premessa

UNA SCUOLA GENDER EQUITY


Dopo la raccolta di dati effettuata con il Dirigente Scolastico, si è considerato opportuno arricchire l’indagine aggiungendo alla dimensione quantitativa quella qualitativa.

Dunque, se il lavoro precedentemente svolto si basava su dati numerici, ora si sposta l’attenzione sul confronto diretto con studenti e studentesse dell’Istituto per verificare se i dati, che registrano il raggiungimento di una sostanziale equivalenza nella popolazione scolastica in merito a frequenza e risultati conseguiti da maschi e femmine, si traduca in effettiva parità di genere.

Una prima analisi delle regole che interessano la nostra scuola ha rilevato che la parità di genere è garantita a studenti e studentesse, come recita la carta dei servizi della scuola, pubblicata sul sito del nostro Istituto:

La carta dei servizi della scuola ha come fonte di ispirazione fondamentale gli art.3, 33, 34 della Costituzione italiana.

1. Uguaglianza

1.1 Nessuna discriminazione nell'erogazione del servizio scolastico può essere compiuta per motivi riguardanti sesso, razza, etnia, lingua, religione, opinioni politiche e socioeconomiche.

2. Imparzialità e regolarità

2.1 I soggetti erogatori del servizio agiscono secondo i criteri di obiettività ed equità.


Qual è però il rapporto tra le norme e la situazione reale riscontrata all’interno della comunità scolastica? La carta dei servizi si richiama espressamente all’articolo 3 della Costituzione, secondo cui "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

In coerenza con quanto afferma la Costituzione ci siamo domandati dunque se anche la scuola, così come la Repubblica, si impegni effettivamente a rimuovere quegli ostacoli di ordine sociale o socio-culturale, che potrebbero impedire l’effettiva attuazione del principio. Occupandoci in particolare di uguaglianza di genere ci siamo anche ispirati all’articolo 51 della Costituzione (Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini).

In particolare abbiamo voluto verificare se effettivamente studentesse e studenti accedano agli organi rappresentativi elettivi della scuola in condizioni di eguaglianza, o se si renda necessaria anche per la vita scolastica la promozione, con appositi provvedimenti, delle pari opportunità, secondo quanto recita l’ultimo periodo dell’articolo 51, aggiunto dalla Legge costituzionale del 2003, resa necessaria da una persistente disuguaglianza di genere nella rappresentatività degli uffici pubblici e delle cariche elettive, dopo oltre cinquant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione.

Garantire l’attuazione dell’articolo 3 e dell’articolo 51 è compito della scuola e il nostro ruolo, svolto tramite focus group, è stato quello di fornire una fotografia il più possibile realistica di come la parità di genere sia recepita, vissuta, praticata in modo reale all’interno del nostro Istituto.

Per la nostra indagine sono state selezionate classi dal primo al quinto anno, comprendendo tutti gli indirizzi dell’istituto: scientifico, scienze applicate, sportivo.

Ciò ha contribuito ad ottenere la massima rappresentanza di prospettive possibile all’interno del liceo.


Che cos’è un Focus Group?

Un focus group è una modalità di indagine qualitativa che gravita intorno a brevi riunioni condotte da un gruppo di ricercatori, suddivisi in ruoli diversi, con un numero indicativo di partecipanti fino ad un massimo di 20 persone.

I ricercatori si ripartiscono, appunto, vesti e funzioni ben distinte, di seguito schematizzate:

RUOLO

MODERATRICI e MODERATORI

In numero di due per gruppo, i moderatori gestiscono la discussione, ponendo domande per far ragionare i partecipanti sul tema del focus group.

STENOGRAFE e STENOGRAFI

In numero di due per gruppo, riportano nella sua interezza il dibattito affrontato, rimanendo in disparte e mai intervenendo nella discussione.

OSSERVATRICI e OSSERVATORI

Uno per gruppo, osserva i comportamenti dei partecipanti, comprese le espressioni e il linguaggio del corpo, cercando di dedurne le emozioni. Rimane in disparte e non interviene nel dibattito.

SILENTE

Uno per gruppo, riflette sulle proprie emozioni e le trascrive, sempre rimanendo in disparte, senza intervenire nella discussione.


La presenza di molteplici parti è giustificata dal bisogno di cogliere non solo le opinioni dei partecipanti, ma anche e soprattutto gli stati d’animo e l’atmosfera creatasi. Si potrà così meglio analizzare la partecipazione e la sensibilità dei partecipanti nei confronti del tema proposto.

Nonostante la presenza di variabili, descritte in seguito, l’ossatura delle domande poste dai moderatori, che naturalmente interessava il tema del gender equity, può essere così riassunta:

  • Quesito riguardante la scelta della Scuola Superiore:

-È stata una scelta autonoma?

- Da chi e in base a cosa è stata influenzata?

  • L’influenza dei docenti a partire dalle Scuole Medie:

-I docenti o le docenti avevano atteggiamenti diversi nei confronti delle studentesse e degli studenti?

  • Le materie scolastiche e il rapporto diversificato femmina/maschio con tutte o alcune di esse (In particolare l’attenzione è stata posta nei riguardi delle discipline STEM):

-Si notano differenze nel trattamento di studenti e studentesse da parte dei docenti delle discipline scientifiche e umanistiche, e in generale nell’ambiente scolastico? (atteggiamenti differenziati, favoritismi, ecc.)

-Che tipo di rapporto hanno femmine e maschi con certe materie scolastiche? (Serenità, disagio, interesse, preoccupazione, ecc.)

  • Riflessione riguardo le olimpiadi di matematica e italiano:

-Perché la maggioranza degli iscritti alle olimpiadi di matematica è maschile?

  • I Rappresentanti d’Istituto, le elezioni e i candidati:

-Perché i Rappresentanti d’Istituto sono e sono sempre stati tutti o in parte studenti maschi?

  • I programmi scolastici, i libri di testo, i personaggi studiati:

-Perché tutti, o quasi, i personaggi studiati (in italiano, storia, filosofia, scienze, ecc.) sono uomini?

  • Le proposte per una scuola più sensibile al tema della parità di genere:

-Su quali piani si può intervenire?

-Di chi è la responsabilità di agire?


Queste domande erano accompagnate da alcune attività che potevano costituire uno spunto di riflessione più concreto rispetto alle domande:

  • I personaggi preferiti: ognuno dei partecipanti pensa ad uno scrittore, un artista, uno scienziato, un filosofo, o i generale un personaggio storico, e si scrive un elenco alla lavagna. Poi si chiede ai partecipanti di fare commenti su questo elenco. L’attività in seguito può essere ripetuta considerando i personaggi derivanti dalla cultura personale.

  • Le due scatole: si scrivono alla lavagna gli aggettivi dell’uomo e della donna il più possibile vicini all’opinione comune, come dipinti dalla società (pubblicità, televisione in generale, ruoli istituzionali o amministrativi, rapporto con la famiglia, ecc.). Si riflette poi sulle due “scatole” create: vi riconoscete in quelle definizioni? cosa comporta appartenervi o no? Su cosa si fondano gli aggettivi trovati?

Perché abbiamo scelto come strumento di indagine il Focus Group?

Il focus group ci è stato illustrato da sociologhe dell’AUSL dell’Emilia Romagna e consigliato come strumento prediletto per l’indagine che avremmo dovuto seguire.

Questo perché, per l’appunto, permette un confronto diretto con i partecipanti e un’analisi comportamentale, oltre che verbale, ma non solo. Molto spesso gli intervistati o le intervistate non hanno mai riflettuto sulle domande che vengono loro poste, ed è importante che le risposte nascano in maniera spontanea inizialmente e poi sempre più meditata, se si riesce a incanalare la discussione su un confronto dialettico e ragionato. Uno degli aspetti prioritari del focus group deriva dalla capacità dei moderatori di lasciare che la discussione acquisti un carattere autonomo: è importante che i partecipanti si confrontino tra di loro senza che siano condizionati nelle idee e nelle opinioni.

Per garantire questa autonomia è stato chiesto ai docenti di lasciare le aule, in quanto una figura di autorità avrebbe deviato o comunque limitato le personali idee dei ragazzi e delle ragazze.

La totale libertà di espressione dei partecipanti può portare, e ha portato, talvolta, il dibattito fuori dalle linee prestabilite, sviluppandosi a partire da spunti offerti dai partecipanti stessi.