Un altro "bosco verticale"

Trovare un equilibrio tra città grigie e aree verdi, tra progresso ed ecosostenibilità, è una grande sfida per l’uomo; riguardo la nostra vita quotidiana, è importante quindi che neppure le abitazioni e i luoghi di lavoro danneggino gli ecosistemi.                                                        Diversi architetti e designer si sono messi in gioco per far conciliare i nostri bisogni con la protezione dell’ambiente, realizzando ad esempio il "Bosco Verticale" di Milano.                                                                                                                                                                                                          Il complesso è stato progettato da Stefano Boeri Architetti ed è il prototipo di una nuova architettura che combina le aree verdi con i palazzi; i due edifici del complesso ospitano 800 alberi, l’equivalente di 30.000 metri quadrati di sottobosco. Questa soluzione è però poco accessibile, sia per l’elevato design degli appartamenti, sia per i costi di manutenzione. Il progetto è stato concepito come una “casa per gli alberi che ospita umani”, ed è adatto ad essere il pioniere di una serie di programmi che condividano, ma anche adattino ad essere più fruibile, la stessa linea di pensiero. Sarebbe vantaggioso realizzare anche degli edifici pubblici, come scuole ed uffici, su questa impronta green, per favorire le aree verdi e per farci vivere a stretto contatto con la natura.                                                                                                                             A dicembre 2022 è stato firmato un accordo tra il comune di Noventa Vicentina e la Provincia, per ampliare l’Istituto Masotto, costruendo una nuova sede per i laboratori e per alcune aule studio; i fondi per la costruzione della nuova area potrebbero essere investiti sulla creazione di un progetto che prenda ispirazione, per quanto riguarda l’area verde, dal "Bosco Verticale". I benefici sarebbero notevoli: la copertura vegetale non rifletterebbe i raggi del sole, regolerebbe l’umidità e assorbirebbe CO2, si formerebbe inoltre un microclima, d’aiuto per autoregolare la temperatura interna e per ridurre i consumi energetici. L’habitat sarebbe adatto anche ad ospitare diversi animali per nidificare, e potrebbe diventare anche oggetto di alcune ricerche sulla simbiosi dell’ambiente umano con quello animale.                                Una parte dei costi di manutenzione potrebbe essere abbattuta se proprio noi studenti, per quanto possibile, ci prendessimo cura degli alberi. Imparare a così stretto contatto con la natura ci aiuterebbe a capire come prendercene cura al meglio, e il livello di stress scenderebbe. Diversi studi hanno dimostrato che stare a contatto con il verde porta diversi benefici psico-fisici, come l’abbassamento della pressione sanguigna, ma anche il miglioramento dell’umore. Realizzare un progetto di questa portata nel nostro territorio rappresenterebbe una grande sfida, ma risulterebbe un modello all’avanguardia e un investimento sulle nuove tecniche costruttive.

Martina Pertile 4CL