Le classi del biennio

CLASSI DEL BIENNIO


Una necessaria premessa riguarda il fatto che studenti e studentesse del biennio hanno un’esperienza limitata delle scuole superiori, quindi è stato difficile affrontare argomenti legati alla vita scolastica attiva, come la scelta dei rappresentanti di classe o d'Istituto. Il focus si è spostato in modo naturale sulle esperienze pregresse e dunque sugli anni trascorsi alle scuole secondarie di I° grado.

È interessante notare come in questo gruppo di classi a parlare siano stati soprattutto i maschi, mentre le femmine sono intervenute per lo più sotto sollecitazione nostra.

Per assicurarci la partecipazione di tutti abbiamo cominciato dalle due attività interattive descritte nell’introduzione, ossia il gioco dei personaggi preferiti e quello delle due scatole.


Gioco dei personaggi preferiti

Abbiamo domandato quali tra i personaggi studiati a scuola fossero i preferiti, scrivendo poi i nomi sulla lavagna. Intervistati e intervistate hanno risposto con personaggi in larga maggioranza maschili.

E’ stato poi chiesto quali fossero i loro personaggi di riferimento non in ambito scolastico, ma personale e ancora una volta l’elenco per ragazze e ragazzi è risultato composto da esponenti del mondo attuale di genere maschile.

Dunque sia che si tratti di personaggi storici, di scrittori, artisti, politici del passato, sia che si tratti di figure del presente, la netta superiorità di figure maschili è risultata preponderante. Citiamo a titolo di esempio l'elenco formulato da una delle classi intervistate:

PERSONAGGI MASCHILI Federico II, Napoleone I, Carlo Magno, Giulio Cesare, Amerigo Vespucci, Cristoforo Colombo,Alessandro Magno, Lorenzo il Magnifico, Albert Einstein, Isaac Newton, Watson e Crick, Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Giovanni Boccaccio, Francesco Petrarca, Socrate, Mozart, Platone, Democrito, Vincent van Gogh, Leonardo da Vinci, Winston Churchill, Mattarella, Cristiano Ronaldo, Roger Federer, Leonardo Di Caprio, Freddy Mercury.

PERSONAGGI FEMMINILI Giovanna d’Arco, Elisabetta I Tudor, Rosalind Franklin, Alex Morgan, Serena Williams; Maria Sharapova; Chiara Ferragni.


Alla domanda su come si potesse spiegare questo risultato, studentesse e studenti sono stati d’accordo sul fatto che la storia ha visto come protagonisti gli uomini, a causa del carattere patriarcale delle società passate; quando però è stato fatto notare loro che anche per l’attualità è stata registrata una preponderanza di personaggi maschili, non riuscivano a dare risposte, la classe rimaneva in silenzio, qualcuno ha abbozzato una risposta in cui ha sostenuto che evidentemente i maschi hanno maggiori meriti anche nel presente, visto che culturalmente godono di un passato che alle donne non è stato concesso.

A questo punto è stato fatto notare loro che occorre ammettere, in virtù di questo piccolo esperimento, che anche oggi, nonostante la parità di genere sia un diritto garantito dalla Costituzione, essa non sia effettivamente raggiunta a livello politico, artistico, culturale, scientifico dal momento che in ogni campo continuano ad avere maggiore visibilità sociale esponenti di genere maschile anche presso una popolazione di giovani ragazze e ragazzi. Queste osservazioni hanno messo in luce che questa disparità passa spesso inosservata, quando invece meriterebbe maggiore attenzione, perché rappresenta l’immagine di una società ancora non equa.


Il gioco delle due scatole

In questa seconda attività i partecipanti dovevano descrivere con aggettivi qualificativi la donna e l’uomo, quali emergono dalle pubblicità, dagli spettacoli televisivi, dai film, dai ruoli istituzionali, sociali, famigliari che ci circondano. Abbiamo allineato in due colonne sulla lavagna gli aggettivi attribuiti alle donne e quelli attribuiti agli uomini.

Questa attività, che nelle classi del triennio è stata molto facile da svolgere, ha richiesto maggiori interventi da parte nostra, perché studentesse e studenti del biennio sembravano in difficoltà ad esprimere aggettivi sui diversi generi.

E’ emerso comunque che l’uomo è autoritario, dominante, coraggioso, competitivo, sportivo, imperturbabile.

La donna è casalinga, bella, composta, elegante, remissiva, sottomessa, materna, attraente, timida.

Alla nostra successiva domanda se maschi e femmine della classe si riconoscessero in almeno tre di questi aggettivi, corrispondenti al proprio genere, la risposta pressoché unanime è stata no.

Abbiamo dunque concluso che molti sono ancora gli stereotipi che condizionano l’immagine uomo-donna nella società contemporanea, nonostante quasi tutti i presenti abbiamo concordato sul fatto di non essere stati abituati a riflettere su questi temi, né nella scuola media, né nel biennio della scuola secondaria superiore.

A questo punto alcune intervistate hanno fatto emergere dei piccoli problemi. Ci hanno segnalato, per esempio, che in materie come Educazione Fisica spesso accada che siano i maschi a scegliere l’attività da svolgere, senza che venga richiesto il parere delle studentesse. Queste, non avendo dunque la possibilità di esprimere una preferenza e finendo per portare avanti attività secondarie ed individuali, si sentono a disagio e mano a mano perdono interesse per la disciplina in questione.

Hanno inoltre ammesso che quando gli insegnanti o le insegnanti sollecitano una discussione in classe, sono per lo più i maschi a parlare, perché le femmine sono più timide e questo effettivamente crea uno sbilanciamento nel rapporto tra i generi, poiché ad essere ascoltato è quasi sempre il punto di vista maschile e non sempre le femmine si trovano d'accordo con quanto emerge nelle discussioni di classe.

Abbiamo infine posto la questione della partecipazione, facoltativa, alle Olimpiadi di Matematica Fisica e Informatica: poiché i dati attestano la presenza numericamente maggiore di studenti maschi abbiamo chiesto la motivazione di questo squilibrio.

Le risposte ricevute non sono prive di interesse: una risposta offerta da una studentessa e accolta anche dalla maggior parte dei partecipanti ai focus delle classi successive, a cui abbiamo riproposto questa spiegazione, sarebbe che le ragazze temono un giudizio negativo qualora esse ottenessero risultati mediocri, un timore avvertito in misura nettamente minore dai compagni maschi.

Sembra dunque che il nostro focus group abbia rivelato quello che disse una volta una politica canadese: Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà.” I dati in nostro possesso rivelano infatti che maschi e femmine si equivalgono rispetto all’eccellenza dei risultati scolastici, ma le femmine nutrono i maggiori timori di non essere all’altezza.


In conclusione, quindi, nelle classi del biennio il problema del gender gap non è sufficientemente percepito, come dimostra anche il basso interesse rilevato durante i focus group. Tuttavia una volta indirizzati dai moderatori, i ragazzi e le ragazze sono riusciti a maturare un pensiero critico, ad ammettere che ancora l’effettiva parità non è stata raggiunta, a formulare delle soluzioni.

Le soluzioni proposte da studenti e studentesse, che noi mettiamo in evidenza e sottoscriviamo, riguardano un’azione condivisa tra docenti delle medie inferiori e superiori.

I docenti dovrebbero fare più attenzione alla tematica del gender gap, anche con progetti e attività che possano collegarsi al programma scolastico. Per esempio, una proposta è stata quella di approfondire la storia riguardante le Suffragette e le prime lotte per l’emancipazione femminile.

Un altro suggerimento è che le ragazze siano esortate a parlare in pubblico sempre a partire dalle scuole medie, anche attraverso interventi diretti degli insegnanti che dovrebbero sollecitare l’espressione del punto di vista femminile, per permettere la completa visione sulla realtà di tutta la componente studentesca.

Professori e professoresse dovrebbero inoltre essere più decisi nell'incoraggiare le studentesse a dimostrare il proprio potenziale anche negli ambiti che nel corso degli anni sono stati monopolio dell'uomo, come le discipline STEM.