I primi che contribuiscono e promuovono la pace sono e devono essere i cittadini.
All’interno della comunità devono creare un ambiente in cui c’è:
Volontà di dar voce a tutti e di lottare per tutti
Comunicazione rispettosa delle culture, degli ideali e dei valori altrui
Voglia di mettersi in discussione (anche per cercare compromessi)
Apertura mentale
Conoscenza e attiva informazione
Gli elementi che abbiamo appena elencato sono fondamentali per la creazione di un luogo privo di conflitti interni, ma non sono circoscritti unicamente a questo ambito.
Le stesse componenti sono necessarie a livello internazionale, per evitare conflitti tra Stati di qualsiasi tipo (armato, economico…).
Se sono assenti è inevitabile uno scontro ed è per questo che bisogna attuare le azioni che abbiamo individuato nell’acronimo P.A.C.E.
Bisogna lottare non solo per i nostri interessi personali, ma anche per quelli comunitari.
Come hanno dimostrato le manifestazioni avvenute nel corso della storia, la protesta è un modo efficace che un gruppo di persone (accomunate da un interesse condiviso) può usare per far sentire la propria voce e la propria presenza e per cominciare a muovere i meccanismi dell’ingranaggio del cambiamento.
Le manifestazioni possono anche non avere l’efficacia sperata nell’immediato (gran parte delle volte per ottenere risultati rilevanti non ci vogliono mesi o anni, ma decenni).
Nonostante ciò, la lotta deve essere portata avanti finché non si ottiene un vero cambiamento, non solo a livello formale (per esempio col riconoscimento della manifestazione a livello politico, con leggi, provvedimenti…), ma anche a livello pratico e concreto (nella società).
Bisogna tenere acceso lo spirito della protesta e i motivi che l’hanno innescata, per evitare che in futuro si possa tornare alla situazione iniziale o ad una peggiore.
Per ottenere dei risultati bisogna svolgere le manifestazioni in modo pacifico, rispettando la legge e le persone che non ne prendono parte.
Nessuno ascolterà mai proteste terminate con vetrine rotte e persone in ospedale, dato che l’unica cosa che può derivare dalla violenza è la violenza.
Le proteste, qualsiasi sia la causa che le ha scatenate (sempre che sia una motivazione legittima), devono avere lo scopo di migliorare il clima sociale e politico.
Ricorrere ad azioni violente farebbe trasparire ad un osservatore esterno la finalità opposta e darebbe motivazioni in più per continuare a evitare e ostacolare il miglioramento e il raggiungimento dei veri obiettivi a cui mira la manifestazione.
Per questo, quando decidiamo di prendere parte al cambiamento, dobbiamo dare uguale importanza al fine e ai mezzi, e in caso contribuire all’utilizzo di metodi corretti, evitando la violenza e l’ingiustizia che talvolta utilizzano le manifestazioni (un’errore che fa perdere efficacia e danneggia la causa per cui si lotta)
SVILUPPARE UNA MENTALITà APERTA
Pace non è solo assenza di guerra, questo perché non esistono solo i conflitti armati. I primi conflitti che bisognerebbe cercare di risolvere sono quelli interpersonali, che sono causati in origine dalla mancanza di rispetto. Educare al rispetto, in ogni sua forma, è la chiave per educare alla pace e, di conseguenza, contribuire a questa.
La parola rispetto deriva dal latino (rispectus) che significa “guardare indietro". Guardare indietro, non fermarsi alla prima impressione, è l’antidoto per combattere i giudizi, spesso indesiderati. Giudicare qualcuno o qualcosa è il primo passo per mancare di rispetto: spesso tendiamo a non portare attenzione a ciò che diciamo e rischiamo di offendere il nostro interlocutore/interlocutrice, creando una situazione di imbarazzo e magari di sofferenza.
Poco rispetto è portato in maggior modo per i migranti, i quali per la maggior parte delle volte sono costretti a percorre viaggi e avere esperienze davvero drammatiche per motivi di vario tipo come guerre intestine o guerre tra stati, come nel caso dell’ucraina in questo periodo.
è un’argomento che non viene approfondito abbastanza e questo porta a pregiudizi che difficilmente possono essere eliminati.
Un buono strumento per combattere questi pregiudizi è il cinema, aperto a tutti e frequentabile da tutti. Un film che sensibilizza molto questo argomento è “Trieste è bella di notte”; racconta la testimonianza diretta di questi migranti che percorrono il loro viaggio per l’Italia dal loro paese. Inoltre vengono raccontati anche azioni compiute dalla polizia croata nei loro confronti che ovviamente vanno contro i diritti dell’’uomo.
Sensibilizzare questo argomento è utile anche per cercare di combattere il razzismo che si basa proprio su questi pregiudizi.
Uno dei fondamenti del rispetto, infatti, è accettare le opinioni altrui (opinioni nel senso generico del termine che comprende idee, pensieri, opinioni, modi fare e di essere); uno dei più importanti intellettuali della storia, il francese Voltaire, disse: “ Non condivido la tua idea ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. Con questa frase il filosofo ha espresso il principio di rispetto e, di conseguenza, la soluzione per la pace. Fare un passo indietro, mettersi in discussione, accettare i compromessi sono tutte strategie e metodi per evitare i conflitti.
Per contribuire alla pace a livello internazionale bisogna innanzitutto essere istruiti e ben informati riguardo a questo termine.
Ciò che deve essere insegnato nelle famiglie, nelle scuole e nei luoghi pubblici, fin dalla più giovane età, sono i valori fondamentali, come ad esempio il rispetto delle diversità e dei pensieri opposti, oltre ovviamente alla spiegazione generale del termine “pace”.
l’educazione a questo grande valore è posta quindi alla base di una possibile iniziativa di contribuzione alla pace internazionale: ovviamente, non sapendo cosa sia, non si può decidere se contribuire o meno allo sviluppo di questa.
In seguito alla crescita non è più compito degli educatori, ma bensì delle persone istruite a questo valore, di informarsi riguardo a ciò che avviene nel mondo e a ciò che si potrebbe fare per sostenere la pace a livello internazionale.
l’informazione è quindi molto importante poichè tramite essa non dico che si potrebbe addirittura cambiare il mondo, ma quasi. impegnandosi, infatti, e scoprendo varie associazioni e organizzazioni attraverso giornali, riviste e libri l’aiuto che potremmo dare sarebbe davvero esteso.
la disinformazione al contrario porta solo al male. se ad esempio leggiamo un articolo di giornale che parla di guerra e che stimola in noi un senso di odio verso quello che sta accadendo, possiamo reagire e fare qualcosa per cambiare la situazione. se non ci informiamo e non siamo al corrente di ciò che sta avvenendo, invece, non facciamo niente di quello che avremmo al contrario ipoteticamente svolto dopo essere venuti al corrente della notizia.