuttosto che in quelle basse. Questo risultato è confermato dal fatto che la percentuale degli studenti che non raggiungono il livello minimo di competenza (Livello 2) è simile tra ragazzi e ragazze, mentre la percentuale di studenti che si situano nei livelli di eccellenza (Livello 5 e 6) è maggiore tra i ragazzi.

Il divario è più significativo “nei Licei e negli Istituti tecnici [dove] i ragazzi hanno mostrato un rendimento migliore delle ragazze (rispettivamente di 40 punti e 27 punti)”.

Per quanto riguarda la competenza in scienze, “il divario risulta significativo e abbastanza marcato all’interno dei Licei, dove i ragazzi ottengono in media 25 punti in più delle ragazze”.

Come spiegato da Openpolis nell’articolo “Le troppe disuguaglianze di genere nell’istruzione” (cfr. https://www.openpolis.it/le-troppe-disuguaglianze-di-genere-nellistruzione/) dell’8.10.2019, nonostante i tentativi di incoraggiare la diversità di genere nella scelta del percorso di studi e delle carriere, “i rapporti Education at a glance indicano come sia ancora bassa la percentuale di donne sul totale dei laureati nelle tecnologie dell'informazione e in ingegneria. Una tendenza che esiste in tutti i paesi Ocse, e vale in particolare per l'Italia. Ciò genera disparità nei percorsi di carriera successivi: si tratta infatti di discipline che nel mercato del lavoro attuale sono maggiormente richieste ed offrono maggiore stabilità lavorativa e redditi medi più alti.”

Infatti, come confermato anche dalla XXI edizione dell’indagine Almalaurea sul “profilo dei Laureati”, si rileva anche per il 2018 una forte differenziazione nella composizione per genere dei vari ambiti disciplinari: “nei corsi di primo livello le donne costituiscono la forte maggioranza nei gruppi insegnamento (93,3%), linguistico (83,8%), psicologico (80,4%) e professioni sanitarie (70,3%). Di converso, esse risultano una minoranza nei gruppi ingegneria (26,6%), scientifico (26,9%) ed educazione fisica (32,7%). Tale distribuzione è confermata anche all’interno dei percorsi magistrali biennali.”

Quale, allora, la situazione al Liceo Scientifico “Oriani” ?