Il 25 novembre al Masotto

In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l’Istituto Masotto si è riunito nel ricordo di questa dolorosa quanto importante ricorrenza, con l’intento di sensibilizzare quanto più possibile riguardo tale fenomeno.

La commemorazione ha avuto luogo il 24 novembre nelle sedi del Liceo, ITT e IPSIA, mentre il 25 nella sede dell’ITE.

È stato anticipatamente consigliato di indossare un indumento rosso come simbolo comune e all’ingresso degli studenti, prima dell’inizio delle lezioni, è stato fatto loro un segno sulla guancia con un rossetto rosso. È stato distribuito a ciascun alunno della scuola un bigliettino rosso con scritta una citazione, anonima o appartenente a personaggi rinomati, accompagnata da un piccolo disegno significativo, iniziativa ideata dalle classi 3AS e 3ES, coordinate dalla professoressa Fasolo Sonia.

Tante altre sezioni hanno contribuito alla realizzazione di diversi elaborati, come la 2AS, che ha prodotto il cartellone dal titolo “Ammazzale di baci, non di botte”, che è stato appeso nell’atrio del Liceo, un manifesto in cui hanno collaborato le classi prime e uno striscione fissato al di sopra dell’entrata della ragioneria: “Il mostro non vive sotto il letto, ma può vivere anche accanto a te”.

Durante il corso della mattinata abbiamo partecipato ad un momento di ritrovo e unione, ognuno all’interno della propria sede e secondo diverse fasce orarie, aperto da un discorso del Vicario Luigi De Tommasi e dal rappresentante d’istituto Lamberto Steviani.

Dopo il loro intervento, la classe 1AL, che indossava delle magliette con le impronte di mani rosse sul davanti, si è voltata e ogni lettera dipinta sulla schiena degli alunni è andata a formare la scritta “L’amore non lascia lividi!”.

Si è proseguiti con la lettura di tre testi insormontabili da parte di studenti che si sono offerti volontariamente: il sonetto di Dante “Tanto gentile e tanto onesta pare”, “Corpo di donna” di Pablo Neruda e la poesia “Canto delle donne” di Alda Merini.

Il programma previsto è giunto alla sua conclusione con un minuto di rumore, anziché di silenzio, per Giulia Cecchettin: l’amore non uccide, l’amore non è timore, non è schiaffi. L’amore eleva, l’amore è stringere a sé, ma senza distruggere, è illuminare e non spegnere. L’amore è da coltivare giorno dopo giorno e la violenza da sopprimere passo dopo passo, non solo una volta all’anno.

 

Beatrice Cassano e Angelica Callegaro 3AS

L'AMORE CHE SCEGLIAMO

Ieri era la giornata contro la violenza sulle donne, oggi è la giornata contro la violenza sulle donne e domani sarà la giornata contro la violenza sulle donne perché ogni giorno dobbiamo lottare per noi.

Ci siamo riuniti senza curarci di chi eravamo ma solo pensando per chi eravamo lì. Eravamo lì per Giulia, per tutte le donne morte prima di lei, per me, per te e per noi. Questo giorno serve a ricordarci quanto è importante sentirsi non solo liberi ma anche protetti. Abbiamo realizzato cartelloni, sculture e scritte che ci ricordano che in ogni momento possiamo decidere di cambiare, possiamo mettere fine alla violenza. Possiamo sempre decidere di cambiare strada perché il futuro si può scrivere e siamo noi ad avere la penna.

Il colore rosso, entrato ormai nell’immaginario della lotta contro la violenza sulle donne, rappresenta il coraggio perchè non esiste persona più coraggiosa di una che lotta per la vita. A privare loro della vita però non è stato l’amore: è stato l’egoismo, quel no che non si è saputo accettare. L’amore non toglie la felicità ma la crea, non lascia lividi ma toglie sofferenze, non intrappola ma libera. L’amore vero è quello che scegliamo non quello che uccide. 

Vorrei poter dire che abbiamo imparato dai nostri errori, ma la verità è che noi non impariamo mai: abbiamo sperimentato due guerre mondiali e ancora non sappiamo quanto distruttiva sia la guerra; abbiamo visto tante donne essere private della propria vita ma non sappiamo ancora fare in modo che non accada più. Cosa ci resta allora?

Ci resta la speranza, la prima a venire in nostro soccorso e l’ultima ad andarsene. Ci resta la speranza che un giorno potremmo camminare a testa alta senza paura di quello che potrà accadere; che non dovremmo più nasconderci ma potremmo essere libere. Chiamatelo sogno o illusione ma vi dico che è ancora possibile cambiare, è ancora possibile creare un mondo giusto. L’incontro che abbiamo fatto conferma la mia teoria e anzi la supporta ancor di più e quindi ora tocca a noi: tocca a noi decidere se voltarci dall’altra parte o se agire ora. 


Alice Cavazzana 1AS