FLAIR

Fashion Lab Archive Industry Research



il progetto

Il titolo del cluster allude a e trattiene la dimensione aperta, corale, di lavorio e costruzione permanente della ricerca accademica nei suoi intrecci con il sistema culturale e industriale italiano, per cementare quella dimensione della sperimentazione che vede la moda intrecciata alle discipline che mettono al centro il progetto e la cultura visuale contemporanea.
Il cluster intende riflettere e simultaneamente lavorare con il sistema della moda contemporaneo, per sua natura attraversato da rapidi mutamenti che lo vedono in continua ridefinizione. L’intrinseca mutevolezza della moda la rende una disciplina ricettiva a una dimensione della ricerca, intesa come un luogo dove la definizione interrogativa della moda stessa si intreccia e si confronta costantemente con il design, le nuove forme di valorizzazione dell’archivio, le arti visive e performative, la cultura visuale contemporanea.
Le azioni del cluster sono organizzate per affermare e articolare la disciplina della moda, in quanto lente attraverso la quale osservare e analizzare la contemporaneità. Le azioni saranno ritmate da laboratori e da think tank organizzati nel breve/medio periodo, i cui esiti saranno poi coordinati e integrati nel lungo periodo per dare visibilità e consistenza ai progetti sviluppati. Le azioni di ricerca sono attivamente intrecciate fra loro e si posizionano su più linee:

  • la riflessione sul concetto di Made in Italy e sulle qualità della moda italiana: il Made in Italy è un orizzonte concettuale che occorre ridefinire e aggiornare nel suo confronto con il sistema di produzione e comunicazione globale; allo stesso tempo, Made in Italy rimanda al concetto di filiera produttiva, e richiede un laboratorio permanente di riflessione e sperimentazione sulle prassi produttive che definiscono il prodotto moda italiano e il suo valore.

  • le azioni che mettono in relazione progetto della moda e nuove figure professionali: il progetto è qui inteso come un ambiente complesso dove ricerca, ideazione, realizzazione/confezione, comunicazione sono intrecciate in quella dimensione che recentemente ha trovato una sua definizione nel concetto di Fashion Thinking, ovvero nell’idea di sviluppare riflessioni attive attraverso la moda e il suo farsi, fra materialità e immaterialità.

  • la dimensione temporale del fenomeno moda e la sua condizione di arte del tempo, in relazione agli aspetti storici e teorici. Ovvero la moda come agente di trasformazione culturale e come “speciale esperienza del tempo” che sta tra passato e futuro e che va sotto il nome di “contemporaneità”, secondo la definizione data da Giorgio Agamben in occasione della sua lezione inaugurale di Filosofia teoretica presso l’Università Iuav di Venezia nel 2006-2007.

  • il rapporto con le realtà aziendali coinvolte nel cluster: si tratta di casi virtuosi che hanno una produzione con alti standard qualitativi, e che pongono particolare attenzione alla sostenibilità, sia ambientale, sia lavorativa. La collaborazione tra università e stakeholder aziendali è l’occasione per intrecciare azioni di ricerca e azioni didattiche caratterizzate da sperimentazione e innovazione, in vista della circolazione e della messa in discussione (alla ricerca di nuove soluzioni) del sapere e del saper fare (ridefinizione identitaria, ripensamento nell’utilizzo e nell’accostamento dei materiali, innovazione nell’approccio alla modellistica e alla confezione). Il cluster si configura come centro propulsore di una serie di laboratori per affrontare, in sinergia con le realtà aziendali, momenti centrali nel progetto della moda: la sperimentazione modellistica nella sua costante ridefinizione delle forme vestimentarie e dei corpi; il design della maglieria; la pelletteria nel suo rapporto con l’accessorio; la produzione tessile sperimentale; la definizione di sostenibilità fra riflessione teorica e prassi.

  • Mass Moda Italia: la riflessione sulla confezione italiana, ovvero sul rapporto fra progettazione della moda, cultura di massa e industria della confezione, per fare emergere il ruolo strategico che quest’ultima ha avuto nello sviluppo della moda in Europa. La confezione ha segnato il passaggio dalle pratiche sartoriali a quelle relative al sistema del prêt-à-porter, e l’Italia ha costruito la propria identità sul passaggio tra sartoriale e industriale. Il progetto mira a individuare strumenti analitici per affrontare criticamente gli aspetti ideativi e progettuali, contribuendo a mettere a fuoco nuovi obiettivi interpretativi e strategici relativi alla produzione industriale di massa, temi poco indagati, e solitamente solo con un punto di vista legato alle metodologie degli studi economici.

  • Fashion Futuring: la riflessione sul concetto emergente di futuring che riguarda l'ecologia, la sostenibilità e l'innovazione sociale. La prefigurazione di un quadro metodologico che sviluppa l'eco-moda oltre la sostenibilità ambientale e posiziona le nuove culture materiali della moda, tra artigianato digitale; open design, futuro artigiano e makers. Una piattaforma di condivisione sui modelli emergenti di design della moda in Italia e il ruolo di quest’ultima come “laboratorio” di sperimentazione sociale e creativa.

  • archivi del Made in Italy e pratiche di digitalizzazione: il concetto di patrimonio (heritage) viene riletto attraverso uno sguardo sulla dimensione del “fare storia” attraverso l’archivio, inteso come strumento per indagare la storia della moda italiana e simultaneamente per ri-progettare e mettere a fuoco le identità dei marchi che si confrontano con il sistema internazionale (strategie di re- branding, la valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio culturale, il trasferimento tecnologico e delle conoscenze a livello universitario e industriale). L’azione di ricerca si posiziona in modo strategico nell’intreccio fra passato e futuro, tradizione e innovazione, marchi storici del tessile- abbigliamento e la creatività che caratterizza la ricerca e la formazione universitaria nel settore moda. Ci si propone nel lungo periodo di portare a compimento il censimento degli archivi aziendali e privati relativi alla moda italiana: un progetto di rete in grado di evidenziare e mettere a sistema il ricco patrimonio culturale e materiale italiano.

  • la riflessione attorno le pratiche curatoriali intese come strumento per la riflessione attiva sulle forme della moda, nel suo confronto costante fra museo e display commerciale. Si tratto di un’indagine sull’arte del mostrare oggetti e fenomeni relativi alla moda con finalità propriamente culturali (nel museo, nelle mostre), o con finalità commerciali (nei negozi, nelle fiere, nel branding). Le pratiche curatoriali sono considerate come una delle più significative modalità attraverso le quali la moda si rappresenta, si definisce e si rilegge criticamente. La ricerca affronta questioni di museografia della moda, ricostruendo la storia degli episodi più significativi fino alle fenomenologie contemporanee. Questa linea di ricerca intende nel lungo periodo portare l’attenzione sulla necessità di riattivare una specifica politica culturale nei confronti della moda, che nello scenario italiano è mancata: la moda non è stata utilizzata come strumento identitario, anche se economicamente rappresenta tuttora uno dei nostri punti di forza. In un panorama sempre più globalizzato è necessario riattivare la silente e poco conosciuta narrativa della nostra moda, introdurre nel sistema museale i dipartimenti di moda, formare e inserire specialisti in museologia della moda.

  • azioni editoriali e di comunicazione:
    pubblicazione di «Dune», rivista accademica di moda e cultura visuale, semestrale, bilingue (italiano e inglese), monotematica, con open call, intesa come uno spazio per la riflessione teorica e visiva, la critica e l’introduzione di nuove ricerche, anche grazie all’autorevolezza di un comitato scientifico internazionale attivo nell’ambito della critica, degli studi di moda, dell’arte contemporanea, della direzione museale, della curatela, dell’editoria, della direzione artistica edella fotografia;
    progettazione di una collana di quaderni monografici focalizzati su temi connessi alla progettazione di moda (per esempio, il processo creativo dei fashion designer coinvolti nei laboratori dei corsi di laurea in moda);
    progettazione di una piattaforma web sui modelli emergenti di design della moda sostenibile per la ricodificazione dei modi attuali di ideare, produrre e consumare moda e per la condivisione di risorse teoriche e materiali tra designer, università e industria;
    Fashion at Iuav, evento curato annualmente dai corsi di laurea in moda: ogni edizione è l’occasione per riflettere e attraversare un tema o una parola, per progettare azioni performative e allestitive, integrate alla sfilata e accese durante il Graduation Show, sfilata con le migliori collezioni realizzate dai laureandi dei corsi di laurea triennale e magistrale;
    la costruzione di una piattaforma offline che mette in circolazione saperi e in dialogo gli attori che ruotano attorno alla dimensione economico-produttiva, alla cultura visuale contemporanea, alla comunicazione digitale e non, per registrare la moltiplicazione degli scenari che caratterizza la contemporaneità;
    progettazione immateriale della moda, image-making, styling: attenzione a un panorama influenzato dai mezzi di riproduzione e diffusione, a nuove forme di editoria che coprono nicchie e specificità e ibridano zone culturali limitrofe.