Fragment

Dune. Scritture su moda, progetto e cultura visuale

Vol. 002 n. 001, luglio 2021

semestrale

editoriale

Maria Luisa Frisa

pp. 122

Nel suo scavo l’archeologo rinviene utensili di cui ignora la destinazione, cocci di ceramica che non combaciano, giacimenti di altre ere da quella che si aspettava di trovare lì: il suo compito è descrivere pezzo per pezzo anche e soprattutto ciò che non riesce a finalizzare in una storia o in un uso, a ricostruire in una continuità o in un tutto.

Italo Calvino, Lo sguardo dell’archeologo, 1972

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Il frammento è un indizio, una traccia. Un dettaglio interpretabile in molti modi, capace di innescare ogni volta un percorso creativo diverso. In L’accademia dei sogni (Pattern Recognition) di William Gibson, la coolhunter Cayce Pollard, eroina solitaria sempre in transito da un continente all’altro, viene colpita da un filmato diffuso, un frammento alla volta, in rete. Nessuno sa chi sia l’autore, dove sia stato girato, quale sia lo scopo di questo strano puzzle visivo. Migliaia di persone nel mondo iniziano a collezionarne le parti, dando loro significati diversi. Questi flash narrativi hanno una tale forza di fascinazione e una tale intensità emotiva da creare dipendenza. Viene in mente un romanzo di un altro autore cult della fantascienza, Philip K. Dick, La svastica sul sole (The Man in the High Castle), in cui I ching indirizza le azioni di alcuni dei protagonisti con i suoi testi, frammenti oscuri e cangianti a seconda delle attese di ciascuno e del momento in cui vengono letti. Memoria e profezia. I frammenti innescano narrazioni su piani temporali e spaziali diversi, tanto più nella nostra stessa contemporaneità, in cui la frammentazione è la condizione che caratterizza la comprensione e l’interiorizzazione del mondo, o i tentativi di realizzarle.

Questo numero di Dune indaga tuttavia anche pratiche del frammento paradigmatiche di condizioni culturali del passato. Succede con il testo di Gianbattista Contini, dedicato a Un weekend postmoderno di Pier Vittorio Tondelli. Il saggio rievoca la bellezza e la sfrontatezza dei collage di Juan Gatti commissionati dallo scrittore per l’edizione del romanzo, riportandoci a quell’oltraggioso mix di stili e di riferimenti che sono stati gli anni ottanta, e contemporaneamente propone un affondo sulla cultura italiana di quel decennio e sulla relazione tra ideologie e eteronormatività, queerness e sovversione. Sovversione, o meglio squatting, è un concetto carissimo ad Anna Piaggi, che lei stessa usava per definire il suo modo di ‘fare immagini’. La pratica combinatoria e quasi matematica di Piaggi come image maker è alla base dell’analisi di Caterina Cristina Fiorentino, che ne esamina il codice linguistico e lo considera come un’attitudine curatoriale in cui il frammento è il tutto e viceversa.

Ricarda Bigolin si serve di dettagli di abiti per raccontare storie di illegalità e di resistenza, oltre il sistema della moda. La biografia degli oggetti si legge attraverso il loro adattamento a situazioni di necessità: i frammenti ‘sbagliati’ aiutano così a ritrovare la negazione dell’identità di massa degli abiti e la loro personalizzazione finalizzata. Se per Bigolin il frammento è la traccia che insinua il dubbio e spinge a indagare più a fondo, per Ellen Sampson è la lampante espressione materiale del dubbio, utile punto di partenza per la comprensione e la speculazione. Il testo muove dal progetto The Afterlives of Clothes e chiede ai frammenti di raccontare una storia alternativa della moda.

Come indizio e soluzione, il frammento assume necessariamente una dimensione politica. La frammentazione è la condizione che Sebastiano Fabbrini individua nei processi progettuali sostenuti dai finanziamenti dell’Unione Europea. Spostandosi in Sud America, Elizabeth Kutesko riflette invece sull’identità nazionale e, partendo dal valore documentario di un singolo scatto di Claude Lévi-Strauss, mette in discussione la definizione di moda come fenomeno geograficamente situato, proponendone al contrario una lettura transnazionale e decentrata.

La conversazione condotta secondo un principio curatoriale da Rafael Kouto e Giada Olivotto accogliendo voci ulteriori costituisce un’indagine che, a partire dai mondi della moda e dell’arte, individua nella frammentazione identitaria la nostra condizione contemporanea, e nel prenderne coscienza un atto necessario, liberatorio e potenzialmente capace di sgretolare i presupposti dei conflitti fondati sulle discriminazioni.

I contributi che, in tutto o in parte, illustrano visivamente ulteriori nozioni di frammento sono stati concepiti appositamente per questo numero di Dune e messi in pagina da Luca Trevisani e Garbage Core. Trevisani restituisce, sia attraverso le parole che attraverso un contributo visuale, la propria ricerca sul fossile, in un esercizio di scrittura che mappa immagini di diversa provenienza e le riattiva all’interno del proprio discorso. “Garbage Studio Visit”, una serie di scatti che ha visto la collaborazione tra Giuditta Tanzi, fondatrice del brand/progetto Garbage Core, Giovanni e Gregorio Nordio e Alessia Gunawan, mostra come il frammento sia parte integrante di una ricerca di e sulla moda.

Questo numero di Dune è dedicato a Pier Vittorio Tondelli, di cui ricorre quest’anno il trentesimo anniversario della morte. I suoi scritti hanno lasciato un’impronta decisiva sulla cultura contemporanea e risuonano ancora forti per tutti noi.

Grazie a:

Aldo Aymonino, Laura Casagrande,

Fernanda De Maio, Alberto Ferlenga,

Laura Fregolent, Mario Lupano,

Laura Mariano, Monica Martignon

indice

Gianbattista Contini

L’immaginario di Pier Vittorio Tondelli nelle pagine illustrate di Un weekend postmoderno. Per un’estetica del frammento negli anni ottanta

pp. 123-127

ESSAYS 002.023

Per Un weekend postmoderno Pier Vittorio Tondelli affidò a Juan Gatti la composizione di cinque tavole, inserite al centro della pubblicazione. Le illustrazioni presentano esclusivamente frammenti d’immagini, composti in forma di collage. Lo studio cerca di chiarire la ragione per la quale si scelse di presentare un ricco apparato iconografico a corredo dell’importante raccolta di testi sugli anni ottanta. L’analisi ha identificato i numerosi frammenti, che nel testo non possiedono alcuna indicazione puntuale di riconoscimento, e ha cercato di ricondurre tale scelta stilistica a una precisa volontà ideologica, che identificava nel frammento e nello sguardo obliquo dello scrittore il rifiuto dei valori della società eteronormativa e delle strutture sociali e culturali predeterminate.

Keywords

Pier Vittorio Tondelli, Iconografia, Fumetto, Intermedialità

bio >>>

Gianbattista Contini si laurea in Storia della miniatura medievale a Parma e consegue il dottorato di ricerca presso l’Università di Siena, indirizzando gli studi verso la storia delle arti decorative in età moderna. Ricopre la funzione di conservatore presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia; insegna Storia delle arti applicate all’Accademia di belle arti di Verona.

gianbattista.contini@gmail.com

Collezione Maramotti, Reggio Emilia - Accademia di belle arti di Verona

Sebastiano Fabbrini

Frammentazione e integrazione. La scala per l’Europa

pp. 128-131

CHRONICLES 002.024

Lo studio mira ad aprire una riflessione in merito agli effetti trasformativi dei fondi europei sull’architettura. Il caso di studio è il sistema di scale mobili pubbliche di Toledo, un intervento che mette in luce come l’Unione Europea, oltre a fornire risorse finanziarie, influenzi indirettamente sia il contenuto che il metodo della progettazione, creando un complesso meccanismo di incentive e premi. Alla base di tale processo c’è una frammentazione delle strutture di potere che hanno storicamente disciplinato l’arena del progetto.

Keywords

Architettura, Integrazione europea, Fondi strutturali, Spagna, Frammentazione

bio >>>

Sebastiano Fabbrini è Postdoctoral Fellow presso l’Università Iuav di Venezia, dove conduce il progetto di ricerca The Architecture of European Integration. Ha conseguito un PhD in architettura presso la University of California Los Angeles, dove ha anche lavorato come Teaching Fellow. È autore del libro The State of Architecture: Aldo Rossi and the Tools of Internationalization e ha pubblicato su numerose riviste, tra cui Thresholds, Ardeth e Architectural Histories.

sfabbrini@iuav.it

Caterina Cristina Fiorentino

WUNDeROBE Immagini, parole, oggetti da un guardaroba di intermediazione

pp. 132-135

ESSAYS 002.025

Nel codice linguistico di Anna Piaggi, suoni, parole, immagini e capi di abbigliamento sono segni polisemici che cambiano significato a seconda dei contesti di riferimento; sono frammenti provenienti da storie autonome che lei articola, di volta in volta, evitando al pensiero il ripetersi circolare di un’orbita vincolata a favore di traiettorie inaspettate, libere e tangenziali che esaltano il significato etimologico dell’algebra, quale strumento capace di ricongiungere frammenti che si prestano a essere ricomposti in nuove configurazioni di senso.

Keywords

Transmediale, Polisemia, Algebra, Intermediazione, Guardaroba

bio >>>

Caterina Cristina Fiorentino è professore associato presso il DADI, dipartimento di Architettura e disegno industriale, ed è docente nei corsi di laurea in Design per la moda e in Design per l’innovazione dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli. Ha conseguito un dottorato in Progettazione urbana e collabora con il gruppo di ricerca SIDE, Disegno industriale sostenibile, del DADI, sia riguardo agli scenari contemporanei per la ricerca e l’innovazione nel design per la moda sia per quanto attiene alla comunicazione visiva di sistemi di prodotti e servizi.

caterinacristina.fiorentino@unicampania.it

Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli

Ricarda Bigolin

“A occhio nudo, sembrerebbero spalline”. Frammenti di moda nelle pratiche di abbigliamento antagoniste e criminali

pp. 136-140


SELF-ANALYSIS 002.026

Al di fuori dei ‘sistemi della moda’ prevalenti si celano altri sistemi di vestiario. Dell’abbigliamento ci si riappropria perché esegua funzioni alternative rispetto all’uso previsto. Questi oggetti e i corpi che li indossano interpretano atti di contrabbando. Nell’articolo, una raccolta di frammenti trovati viene elaborata associandola a biografie fittizie di oggetti legati al contrabbando, in cui i vestiti agiscono come dispositivo per nascondere e il corpo vestito è usato come veicolo per il traffico illecito. Questi frammenti propongono una dialettica contemporanea della moda, rivelando la trasmogrificazione del vestiario quotidiano e dei corpi travestiti.

Keywords

Frammenti, Contrabbando, Riappropriazione, Moda, Sistemi di abbigliamento

bio >>>

Ricarda Bigolin è una designer, formatrice e ricercatrice ed è Associate Dean per Fashion and Textiles Design alla RMIT University, Melbourne. La sua ricerca esplora il contesto sociale, culturale, etico e politico della produzione e del consumo della moda. Le sue attività comprendono D&K, una pratica critica della moda che produce abiti, performance, mostre, testi e film in important musei d’arte e design, gallerie, università e pubblicazioni di tutto il mondo. I linguaggi della moda in diversi media sono interrogati al fine di esplorare la più ampia influenza e l’impatto quotidiano della moda.

RMIT University, Melbourne

ricarda.bigolin@rmit.edu.au

Luca Trevisani

Morbido e Morboso. Il fossile come Progetto

pp. 141-144


PERFORMATIVE WRITINGS 002.027

bio >>>

Luca Trevisani è un artista visivo la cui pratica multidisciplinare è stata esposta a livello internazionale in musei e istituzioni d’arte. La ricercar di Trevisani spazia tra scultura e video, e attraversa discipline di confine come le arti performative, il cinema sperimentale e l’architettura, in una condizione magnetica perpetua e mutante. Nelle sue opere le caratteristiche storiche della

scultura sono messe in discussione o addirittura sovvertite, in un’incessante indagine della materia e delle sue narrazioni.

http://www.lucatrevisani.eu/

Elizabeth Kutesko

Un frammento fotografico di moda transnazionale: l’istantanea di Claude Lévi-Strauss nella Avenida São João, centro di San Paolo, 1937

pp. 145-149

CHRONICLES 002.028

Quest’articolo esamina un frammento fotografico realizzato dal giovane antropologo Claude Lévi-Strauss durante i suoi viaggi a San Paolo tra il 1935 e il 1937. Catturando il contingente, l’inosservato e lo spontaneo – la miriade di dettagli che compongono la ricca patina della vita quotidiana – la singolare immagine di Lévi-Strauss opera euristicamente come una rivelazione in profondità delle esperienze e identità di anonimi indossatori catturati in modo così schietto sulla pellicola. L’autrice intesse la traccia preziosa del passato in un più ampio discorso che mette in primo piano la moda come forma transnazionale di modernità e che ci propone di ripensare la storia dell’abbigliamento in una direzione decentrata e globale.

Keywords

Frammenti fotografici, Modernità molteplici, Biografie ipotetiche, Moda transnazionale, Americhe Latine

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Elizabeth Kutesko è una storica culturale. Si è formata al Courtauld Institute of Art, dove ha conseguito il dottorato nel 2016. Dirige il corso di MA in Fashion Critical Studies alla Central Saint Martins ed è autrice di Fashioning Brazil: Globalization and the Representation of Brazilian Dress in National Geographic (Bloomsbury, 2018).

e.kutesko@csm.arts.ac.uk

Central Saint Martins, University of the Arts London

Garbage Core, Giovanni Nordio and Gregorio Nordio with Alessia Gunawan

Sneak Peek

p. 154

STUDIES 002.030

La serie di fotografie e scansioni è stata realizzata nel mese di maggio 2021 nel nostro studio a Milano. Il focus delle immagini è il disordine informe: superfici, odori, texture, strumenti. Ogni giorno nelle nostre stanze molti oggetti vengono lasciati come tracce su tavoli, sedie, mensole e pavimenti. Raramente riordiniamo e l’ambiente si trasforma in un puzzle irrisolto dove è difficile orientarsi tra gli scarti da buttare e ciò che è importante conservare. Ci siamo rappresentati come ci vediamo mentre lavoriamo, mescolati al disordine come in un camouflage domestico.

bio >>>

Garbage Core è Giuditta Tanzi. Vive a Milano e ha fondato la sua linea di capi upcycling nel 2019. Giovanni e Gregorio Nordio vivono a Milano. Lavorano come freelance designer e fanno consulenze per diversi brand. Giuditta, Giovanni e Gregorio condividono lo studio a Milano nel quartiere di Casoretto. Alessia Gunawan è fotografa e videomaker. Vive a Milano e ha recentemente completato il master in fotografia dell’ECAL di Losanna.

www.garbage-core.com

Ellen Sampson

Frammenti, tracce e cose possedute: gli archivi e il potere del dubbio produttivo

pp. 155-159



ESSAYS 002.031

Questo saggio prende spunto dal mio progetto The Afterlives of Clothes per esplorare le reazioni degli artisti ai vestiti frammentari negli archivi dei musei. Presentando questi capi danneggiati e incompleti come indici di un corpo assente, frammenti che agiscono sullo spettatore come parti diffuse del sé, il contributo esamina il modo in cui gli artisti usano frammenti di abiti per rendere presente l’assenza, la corporeità e il lutto. Più in generale, si chiede se l’ambivalenza creata e incarnata da questi vestiti danneggiati potrebbe essere usata per espandere e riesaminare la nostra comprensione della storia della moda.

Keywords

Archivi, Imperfezione, Moda, Corpi

bio >>>

Ellen Sampson è un’artista e ricercatrice di cultura materiale che usa film, fotografia e scrittura per esplorare i rapporti tra abbigliamento e corpi, nei musei, negli archivi e nella vita quotidiana. Il suo libro Worn: Footwear, Attachment and the Affects of Wear è stato pubblicato da Bloomsbury nel 2020. È Vice-Chancellor’s Senior Fellow in Design alla Northumbria University; in precedenza è stata Polaire Weissman Fellow al Metropolitan Museum of Art e Professorial Fellow all’University for the Creative Arts. Ha conseguito un dottorato al Royal College of Art.

ellen.sampson@northumbria.ac.uk

Northumbria University, Newcastle