Riflessioni

delle studentesse di 5BU


Approfondimenti

Confronto tra la scuola di Barbiana e la scuola tradizionale

di Chiara, Giulia ed Elisa

“Allora è più onesto dire che tutti i ragazzi nascono eguali e se in seguito non lo sono più è colpa nostra e dobbiamo rimediare.”


Nel testo "Lettera a una professoressa" si afferma che i ragazzi nascono uguali e se in seguito non lo sono più la colpa è solo della società.


Nella scuola tradizionale, statale, si premiavano i più bravi, sempre provenienti da famiglie di ceto alto, con già una buona cultura di base, accantonando e bocciando quasi per forza i poveri, i figli dei contadini, considerati meno predisposti. Si trattava quindi di una scuola classista e meritocratica.


A Barbiana ogni sorta di barriera viene abbattuta. Gli alunni che avevano capito un argomento aiutavano chi aveva difficoltà.


L'insegnante si fa esempio di uguaglianza, mettendosi su un livello quasi al pari di quello dei suoi alunni, che talvolta venivano eletti "insegnanti".


La predisposizione stessa della classe annullava tutte le distinzioni, mettendo tutti gli alunni riuniti a un unico tavolo, e non in banchi separati, mettendo i più bravi in prima fila e gli ultimi in fondo alla classe.


A Barbiana vengono quindi abbattute tutte le differenze all’interno della scuola, che non premia più nessuno per merito penalizzando il meno bravo, anzi, tutta la classe si ferma e lo sostiene.



Era Scuola...

di Eleonora, Erika, Lucia e Beatrice

Era scuola l’osservazione delle stelle, imparare a sciare, a camminare sui trampoli, a nuotare, a dipingere dal vero. Era scuola l’apprendimento della lavorazione del legno e del ferro, per questo furono attrezzate due stanze al piano di sotto della canonica: la fucina e l’officina per lavorare il legno e il ferro.


Era una scuola a tempo pieno, dalle 8 del mattino fino alle ore 7 di sera, con una breve interruzione per mangiare. Le tante ore di scuola consentivano di andare a fondo ad ogni materia.


Quando i ragazzi impararono a comporre i mosaici con i vetrini colorati, subito si passò a decorare le vetrate della chiesa e poi fu realizzato un monachello scolaro che don Lorenzo battezzò “santo scolaro” in onore ai ragazzi che chiamava scherzosamente “i miei sei piccoli monaci”.

Imparare le lingue con l’utilizzo dei dischi, imparare parole in modo veloce, utile, efficace e divertente (da persone madrelingua e con vecchi giradischi). Si può imparare più lingue anche male che una sola benissimo pur di conoscere gli uomini, riuscire a comunicare con loro ed eliminare i confini.



La scuola dell'inclusione

di Irene, Gloria, Anna Maria e Kaouter

La scuola dell’inclusione di Don Milani è una scuola che non si disinteressa di coloro che hanno difficoltà, ma, al contrario, porge aiuto a tutti quelli che non comprendono facilmente.

L’insegnante non si pone ad un grado superiore rispetto agli alunni: né durante la spiegazione né durante lo svolgimento di attività o laboratori. Insegnante e alunni sono seduti allo stesso tavolo, consultano gli stessi volumi, approfondiscono le tematiche attualizzandole, si confrontano e commentano così da poter sviluppare un maggior senso critico.

La figura dell’insegnante non era solo ricoperta da Don Milani, ma anche i ragazzi più grandi potevano svolgere questo ruolo.

Nella scuola di oggi possiamo trovare una somiglianza con il metodo di Don Milani. Infatti spesso si organizzano attività o lezioni in cui è possibile una collaborazione tra pari durante la quale è favorito l’aiuto reciproco tra compagni che possono avere qualsiasi tipo di difficoltà legata all’apprendimento o anche semplicemente alla comprensione di un certo argomento. Il docente svolge un ruolo di facilitatore, di organizzatore delle attività e rimane un punto di riferimento per gli alunni che, insieme, possono gestire e svolgere il loro compito con una certa autonomia.

Don Milani ha innovato il metodo tradizionale del tempo: la scuola tradizionale era fortemente selettiva e competitiva dove la collaborazione non veniva per niente favorita e incentivata.

Inoltre, la scuola di Barbiana non aveva orari rigidi da rispettare e non c’erano vacanze perché la scuola stessa era considerata vita e non la si riteneva un obbligo dal quale bisognava prendere una pausa.



Abbattere le diversità

di Chiara, Elisa e Giulia

“Voi dite d’aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. È più facile che i dispettosi siate voi […]. Anche i signori hanno i loro ragazzi difficili. Ma li mandano avanti. Solo i figlioli degli altri qualche volta paiono cretini. I nostri no. Standogli accanto ci si accorge che non lo sono. E neppure svogliati. O per lo meno sentiamo che sarà un momento, che gli passerà, che ci deve essere un rimedio.”


A Barbiana si annulla ogni tipo di diversità, si vuole rendere i figli dei contadini, i ragazzi di campagna, al pari di quelli benestanti.


Si studia tutti riuniti attorno a grandi tavoli, i più grandi aiutano i più piccoli e tutti si fermano finché ognuno non è in pari con il programma, perché nessuno è negato per gli studi o svogliato, e anche chi ha difficoltà di apprendimento ha grandi probabilità di imparare.


A tutti i ragazzi venivano concesse le stesse possibilità. Don Milani insegna la lingua italiana ai suoi ragazzi, perché la lingua rende uguali, ma a Barbiana si afferma che tutti i cittadini lo sono, senza distinzione di lingua, avvalendosi dell’articolo 3 della Costituzione italiana.


La selezione sociale qui non esiste, perché tutti vengono considerati pari e, grazie allo studio, all’esperienza e alle conoscenze, si cerca di annullare l’etichetta del diverso data dal resto della società.


Nel testo “Lettera a una professoressa” si afferma che tra le tante cose imparate vi è la consapevolezza del fatto per cui il problema dell’altro è uguale al nostro e che sortirne insieme è la politica, da soli è l’avarizia.


Alla scuola di Barbiana si doveva sempre essere generosi, e, anche se si avevano già i propri esami da preparare, si aiutavano comunque i più piccoli.



Scuola indispensabile per essere cittadini consapevoli

di Chiara, Giulia ed Elisa

Arrivare oggi al secondo anno di scuola superiore non è un lusso, è il minimo di cultura comune, l’indispensabile cassetta degli attrezzi per essere cittadini consapevoli.

La scuola aiuta gli studenti a diventare cittadini attivi, informati, e responsabili, desiderosi e capaci di assumersi responsabilità per loro stessi e le loro comunità; eleva intellettualmente e culturalmente; rende esseri umani.

La scuola e la cultura sono alla base di un percorso di emancipazione e libertà.

Secondo il pensiero di Don Milani è indispensabile recuperare la frattura tra la scuola e la vita reale, affinché l’insegnamento formi dei cittadini. Il suo obiettivo era di formare tutti per avere dei cittadini consapevoli e competenti.

L’istruzione è uno strumento formativo del pensiero critico e della coscienza democratica.

Nell’era della globalizzazione e dei continui cambiamenti sociali, politici, economici, il ruolo della scuola e dei suoi insegnanti diventa centrale come occasione per fornire ai giovani gli strumenti necessari per sviluppare il loro senso critico e diventare cittadini globali consapevoli.



Istruzione come emancipazione da povertà e sfruttamento politico

di Chiara, Giulia ed Elisa

La povertà all’epoca era considerata un fattore discriminante sia da parte degli insegnanti, sia dai genitori, poiché sfruttavano i propri figli facendoli lavorare nei campi come contadini assieme a loro.

Bocciando si impediva ai ragazzi un futuro migliore rispetto a quello dei genitori.

Il fine stesso della scuola diventava il denaro e ciò che spingeva gli studenti a studiare erano i soldi, non interessandosi più direttamente alle materie.

Gli insegnanti della scuola statale sconsigliavano al ragazzo e ai genitori, solitamente contadini, non ritenendola la strada giusta da seguire.

Negli ultimi anni, soprattutto nei paesi più poveri, c’è stata una lotta all’istruzione per le donne per cercare di liberarle dallo sfruttamento da parte degli uomini.

Le condizioni di una famiglia continuano ad avere un grosso peso sulla scelta della scuola da parte di un ragazzo.

L’istruzione non è solamente emancipazione da povertà, ma anche uno strumento per emanciparsi dallo sfruttamento politico. I politici con i loro discorsi mandano un messaggio persuasivo, avendo a disposizione più mezzi di comunicazione riuscendo, quindi, ad arrivare a più cittadini. L’istruzione in questo caso serve per crearsi una propria idea e per non essere influenzati da questi discorsi.



Tre riforme

di Oumaima, Anna e Irene

“perchè l’uguaglianza non resti un sogno proponiamo tre riforme non bocciare a quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno agli svogliati dargli uno scopo”

Da questa affermazione si può cogliere come la scuola dell’epoca considerava i ragazzi provenienti da famiglie benestanti in modo privilegiato rispetto ai più poveri. Un chiaro esempio riguarda la bocciatura per cui i ricchi riuscivano sempre a superare gli esami scolastici, mentre i poveri non conformandosi ai canoni didattici imposti dalle autorità, venivano facilmente bocciati.

Ad oggi la posizione sociale non è poi così rilevante in quanto il diritto all'istruzione è garantito a tutti e per coloro che sono in difficoltà sono previsti degli aiuti di tipo economico (come borse di studio) che permettono al ragazzo di avere un percorso educativo dignitoso indipendentemente dalla classe di provenienza.



Scuola e costituzione

di Chiara, Marianna e Alice

Nella scuola di Barbiana la Costituzione Italiana era considerata la bussola per non smarrirsi, la guida del futuro cammino dei ragazzi nella società. In essa, gli studenti della scuola di Don Milani vedevano non solo la legge fondamentale dello Stato, ma anche il punto di equilibrio sociale capace di costruire una società nuova più̀stabile e giusta. In questa scuola, infatti, la Costituzione è usata come un libro di testo e viene, quindi, letta e studiata da tutti gli studenti. Essi credevano che la scuola fosse un mezzo grazie al quale le proprie condizioni sociali sarebbero potute migliorare: la scuola, infatti, come afferma la stessa Costituzione, è aperta a tutti, inclusi i più̀poveri e i più disagiati.

La scuola di Barbiana punta all’alfabetizzazione di tutti: non mira, quindi, alla creazione di una nuova classe dirigente, ma di una massa cosciente, ovvero alla formazione del cittadino sovrano, che, come afferma l’articolo 1, agirà̀esercitando il suo primato nella Repubblica italiana seguendone però le norme imposte.

Come lo Stato, anche la scuola è una democrazia in cui tutti gli alunni sono considerati uguali e trattati con pari dignità sociale senza “distinzione di razza, lingua, religione o condizioni personali e sociali”, come affermato nell’articolo 3. Come afferma l’articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica tecnica”. la Repubblica si impegna a preservare, valorizzare e incentivare, attraverso la promozione della cultura e ricerca, il progresso culturale, scientifico e tecnico del paese; evitando di imporre modelli, modalità e obiettivi che limitino la libertà dell’arte e della scienza.

Poiché la repubblica promuove l’uguaglianza tra i cittadini, la scuola è gratuita, aperta a tutti e anche coloro che non hanno i mezzi, se sono capaci e meritevoli, possono raggiungere anche i gradi più alti dell’istruzione.

La scuola è sia un diritto che un dovere, è obbligatoria per almeno otto anni, poiché è il riconoscimento di un interesse sociale irrinunciabile a garantire a tutti i cittadini una minima base culturale, come afferma l’articolo 34.

Con la legge della scuola media unica, emanata nel dicembre 1962, all’insegnamento della Storia, si aggiunge l'Educazione Civica, attualmente quest’ultima viene studiata come materia di tipo trasversale che comprende la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società​.

Spesso viene approfondita la Costituzione italiana ritenuta molto importante, come già era ai tempi della Scuola di Don Milani, in quanto permetteva all’allievo di integrarsi adeguatamente nella società.

Pensiero finale

“Una scuola che perde i più fragili non è più una scuola, è più un ospedale che cura i sani e respinge i malati”





Riflessioni su questa esperienza

Veronica, Olivia, Greta e Beatrice

Creare la mostra di Don Milani ci è servito non solo per ampliare le nostre conoscenze di un insegnante così innovativo e con una visione nuova di educazione, ma anche per sperimentare una cosa che nessuno di noi aveva fatto prima cioè realizzare/progettare una mostra virtuale.

Anche se alle prime armi, insieme, siamo riuscite ad ottenere i risultati che volevamo e questo lavoro ci ha arricchite sia dal punto di vista informatico ma anche umano.

Ringraziamo tutti per la fantastica opportunità!

Chiara, Elisa, Giulia e Gaia

Portando avanti questo lavoro ci siamo accorte di come, purtroppo, ancora oggi la tematica della selezione sociale sia presente.


Avendo avuto l’opportunità di confrontarci direttamente con uno degli ex alunni di Don Milani, Agostino Burberi, che ringraziamo, abbiamo potuto constatare in prima persona quanto sia stato importante l’intervento di Don Milani nella scuola e quanto quest’ultima abbia bisogno di costanti miglioramenti.

Svolgere questa esperienza ci ha arricchite. Le letture, le riflessioni e, più di tutto, gli incontri con Agostino Burberi, ci hanno fatto pensare a come una sola persona possa fare tanto e cambiare in meglio e per sempre la vita di chi si trova in condizioni che paiono irrimediabili, dei più emarginati.


Siamo grate dell’esperienza che abbiamo potuto svolgere e della possibilità che ci è stata data, dell’occasione di poter scoprire in profondità una storia straordinaria e rivoluzionaria.



Oumaima, Anna e Irene

Don Milani è stata una figura molto importante poichè a differenza della scuola tradizionale del tempo, esso non rifiutava i bambini meno abbienti, ma li aiutava nonostante la loro condizione economica permettendo loro un'adeguata istruzione.

Irene, Gloria, Kaouter e Anna Maria

La frase che ci ha colpito di più è “nessuno era negato per gli studi”, perché racchiude un aspetto fondamentale del pensiero di Don Milani: egli dava attenzione a tutti gli alunni, soprattutto a quelli con più difficoltà e agli svogliati promuovendo la collaborazione tra tutti.

Inoltre per Don Milani la provenienza sociale ed economica non doveva essere un ostacolo per l’educazione. Infatti in quel periodo la scuola rimaneva una prerogativa delle classi sociali più abbienti.

Ci è piaciuta particolarmente anche una delle tre riforme proposte dai ragazzi in “Lettera ad una professoressa”: “Agli svogliati basta dargli uno scopo”. Essa sottolinea l’importanza di avere una motivazione: avere uno scopo permette di sentirsi utili facendo qualcosa di importante per se stessi e per gli altri.

Erika, Eleonora e Lucia

Il nostro gruppo, per la realizzazione del progetto, si è occupato principalmente della ricerca di materiali riguardanti i metodi e contenuti nella scuola di Don Milani.


Concentrandoci su questi aspetti abbiamo avuto la possibilità di capire meglio il pensiero di Don Milani, i metodi da lui utilizzati e i valori e principi di questa sua importante scuola.


Una cosa che ci ha colpito molto della scuola di Barbiana è l’interesse che i ragazzi avevano per la scuola e per i loro compagni. Gli studenti della scuola di Barbiana avevano a cuore la loro istruzione e l’istruzione degli altri, e per questo si aiutavano a vicenda nello studio e nelle attività quotidiane. All’entrata, infatti, si vedeva subito il cartello con la scritta rossa “I care” che significa “mi sta a cuore”. Questo cartello motivava i ragazzi a fare il loro lavoro fino al raggiungimento del loro obiettivo senza perdere la fiducia in sé stessi.


Don Milani non si è fermato a ripetere nozioni a memoria o insegnare nozioni che poi dovevano essere imparate a memoria, lui conosceva i suoi ragazzi, le loro passioni, i loro interessi e creò una scuola adatta a ragazzi considerati inadatti per una scuola tradizionale.

Elena

L'approccio innovativo di Don Milani può sembrare ad un primo impatto penalizzante dal punto di vista formativo in quanto la sua scuola era 'povera nei mezzi', eppure sono convinta che in verità Don di Barbiana possa offrire ancora oggi spunti di riflessione molto stimolanti soprattutto per quanto riguarda un'educazione integrale.

Alice, Martina e Samuela

Questo lavoro è stato molto interessante per il nostro gruppo in quanto abbiamo trattato un argomento, la figura femminile a Barbiana, che in generale non viene mai approfondito quando si tratta il tema di don Milani nonostante sia attuale e ci tocchi in prima persona.

Chiara, Alice e Marianna

Tra i pensieri di Don Milani ci ha colpito questa frase: “Una scuola che perde i più fragili non è più una scuola, è più un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.


È stato molto apprezzato questo lavoro da noi, perché lo abbiamo ritenuto qualcosa di diverso da una semplice ricerca: abbiamo scelto di approfondire il pannello “Scuola e Costituzione” poiché condividiamo l’idea del presbiterio secondo cui l’educazione è fondamentale ed è necessario che tutti abbiano le stesse opportunità di ottenerla.