Eccovi un divertente video realizzato dagli alunni della classe 1^D della scuola secondaria di primo grado. I ragazzi, in occasione della "Giornata della Salute" organizzata dal nostro Istituto, si sono cimentati nella preparazione di tre ricette contro lo spreco alimentare, due di origine inglese ovvero Bubble and squeak e Pecan, orange and maple bread pudding, e un'altra di origine francese, il Pain Perdu.
Complimenti ai nostri simpaticissimi cuochi!
Nell'ambito delle iniziative per celebrare il Natale, la classe 3°C con potenziamento linguistico ha organizzato un Christmas Cookies Party, preparando dei biscotti natalizi accompagnati da video tutorial in inglese che ne spiegano l'esecuzione.
E poi festa a scuola con tutti gli insegnanti che hanno potuto apprezzare le doti dei nostri provetti pasticceri e pasticcere...
As part of the initiatives to celebrate Christmas, the 3°C class with language enhacement organized a Christmas Cookies Party, preparing Christmas cookies accomppanied by video tutorials in English that explain how to make them.
And after baking the biscuits a nice party at school with the teachers who could appreciate the skills of our expert "pastry chefs"...
CLASSE 1B
CLASSE 1C
Il “debate”, ovvero il dibattito, è una metodologia didattica utilizzata in molti Paesi europei, materia curriculare nelle scuole anglosassoni, che affonda le sue radici nell’oratoria classica e, in particolare, nella disputa medioevale.
Consiste in un dibattito, svolto con tempi e regole prestabiliti, nel quale due squadre (di solito composte ciascuna da tre studenti) sostengono e controbattono un'affermazione o un argomento scelto insieme all'insegnante, ponendosi in un campo (PRO) o nell'altro (CONTRO). Alla fine della discussione una giuria composta da studenti e insegnanti è chiamata a valutare le capacità argomentative dei due schieramenti e a proclamare la squadra vincitrice.
Il debate è una metodologia che permette di acquisire competenze trasversali e curricolari, quali la capacità di analizzare un tema da vai punti di vista, studiare le fonti, interpretare i dati favorendo l’assetto cooperativo e il lavoro di gruppo. Ma non solo: aiuta ad affrontare le proprie emozioni e a migliorare la capacità di controllo e di ascolto dell’altro, sviluppando al tempo stesse strategie utili al superamento della paura di parlare in pubblico.
Nella nostra scuola il debate è stato utilizzato anche come metodologia per lo sviluppo e il consolidamento delle competenze in L2 dal momento che il confronto si è svolto in lingua inglese.
Due i temi scelti insieme agli studenti e alle studentesse della classe 3C a indirizzo linguistico, che già da quasi tre anni si avvalgono di due ore in più di inglese e una di francese. Entrambi le questioni sono di grande attualità e hanno acceso l’entusiasmo delle squadre di debater.
Il 30 gennaio si è svolto il primo dibattito sul tema della differenza di genere:
“There’s no gender gap between men and women”
Il 13 febbraio è stata la volta del secondo dibattito sul tema dei social media.
Social Media have improved people’s lives
In entrambi i confronti gli studenti si sono impegnati, argomentando, presentando testi, numeri e statistiche, affinando sia le loro capacità espressive in lingua straniera che le loro capacità di analisi dei problemi.
Una bella prova anche per gli adulti che in qualità di moderatori o giurati hanno preso parte alla disfida…
by the students of the 2C
Classe 2^D
La Blackout Poetry (meglio conosciuta in Italia come Caviardage) è una tecnica di scrittura creativa che consiste nell'oscurare parti di un testo per portarne alla luce solo alcune parole che, lette in successione, danno vita a una poesia, un aforisma, un haiku, insomma una nuova forma letteraria nascosta nel testo primario.
Ci sono varie tecniche di Blackout Poetry da quelle più semplici, che prevedono solo l'oscuramento del testo non necessario, a quelle più elaborate, con disegni e inserti colorati che le rendono delle piccole opere d'arte ibrida.
Gli alunni e le alunne della seconda classe sperimentale di inglese si sono cimentati con testi di livello A1/A2, tratti da classici per ragazzi come Oliver Twist, Tom Sawyer, The Mystery Cruise, Hachiko. Ed ecco il risultato!
Luca Dolcemascolo - Salvatore Quartana (2^C)
Luca D'Agate - Francesco Fede (2^C)
Miriam Montalto - Alessia Incandela (2^C)
Noemi Sugamiele (2^C)
Alessia Basiricò (2^D)
Alunni della 3^B
Classe 1^B
Classe 1^B
Classe 1^B
Classe 1^C
Classe 1^C
Classe 1^C
Classe 1^C
Classe 1^C
Il dialetto è storia. Il dialetto, la lingua di un popolo sono anche la storia di quel popolo. Anche in Sicilia, dietro ogni parola, dietro ogni suono del nostro dialetto vi sono secoli, millenni di storia. Dunque, una storia politica, civile e culturale della Sicilia non può prescindere dalla sua storia linguistica […] Non c’è dubbio che la conoscenza dei fatti linguistici serve molto spesso a chiarire una vicenda storica, a definire certe ricomposizioni territoriali, o l’esatta portata di certi eventi. Ma voglio fare un’ipotesi paradossale. Supponiamo per un momento che siano andate perdute tutte le fonti per la storia di Sicilia, i documenti d’archivio, i monumenti, tutti quanti i libri di storia, e che si sia conservata solo la lingua. Noi, attraverso lo studio attento della lingua, potremmo ricostruire le grandi linee della lunga vicenda siciliana, quanto meno degli ultimi 2000-2500 anni. (G. Ruffino, Parlare del dialetto. Sette conversazioni radiofoniche tra Giuseppe (Pippo) Fava e Giovanni Ruffino in Introduzione allo studio della Sicilia linguistica, CSFLS, Palermo, 2018)
Le parole di Giovanni Ruffino, professore emerito dell’Università di Palermo e accademico della Crusca, dovrebbero risuonare forte nelle nostre aule in cui, spesso, il dialetto viene stigmatizzato come qualcosa da condannare. Anche i ragazzi, talvolta, affermano di non saper parlare in dialetto e lo fanno come se ciò fosse qualcosa di cui vantarsi. Ed è grave che, talvolta, anche i docenti siano dello stesso avviso. Eppure, a partire da una parola siciliana potremmo percorrere le strade della storia della nostra amata regione. Non possiamo considerare il dialetto come un fenomeno del passato. Esiste e si ripercuote nella lingua che noi parliamo che più che italiano è assai spesso un italiano regionale. Il dialetto continuerà a vivere accanto e in alternanza con l’italiano, anche come risorsa aggiuntiva. Non si deve correre il rischio, però, che si recuperi il dialetto come espressione di un passato desiderato e rilegarlo a mero folclore che isola il patrimonio della cultura popolare dal suo autentico contesto comunicativo, socioculturale e storico.
Ed ora il dialetto ai ragazzi, buona visione!
Classe 1^C
Classe 1^C
(tratto da "Ton Christ est juif "- Julos Beaucarne)
Ta voiture est japonaise
Ton couscous est algérien
Ta démocratie est grecque
Ton café est brésilien
Ta montre est suisse
Ta chemise est indienne
Ta radio est coréenne
Tes vacances sont turques, tunisiennes
Ou marocaines
Tes chiffres sont arabes
Ton écriture est latine et
Et tu reproches à ton voisin
d'être étranger?