economia sostenibile e green chemistry

Matteo Carchen, Natan Secchi, Beatrice Bergomi

L'economia sostenibile

L'economia sostenibile è un modello economico che permette sia la crescita economica che un uso coscienzioso delle risorse naturali e quindi di trovare un equilibrio con l'ambiente, al fine di preservare qualità e quantità delle risorse.

Si parla quindi di equità sia in generale che intergenerazionale, in generale perché ogni persona deve avere il diritto ad una vita dignitosa, di qualsiasi nazionalità, sesso, classe sociale, religione sia; intergenerazionale perché le prossime generazioni devono usufruire frutti del pianeta e devono avere la stessa vita dignitosa offerta alla nostra generazione.

Quindi lo sviluppo sostenibile offre una crescita economica parallela al miglioramento dello stile di vita delle persone, al rispetto dei sistemi naturali e al mantenimento delle risorse della terra.

Ci sono tre condizioni ambientali fondamentali perché vi sia lo sviluppo sostenibile:

  • Il tasso di impiego delle risorse rinnovabili deve essere minore a quello relativo alla loro rigenerazione

  • La presenza di particelle inquinanti rilasciate ogni giorno nell'ambiente deve essere minore alla capacità di carico dell'ambiente

  • L'insieme delle risorse non rinnovabili deve rimanere stabile nel corso del tempo

Economia sostenibile applicata alla moda

Negli ultimi anni alcune aziende di moda hanno deciso di sposare la causa del sostenibile, introducendo la green economy. Di fatto la sovrapproduzione dell’industria della moda è strettamente correlata al cambiamento climatico, la quale si trova tra i primi settori in classifica per emissioni di CO2. Siamo cresciuti con il concetto che un oggetto venga creato, utilizzato e infine distrutto. Ora invece gli individui si devono impegnare per riciclare continuamente i capi, donandogli nuova vita. Per fermare la morte del pianeta le industrie della moda dovrebbero:

  • scegliere materiali non inquinanti e soprattutto non derivanti dalla plastica. In questo modo si evita un possibile rischio di riversamento delle fibre di plastica sulle nostre strade o nei nostri mari;

  • creare capi di buona qualità, che durano più a lungo e non incentivano le persone a buttarli;

  • produrre oggetti che non inquinano, utilizzando strumenti che non inquinano.

Esempi virtuosi di moda sostenibile

Charity Shop nel Mezzogiorno

I charity shop sono dei negozi di vendita al dettaglio che donano i propri guadagni ad associazioni di beneficenza. Nel Mezzogiorno, ancora privo delle infrastrutture necessarie all'economia sostenibile, si contano numerose esperienze innovative in grado di conciliare la sostenibilità con la solidarietà.

A Bari è presente il Charity Chic, uno dei primi thrift shop in Italia. Le proprietarie Pamela Melchiorre e Stefania Grandolfo hanno deciso di raccogliere tonnellate di indumenti che invece di diventare rifiuti per discariche vengono selezionati, recuperati e trasformati. Tale negozio testimonia la solidarietà a beneficio di chi è in difficoltà. Difatti la piccola impresa ha deciso di sostenere il percorso della cooperativa Crisi, la quale insegna agli adolescenti come gestire episodi di violenza.

Project 333

Un ulteriore esempio di green economy è il guardaroba sostenibile. Costituito da pochi pezzi ma di buona qualità, aiuta l’ambiente in quanto non si ricorre all'eccessivo acquisto di capi. Secondo il progetto di Courtney Carver, autrice del manuale "Be more with less", i capi dell’armadio possono essere ridotti a 33 per stagione, compresi gli accessori. Bisogna perciò selezionare i propri must-have, capi con forme basiche e pulite, i quali rispecchiano i gusti e la silhouette, con volumi e colori neutri che meglio si mescolano tra loro. Per scegliere vestiti sostenibili ci si può affidare alle certificazioni internazionali o al mercato del second-hand. Esistono varie certificazioni che attestano la sostenibilità dell’azienda su vari aspetti: Gots (Global Organic Textile Standard), che garantisce la provenienze bio dei filati, LCA (Life Cycle Assessment), la quale prende in considerazione tutti gli aspetti dell'intero ciclo di vita di un capo o di un filato per quantificare la sostenibilità.

Prada RE-NYLON

L’etichetta di moda Prada sta diventando una delle più attive nel trovare soluzioni ecosostenibili. Il marchio ha stabilito di adottare un approccio inventivo all’upcycling introducendo una linea di borse realizzate con materiali sostenibili. L’azienda di moda ha deciso di creare l”Econyl”, un nuovo tipo di nylon sviluppato con l’aiuto di filati tessili Aquafil. Per documentare i vari processi su cui si fonda l'iniziativa Re-Nylon, National Geographic ha realizzato una serie di cortometraggi dal titolo "What We Carry".

Persone importanti per la sostenibilità

Il premier Conte quest'anno ha chiuso la seconda edizione del Festival Nazionale Dell'Economia Civile ponendosi come obiettivo il successo del progetto di Recovery Plan e in riferimento alla pandemia ha concluso dicendo che è tempo di rinnovamento sia economico che ambientale.

Sono queste le parole di Conte che hanno chiuso tre giornate di lavoro intenso nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze nei quali si è discusso di promuovere un nuovo patto sociale tra Governo, Sindaco, imprenditori, giovani e organizzatori del Terzo Settore.

Fratellanza ecologica di Papa Francesco

Anche papa Francesco si è espresso a favore di un futuro più ecologico. Nella nuova enciclica sulla fratellanza, il Laudato sii, sottolinea molti aspetti: dai cambiamenti climatici che attualmente rappresentano la più grande sfida dell'uomo, al diritto sacrosanto di accesso all'acqua potabile e per ultimo, ma non per importanza, la tutela della biodiversità ovvero della sopravvivenza delle specie animali poiché ogni anno vengono uccise migliaia di esemplari. Tale enciclica è trasversale in quanto non è rivolta solo ai cristiani, ma a tutta la popolazione.

Green chemistry

La chimica, così come qualsiasi scienza e attività umana, può portare vantaggi e rischi. Scienziati e cittadini hanno il compito di massimare gli aspetti positivi e limitare i danni e i pericoli. Da questo obiettivo è nata la Green Chemistry, una nuova chimica basata su principi responsabili e sostenibili.

Paul Anastas e John Warner sono considerati i padri della Green Chemistry, teorizzata ufficialmente nel 1998. I due chimici hanno inoltre formulato i 12 principi fondanti:

  • Prevenzione: prevenire l’inquinamento all’origine è più conveniente rispetto a doverlo trattare successivamente. Perciò è meglio anticipare la produzione di rifiuti e scarti, piuttosto che bonificarli una volta creati

  • Atom economy: le reazioni chimiche di sintesi devono cercare di massimizzare l’inclusione di tutti i materiali di partenza evitando la creazione di scarti

  • Sintesi chimiche meno pericolose: le sintesi dovrebbero utilizzare e produrre sostanze poco o per nulla tossiche

  • Progettazione di prodotti chimici più sicuri: i prodotti chimici devono rimanere funzionali al loro utilizzo, presentando una tossicità ridotta

  • Solventi e additivi più sicuri: l’uso di sostanze ausiliarie (solventi e agenti di separazione) dovrebbe essere evitato o limitato a sostanze innocue

  • Efficienza energetica: il consumo energetico di un processo chimico deve essere minimizzato

  • Utilizzo di materie prime rinnovabili: le materie utilizzate dovrebbero essere rinnovabili

  • Ridurre i derivati: i passaggi sintetici per arrivare al prodotto finale dovrebbero essere

  • Catalisi: utilizzare i catalizzatori per facilitare la reazione, per esempio accelerandola o incrementando la resa

  • Degradazione: i prodotti chimici dovrebbero decomporsi facilmente alla fine del loro ciclo di vita per rimanere innocui ed evitare di persistere nell’ambiente

  • Analisi in tempo reale per prevenire l’inquinamento: bisognerebbe attuare metodologie per permettere il monitoraggio ambientale e il controllo dell’inquinamento per prevenire la formazione di sostanze tossiche e pericolose

  • Sicurezza: la sicurezza riguarda la scelta di sostanze chimiche che minimizzano i rischi e la loro gestione nelle filiere di produzione. Bisognerebbe prestare attenzione anche alle condizioni dei lavoratori e degli impianti chimici.

Futuro della chimica

Lo scopo della chimica sostenibile è garantire la crescita in maniera produttiva delle industrie riducendo però ogni costo, sia economico che ambientale. Per raggiungere questo obiettivo la chimica deve aiutare se stessa impiegando reagenti alternativi, tecnologie più efficienti e privilegiando trasformazioni più sicure.

Nel 2019 oltre 350 chimici si sono riuniti a Salerno per il convegno Chemistry meets Industry and Society. I temi trattati erano di grande impatto sociale, dall'economia circolare alla problematica delle plastiche nell'ambiente, fino ai contributi della chimica nei settori della salute, della mobilità e dell’energia. In futuro il contributo della chimica potrà essere fondamentale anche per contrastare i cambiamenti climatici, convogliando gli sforzi della ricerca chimica su innovazioni sostenibili, ovvero che permettano di sostituire completamente, in modo sostenibile, l’uso del petrolio come fonte energetica”, questo è quanto affermato da Vincenzo Balzani riguardo l’apporto della chimica nella risoluzione dei problemi ambientali.

fonti immagini

immagine 1: http://www.spindoc.it/che-cose-l-economia-sostenibile/

immagini 2-3: https://www.ecoincitta.it/economia-circolare-quando-la-moda-incontra-la-sostenibilita-e-la-solidarieta-di-giuseppe-milano/

immagine 4: https://bemorewithless.com/

immagine 5-6-7-8: https://www.prada.com/it/it/women/re-nylon.html#PN=1T551M_1YFL_F0002_F_035

immagini 9-10-11: https://unric.org/it/agenda-2030/